Ar.Ma.
Arti marziali Cinesi => Kung Fu (vari stili) => Topic started by: Iperbole on June 17, 2010, 11:22:24 am
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Buongiorno , vi volevo chiedere quanti e quali sono le forme nel vostro Wing Chun e quali caratteristiche possiedono ...
thanks
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quali e quante sono le forme ?
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x lo + sono 3+2+1!
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eh?
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eh?
3 + 2 + 1 Sarebbe:
3 a mani nude
2 con armi
1 col manichino
:)
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si!
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Come si chiamano queste forme? Quali sono le loro caratteristiche ?
avete dei video ? le forme a mani nude sono le stesse negli altri lineage di wc ?
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le forme sono più o meno simili, salvo poi scoprire varianti di esecuzione e qualche mossa in più o in meno.
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sono tre forme a mani nuda,la prima è forma della piccola idea o triplice offertta nasconde molti segreti è la base del wing chun poi la seconda per ristabilire l'equilibrio e la terza.una forma con i doppi coltelli a farfalla,una col bastone lungo 3m e la forma sul l'uomo di legno!
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per favore potresti spiegarmi perchè hum kiu ripistina l'equilibro?
scusa per il disturbo che ti reco dragon :)
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Nel mio sistema ci sono dei "set di movimento".
A corpo libero sono 2, una da "fermi" sulla falsa riga della SNT e una in movimento tipo un mix tra CK e BJ.
Poi c'è il lavoro ai "pupazzi di legno", uno base e uno più avanzato dove è lontanamente simile alla forma wing chun.
Questo è il programma standard ma poi ci si può sbizzarrire a creare set "personalizzati".
La differenza principale col wing chun tradizionale/classico sta nell'esecuzione, movimenti estremamente lenti e controllati... per fare una parte di quella che viene chiamata SNT nel wing chun ci metto più di 30 minuti.... se dovessi praticarla per intero (cosa che non riesco ancora a fare) ci vorrebbero delle ore :P
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La differenza principale col wing chun tradizionale/classico sta nell'esecuzione, movimenti estremamente lenti e controllati... per fare una parte di quella che viene chiamata SNT nel wing chun ci metto più di 30 minuti.... se dovessi praticarla per intero (cosa che non riesco ancora a fare) ci vorrebbero delle ore :P
Bella 'sta cosa! :)
Il motivo di tale esecuzione super-rallentata?
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Bella 'sta cosa! :)
Il motivo di tale esecuzione super-rallentata?
Copio e incollo dal mio blog:
Ho parlato più volte di uno degli aspetti che differenzia la nostra pratica dalla pratica “classica”: il movimento rallentato. Molti diranno: “hai scoperto l’acqua calda, sistemi classici come il taiji adottano questa pratica da secoli!”.
E’ bene a questo punto spiegare le priorità e I risultati che si vogliono ottenere con questa tipologia di allenamento.
Nei sistemi classici (e nello specifico nelle arti marziali “interne”) si vogliono raggiungere risultati di tipo energetico e di benessere. Molto spesso è facile “cadere” in corsi “new age” dove si respira molto spesso un aria di misticismo: l’insegnante è molto spesso vicino alla figura di un santone, piuttosto che di un artista marziale. Altri potranno sostenere il fatto che esistono scuole/maestri che insegnano un sistema interno più marziale, e dove vi è una reale applicazione energetica In un contesto di reale…
Noi cerchiamo un qualcosa di differente e di tangibile fisiologicamente. Quindi è una pratica che poi deve darci risultati sul nostro corpo e sul nostro movimento. Ricordo sempre che è fondamentale imparare a non contrastare la forza di gravità e un eventuale forza in arrivo (in genere la forza dell’avversario), come sappiamo il nostro cervello e le nostre reazioni sono gestite dal cervello Rettiliano: dobbiamo quindi riprogrammare i nostri movimenti. Uno degli esercizi che ci porta a questi risultati è proprio la pratica al rallentatore.
Tutta la difficoltà di questo esercizio sta nel capirsi sul termine "al rallentatore": intendo proprio dire di cercare di muoversi il più lentamente possibile, in modo che il movimento sia impercettibile.
Le persone hanno molte difficoltà ad accostarsi a questa tecnica. Nella nostra civiltà maniaca della grandezza, ricca e consumista, pare assurdo che un piccolo movimento lentissimo possa ottenere un vero grande risultato. Oltre al fatto che in genere le attività sportive sono molto dinamiche, e si cerca molto spesso il potenziamento muscolare (che tende a bloccare il movimente e a rendere il corpo poco sensibile).
Oltre ai disturbi che già abbiamo citato, c'è da dire che muovere veramente tutti i muscoli del corpo riuscendo a controllarli pezzo per pezzo, è una terapia che ha dato risultati strabilianti nelle malattie che provocano la degenerazione dei muscoli. Da una parte si rallenta il decadimento, dall'altra si riesce a sostituire in parte i muscoli inerti con altre fasce muscolari educandole a muoversi in modo appropriato. Infine il movimento totale solleciterebbe lo sviluppo della mente. Infatti ogni muscolo sarebbe collegato a una precisa zona del cervello (Rettiliano). Riattivando i muscoli che generalmente non utilizziamo, o utilizziamo male, si otterrebbe un risveglio delle zone cerebrali a essi collegate.
Puoi muovere qualunque parte di te in qualunque modo: ricordati che il movimento non deve essere ampio, le torsioni vanno solo accennate. Piccoli movimenti lentissimi.
Via via che prenderai confidenza con il rilassamento e ti ricorderai di usarlo durante tutto l’arco della giornata, ti renderai conto che se sei rilassato stai meglio, sei più in forma, sei più veloce e più forte. Potrai affrontare meglio qualunque sforzo fisico, partendo da uno stato di distensione muscolare. Sarai più ricettivo e predisposto a far lavorare in sinergia mente razionale e irrazionale. Infine apprezzerai sempre di più la calma che ti permette di reagire più efficacemente davanti alle difficoltà.
La pratica al rallentatore è un elemento chiave, un segreto, della nostra pratica che portiamo avanti anche tramite un lavoro di adattamento in coppia. Per ricollegarci ai concetti scritti precedentemente, sarà fondamentale cominciare ad imparare a reagire a movimenti (apparentemente) privi di movimento e di pressione.
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Bella 'sta cosa! :)
Il motivo di tale esecuzione super-rallentata?
Copio e incollo dal mio blog:
Ho parlato più volte di uno degli aspetti che differenzia la nostra pratica dalla pratica “classica”: il movimento rallentato. Molti diranno: “hai scoperto l’acqua calda, sistemi classici come il taiji adottano questa pratica da secoli!”.
E’ bene a questo punto spiegare le priorità e I risultati che si vogliono ottenere con questa tipologia di allenamento.
Nei sistemi classici (e nello specifico nelle arti marziali “interne”) si vogliono raggiungere risultati di tipo energetico e di benessere. Molto spesso è facile “cadere” in corsi “new age” dove si respira molto spesso un aria di misticismo: l’insegnante è molto spesso vicino alla figura di un santone, piuttosto che di un artista marziale. Altri potranno sostenere il fatto che esistono scuole/maestri che insegnano un sistema interno più marziale, e dove vi è una reale applicazione energetica In un contesto di reale…
Noi cerchiamo un qualcosa di differente e di tangibile fisiologicamente. Quindi è una pratica che poi deve darci risultati sul nostro corpo e sul nostro movimento. Ricordo sempre che è fondamentale imparare a non contrastare la forza di gravità e un eventuale forza in arrivo (in genere la forza dell’avversario), come sappiamo il nostro cervello e le nostre reazioni sono gestite dal cervello Rettiliano: dobbiamo quindi riprogrammare i nostri movimenti. Uno degli esercizi che ci porta a questi risultati è proprio la pratica al rallentatore.
Tutta la difficoltà di questo esercizio sta nel capirsi sul termine "al rallentatore": intendo proprio dire di cercare di muoversi il più lentamente possibile, in modo che il movimento sia impercettibile.
Le persone hanno molte difficoltà ad accostarsi a questa tecnica. Nella nostra civiltà maniaca della grandezza, ricca e consumista, pare assurdo che un piccolo movimento lentissimo possa ottenere un vero grande risultato. Oltre al fatto che in genere le attività sportive sono molto dinamiche, e si cerca molto spesso il potenziamento muscolare (che tende a bloccare il movimente e a rendere il corpo poco sensibile).
Oltre ai disturbi che già abbiamo citato, c'è da dire che muovere veramente tutti i muscoli del corpo riuscendo a controllarli pezzo per pezzo, è una terapia che ha dato risultati strabilianti nelle malattie che provocano la degenerazione dei muscoli. Da una parte si rallenta il decadimento, dall'altra si riesce a sostituire in parte i muscoli inerti con altre fasce muscolari educandole a muoversi in modo appropriato. Infine il movimento totale solleciterebbe lo sviluppo della mente. Infatti ogni muscolo sarebbe collegato a una precisa zona del cervello (Rettiliano). Riattivando i muscoli che generalmente non utilizziamo, o utilizziamo male, si otterrebbe un risveglio delle zone cerebrali a essi collegate.
Puoi muovere qualunque parte di te in qualunque modo: ricordati che il movimento non deve essere ampio, le torsioni vanno solo accennate. Piccoli movimenti lentissimi.
Via via che prenderai confidenza con il rilassamento e ti ricorderai di usarlo durante tutto l’arco della giornata, ti renderai conto che se sei rilassato stai meglio, sei più in forma, sei più veloce e più forte. Potrai affrontare meglio qualunque sforzo fisico, partendo da uno stato di distensione muscolare. Sarai più ricettivo e predisposto a far lavorare in sinergia mente razionale e irrazionale. Infine apprezzerai sempre di più la calma che ti permette di reagire più efficacemente davanti alle difficoltà.
La pratica al rallentatore è un elemento chiave, un segreto, della nostra pratica che portiamo avanti anche tramite un lavoro di adattamento in coppia. Per ricollegarci ai concetti scritti precedentemente, sarà fondamentale cominciare ad imparare a reagire a movimenti (apparentemente) privi di movimento e di pressione.
Interessante...!!! E con quali principi...corporei sviluppi tutto questo ben di Dio!!?? :sur:
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Bella 'sta cosa! :)
Il motivo di tale esecuzione super-rallentata?
Copio e incollo dal mio blog:
Ho parlato più volte di uno degli aspetti che differenzia la nostra pratica dalla pratica “classica”: il movimento rallentato. Molti diranno: “hai scoperto l’acqua calda, sistemi classici come il taiji adottano questa pratica da secoli!”.
E’ bene a questo punto spiegare le priorità e I risultati che si vogliono ottenere con questa tipologia di allenamento.
Nei sistemi classici (e nello specifico nelle arti marziali “interne”) si vogliono raggiungere risultati di tipo energetico e di benessere. Molto spesso è facile “cadere” in corsi “new age” dove si respira molto spesso un aria di misticismo: l’insegnante è molto spesso vicino alla figura di un santone, piuttosto che di un artista marziale. Altri potranno sostenere il fatto che esistono scuole/maestri che insegnano un sistema interno più marziale, e dove vi è una reale applicazione energetica In un contesto di reale…
Noi cerchiamo un qualcosa di differente e di tangibile fisiologicamente. Quindi è una pratica che poi deve darci risultati sul nostro corpo e sul nostro movimento. Ricordo sempre che è fondamentale imparare a non contrastare la forza di gravità e un eventuale forza in arrivo (in genere la forza dell’avversario), come sappiamo il nostro cervello e le nostre reazioni sono gestite dal cervello Rettiliano: dobbiamo quindi riprogrammare i nostri movimenti. Uno degli esercizi che ci porta a questi risultati è proprio la pratica al rallentatore.
Tutta la difficoltà di questo esercizio sta nel capirsi sul termine "al rallentatore": intendo proprio dire di cercare di muoversi il più lentamente possibile, in modo che il movimento sia impercettibile.
Le persone hanno molte difficoltà ad accostarsi a questa tecnica. Nella nostra civiltà maniaca della grandezza, ricca e consumista, pare assurdo che un piccolo movimento lentissimo possa ottenere un vero grande risultato. Oltre al fatto che in genere le attività sportive sono molto dinamiche, e si cerca molto spesso il potenziamento muscolare (che tende a bloccare il movimente e a rendere il corpo poco sensibile).
Oltre ai disturbi che già abbiamo citato, c'è da dire che muovere veramente tutti i muscoli del corpo riuscendo a controllarli pezzo per pezzo, è una terapia che ha dato risultati strabilianti nelle malattie che provocano la degenerazione dei muscoli. Da una parte si rallenta il decadimento, dall'altra si riesce a sostituire in parte i muscoli inerti con altre fasce muscolari educandole a muoversi in modo appropriato. Infine il movimento totale solleciterebbe lo sviluppo della mente. Infatti ogni muscolo sarebbe collegato a una precisa zona del cervello (Rettiliano). Riattivando i muscoli che generalmente non utilizziamo, o utilizziamo male, si otterrebbe un risveglio delle zone cerebrali a essi collegate.
Puoi muovere qualunque parte di te in qualunque modo: ricordati che il movimento non deve essere ampio, le torsioni vanno solo accennate. Piccoli movimenti lentissimi.
Via via che prenderai confidenza con il rilassamento e ti ricorderai di usarlo durante tutto l’arco della giornata, ti renderai conto che se sei rilassato stai meglio, sei più in forma, sei più veloce e più forte. Potrai affrontare meglio qualunque sforzo fisico, partendo da uno stato di distensione muscolare. Sarai più ricettivo e predisposto a far lavorare in sinergia mente razionale e irrazionale. Infine apprezzerai sempre di più la calma che ti permette di reagire più efficacemente davanti alle difficoltà.
La pratica al rallentatore è un elemento chiave, un segreto, della nostra pratica che portiamo avanti anche tramite un lavoro di adattamento in coppia. Per ricollegarci ai concetti scritti precedentemente, sarà fondamentale cominciare ad imparare a reagire a movimenti (apparentemente) privi di movimento e di pressione.
Interessante...!!! E con quali principi...corporei sviluppi tutto questo ben di Dio!!?? :sur:
Bè i principi sono differenti, alcuni di derivazione Wing Chun (sistema LT - ma solo perchè alcuni principi di questo sistema sono in linea con concetti legati alla forza di gravità) altri derivanti da altri metodi di movimento e manipolazione.
Di base questo sistema prende vita su vari livelli i quali poi forniscono differenti attributi molto utili ANCHE al combattimento/dp, questi "livelli" sono:
- movimento (classificabili come le forme nei sistemi classici, ma allenate in maniera molto differente e senza schemi prestabiliti - la forma NON deve essere allenata sempre nello stesso modo ANZI i movimenti cambiano sempre ad ogni sessione)
- adapting (ovvero qualcosa di lontanamente simile al chisau)
- manipolazione ("tocco" sul tessuto connettivo)
A tutto questo si può affiancare il lavoro al pupazzo.