le "carenze" del jkd

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Offline nicola

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le "carenze" del jkd
« on: September 12, 2012, 11:22:46 am »
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Apro questo 3D dopo aver letto una discussione che si è sviluppata negli states recentemente tra una parte di praticanti di jkd.

Ho messo tra virgolette la parola carenze appositamente, in quanto personalmente rigetto un po' il costume comune secondo cui se uno stile manca lo studio di qualche distanza di combattimento o qualche arma, risulta essere appunto additato come "carente".

Però, tenendo conto dell'approccio al combattimento pensato da Bruce, se si analizza il jkd non si può che convenire che tale arte è stata sviluppata quasi esclusivamente per la lunga e media distanza.

Anni fa ted disse, a proposito dell'assenza di studio sul corto raggio e sulla lotta, che un giorno, mentre si allenava con Bruce, bruce stesso gli disse: "ted, prima o poi dobbiamo affrontare e studiare nel profondo la componente lottatoria del combattimento".
Purtroppo però non fece in tempo, visto che morì.

A questo punto, nel praticante, potrebbe sorgere una necessità (dico potrebbe perché non è certo un obbligo né è automaticamente per tutti un desiderio), vale a dire """integrare""", """colmare""" quelle lacune.

Solo che a questo punto sorgono altre domande:
Come potrebbe farlo?

Una delle risposte che mi son dato è: chi conosce il jkd dovrebbe sapere i principi profondi che ne sono la sua ossatura, per cui dovrebbe ricercare se ci sono arti o pratiche che analizzano la corta distanza e posseggono tali principi.

Un'altra risposta, invece, che porta direttamente verso quello che è il pensiero tipico di un certo concept, è: "delle discipline che studiano la corta distanza e la lotta, me le osservo e poi prendo da esse le tecniche funzionali; al limite le rielaboro nell'ottica jkd".


Sono curioso di sentire la vostra opinione, prima di metter sul piatto le mie di riflessioni.
"Dalla morte in pianura, proteggici, o Signore" (J. Kukuczka, alpinista)

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Offline Darth Dorgius

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #1 on: September 12, 2012, 11:50:23 am »
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Anni fa ted disse, a proposito dell'assenza di studio sul corto raggio e sulla lotta, che un giorno, mentre si allenava con Bruce, bruce stesso gli disse: "ted, prima o poi dobbiamo affrontare e studiare nel profondo la componente lottatoria del combattimento".
Purtroppo però non fece in tempo, visto che morì.

Interessante questo aneddoto! Mi mancava proprio...

A questo punto, nel praticante, potrebbe sorgere una necessità (dico potrebbe perché non è certo un obbligo né è automaticamente per tutti un desiderio), vale a dire """integrare""", """colmare""" quelle lacune.

Solo che a questo punto sorgono altre domande:
Come potrebbe farlo?

Bè... Penso che nella filosofia[1] di Bruce, un modo di affrontare uno studio che permetta poi di "importare" delle cose nel JKD c'è. :)


Una delle risposte che mi son dato è: chi conosce il jkd dovrebbe sapere i principi profondi che ne sono la sua ossatura, per cui dovrebbe ricercare se ci sono arti o pratiche che analizzano la corta distanza e posseggono tali principi.

Ecco, l'hai detto già tu (stavo rispondendo in quote direttamente, senza leggere prima)... :dis:


Un'altra risposta, invece, che porta direttamente verso quello che è il pensiero tipico di un certo concept, è: "delle discipline che studiano la corta distanza e la lotta, me le osservo e poi prendo da esse le tecniche funzionali; al limite le rielaboro nell'ottica jkd".


Sai che, di fatto, non capisco che differenza ci sia, fra le due cose? :-[

 1. Contenta giorgia? XD
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Offline cooks71

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #2 on: September 12, 2012, 12:27:32 pm »
0
Ormai venti anni fa negli USA hanno fatto quella "meraviglia" del JKD-KALI, per colamre il settore armato.
Ma alla fine chi lo proponeva non sapeva niente di JKD e ancor meno di Kali.
Io penso che le "integrazioni" fine a sè stesse segnino la morte di una AM.
Vedasi anche il Latosa Eskrima per il Wing Chung.

"Great things have small beginnings, sir."
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Offline nicola

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #3 on: September 12, 2012, 13:21:53 pm »
0
Sai che, di fatto, non capisco che differenza ci sia, fra le due cose? :-[

La differenza sembra sottile, ma è sostanziale.
Un processo riconosce la carenza e la studia (es.: studio la lotta libera), l'altro non riconosce la carenza ma studia già direttamente, in accordo con quello che lui intende sia il jkd, tutto quello che è funzionale al combattimento, lo fa suo e lo chiama ancora jkd.

Se dovessi mai studiare la lotta, e mi chiedessero poi, dentro il corso di jkd, di far vedere qualcosa di lotta, ammesso e non concesso che io possegga le capacità per insegnare queste cose, mai direi che quello è jkd.

Ormai venti anni fa negli USA hanno fatto quella "meraviglia" del JKD-KALI, per colamre il settore armato.
:nono: :nono: :nono: :nono:


Io penso che le "integrazioni" fine a sè stesse segnino la morte di una AM.
Lo credo pure io.
« Last Edit: September 12, 2012, 13:24:00 pm by nicola »
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Offline Il Torvo Svantaggione

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #4 on: September 12, 2012, 13:53:54 pm »
0
Riporto le mie opinioni gia' espresse a nicola in chat, che mi ha invitato a vincere la pigrizia e scriverle pure qui ...

1. come dicevo nel canale di arma, prima di tutto secondo me c'e' da definire meglio la questione della carenza.
Andando per esempi: grecoromana/pugilato/thai/qualsiasi sdc sono "carenti" di qualcosa? nel loro contesto no, un pugile ha tutto cio' che gli serve per fare un incontro con le regole del pugilato, idem un lottatore con la lotta e via dicendo. Quindi per i loro contesti sono OK, non hanno carenze.

2.Quindi, punto 2: carenze in che ambito? non essendo un sdc e quindi non avendo competizioni regolamentate il discorso e' un po' piu' difficile, se diamo per buono che il contesto del jkd sia (ipotizzo, non so)  fare "a mazzate uno contro uno, senza armi, senza particolari altri vincoli", allora imho, si, c'e' carenza se viene trascurata la fase ravvicinata/clinch/lotta/quasiasi altra cosa che puo' capitare quando si fa "a mazzate uno contro uno, senza armi, senza particolari altri vincoli"

3.A questo punto, riguardo la necessita' di integrare, dipende  da che si vuol perseguire: Il desiderio e' quello di praticare jkd cosi' com'era alla morte del fondatore? non ce n'e' bisogno, dunque. Se si desidera cercare di abbracciare tutti i vari aspetti del "facciamo a mazzate uno contro uno, senza armi, senza particolari altri vincoli" allora una integrazione, dato che una carenza in questo campo c'e', diventa necessaria.

4.Riguardo al come, anch'io non capisco tanto il RicercaArteConPrincipiSimili VS. PrendieRielaboraNellaTuaOttica... non vedo il punto, non puoi rivogerti direttamente a chi quelle cose le sa fare le usa gia' in ambiti simili o uguali?


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Offline Diego

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #5 on: September 12, 2012, 14:32:02 pm »
0
La differenza sembra sottile, ma è sostanziale.
Un processo riconosce la carenza e la studia (es.: studio la lotta libera), l'altro non riconosce la carenza ma studia già direttamente, in accordo con quello che lui intende sia il jkd, tutto quello che è funzionale al combattimento, lo fa suo e lo chiama ancora jkd.

Se dovessi mai studiare la lotta, e mi chiedessero poi, dentro il corso di jkd, di far vedere qualcosa di lotta, ammesso e non concesso che io possegga le capacità per insegnare queste cose, mai direi che quello è jkd.
Per quanto ho toccato con mano, comprendo e condivido il tuo punto di vista.

Le domande che mi sono posto però sono inevitabilmente: quindi il repertorio tecnico lasciato da Bruce Lee è del tutto immodificabile negli anni fino alla fine del mondo? L'evoluzione della disciplina quindi non è ipotizzabile per il jkd? Studiare e allenare il jkd è dunque solo un modo per mantenere vivo nei fatti il ricordo della pratica marziale del Piccolo Drago? Si tratta quindi del mantenimento e trasmissione alle generazioni successive di una disciplina sviluppata in un preciso periodo storico (fine anni '60, inizio anni '70)?

In seconda battuta, se il jkd ha finito il suo sviluppo ma pure la sua evoluzione, o almeno l'unica che si può ritenere accettabile, con la morte di Bruce Lee, che caspita pratico a fare una disciplina completamente morta, se non per ricostruzione storica (a maggior ragione per il fatto che alcuni aspetti, come è comprensibile, sono stati sviluppati su una corporatura e caratteristiche psicofisiche del fondatore e che io non ho)?
Onestamente l'ultima mia domanda ha in parte influito sulla mia interruzione della pratica per il jkd.
In realtà ha avuto un ruolo più determinante la mia sensazione di un'impostazione “esageratamente” duellistica per avere presunti propositi di dp; avendo poi a disposizione poco tempo per la pratica, trovatomi a dover scegliere quale stile accantonare tra i praticati, per priorità (maggior soddisfazione/divertimento) ho prediletto altra disciplina.

Ps: per evoluzione ovviamente non intendo che ciascuno possa apportare le modifiche che gli paiono, a proprio gusto e piacimento, alla didattica e trasmissione della disciplina. Ho come punto di riferimento invece alcuni stili in cui sai chi è il responsabile/”erede” della disciplina, quindi nel bene o nel male le decisioni di cosa e come cambiare, spettano a lui.
Ci può poi essere, come auspicabile, all'atto pratico più di una persona, oltre al responsabile ufficiale, che ha voce in capitolo su eventuali modifiche ma il mio ragionamento di fondo non cambia molto.
Nel jkd è sempre mancata una figura, condivisa da tutti o designata dal fondatore/responsabile precedente, per valutare la necessità e scegliere quali eventuali modifiche apportare.

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Offline nicola

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #6 on: September 12, 2012, 16:01:23 pm »
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gran parte delle questioni insolute e dei dubbi che ponete purtroppo derivano dalla morte prematura di un uomo che di certo non la preventivava, e lo sviluppo dell'arte ne ha ovviamente risentito.

Ted ha più volte ripetuto a chi glielo chiedesse come la pensava. Lui ha sempre insegnato quella che era l'arte di bruce al momento della sua morte, non aggiungendo né togliendo mezza virgola. Però era ovviamente cosciente della "carenza", per cui era molto chiaro in merito: vuoi studiare la lotta, il clinch? va STRAbene, però poi non chiamarli jkd, perché non lo sono. E, in merito a che cosa scegliere di studiare, anche qui ted era chiaro: "bruce stesso non ha completato il suo cammino, ma la strada l'ha indicata eccome, basta solo tu lo riconosci e la imbocchi. Non vuoi farlo? va benissimo lo stesso...ma sii sempre chiaro su qual è il tuo percorso."
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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #7 on: September 12, 2012, 16:29:55 pm »
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Qual'è la strada?
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Offline nicola

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #8 on: September 12, 2012, 16:47:38 pm »
0
Qual'è la strada?

intanto la strada è non mettere l'apostrofo davanti a qual.  :zan:

Qui dovrei mettermi a spiegarti quali sono i principi su cui si regge il jkd... hai intenzione di iscriverti al mio corso?  XD
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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #9 on: September 12, 2012, 17:28:30 pm »
0
 :-[

Uff no non potrei iscrivermi al tuo corso, ma mi interesserebbe provare a capire  :thsit:
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Offline beppegg

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #10 on: September 12, 2012, 18:08:41 pm »
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Io ho idea che i principi del JKD non sarebbero quelli che adesso sono, se Bruce Lee avesse avuto modo di studiare ed incorporare le altre distanze di combattimento..
Dio c'è, ma non sei tu: Rilassati!!!!

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Offline nicola

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #11 on: September 12, 2012, 18:33:56 pm »
0
Io ho idea che i principi del JKD non sarebbero quelli che adesso sono, se Bruce Lee avesse avuto modo di studiare ed incorporare le altre distanze di combattimento..

Posto che non sono assolutamente d'accordo, mi interessa sapere quali sarebbero se lee avesse avuto modo di incorporare le altre distanze di combattimento...
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Offline beppegg

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #12 on: September 12, 2012, 18:49:25 pm »
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E non lo so, mica sono Lee io (purtroppo) :P

Dico questo perché immagino che il JKD sia stato sintetizzato, e che il processo di sintesi non fosse ancora terminato, sulla base delle esperienze di Lee nel combattimento. Osservando e sperimentando, ha adottato quei concetti che gli parevano vincenti dalla boxe, dalla scherma e da quant'altro, riassumendoli e derivandone dei princìpi sulla base del quale ha elaborato il sistema.

Ma lo stile di combattimento di Lee non era lo stesso prima di conoscere la scherma, così come non era lo stesso prima di conoscere la Boxe e via discorrendo: allo stesso modo, mi viene da pensare che l'incontro con la disciplina lottatoria X, Y e Z avrebbero influenzato il suo sistema di combattimento in maniera diversa dalla mera "aggiunta" "a là MMA", piuttosto avrebbe cercato di unificare in un solo sistema di princìpi il lavoro effettuato alle varie distanze, generando quindi una "nuova versione" del JKD stesso.

Poi, per carità: cos'avrebbe fatto Lee lo sa solo lui... :P La mia è solo una speculazione! ;)
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Offline Bingo Bongo

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #13 on: September 12, 2012, 18:55:05 pm »
+1
Mia opinione è che partendo dal presupposto che insegnare/imparare il JKD non è insegnare/imparare il "Bruce Lee Style", ma un Arte Marziale che gode di una sua formalizzazione autonoma rispetto alle capacità specifiche di Bruce Lee, che Bruce Lee stesso formalizza nel momento in cui inizia a insegnare il JKD ad altri, per quanto mi riguarda se il bagaglio comprende principi biomeccanici e tattici che fanno del JKD uno stile specifico, autonomo e riconoscibile nel momento in cui la distanza comporta il venire meno di quei principi allora comporta necessariamente il venire meno allo stile e a meno di forzature inutili (vedere lotta a terra del WT come veniva proposta 25 anni fa) è sempre integrazione di un altro stile.

Il punto è: ma chi se ne fotte se il JKD non prevede la lotta a terra? A terra non è previsto che ci si finisca. Punto. Se finisci a terra o hai sbagliato o l'avversario è semplicemente più forte. Allora non c'è soluzione? No, la soluzione c'è e, per me, rientra volenti o nolenti, nel concept:

....al limite le rielaboro nell'ottica jkd....


e se il copia/incolla di ciò che funziona non è possibile rielaborarlo allora bisogna lavorare sulla tattica per evitare di finirci nel contesto che potrebbe potenzialmente prevedere l'abbandono dello stile anche se solo nel tempo e nello spazio limitato della nuova distanza.

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Offline Ebony Girls Lover

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Re:le "carenze" del jkd
« Reply #14 on: September 12, 2012, 21:39:16 pm »
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Nicola ti chiedo una cosa da ignorasnte del jkd e sopratutto dell'original e cioé avendo il libro il tao del jkd,ci sono degli appunti sulla lotta,la mia domanda é erano solo degli studi iniziali o magari si studiano alcuni bloccaggi nel caso si porti l'avversario a terra?
Su rriatu a San Francisco/nun sapendo come agiscu/cu nu vecchiu camburrista/m'aggiu misu a pazziar./Pazziando e pazziando/di curtellu e di bastone/per sfregiar stu carognone/che tradisce la società./Mo si presenta nu picciottellu/culla coppola de sgarru/esci fore maresciallo/ca la faccie taggiu sfregiar./Mo se presenta nu capuposto/culla coppola de sgarru/co nu bastoncinu a manu/cinque lire tu m'ai dar./Cinque lire ieu nun le tegnu/cinque lire nu tel le do/si picciottu de prtima uscita/nu ppartieni alla società./Società cunsegna é bona/di curtellu e di bastone/per sfre