info dzogchen

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Offline jivalla

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info dzogchen
« on: February 24, 2011, 15:58:48 pm »
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Ciao a tutti.

Sto leggendo un libretto, intitolato: " padmasambhava consapevolezza rigpa " a cura di Giuseppe Baroetto

Lo trovo molto interessante e parecchio affine al taoismo filosofico. 

Leggendolo, ho capito che si parla della filosofia dzogchen tibetana, che non avevo mai sentito nominare.   

Mi sapere dare delle info su questa?


Grazie.

                   Jivalla


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Offline Trepicchi

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Re:info dzogchen
« Reply #1 on: February 24, 2011, 22:19:40 pm »
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Lo Dzogchen, secondo alcune scuole del buddhismo tibetano e della tradizione religiosa Bön, è lo stato naturale e primordiale, ovvero una condizione spontanea della mente, e, allo stesso tempo il corpus di insegnamenti volti a realizzare tale condizione. Lo Dzogchen, o Grande Perfezione, è un insegnamento centrale della scuola Nyingmapa, e pratiche tese al suo riconoscimento interiore sono praticate anche da seguaci di altre sette del buddhismo tibetano. Secondo la letteratura Dzogchen, lo Dzogchen è il più alto e definitivo percorso verso l'illuminazione.
La nostra natura ultima viene definita come pura e omnicomprensiva, come consapevolezza primordiale e sempre naturalmente presente come sfondo di ogni evento psichico. Questa "consapevolezza intrinseca" non ha forma propria e tuttavia rende possibile la percezione oltre che permettere a ogni essere senziente di sperimentare, riflettere o esprimersi in tutte le forme.
L'analogia data dai maestri della tradizione Dzogchen è che la natura di un essere vivente è come uno specchio che rifletta in modo totale e comprensivo gli oggetti ma che in nessun caso è mai influenzato dagli stessi riflessi in esso, oppure come una sfera di cristallo perfettamente trasparente, capace di assumere in sé il colore della luce alla quale venga esposta senza per questo cambiare nella sua natura originaria neutra e priva di propria colorazione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Dzogchen
Nella pratica dello Dzogchen il meditante permette il libero manifestarsi della propria attività psichica in tutta la sua complessità lasciando che pensieri, emozioni, sentimenti o stati di coscienza generali rallentino la loro "vorticosità" e poi arrivino spontaneamente a fermarsi, senza lasciare traccia della propria passata presenza nel campo della consapevolezza eccetto questa stessa consapevolezza intrinseca che emana senza sforzo dal proprio essere. Questa consapevolezza è ciò a cui i tibetani si riferiscono usando il termine Rigpa, o "luminosità terrestre".
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***

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Offline jivalla

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Re:info dzogchen
« Reply #2 on: February 25, 2011, 15:57:55 pm »
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Grazie trepicchi.

Diciamo che e' come lo zen?


Io ho trovato spunti molto simili al Taoismo.



Ma in italia dove si puo' praticare?


Grazie.

                  Jivalla

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Offline Prototype 0

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Re:info dzogchen
« Reply #3 on: February 25, 2011, 18:08:45 pm »
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Effettivamente, la descrizione postata da Trepicchi è così spartana e generalista da poter essere più o meno perfettamente affibiabile ad una zazen zen o una shamata Theravada.

Tutto Torna

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machine gun yogin

Re:info dzogchen
« Reply #4 on: February 25, 2011, 18:27:43 pm »
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 XD
credo che si possa applicare a un po tutte le scuole buddiste e non solo


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Offline jivalla

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Re:info dzogchen
« Reply #5 on: February 25, 2011, 20:25:55 pm »
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E quindi qualche approfondimento sullo dzogchen?

Sto leggendo " padmasambhava consapevolezza rigpa " a cura di Giuseppe Baroetto e lo trovo molto affine al taoismo più che allo zen.

Meno " Ricerca " della meditazione, ma più .... tranquillita' e rilassatezza in noi stessi.


Info?

        Grazie.

                            Jivalla


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Offline Trepicchi

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Re:info dzogchen
« Reply #6 on: February 25, 2011, 21:57:20 pm »
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Quel testo è prezioso..... ;)

molto riduttivamente .....lo Dzogchen è uno stato che va al di la della mente duale e quindi anche il solo parlare puo' essere fuorviante..si tratta di un stato di presenza al di la dello spazio e  del tempo....ma qualsiasi discorso e' ripeto per la mia grande ignoranza di poco aiuto..

anche se puo' avere degli aspetti communi ...ha un  suo sapore e modalita' di espressione trasmissione....

Solitamente rientra nella parte finale di un  programma di corpus di tecniche presenti nel Buddismo Vajirayana ....che inizia con 5 pratiche fondamentali da ripetere 100.000 volte....ma ovviamente c'è un iter che richiede un insegnate qualificato che ti segua passo dopo passo e verifichi le tappe effettuate....

Inserisco alcuni frammenti per una visione a 360 :



Tib., rDzogs-pa ch'en-po; Grande Perfezione
Skt., mahasandi; Grande Completezza
Il termine è spesso usato per abbreviare la forma del termine tibetano Dzog-pa Chen-po, che tradotto letteralmente significa "Insegnamenti della Grande Perfezione". Inteso meno letteralmente, lo Dzogchen è stato definito come "lo stato auto-perfezionato dell'individuo"[Norbu, Dzog Chen e Zen], lo "stato di totale completezza" [Norbu, Esperienza Primordiale] o "l'insegnamento della auto-perfezione spontanea" [Norbu, Il Cristallo].

Dzogchen è spesso considerato come il nome di una specifica scuola di Buddhismo Vajrayana,  in più è, abbastanza semplicisticamente, il nome Tibetano per lo stadio più elevato dei Tantra Interni come definiti dalla scuola Nyingmapa, ed ha molto in comune con la Mahamudra ed alcuni insegnamenti Lamdre di altre scuole Tibetane. Molti dei maggiori insegnanti, insegnamenti e testi che appartengono allo Dzogchen possono essere trovati negli insegnamenti Nyingtig.

Lo Dzogchen è, o fu, qualche volta considerato come un'eresia, specialmente dalla scuola Gelugpa, principalmente perchè condivide alcuni punti di vista con il Buddhismo Cinese Ch'an (influenzato dal Taoismo) e con la tradizione  Shaiva del Kashmir. Così, la maggioranza dei testi dello Dzogchen sono stati esclusi dal  canone Buddhista Kanjur, la famosa collezione di testi sacri risalente al tredicesimo secolo di Bu-ston. In ogni caso, aderenti alle scuole Gelugpa e ad altre scuole hanno riconosciuto il valore ed il potere degli insegnamenti Dzogchen e spesso lo hanno praticato (per esempio il 5° Dalai Lama); e se necessario, lo fecero in segreto.

Gli insegnamenti Dzogchen sono stati trasmessi principalmente dalla scuola Nyingmapa, la prima e più antica delle scuole Tibetane. La Tradizione è ancora molto viva e presente in Occidente, specialmente attraverso Namkhai Norbu. Grazie al suo addestramento e alla sua formazione, grazie alla sua conoscenza del Tibetano, del Cinese, del Mongolo e dei moderni linguaggi occidentali,  e grazie alla sua diligente ricerca delle origini primitive della cultura Tibetana, (vedi  Zhang Zhung) si è venuti a conoscenza che lo Dzogchen ha radici indipendenti dal Buddhismo (vedi Bön), e che gli aspetti importanti della sua attualità precedono gli insegnamenti Buddhisti che raggiunsero il Tibet dall'India alla fine del settimo secolo.

Una delle più interessanti, e piuttosto uniche, caratteristiche degli insegnamenti Dzogchen è il metodo non gerarchico, un metodo che lascia allo studente/praticante molto spazio alla sua individualità, ed al ruolo sociale che egli/ella svolge nella vita. Un insegnante Dzogchen non chiederà, a differenza di molti altri maestri o guru, la cieca obbedienza nel senso di  "Segui le mie regole insindacabilmente ed obbedisci ai miei precetti!" Invece, l'insegnante Dzogchen cerca di trasmettere una particolare conoscenza, di risvegliare la mente dello studente e di rendere l'individuo consapevole della natura innata e primordiale della consapevolezza.
Un tale maestro Dzogchen dirà piuttosto questo :

"Aprite il vostro occhio interno ed osservate voi stessi. Fermate la ricerca di un lampo di illuminazione che vi illumini dall'esterno, ma accendente la vostra lampada interna. Così gli insegnamenti verranno a vivere in voi, e voi negli insegnamenti. L'insegnamento deve diventare una conoscenza vivente i tutte le proprie attività quotidiane. Questo è nell'essenza della pratica, ed oltre a questo non c'è niente altri di particolare che debba essere fatto."
[Norbu, Dzogchen,]
Lo Dzogchen è spesso comparato al Buddhismo Cinese Ch'an ed è sempre stato definito "lo Zen Tibetano". Ad un certo grado, la comparazione certamente tiene ed è abbastanza rilevante. Un tipico aneddoto Dzogchen che risulta simile a molte delle storie-insegnamento dello Ch'an/Zen illustrerà il punto.
Un giorno un visitatore venne a visitare il famoso maestro Dzogchen Yundon Dorje Bal (1284-1365). Il visitatore chiese "Voi praticanti Dzogchen, voi state sempre facendo meditazione, giusto?" Yundon Dorje Bal rispose "Su cosa si suppone che io stia meditando?" "Ah", il visitatore allora disse, "allora voi praticanti di Dzogchen non meditate?" Questa volta il maestro replicò dicendo "Quando mai io sono distratto?"
Anche riguardo dell'importante questione della presenza mentale, importante almeno per i praticanti Buddhisti, sia lo Zen che lo Dzogchen, mostrano un profondo apprezzamento per un particolare consiglio di Siddharta Gautama Shakyamuni Buddha (563-483 BCE) su questo argomento. Il Buddha disse, come è ricordato nel Prajnaparamhita Sutra, che mentre uno è in piedi dovrebbe essere consapevole di essere in piedi, quando uno dorme dovrebbe essere consapevole di dormire, quando uno è sano o malato, sia pienamente consapevole di qualsiasi condizione. Un altro punto di vista molto simile tra lo Dzogchen e lo Zen, è il fatto che entrambi non cessano di dichiarare di non essere una religione o una fede, ma semplicemente una via di conoscenza. Entrambi si definiscono come sistemi filosofici e/o psicologici che trascendono ogni limite religioso e culturale. Similmente allo wu-wei (Cinese, "azione all'interno della non-azione") del Taoismo e del Buddhismo Ch'an, anche lo Dzogchen conosce ed insegna un principio di non-azione (Tib., bya-bral, "puro potenziale").
Tali strette similitudini tra i due sistemi, comunque, possono facilmente condurci ad esaminare la maggiore differenza, che è la differenza tra il graduale sentiero del monaco Zen basato sul Sutra Mahayana, ed il sentiero istantaneo di ispirazione Bon e Tantrica dei praticanti Dzogchen.

A volte questi insegnamenti sono anche riferiti come "la Sacra Grande Perfezione" (Tib., bka' rdzogs pa chen po). In ogni caso, anche se il termine Dzogchen non appare completamente in un dato testo, come negli scritti più antichi,  gli insegnamenti possono essere riconosciuti da termini ed espressioni che sono sinonimi virtuali del termine Dozgchen:

spontaneamente perfetto Tib., lhun-grub
segreta essenza del cuore (gsang ba snying thig)
omni-inclusivo stato dell'individuo  Tib., bdag-nyid chen-po
stato di pura e totale presenza Tib., byang-chub kyi-sems, Skt., bodhicitta
il grande centro dello stato di pura e totale presenza Tib., snying-po byang-chub kyi-sems
terreno primordiale del grande centro dell stato di pura e totale presenza
Tib., ye-gzhi snying-po byang-chub kyi-sems
Nella storia di questa antica tradizione, i regni quasi dimenticati di  Zhang Zhung e Oddiyana giocano il maggior ruolo. Entrambi queste regioni sono state spesso considerate come puramente leggendarie, sebbene siano oggi riconosciute come regni con distinte tradizioni e che hanno chiaramente e fortemente influenzato lo sviluppo culturale del Tibet e dei paesi vicini.
I sei versi del Vajra

La natura delle diverse cose non è duale
Ma ciascuna, nel suo stato, è al dila dei limiti della mente.
Della condizione "come è" non c'è concetto
Ma la visione si manifesta: tutto è bene.
Tutto è già compiuto, perciò, superata la malattia dello sforzo,
Ci si trova nello stato autoperfezionato: questa è la contemplazione.

(tratto da: Dzog-Chen, Namkhai Norbu, Ubaldini Editore)

 

Il Canto del Vajra

Non nato,
ma che continua senza interruzione,
senza andare né venire,
onnipresente,

Dharma supremo,
spazio immutabile, senza definizione,
spontaneamente autoliberantesi

- stato perfettamente aperto -
esistente dal principio,
autocreatosi, senza essere in un luogo,
senza niente di negativo, da rifiutare,
e senza niente di positivo, da accettare,
espansione infinita, che penetra dappertutto,
immensa, senza limiti né legami,
senza che ci sia neanche qualcosa da dissolvere
o da cui liberarsi,

presente al di là di spazio e tempo,
esistente dal principio,
immenso Yìn, spazio interno,
raggiante chiarezza, come il sole e la luna,
autoperfezionato,

indistruttibile come il vajra,
stabile come la montagna,
puro come il loto,
forte come il leone,
incomparabile godimento
al di là di tutti i limiti,
illuminazione,
equanimità,
vetta del Dharma,
luce dell'universo,
stato perfetto dall'origine.

(tratto da: Il Cristallo e la Via della Luce, Namkhai Norbu, Ubaldini Editore)

 Namkhai Norbu

La Comunità Dzogchen
La Comunità Dzogchen è costituita da coloro che sono interessati a seguire e praticare l’insegnamento Dzogchen. Fondata da Chögyal Namkhai Norbu in Italia nella seconda metà degli anni settanta, la Comunità Dzogchen si è sviluppata rapidamente in vari Paesi del mondo assumendo una dimensione pienamente internazionale.
Oggi la Comunità Dzogchen conta migliaia di soci distribuiti in oltre quaranta paesi.
L’organizzazione della Comunità è anch’essa frutto della visione di Chögyal Namkhai Norbu: i Gar (lett. residenze, cioè i siti di maggiori dimensioni) e i Ling (siti più piccoli) formano un grande Mandala (lett. cerchio) che unisce le varie aree geografiche del mondo. Simbolicamente il Mandala rappresenta l’universo così come viene percepito dall’individuo e, in questo caso concreto, i luoghi dove si pratica l’insegnamento.
Nella visione del Mandala non esistono rapporti di gerarchia tra i vari Gar or Ling, o tra Gar e Ling, ma solo un rapporto di collaborazione e cooperazione.
Gar nel mondo: in Europa, Merigar West (Italia) e Merigar East (Romania); in Nord America, Tsegyalgar East (USA, Massachusetts) e Tsegyalgar West (USA, West Coast-Messico); in Sud America, Tashigar North (Venezuela) e Tashigar South (Argentina); in Oceania, Namgyalgar (Australia).
Ai Gar sono collegati i Ling, che a loro volta rappresentano i nuclei di base della Comunità. Diversi Ling sono sorti nelle grandi città (ad esempio Roma, Barcellona, New York, Mosca).



Chögyal Namkhai Norbu

Chögyal Namkhai Norbu nasce a Derghe, nel Tibet orientale, nel 1938. Da bambino viene riconosciuto come reincarnazione del grande Maestro di Dzogchen Adzom Drugpa (1842-1924) e successivamente, dal sedicesimo Karmapa, come la reincarnazione di Shabdrung Ngawang Namgyal (1594-1651), primo Dharmaraja del Bhutan.

Ancora adolescente completa il rigoroso percorso di studi tradizionale, ricevendo insegnamenti da alcuni dei più grandi maestri dell’epoca. Nel 1955 incontra Changchub Dorje (1826-1961), il suo principale maestro di Dzogchen, il cui stile di vita e modo di insegnare lo ispireranno profondamente.

Nel 1960, in seguito al deterioramento della situazione sociale e politica in Tibet, si trasferisce in Italia accettando l’invito del Prof. Giuseppe Tucci, noto orientalista, e contribuendo così a dare un impulso concreto alla diffusione della cultura tibetana in Occidente. Nei primi anni sessanta lavora all’Ismeo (Istituto per il Medio e l’Estremo Oriente) a Roma, e in seguito, dal 1962 al 1992, insegna lingua e letteratura tibetana e mongola all’Istituto Universitario Orientale di Napoli. I suoi lavori accademici denotano una profonda conoscenza della civiltà tibetana, e una tenace volontà di mantenere vivo e facilmente accessibile lo straordinario patrimonio culturale del Tibet.

Alla metà degli anni settanta, dopo avere insegnato per alcuni anni Yantra Yoga a Napoli, Chögyal Namkhai Norbu incomincia a dare insegnamenti Dzogchen, incontrando un crescente interesse dapprima in Italia e poi in tutto l’Occidente. Nel 1981 fonda la prima sede della Comunità Dzogchen ad Arcidosso, in Toscana. Nel corso degli anni migliaia di persone diventano membri della Comunità Dzogchen in tutto il mondo. Sorgono centri negli Stati Uniti, in varie parti d’Europa, in America Latina, in Russia e in Australia.

Nel 1988 Chögyal Namkhai Norbu fonda ASIA (Associazione per la Solidarietà Internazionale in Asia), un’organizzazione non governativa impegnata soprattutto in progetti educativi e medico-sanitari rivolti alla popolazione tibetana.

Nel 1989 Chögyal Namkhai Norbu fonda l’Istituto Shang Shung con il compito di salvaguardare la cultura tibetana promuovendone la conoscenza e la diffusione.

Ancora oggi Chögyal Namkhai Norbu viaggia costantemente in tutto il mondo tenendo conferenze e ritiri cui partecipano migliaia di persone.



Lo Dzogchen o Dzogpa chenpo, 'La Grande Perfezione', è lo stato primordiale, incondizionato, naturale e puro di ogni essere senziente, preesistente a ogni manifestazione o stato mentale. L'Insegnamento Dzogchen, la via per realizzare la conoscenza di questa condizione, è considerato la vetta di tutte le scuole del Buddhismo, il cammino più immediato verso il progresso spirituale dell'individuo.
Piuttosto che una dottrina religiosa o filosofica è meglio definito come un sistema di conoscenza interiore, data la grande importanza che pone sullo sviluppo della consapevolezza individuale.
Questo percorso di svelamento, più che apprendimento, è aperto a tutti, non presuppone né esclude l'appartenza a qualsivoglia credo religioso o filosofico e richiede un lavoro costante sulla consapevolezza di sé. La libertà personale è un aspetto essenziale e dunque non vi è alcun obbligo di seguire regole o prendere voti monastici.
Il Maestro Chögyal Namkhai Norbu afferma: "Lo Dzogchen non chiede di cambiare religione, filosofia o ideologia, e neppure di diventare diversi da quello che si è, chiede soltanto di osservare se stessi e di scoprire la 'gabbia' che ci siamo costruiti con tutti i nostri limiti e condizionamenti. Insegna a demolire questa gabbia senza crearne un'altra, in modo da diventare liberi e autonomi."
La pratica essenziale consiste nel riconoscere ed espandere la profonda conoscenza di sé stessi attraverso le diverse esperienze dell'esistenza. Per questa ragione, la conoscenza dello Dzogchen e il percorso per realizzarla, renderla stabile e integrarla nel nostro quotidiano sono particolarmente adatti alle circostanze e necessità della vita moderna.

Custodito e tramandato in Tibet nel corso dei secoli, questo insegnamento ha sviluppato una letteratura di inestimabile valore. Molti maestri di Dzogchen si sono distinti per il loro genio e la loro grandezza spirituale, lasciandoci un notevole patrimonio di saggezza, trasmesso in linea ininterrotta fino ai nostri giorni. Tra gli esponenti contemporanei di questa antica tradizione, Chögyal Namkhai Norbu è un Maestro di indiscusso prestigio e autorevolezza, primo a diffondere in occidente questo prezioso insegnamento.


http://www.dzogchenmilano.it/dzogchen.html
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***

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Re:info dzogchen
« Reply #7 on: February 25, 2011, 22:07:54 pm »
0
2) info grazie alla traduzione e lavoro instancabile di questi bravi ragazzi  :)

altra Scuola che fa capo  a A_dzom Rinpoche .....è un po' che non viene in Italia per problemi interni al tibet ma insegnante sebbene di giovane eta' di alta elevatura e consapevolezza...

a seguire un testo da loro tradotto :


Dzogchen e Zen
La comprensione del rapporto tra Dzogchen e Zen è una questione quanto mai attuale. In Occidente il buddhismo tibetano e il buddhismo Zen continuano ad essere le forme più diffuse e praticate. Ciò non è un caso, dato che entrambi sono riusciti a conservare una loro vitalità nonostante secoli di decadenza del buddhismo in Asia.

In questo articolo tratto da “Dzogchen and Zen" - Zhang Zhung Editions, Chogyal Namkhai Norbu ci aiuta a comprendere i diversi approcci di queste due tradizioni prendendo in esame uno dei più importanti testi Dzogchen, il Sàmdan Migdròn, scritto da uno dei discepoli diretti di Padmasambhava, Nubchen Sangyas Yeshes (nell'immagine accanto).


Dzogchen e Zen
di Chogyal Namkhai Norbu e Kennard Lipman
Tratto da “Dzogchen and Zen” – Zhang Zhung Editions
Scelto, adattato e tradotto da Raffaele Phuntsog Wangdu e Salvatore Tondrup Wangchuk

link pdf :

http://www.vajrayana.it/NAMKHAI%20NORBU%20-%20Dzogchen%20e%20Zen.pdf






A_DZOM GYALSE PEMA WANGYAL RINPOCHE

È nato il 15 Gennaio 1971 in Chamdo, Tibet Orientale, dove risiede tuttora. È un Lama di conoscenza e realizzazioni straordinarie, tenuto nella più alta considerazione all'interno della tradizione antica (Nyingma) del Buddhismo tibetano.
Da bambino è stato riconosciuto come il tulku (incarnazione) del maestro Gyalse Pema Wangyal, figlio di Adzom Drukpa, grande detentore e propagatore del lignaggio Longchen Nyingthig.
Autentico fanciullo prodigio, dall'età di 5 anni è stato istruito nelle più profonde pratiche Vajrayana e Dzogchen dai principali Lama residenti in Tibet. Fra questi Druktrül Rinpoche (1926-2002), Tulku di Adzom Drukpa e già suo padre nell'esistenza precedente; e il suo affezionato insegnante Khenpo Karma Bendzra.

Ha intrapreso il suo primo ritiro di meditazione a 11 anni e ha iniziato a insegnare nel 1984, a 13 anni; gradualmente la fama della sua realizzazione si è diffusa in tutto il Tibet, dove oggi i suoi discepoli si contano a decine di migliaia. Molti di questi sono monaci e monache, che egli stesso contribuisce a mantenere con le sue attività di Dharma.
I suoi studenti percorrono distanze inimmaginabili, da tutto il Tibet e dalla Cina, per ricevere i suoi insegnamenti sui testi e le pratiche di una delle principali tradizioni all'interno della scuola Nyingma, la "Essenza del cuore della vasta estensione" (Longchen Nyingthig). Questa tradizione è stata codificata nel 1700 da Jigme Lingpa, di cui Adzom Rinpoche è considerato un'emanazione: è infatti ritenuto il trentesimo in una successione di incarnazioni che comprende il Bodhisattva Manjushri e il Re Trisong Detsen, che era fra i venticinque discepoli principali di Guru Rinpoche.
A_Zom Rinpoche è famoso per la sua capacità di guidare individualmente i suoi studenti nelle profonde pratiche esoteriche dello Dzogchen; fra le sue innumerevoli attività, organizza ogni anno un ritiro di tre mesi sulla pratica dello Yeshe Lama, il manuale che racchiude la quintessenza delle istruzioni orali del Nyingthig - l'essenza del cuore della Grande Perfezione.

Rinpoche è un maestro che esprime le sue realizzazioni spirituali nello stile dei grandi Siddha dell'antica India e del Tibet: è spesso al centro di eventi non ordinari e miracolosi, di alcuni dei quali esiste anche una testimonianza in fotografie e filmati, anche molto recenti. Inoltre ha lasciato impronte dei suoi piedi, mani e corpo nella roccia, in svariati luoghi del Tibet; recentemente è stato fotografato dopo aver piantato un bastone di legno in una parete di roccia verticale, al termine di una potente cerimonia.



Nel 1999 (su invito di Anne Klein, insegnante buddhista americana, traduttrice e autrice di diversi testi di filosofia e pratica buddhista) A_zom Rinpoche è uscito per la prima volta dal Tibet per far visita agli Stati Uniti dove un primo gruppo di studenti si è riunito intorno a lui. Fin da quel primo viaggio, Rinpoche ha mostrato di prendere molto seriamente l'impegno nei confronti dei suoi studenti occidentali, promettendo ogni volta di ritornare per continuare a guidarli, sia in gruppo che individualmente. Con visite a cadenza annuale, A_zom Rinpoche ha continuato a tener fede al suo impegno; in compagnia del giovane cugino Gyurme Tsering Rinpoche e della giovane sorella Ani Sherab Rinpoche (considerata un'emanazione di Tara e sua sorella anche nella vita precedente), ha portato in Occidente gli straordinari insegnamenti della sua tradizione, seguendo un'indicazione profetica contenuta negli scritti di Adzom Drukpa, suo padre nella vita precedente. Ha trasmesso personalmente istruzioni dettagliate sulla pratica del Ngöndro del Longchen Nyingthig; di questa ha dato una versione abbreviata (particolarmente adatta alla nostra epoca, così caratterizzata da una cronica "mancanza di tempo") ai suoi studenti occidentali. Per molti di loro, è diventata un'amata pratica quotidiana. A più riprese ha trasmesso il ciclo di pratiche Terma rivelate dal grande Adzom Drukpa, denominato Ösel Dorje Sangdzö (L'indistruttibile tesoro segreto della luminosità interiore); fra le pratiche di questo ciclo più care ai suoi studenti, ci sono la meditazione sul Buddha femminile Tara Verde, quella sul potente yidam Vajrakilaya (tib. Dorje Phurba) e quella sulla manifestazione di Guru Padmasambhava chiamata Dorje Drollo.
Invitato da Tsultrim Allione - sua discepola e autrice del libro Donne di saggezza - nel vasto e bellissimo centro di ritiri Tara Mandala in Colorado (U.S.A.), per due anni consecutivi A_zom Rinpoche ha trasmesso e spiegato ai suoi studenti le pratiche Dzogchen contenute nel prezioso Yeshe Lama di Jigme Lingpa. Un'esperienza indimenticabile per tutti i partecipanti.
A Tara Mandala, che Rinpoche ha riconosciuto come "luogo di grande potere spirituale", egli ha impresso nella pietra l'impronta di due dita - sotto gli occhi di numerosi studenti testimoni. Altre gesta miracolose - come quelle legate al controllo degli elementi e della pioggia, o ai fenomeni luminosi - continuano a correre di bocca in bocca in tutto il mondo dei praticanti Nyingma.
Ciò che più impressiona di A_zom Rinpoche, però, è la profonda compassione e umiltà con cui segue i suoi studenti: insegna giorno e notte, instancabilmente e con gioia, e dedica una quantità di tempo minima a dormire e mangiare. Quando tiene un corso di meditazione, trova il tempo per incontrare tutti i suoi studenti individualmente, trasmettendo loro le preziose istruzioni orali chiamate Sem-Tri (istruzioni sulla mente); ogni studente riceve una pratica di meditazione personale e viene guidato individualmente, secondo il suo livello di esperienza.
Recentemente, alcuni fra i Lama Nyingma piu' anziani e rispettati di tutto il Tibet hanno chiesto formalmente ad Adzom Rinpoche di trasmettere i suoi "Tesori della mente" (tib. Gong-Ter), e di iniziare a manifestare la sua attività di Tertön, ossia "rivelatore di tesori spirituali". Questo è un avvenimento senza precedenti, dal momento che i grandi Tertön del passato hanno sempre appartenuto al Sangha non-celibe dei Tantrika (tib. Ngakpa), mentre A_zom Rinpoche è un monaco.
Alcuni dei suoi studenti occidentali hanno avuto la straordinaria fortuna di assistere al "sorgere" di queste rivelazioni spirituali nella mente di A_zom Rinpoche; come in trance, e in uno stato privo di elaborazione concettuale, con gli occhi spalancati Rinpoche detta istruzioni profondissime, contenute in versi che hanno esattamente lo stesso numero di sillabe, ad alta velocità. Almeno tre persone devono contemporaneamente trascrivere le istruzioni, per poter reggere il passo. Questi potenti metodi di realizzazione stanno confluendo in un unico ciclo di Terma denominato "Ösel Nyingthig" (Essenza del cuore della luminosità interiore); per molti discepoli di Rinpoche, sono già diventati pratica quotidiana.
Nel Gennaio del 2003, A_zom Rinpoche ha dato il nome di "Dzogchen Nyingthig" alla crescente comunità dei suoi studenti occidentali. Nel Dicembre 2004 ha visitato per la prima volta l'Europa, trasmettendo il Phowa (la pratica del morire con consapevolezza) in Germania e insegnando diverse pratiche di meditazione all'Oasi San Nicola di Pesaro, durante la prima visita del nostro Paese - che ha visto raccogliersi intorno a lui una comunità di circa ottanta studenti.

Attualmente, il Sangha  di A_zom Rinpoche in Italia supera i cento studenti.

 http://www.vajrayana.it/A_zom%20Rinpoche.htm
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Offline jivalla

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Re:info dzogchen
« Reply #8 on: February 26, 2011, 08:53:39 am »
0


Grazie per il prezioso contributo.

Mi chiedevo, questa associazione, secondo voi e' valida? : www.buddhism.it
Segue un certo Lama Ole Nydahl

Lo chiedo perche' un loro centro e' vicino a casa mia ....

Insegnano il Karma Kagyu se ho letto bene.

Mi dite la vostra opinione?


Grazie.

                        Jivalla

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Re:info dzogchen
« Reply #9 on: February 26, 2011, 09:31:09 am »
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Lignaggio Kagyu  e   ti agganci al karmapa ....e LAMA OLE NYDAHL....

é una scuola valida in Francia (come molte altre ) c'è un centro dove puoi soggiornare e praticare intensamente 8si dice che alcuni praticanti preferiscano dormire in Loto per non interrompere la pratica.. :))

SICURAMENTE questo occidentale va dato il merito di aver aperto e fatto conoscere questo lignaggio a centinaia di persone

Devi provare  e vedere se ti trovi in sintonia con l'insegnante,l'insegnamento e la comunita' che partecipa (SANGHA- GRUPPO) AL DI LA DI OGNI DISCUSSIONE...


in ogni caso contatta
 **Destiny** (AuspiciousMerit)
Jaylyn
Dr.E (o eidolon)
Yogachakra

che potranno darti molte informazioni(alcuni seguono questo lignaggio )

http://buddhismoitalia.forumcommunity.net/

SONO RAGAZZI DISPONIBILI,UMILI E PRATICANTI APPASSIONATI




un breve estratto che da uno scorcio di un esperienza interessante...




Non ho mai visto nessuno come Sua Santità il Sedicesimo Karmapa. Ho conosciuto tutti gli alti Rinpoche, tutte le Santità, ma mai nessuno come lui. Nessuno col suo potere, nessuno con la sua benevolenza, nessuno con la sua energia. Avremmo dovuto mettergli un registratore fin dal primo giorno che lo incontrammo, nel 1969. Ogni parola che egli ha detto è stata profetica, ogni parola è risultata vera. Tutto è accaduto.

LAMA OLE NYDAHL

 

I Karmapa


Il numero degli esseri sparsi per l’universo è incalcolabile; sebbene ciascuno di essi abbia la natura di Buddha, pochi hanno raggiunto lo stato risvegliato del Buddha. Quelli che lo raggiungono sono considerati più preziosi di ogni immaginabile perfezione. La linea dei grandi Lama reincarnati conosciuti come "Karmapa", o "Lama dal Cappello Nero" è quella dei detentori del lignaggio dei profondi insegnamenti sull’illuminazione che iniziarono con la piena realizzazione del grande Mahasiddha Tilopa. Questa scuola, fondata da Marpa, è conosciuta oggi come il Lignaggio Karma Kagyu e prende nome dallo stesso Karmapa. Karmapa significa "colui che rappresenta l’attività di un Buddha". La più grande intuizione meditativa trasmessa attraverso questo lignaggio è denominata "Mahamudra" o "Il Grande Sigillo". Il Karmapa è conosciuto come "colui che conosce i tre tempi" (passato, presente e futuro), ed è noto come "Il Re degli Yogi del Tibet". Egli è anche stato il primo Lama a reincarnarsi consapevolmente in successive rinascite, da cui inizia la tradizione dei "tulku". Egli preannuncia sempre la sua rinascita e spesso lascia dettagliate informazioni ai suoi discepoli più vicini su come trovare la sua successiva incarnazione.


L’attività del Karmapa è iniziata da così tanto tempo che la sua illuminazione è avvenuta in quella che è considerata un’era cosmica completamente diversa dalla nostra. Quando nacque come figlio più giovane di un re di nome Yulko Chong, il futuro Karmapa passò la vita meditando in solitudine. Divenne noto come Drangsong (Rishi) Koenpo Chen. Si dice che il suo profondo samadhi in meditazione si sia protratto per anni e anni. Tale fu il potere generato da questa meditazione che le dakini (danzatrici celesti), detentrici della saggezza femminile negli insegnamenti del Buddhismo tantrico, al fine di rendergli omaggio, presero ciascuna uno dei propri capelli e formarono una corona nera pentagonale che posero sul suo capo. Questa corona di saggezza è a tutt’oggi inseparabile da ciascuna delle incarnazioni del Karmapa e può essere vista occasionalmente da coloro che hanno raggiunto una profonda consapevolezza. Il Karmapa passò molte vite in India come yogi prima di essere riconosciuto apertamente come il ‘Karmapa’. Egli fu uno dei più stretti discepoli del Buddha storico Sakyamuni ed era conosciuto a quel tempo come Avalokitesvara o Chenrezig (il Bodhisattwa dela compassione). In un’altra vita egli fu il "Grande Brahmino" Mahasiddha chiamato Saraha. La venuta dei Karmapa fu profetizzata dal Buddha Sakyamuni nel Samadhirajasutra. Fu detto che 1600 anni dopo la scomparsa del Buddha sarebbe nato un uomo di grande levatura spirituale e di infinita compassione. Egli avrebbe diffuso il Dharma del Buddha attraverso molte incarnazioni successive e sarebbe stato conosciuto come Karmapa o "Uomo del Karma". Anche il grande Guru Rinpoche (Padmasambhava), che per primo diffuse il Buddhismo nel Tibet, predisse la venuta del Karmapa. Poi Marpa aiutò a far nascere la "seconda diffusione" degli insegnanti buddhisti nel Tibet; a lui successe il grande yogi Milarepa e a questo Gampopa.


Il principale discepolo di Gampopa fu il primo Karmapa, Dusum Khyenpa. Egli trascorse una buona parte della sua vita in meditazione in ritiri fra le montagne. Durante un ritiro di nove mesi egli indossò solo l’abito tradizionale di cotone di un "Repa" e sviluppò la siddhi del calore interno (Tummo) mentre digiunava e meditava. Durante un periodo di parecchi mesi egli meditò in una capanna così piccola che poteva starci dentro solo nella posizione di meditazione. Dopo aver rapidamente raggiunto uno stato di piena realizzazione, il suo insegnante Gampopa lo riconobbe come il Karmapa che il Buddha aveva predetto. Seguendo le istruzioni del suo insegnante, Dusum Kyempa viaggiò per tutto il Tibet insegnando. Passò tre estati e tre inverni su una roccia in un luogo denominato Yabzong e qui ottenne il potere di passare attraverso rocce solide e montagne. Si dice che le dakini vennero a nutrirlo in un luogo chiamato "bianco macigno piatto", una delle sedi del Guru Padmasambhava. Il Karmapa costruì molti monasteri in questo periodo. Nel suo 56° anno (1165) egli costruì il grande monastero di Kampo Nesnang. Questo luogo è noto per l’enorme roccia sulla quale la lettera tibetana "ka" appare spontaneamente ogni qualvolta un nuovo Karmapa si incarna in questo mondo. Questa lettera apparve negli ultimi anni di Dusum Kyenpa. Egli proclamò che ci sarebbero stati molti futuri Karmapa. Dopo aver distribuito tutti i beni accumulati il Karmapa trapassò nel 1193 all’età di 84 anni. Molte reliquie di buon auspicio furono recuperate dalla sua pira funebre.

Il secondo Karmapa Karma Pakshi (1204-1283) fu il primo Tulku (maestro reincarnato) riconosciuto. Come la maggior parte dei Karmapa fanno, Dusum Kyenpa aveva lasciato a un gruppo di suoi studenti precise istruzioni verbali che spiegavano in dettaglio le circostanze del ritrovamento e del riconoscimento della sua successiva incarnazione.

La fama di questo Karmapa per i suoi straordinari poteri fu tale da raggiungere la corte imperiale cinese. Lo stesso Kublai Khan rimase totalmente affascinato dal potere spirituale del Karmapa. Sette anni dopo che egli aveva lasciato la corte di Kublai Khan a causa delle lotte politiche interne che vi erano sorte, Kublai Khan tentò di far tornare con la forza il Karmapa presso di lui. Egli mandò 30.000 armati ad arrestarlo. Quando questi giunsero in vista del Karmapa, egli usò un mudra di due dita per paralizzare l’intera armata. Dopo averli lasciati liberi, essi cercarono di afferrarlo e di legarlo. Trovarono che il corpo del Karmapa non aveva consistenza e l’impresa fallì. Al Karmapa fu dato da bere del veleno, ma il suo corpo divenne un flusso di luce accecante. Essi lo spinsero giù da un precipizio, ma egli scivolò in un lago sottostante sul quale semplicemente galleggiò. Gli fu poi appiccato fuoco, ma uscirono getti di acqua dal suo corpo ad estinguere le fiamme. Alla fine Kublai Khan divenne studente del Karmapa e gli tributò ogni onore. Gli imperatori della Cina infatti rimasero fedelissimi studenti del Karmapa fino alla sua decima incarnazione.

Il terzo Karmapa Ranjung Dorje (1284-1339) fu conosciuto come uno straordinario meditatore e portò nuova comprensione intellettuale e intuizione nella pratica buddhista. Egli inoltre unificò la Mahamudra Kagyu con gli insegnamenti Maha Ati del lignaggio Nyingma. E’ stato predetto che appariranno 1000 Buddha in questo eone: il terzo Karmapa fece la predizione che egli stesso sarebbe stato il sesto di questi Buddha. Questa predizione del conseguimento della Buddhità del Karmapa si ritrova anche negli insegnamenti del Buddha Shakyamuni in un sutra intitolato "l’Eone fortunato". Il Buddha storico Shakyamuni è stato il quarto Buddha e Maitreya sarà il quinto.

Il quinto Karmapa Teshin Shegpa (1384-1415) fu invitato dall’imperatore della Cina, Yung Lo. Durante i primi 22 giorni della sua visita alla corte imperiale, il Karmapa fece ogni giorno un miracolo. L’imperatore fu così colpito che divenne un devoto meditatore e sviluppò una profonda intuizione. Durante una cerimonia Yung Lo vide la corona nera sospesa sul suo capo, e comprese che questa era una profonda benedizione che indicava il livello della sua consapevolezza spirituale. Col permesso del Karmapa egli fece una copia perfetta di questa corona affinchè tutti potessero ricavare beneficio dalla sua vista. Questa corona era ancora in possesso del XVI Karmapa fino alla sua morte. Attualmente si crede che sia conservata nel monastero di Rumtek nel Sikkim che ora è sorvegliato dall’esercito sikkimese a causa del conflitto interno al lignaggio Kagyu. Si dice che anche questa copia abbia il potere di trasmettere l’illuminazione al solo vederla.


L’ottavo Karmapa Mikyo Dorje (1507-1554), come la maggior parte dei Karmapa, immediatamente dopo la nascita si alzò e dichiarò:"Io sono il Karmapa, Io sono il Karmapa". All’età di un mese e mezzo egli di nuovo dichiarò:"Emaho, non dubitare di me, perchè io sono il Karmapa". A quattro mesi egli disse a uno dei discepoli della sua precedente incarnazione con precisione quali insegnamenti gli aveva impartito allora. A cinque anni il Lama Sonam Rinchen gli chiese chi fosse realmente. Egli rispose:"Qualche volta sono Padmasambhava, qualche volta Saraha e altre volte sono il Karmapa". Come nel caso dell’attuale Karmapa, ci fu al tempo della giovinezza di Mikyo Dorje un altro candidato presentato come il Karmapa. Sottoposto a delle prove per vedere se riconoscesse dei beni che gli erano appartenuti precedentemente, fra un numero enorme di possibilità, il Karmapa scelse immediatamente quelli giusti e così provò la sua identità. Mikyo Dorje era un abile artista, eccellente nella pittura, nella scultura e nella fusione; istituì una scuola di pittura di thanka (rotoli). Ed invero le statue che egli fuse avevano delle strane qualità umane. Una delle sue statue, un autoritratto, attualmente conservata nel monastero di Rumtek, è esposta accanto a un pezzo più piccolo di marmo avanzato dal blocco originario. Questo pezzo in più il Karmapa lo aveva semplicemente schiacciato nella mano e oggi è nella forma perfetta in cui era stato modellato fra le sue dita. Si racconta che una volta, dopo aver forgiato una immagine di se stesso, chiese se essa avesse una buona somiglianza. Si dice che la statua rispose che certamente l’aveva.

 

 

 

Il XVI Karmapa

 

 


Il XVI Karmapa, Ranjung Rigpe Dorje (Il Gioiello che esaudisce ogni desiderio), era nato in Denchok, nella Provincia di Derge, nel Tibet orientale, nel 1924. Egli fu trovato da un ‘gruppo di ricerca’ in modo esattamente corrispondente alla lettera di predizione lasciata dalla sua precedente incarnazione. Quando la XVI lettera "ka" apparve sulla roccia a Kampo Nesnang essa era più grande di tutte le altre.

Il XVI Karmapa cominciò la sua formazione nel monastero di Palpung, ricevette gli insegnamenti sul Tantra, sui Sutra, sui sei Yoga di Naropa e sulla Mahamudra. I suoi principali insegnanti furono Situ Pema Wangchuk e Jamgon Palden Kyentse Oser. Nel 1931, a sette anni, il Karmapa tenne la sua prima Cerimonia della Corona Nera. Migliaia furono i testimoni di questo straordinario evento. Si dice che cadde una pioggia di fiori e che il cielo si riempì di arcobaleni.

Durante i viaggi del Karmapa in numerosi monasteri dentro e intorno al Tibet, visitò Lhasa per incontrare S.S. il XIII Dalai Lama. Quando il Karmapa si prosternò il Dalai Lama gli chiese perchè non avesse tolto il cappello come si usava nel Tibet. Il Dalai Lama non si era accorto che in realtà stava vedendo la corona spirituale del Karmapa che rimane sempre sul suo capo. Sebbene fosse ancora giovane, il grande potere del XVI Karmapa diventò famoso dappertutto. Per esempio, si tramanda che, a 12 anni, prese la spada del suo attendente e la annodò.


Il XVI Karmapa mostrò la sua potente energia in Tibet, Bhutan, Nepal, Sikkim, India e in alcune parti della Cina, ora studiando con grandi maestri, ora insegnando e facendo Cerimonie della Corona Nera per il beneficio di tutti gli esseri. Egli in queste cerimonie indossa la copia fisica della sua corona spirituale e mentre indossa questa corona diventa tutt’uno con il Buddha della Compassione, Occhi Amorevoli (Chenrezig), trasmettendo una quantità fortemente intensa di benedizioni che aprono a tutti i presenti i livelli più profondi di illuminazione e saggezza. Si dice che la vista di questa corona porti la liberazione da tutti i più bassi livelli di esistenza.

Mentre la maggior parte dei reincarnati viene scoperta attraverso vari metodi di divinazione, il Karmapa aveva la visione della rinascita degli alti lama reincarnati attraverso la meditazione. Una volta, egli mandò un gruppo di suoi studenti a cercare la reincarnazione di Jamgon Kongtrul Rinpoche. Egli fornì il luogo esatto, la data di nascita e il numero dei componenti della famiglia che era di sette. Il gruppo di ricerca tornò dal lungo viaggio a Lhasa spiegando al Karmapa che tutto ciò che aveva detto era esatto, ma che c’erano solo sei persone nella famiglia. Il Karmapa spiegò loro che il membro mancante della famiglia era da cercare dentro la madre, il che si dimostrò vero.

Nel 1959 il Karmapa mise in guardia tutti i suoi seguaci sul pericolo della occupazione cinese in Tibet, che era allora pienamente in atto. In base a ciò nel febbraio di quell’anno il Karmapa prese 160 dei suoi discepoli della sede del monastero di Tsurphu e andò nel Butan. Essi portarono con sè i tesori e le reliquie più sacri di Tsurphu che erano state custodite lì per secoli. Alcuni suoi studenti divennero combattenti per la libertà contro l’occupazione cinese del Tibet. Soldati di questo piccolo esercito riferiscono di essere stati colpiti da vicino da soldati cinesi. Essi indossavano fasce di protezione del Karmapa e prendevano ogni giorno delle speciali pillole di protezione date da lui. Riferirono dunque che le pallottole passavano attraverso i loro vestiti e li bruciavano senza penetrare nei loro corpi. Durante la fuga attraverso le montagne innevate verso l’India, membri della cerchia del Karmapa riferirono di aver visto aerei da guerra cinesi sorvolare la larga fascia di monaci vestiti di rosso che passando sulla neve sarebbero stati sicuramente avvistati, ma sembrò che i piloti non li avessero neppure visti.


La famiglia reale del Sikkim, fedele seguace del Karmapa, gli offrì una residenza stabile nella propria nazione. Con il sostegno economico dei governi del Sikkim e dell’India, la nuova sede del Karmapa, il monastero di Rumtek, fu costruito nel 1966. Nel 1974 il Karmapa fece la prima di molte visite in Occidente, includendo l’Europa, il Canada e gli Stati Uniti, dove tenne parecchie cerimonie della Corona Nera. L’autorevole presenza del XVI Karmapa determinò profonde e durevoli benedizioni su tutti quelli che vennero a contatto con lui. Egli stesso disse che un Buddha può essere riconosciuto attraverso la sua risata, e si dice che quando il Karmapa rideva, cosa che faceva di continuo, lo si poteva udire parecchie case più in là. Egli sapeva in anticipo quando uno stava arrivando, indipendentemente da quanto fosse lontano, preparandosi sempre per il suo arrivo. A volte egli dimostrò una perfetta capacità di comunicare con gli animali. Durante un corso in Europa un grande uccello nero venne alla finestra della stanza in cui insegnava e bussò col becco. Il Karmapa disse di lasciarlo entrare. L’uccello andò diritto dal Karmapa che poi comunicò che gli aveva detto che altri due uccelli erano intrappolati in un granaio a poche miglia oltre la strada ed egli mandò due persone a controllare. Quando arrivarono al granaio essi trovarono i due uccelli e li liberarono. Durante una sosta in un aeroporto il Karmapa liberò circa duecento degli uccelli che spesso viaggiavano con lui, con molta ansia di coloro che dovevano partire all’ora prestabilita.

Il karmapa spiegò che i suoi uccelli avevano bisogno di esercizio. Proprio prima della partenza il Karmapa battè le mani, gli uccelli volarono nelle loro gabbie e nemmeno uno ritardò. Fu durante una visita in America, mentre era a Chicago, nel 1984, che il Karmapa trapassò. Durante le sette settimane tra la sua morte e la cremazione, il corpo del Karmapa si restrinse spontaneamente alle dimensioni di un bambino piccolo. Egli fu cremato a Rumtek, nel Sikkim. Dopo la sua cremazione, furono trovate incredibili reliquie nello stupa della cremazione. Alcune ossa del suo corpo si erano trasformate in perfette immagini di Buddha. Durante la cremazione un arcobaleno circolare apparve intorno al sole in un cielo blu chiaro. Mentre il corpo del Karmapa stava bruciando, un oggetto rotolò dalle fiamme nell’angolo dello stupa dove si trovava Lopon Tsechu Rinpoche. Questo oggetto fu prontamente recuperato e si rivelò essere occhi, lingua e cuore del Karmapa. Essi si erano uniti e presentati come un dono del Karmapa, come reliquie da custodire. Tradizionalmente un simile avvenimento indica che corpo parola e mente si sono congiunti per essere salvati come reliquie che impartiscono una forte illuminata trasmissione e benedizione per tutti gli esseri nel futuro. Questo evento è comune solo per i più elevati yogi buddhisti realizzati. La stessa identica cosa accadde durante la cremazione di Gampopa e del secondo Karmapa.
 

 

Il riconoscimento del XVII Karmapa

 


La ricerca della reincarnazione del XVII Karmapa è stata carica di ostacoli di ogni sorta. Comunque la seguente è la storia di come egli fu trovato, riconosciuto e di come giunse alla libertà dal Tibet. Questo racconto è il più vicino possibile ai fatti conosciuti, anche se alcune informazioni non sono state ancora svelate.

Immediatamente dopo la morte del XVI Karmapa, Shamar Rinpoche, uno dei principali detentori del lignaggio del Karmapa, d’istinto contattò un elevato Lama Kagyu sulla rinascita del Karmapa. Costui non dette allora alcuna informazione a Shamar Rinpoche. Tuttavia secondo lui questa persona gli veniva in mente costantemente. Più tardi parecchie persone presero contatto con Shamar Rinpoche e anche essi sospettarono che egli possedesse una lettera oppure delle informazioni da parte del XVI Karmapa.

Nel 1985 Shamar Rinpoche si trovava a Nuova Delhi, in India, per la costruzione del nuovo monastero del Karmapa, l’Istituto Internazionale Buddhista del Karmapa. Egli ricevette la visita di un grande Lama Sakya, Chobgye Tri Rinpoche, che è di Katmandu, nel Nepal. Costui aveva espresso l’urgente necessità di incontrare Shamar Rinpoche e gli dette la seguente informazione: "Poco prima che l’ultimo Karmapa, Ranjung Rigpe Dorje, trapassasse ho fatto un sogno all’alba. Il Karmapa indossava le vesti monastiche e girava intorno allo stupa di Bodhnath, molto fragile ed evanescente nell’aspetto. Nel sogno, mi sentii triste e piansi. Poco dopo il Karmapa trapassò". Egli era venuto a dire a Shamar Rinpoche che proprio pochi giorni prima di venire a Delhi, egli aveva avuto ancora un altro sogno su Sua Santità all’alba: "Sua Santità indossava la veste gialla del dharma e camminava attorno ad uno stupa. Il colore del suo abito era molto chiaro e raggiante. Indossava il cappello di Gampopa ed era molto allegro". A mezzogiorno dello stesso giorno in cui aveva avuto il sogno, Chobgye Tri Rinpoche ricevette la visita di un parente di Lhasa che portava la fotografia di un bambino che era molto ben conosciuto nella zona di Lhasa per aver detto:" Io sono il Karmapa".

Questa era la ragione per cui Chobgye Tri Rinpoche era venuto a trovare Shamar Rinpoche a Delhi. Quando egli disse questo, Shamar Rinpoche sentì che doveva tentare di scoprire altro su questo bambino. In quella circostanza Chobgye Tri Rinpoche gli aveva detto: "Non devi prendere una decisione sulla base di ciò che ti ho detto. Naturalmente la decisione deve essere fondata su istruzioni lasciate prima e su visioni ed esperienze di maestri spirituali altamente qualificati. Comunque io ho sentito di dover venire a dirti questo poiché tu sei lo Shamarpa. È noto nella storia della scuola Karma Kagyu del Buddhismo tibetano che i Lama Shamarpa e i Lama Karmapa sono considerati inseparabili".

Shamar Rinpoche ricevette una fotografia del fanciullo in questione, che aveva circa tre anni. All’inizio del 1987 Shamar Rinpoche chiese a Lopon Tsechu Rinpoche, che è famoso come odierno Mahasiddha, di andare a trovare questo ragazzo senza far sapere a nessuno che glielo aveva chiesto Shamar Rinpoche. Il fanciullo viveva in una zona di Lhasa denominata Bakhor insieme alla sua famiglia. Il padre è un Lama reincarnato riconosciuto del lignaggio Nyingma di nome Mipham Rinpoche. Il figlio di questa famiglia era già ben conosciuto per essere straordinariamente dotato.

Lopon Tsechu incontrò la famiglia senza che alcuno notasse le sue intenzioni e ritornò a Delhi con informazioni dettagliate. Egli riferì che il padre, Mipham Rinpoche, è in modo evidente la reincarnazione di un grande maestro Nyingma che era stato anche in relazione con la scuola Kagyu del Buddhismo tibetano. Lopon Tsechu Rinpoche scoprì che il padre era in possesso di oggetti di culto e di lettere appartenenti al precedente Mipham Rinpoche. Fra questi oggetti vi era una lettera chiaramente scritta dal suo predecessore che diceva che nella sua successiva incarnazione un figlio, "Rigpe Yeshe Dorje", sarebbe nato da lui. La parte del nome "Rigpe Dorje" può essere collegata all’ultimo Karmapa "Rangjung Rigpe Dorje".

Poiché il padre non voleva separarsi dalla lettera, Lopon Tsechu si mise in contatto con un altro Lama che era un amico stretto del padre il quale lo convinse a permettere che la lettera fosse copiata a mano. La lettera originale è ancora in possesso di Mipham Rinpoche e Shamar Rinpoche ha avuto una copia trascritta fedelmente a mano da Lopon Tsechu Rinpoche.

Shamar Rinpoche decise di tenere per sè le informazioni fin qui acquisite e in effetti mandò una seconda persona per esaminare il bambino. Questa persona ritornò con le stesse informazioni, ma con l’aggiunta di una storia interessante.

Un giorno il bambino, il cui nome era Tendzin Khyentse, fu condotto da uno stretto amico di Mipham Rinpoche, al Tempio Jokhang a Bakhor, tempio che ha una famosa statua di Buddha. Mentre l’amico portava il giovane figlio di Mipham Rinpoche a far un giro intorno al tempio, egli si accorse che una folla si era radunata, così essi andarono lì, dove un lama, certo di qualche fama, stava dipingendo d’oro la faccia della statua di un Buddha. Gli spettatori avevano detto che questo lama era venuto dall’India. L’amico del padre mise giù il bambino che corse immediatamente dal lama e gli chiese: "Mi riconosci?" Il lama rispose: "No". Il bambino tornò indietro e i due tornarono dai suoi genitori. Quando l’amico del padre raccontò del lama dell’India, la famiglia si incuriosì. Essi fecero delle indagini e trovarono che si trattava di Gyalsap Rinpoche, uno dei reggenti del Karmapa e famoso detentore del lignaggio Kagyu. Essi andarono ad incontrarlo e stavano per portare con loro il figlio, ma il bambino disse loro: "Io non voglio incontrarlo, perchè non ha riconosciuto chi sono". Questa fu la storia riportata dalla seconda persona che Shamar Rinpoche aveva mandato a investigare.

Ma una terza persona era stata segretamente inviata dallo Shamarpa a Lhasa per investigare sul bambino. Mipham Rinpoche teneva sempre aperto un alloggio, poiché veniva continuamente consultato per i Mo (predizioni) grazie alle quali egli era piuttosto famoso nella zona. Appena entrato in casa l’investigatore incontrò il bambino che immediatamente disse: "Tu sei venuto a cercare me".

Sentendo che questo fanciullo poteva essere il vero nuovo Karmapa, Shamar Rinpoche si ritirò in meditazione. Rinpoche riferì che all’alba del settimo giorno di ritiro l’ultimo Karmapa gli apparve in sogno. Sedeva su di un basso sedile e compiva un particolare rito per il bene di coloro che erano morti al fine di liberarli o per coloro che erano gravemente ammalati. Il Karmapa quindi disse a Shamar Rinpoche: "Ho liberato la persona che avevo stabilito di liberare. Ora verrò ovunque tu vorrai".

Shamar Rinpoche riferì che il giorno successivo fece continui voti alla sua divinità yidam e più tardi ebbe un secondo sogno. In esso Shamar Rinpoche stava consacrando una statua di Buddha. Durante questa cerimonia è uso che il lama getti del riso sull’oggetto che deve essere consacrato, in questo caso la statua del Buddha. I chicchi di riso che lanciava si moltiplicavano e diventavano una pioggia di chicchi che cadeva sulla statua del Buddha. Occorre aggiungere che dietro la statua vi erano altre statue di Buddha e che in mezzo ad esse vi era un’enorme lampada piena fino all’orlo di burro. Al centro di essa, al posto della fiamma, v’era qualcosa che Shamar Rinpoche descrisse come un bulbo di splendente luce bianca.

Sulla base di questo sogno Shamar Rinpoche decise di visitare lui stesso Lhasa. Appena giunto nel Tibet, fu subito chiaro che era seguito. Fingendo di essere un turista egli visitò un luogo turistico denominato Namtso e subito dopo tornò a Kathmandu. Da qui inviò un collega di cui si fidava, Lama Tsultrim Dawa, a consultare diversi oracoli in vari luoghi sacri, compresa una roccia dalla quale è spontaneamente emersa un’ immagine dell’illuminata divinità Tara. Ogni predizione era la conferma che il fanciullo "Tendzin Khyentse" di Lhasa fosse il Karmapa.

In base alla decisione di Shamar Rinpoche, Tendzin Khyentse fu riconosciuto come il Karmapa e portato a Nuova Delhi, in India. Ora egli è sottoposto ad una completa formazione spirituale ed accademica con vari insegnanti al KIBI.

Nel marzo del 1996, l’autore di questo articolo, assieme a molti altri, ha fatto un viaggio in India dove ha incontrato di persona il Karmapa thaie Dorje. Questo evento si è rivelato un’esperienza di profondo arricchimento per tutti i partecipanti. Il Karmapa, sebbene solo tredicenne, si comportò con grande compostezza e sicurezza. Diversamente da un ragazzo, il Karmapa aveva assunto il suo ruolo di guida in un modo completamente maturo ed adulto. Egli sembrava dar consigli e gestire le relazioni con le persone come se avesse quattro volte la sua età. La sua garbata sicurezza appariva del tutto naturale e senza esitazioni. Si poteva tangibilmente sentire il profondo rispetto attribuitogli dai suoi attendenti e insegnanti. Ogni dubbio sul fatto che fosse o meno il Karmapa venne completamente fugato quando si ricevette la sua benedizione, che impartisce toccando delicatamente la sommità del capo. Il mondo raggiava di gioia e di vivido chiarore per la sua benedizione, la qualità della quale non può essere detta a parole. Il Karmapa ricevette persone sia in gruppo che una alla volta spesso per ore ogni volta: non sembrò mai perdere la dolce e concentrata compostezza che sempre permea la sua presenza.

Durante la visita si tenne una cerimonia in onore del Karmapa, per celebrare le sue supreme qualità. Rappresentanze di ogni parte del mondo gli conferirono omaggi degni di un monarca universale. Gli furono date offerte che rappresentano corpo, parola e mente, che egli ricambiò. Egli poi conferì la sua primissima iniziazione, quella di Chenrezig dalle Mille Braccia (il Buddha della Compassione). Ciò formalmente significò l’inizio della sua attività ad ogni livello per il completo beneficio degli esseri di tutto il mondo. Al sedicesimo Karmapa, la cui presenza era stata una montagna di potere, fu chiesto se il diciassettesimo Karmapa sarebbe stato altrettanto potente. Egli ammise implicitamente che la sua successiva incarnazione avrebbe anche avuto una presenza fortemente pacificante poiché il mondo in quel tempo sarebbe diventato piuttosto inquieto.

Questa storia delle vite dei Karmapa è naturalmente molto sommaria. I coloriti dettagli di tutte le loro vite riempirebbero volumi. I contenuti di questi scritti apparirebbero tanto fantastici da sembrare quasi venire da tempi remoti, oltre l’immaginazione di una persona normalmente e sanamente scettica. Il massiccio campo di potere del Karmapa porta una fantastica benedizione che è tangibile anche oggi per tutti coloro che condividono il suo forte desiderio di recare beneficio agli altri senza eccezioni.
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***