Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA

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Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« on: June 03, 2013, 17:12:57 pm »
+9
qualche tempo fa, girovagando sulla rete mi sono imbattuto in un articolo del Maestro Balzarro riguardante le MMA e il karate pionieristico dei primi anni in Italia.
per chi non conoscesse il maestro, parliamo di uno dei più forti kumiteka degli albori, allievo diretto del maestro Shirai, vincitore di competizioni internazionali, con quasi 50 anni di esperienza alle spalle.
Per i karateka non ha bisogno di presentazioni.

bene, da questo suo articolo ne è nato un piccolo scambio di messaggi tra il sottoscritto e il maestro (persona gentilissima e disponibile) che ora vado a sottoporre all'attenzione di tutti.

io credo che ciò che il maestro afferma debba far riflettere molto tutto un movimento...soprattutto alcune cose dette da qualcuno al di sopra di ogni sospetto...

prima di postare la "conversazione" che spezzerò in vari post aggiungo questo: la conversazione è già pubblica e qualcuno magari ha già avuto modo di leggerla in rete e su facebook.
ho aspettato a pubblicarla perchè era un momento dove si insisteva sul "ciberbullismo" e non mi andava di usare questo bello scambio come una sorta di arma...

ora basta ecco l'articolo e ciò che ne segue....enjoy :)


MMA....ECCO IL VERO KARATE di Nando Balzarro

No, no! Aspettate un attimo! Non chiamate l’ambulanza… malgrado il titolo folle, non sono ancora impazzito. Concedetemi solo il tempo di spiegare. E’ chiaro che sto utilizzando un paradosso ma, come accade ad ogni paradosso, un briciolo di verità la possiamo riscontrare.
Ultimamente ho seguito con estrema attenzione i video di numerosi incontri di questi atleti e atlete da ring, anzi da ring “ingabbiati” (simbolicamente più adatti alla drammatizzazione dello “spettacolo”). Con buone probabilità visti dal vivo – assieme al rumore sordo delle percosse portate su tutto il corpo, e il sangue che scorre sui volti tumefatti-  l’effetto emotivo sarebbe assai più impressionante, anche se è vero che il pubblico che letteralmente affolla i palazzetti sappiamo bene che, come ai tempi dei gladiatori, tuttora viene attratto dalla violenza, dal sangue e dagli spettacolari KO. I protagonisti di questo sport, sono fisicamente preparatissimi, la scherma di braccia è al novanta per cento pugilistica, quella di gambe si rifà al Karate, alla Kickboxing, alla Thai e, più sporadicamente anche al Kung Fu, mentre la lotta a terra comprende immobilizzazioni e leve tipiche del Judo, della Lotta libera e greco-romana.

Dal punto di vista tecnico ho potuto osservare cose pregiate, tant’è che viene il sospetto che alle spalle di questi duri combattenti (peraltro pagatissimi) si muovano fior fiore di preparatori atletici e veri esperti di arti marziali (più massaggiatori e psicologi). A questo punto starete chiedendovi cosa c’entra tutto questo col karate. Non l’ho mai fatto e mi pesa ora doverlo fare. Alludo al ritorno al passato col sottinteso motto “ai miei tempi sì, ora no”. Ripeto, mi costa ricorrere a tale metodo, ma il senso di ciò che intendo sostenere si concentra proprio in quel periodo “storico”. Siamo nel 1965 (anno dell’arrivo in Italia del ventottenne M° Iroshi Shirai). Assieme a pochi compagni provenienti da Genova e Bologna, iniziò a Milano (città di residenza del Maestro) la mia, peraltro mai più interrotta, avventura chiamata Karate. Be’, convoco quali testimoni di quanto sto per raccontarvi, personaggi (a molti di voi noti) quali Roberto Fassi, Nino Tamaccaro, Ennio Falsoni, Enzo Montanari di Milano, quindi Luciano Parisi e Rodolfo Ottaggio di Genova, più naturalmente Giuseppe Perlati e Bruno Baleotti di Bologna. Tralasciamo pure di parlare delle gare (durante le quali comunque, malgrado l’obbligo del “controllo”, ho visto saltare come fossero di burro tibie e radio, spappolare nasi e cadere denti, più veri e propri ko con necessaria pronta rianimazione) per meglio sostenere la tesi del titolo, mi serve riportare quello che succedeva nei “normali” allenamenti di palestra. Sulla loro durezza si è già raccontato fin troppo, a volte anche lasciandosi andare ad un po’ di esagerazione.

Cercherò invece di non cadere nell’enfasi quando ricorderò i combattimenti ingaggiati nel “segreto” del piccolo Dojo del Maestro a Milano. Il così detto controllo lasciava talmente a desiderare che il ko era pittosto frequente, sopratutto sotto i colpi di gamba. Le spazzate erano inferte a contatto pieno contro le tibie, dietro il ginocchio nella zona poplitea, sulle cosce, a livello dei malleoli. Proiezioni senza trattenute e relative schienate o testate sul tatami in legno. Non di rado il combattimento continuava a terra con l’utilizzo di colpi di gomito, i pugni sul viso e al corpo erano inferti sempre a contatto diciamo semipieno. Sui relativi danni- parlando dei miei personali che ovviamente ben rammento- posso dirvi che la la tibia destra (essendo mancino combattevo principalmente in guardia destra) talmente provata dalle continue spazzate che, oltre ad essere diventata una specie di grattugia, alla fine della “carriera”, per anni, non poteva più essere sfiorata neppure con un dito, per non parlare del muscolo tibiale perennemente gonfio e tumefatto. Il naso tuttora riporta gli evidenti segni di una brutta frattura. Ho subito un certo numero di ko, uno dei quali particolarmente grave e, ripeto, tutto ciò non accadeva sopra un ring con in palio munifiche “borse” o ricchi ingaggi, bensì al chiuso non metaforico, (tutto avveniva a porte chiuse) delle palestre.

Ebbene, dopo tutti questi bei discorsi, nonché nostalgiche” memorie”, vi starete di nuovo chiedendo dove voglio arrivare. So già che mi tirerò addosso tante di quelle critiche (sia dal mondo del Karate, sia da quello delle MMA) da seppellirmi vivo, e quindi ridurmi al silenzio per i prossimi mesi. Ne sono consapevole ma procedo ugualmente. Ecco: il karate era quello. Il karate, inteso originalmente come combattimento per la sopravvivenza, era quello. Il tipo di allenamento, di preparazione psico-fisica, l’uso quotidiano del Makiwara, era finalizzato all’ancestrale idea della sopravvivenza. Attenzione! Non sto per nulla affermando che fosse né meglio, né peggio dell’attuale, semplicemente sostengo che chiunque a quei tempi decidesse di iscriversi ad un corso di karate, sapeva (e se non lo sapeva ben presto lo imparava) di aver scelto una disciplina dura, ad alto tasso di pericolosità, e fortemente selettiva. Sapeva in pratica di aver fatto una scelta difficile, straordinaria, fuori dal comune e a forte rischio della propria incolumità fisica (a volte anche psicologico). Direi la medesima consapevolezza che oggi dovrebbe avere in testa il giovane che sceglie di frequentare una scuola di MMA. Con tutte le dovute e salienti differenze (sappiamo che il karate persegue anche tutta una serie di valori etici e spirituali ispirati al Budo giapponese), dal punto di vista tecnico, fisico, e motivazionale, la distanza fra le due discipline (l’MMA di oggi riferita appunto al karate di allora) è assai contenuta. Da questo azzardato ragionamento, finalmente si spiega il perché del “titolo” paradossale che ho voluto dare a questo articolo. Come già detto, se non mi credete, mi appello ai testimoni sopra citati. Ed ora amici miei, scatenatevi pure.
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Offline Moai

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #1 on: June 03, 2013, 17:13:49 pm »
+16
MOAI RISPONDE:

buonasera maestro,
le rispondo da piccolo praticante di karate passato, negli anni, al Vale Tudo MMA, alla submission e ora ad una forma di mixed martial art riconducibile al budo giapponese: il kudo daido juku.

non ho motivo di dubitare del suo racconto e degli annedoti che ne fanno parte, I quali ho avuto modo di sentire e risentire (anche a sproposito) nei miei anni di militanza nel karate.

posso capire quello che cerca di dire e (forse, mi corregga se sbaglio) difendere: un modo di interpretare le arti marziali che non ha più nessun riscontro nel karate moderno e del quale si può "gustare" il sapore in ciò che oggi chiamiamo MMA.

le dico con tutta franchezza: il discorso regge finchè applicato ad una certa attitudine, alla durezza degli allenamenti, all'ottica dello scontro ecc.

ma qui, a mio avviso, la comparazione si ferma.

le MMA sono una evoluzione delle AMT non un ritorno al passato...e posso dire, con franchezza, PER FORTUNA.

vede, il fatto di subire KO o infortuni gravi al chiuso del dojo non da, a mio avviso, nessun valore alla disciplina se non una certa attitudine mentale...
oggi nessun Fighter si allena così perchè è semplicemente senza senso!

se guardiamo gli allenamenti dei campioni nessuno pratica sparrin per "ammazzarsi" ma appunto per allenarsi...l'infortunio è sempre controproducente perchè costringe a lunghi stop che tengono gli atleti fermi e ne abbassano le potenzialità...

bisogna imparare a fare! il problema non è finire a combattere a terra ma sapere A TERRA cosa fare e come farlo! la discriminante è lì...

quindi finchè parliamo di mentalità posso seguirla...ma non vado oltre poichè le MMA odierne sono anni luce dal karate, non solo quello attuale ma anche quello pioneristico the lei vissuto.

mi creda, dietro alla facciata di luci e cottillon, molto americana (sangue e arena) vi sono combattenti preparatissimi, tecnicamente e fisicamente.

lo sa, ad esempio, che la gabbia non è un oggetto coreografico (o almeno non è solo quello) ma è fondamentale per quel tipo di combattimento che prevede la lotta a terra...(discorso lungo e fuori sede).

io credo quindi che non si debba avere nostalgia di un passato, a cui sicuramente tutto un movimento deve molto, ma che aveva metodologie a approcci scorretti ed irrazionali, che creava danni evitabili.

le giuste metodologie non solo evitano danni insensati ma creano combattenti migliori, più tecnici, più forti e mentalmente equivalenti.

grazie e buona serata.

Andrea
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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #2 on: June 03, 2013, 17:14:28 pm »
+6
Grazie Andrea per questa tua precisazione, tanto garbata e rispettosa quanto giusta e condivisibile. Il mio articolo voleva essere fortemente provocatorio sopratutto riguardo quello che è avvenuto al povero karate e al suo "spirito" (quello del Budo, per intenderci). In pratica intendevo smuovere un po' le coscienze di chi oggi pratica il karate (sportivo o amatoriale) magari convinto di esercitarsi in una disciplina atta, nella malaugurata occasione di scontro reale, di salvargli la vita. Il discorso "lotta a terra" poi non si discute! Nessun karateka viene minimamente addestrato a gestire tale condizione di combattimento. Quelli della mia generaziuone, molti dei quali come me provenienti dal Judo, qualche rudimento su immobilizzazioni leve e strangolamenti a terra la possedevano... oggi nulla di nulla. Va be'... che dire? I miei attuali settant'anni e I cinquanta dedicati al Karate Shotokan, come capirai, mi impongono di proseguire sulla mia strada cercando di cogliere, per il tempo che mi resta, I lati valoriali- sia fisici (energie più o menop interne) che spirituali e filosofici- che l'Arte marziale che tanto ho amato e coltivato ancora potrà donarmi.
Ti prego accettare il mio sincero saluto ed augurio di buona Via.
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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #3 on: June 03, 2013, 17:15:09 pm »
+8
Gentile Maestro,
grazie per I suoi saluti e auguri che ricambio senz’altro e che, provenendo da un “gigante” delle arti marziali nostrane come lei, sono per me una cosa preziosa.
So bene da dove Lei proviene, marzialmente parlando, e non ho dubbi sulla sua appartenenza a quel gruppo di karateka abituati a “fare molto” e a parlare poco; un gruppo di praticanti che il karate lo ha sentito addosso, in tutti I sensi.
Io credo che uno dei grandi problemi del karate odierno, oltre a quelli ben indicati da lei, sia stata l’eccessiva mitizzazione di tutto il cosiddetto periodo d’oro, di cui lei ha fatto parte.
Le generazioni appena successive alla sua hanno, a mio modesto avviso, vissuto sugli allori di quel periodo, creandone falsi miti I quali hanno funto da comoda scusante e via di fuga alle sfide che la modernità e il cambio dei tempi richiedevano.
Non si trattava di distruggere il karate ma di adattarlo nelle metodiche di allenamento, di confronto, andando anche incontro alle nuove scoperte ed evoluzioni in campo medico e della teoria dell’allenamento.
Le MMA sono state, in questo senso, un colpo al plesso solare per tutte le arti marziali tradizionali che da decenni vivevano di rendita del loro passato.
Sono state un vero e proprio tornado che ha costretto molti a riconsiderare le proprie granitiche certezze, spazzando via zone d’ombra a volte create ad hoc.
Amate od odiate le MMA non possono lasciarci indifferenti… io spero possano diventare un traino anche per le arti tradizionali che verranno (ma il processo è già in corso) influenzate sotto il profilo metodologico e applicativo.
Grazie dell’attenzione Maestro, I miei più cordiali saluti.
Osu
Andrea
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Offline Andy

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #4 on: June 03, 2013, 17:22:37 pm »
+3
Non gliele hai mandate a dire, ma sempre nell'ambito del rispetto reciproco e del civile confronto. I miei complimenti.  :thsit:


Ovviamente, ogni volta che si viene colti in fallo la giustificazione è "Era una PROVOCAZIONE". :)


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Offline Takuanzen

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #5 on: June 03, 2013, 17:40:18 pm »
+2
Letto anch'io l'articolo, grazie per la condivisione. :sur:
Seppur non dubiti dell'intensità dell'allenamento di quei tempi, come mi è stato raccontato da amici e conoscenti presenti in quel periodo, questi atteggiamenti "nostalgici" sinceramente mi fanno venire l'orticaria, come anche sentir parlare di una fantomatica "essenza autentica" dell'arte marziale dell'età dell'oro, ora misconosciuta in queste epoche buie e di decadenza. Alcuni di quei racconti sono miti, come dici tu, di cui esistono versioni molto meno eroiche. Molti di questi personaggi non rispondono nemmeno a chi non ha la loro età, sono persino sorpreso che ti abbia risposto.
Comunque ti sei posto in maniera educata e sincera, facendo valere le tue ragioni. Complimenti Moai! :)

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Offline Fabio Spencer

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #6 on: June 03, 2013, 18:17:48 pm »
0
molto interessante, grazie della condivisione.
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Dipper

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #7 on: June 03, 2013, 18:23:17 pm »
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Condivido :)
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Offline nameganai

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #8 on: June 03, 2013, 19:13:31 pm »
0
Mi viene da chiedermi, come mai il corso che condivide la palestra con me, allievi del gruppo balzarro, sia lo stereotipo esatto del karate no contact e saltellante.
Come può un'albero generare frutti tanto diversi?
un vincente trova sempre una Via,
un perdente trova sempre una scusa....

www.nameganaidojo.135.it

https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=11748.0

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Offline luke

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #9 on: June 03, 2013, 19:56:25 pm »
0
Mi viene da chiedermi, come mai il corso che condivide la palestra con me, allievi del gruppo balzarro, sia lo stereotipo esatto del karate no contact e saltellante.
Come può un'albero generare frutti tanto diversi?
è una domanda che in ambiti diversi mi sono posto pure io
lo chiamavano jack drake


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Offline luke

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #10 on: June 03, 2013, 20:03:40 pm »
0
MOAI RISPONDE:

buonasera maestro,
le rispondo da piccolo praticante di karate passato, negli anni, al Vale Tudo MMA, alla submission e ora ad una forma di mixed martial art riconducibile al budo giapponese: il kudo daido juku.

non ho motivo di dubitare del suo racconto e degli annedoti che ne fanno parte, I quali ho avuto modo di sentire e risentire (anche a sproposito) nei miei anni di militanza nel karate.

posso capire quello che cerca di dire e (forse, mi corregga se sbaglio) difendere: un modo di interpretare le arti marziali che non ha più nessun riscontro nel karate moderno e del quale si può "gustare" il sapore in ciò che oggi chiamiamo MMA.

le dico con tutta franchezza: il discorso regge finchè applicato ad una certa attitudine, alla durezza degli allenamenti, all'ottica dello scontro ecc.

ma qui, a mio avviso, la comparazione si ferma.

le MMA sono una evoluzione delle AMT non un ritorno al passato...e posso dire, con franchezza, PER FORTUNA.

vede, il fatto di subire KO o infortuni gravi al chiuso del dojo non da, a mio avviso, nessun valore alla disciplina se non una certa attitudine mentale...
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bisogna imparare a fare! il problema non è finire a combattere a terra ma sapere A TERRA cosa fare e come farlo! la discriminante è lì...

quindi finchè parliamo di mentalità posso seguirla...ma non vado oltre poichè le MMA odierne sono anni luce dal karate, non solo quello attuale ma anche quello pioneristico the lei vissuto.

mi creda, dietro alla facciata di luci e cottillon, molto americana (sangue e arena) vi sono combattenti preparatissimi, tecnicamente e fisicamente.

lo sa, ad esempio, che la gabbia non è un oggetto coreografico (o almeno non è solo quello) ma è fondamentale per quel tipo di combattimento che prevede la lotta a terra...(discorso lungo e fuori sede).

io credo quindi che non si debba avere nostalgia di un passato, a cui sicuramente tutto un movimento deve molto, ma che aveva metodologie a approcci scorretti ed irrazionali, che creava danni evitabili.

le giuste metodologie non solo evitano danni insensati ma creano combattenti migliori, più tecnici, più forti e mentalmente equivalenti.

grazie e buona serata.

Andrea

Moai ti ringrazio in primis per aver condiviso
Poi ti faccio i complimenti per la risposta, che trovo educata ma che spiega bene le differenze che ci sono tra 2 mondi molto differenti
lo chiamavano jack drake

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Offline DJ scanner

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #11 on: June 03, 2013, 20:10:10 pm »
+1
anche io ho avuto uno scambio con balzarro, un po' comico a dire la verità :D, metto il link
http://www.facebook.com/groups/141866602532257/544998772219036/?notif_t=group_comment_reply

scusate l'OT
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Offline Il Tano

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #12 on: June 03, 2013, 21:10:00 pm »
+3
Tra l'altro, oggi, una persona attratta dal karate duro, puó trovare un'opzione viabilissima nel karate a contatto pieno, senza dover cadere nelle nostalgia dei tempi d'oro e delle mazzate furiose a porte chiuse.
« Last Edit: June 03, 2013, 21:13:47 pm by Tano »

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Offline luke

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #13 on: June 03, 2013, 22:03:53 pm »
+5
Tra l'altro, oggi, una persona attratta dal karate duro, puó trovare un'opzione viabilissima nel karate a contatto pieno, senza dover cadere nelle nostalgia dei tempi d'oro e delle mazzate furiose a porte chiuse.
sono d'accordo con te, e vado un pò oltre. In molti ambienti tradizionali sento parlare di tempi d'oro e mazzate a porte chiuse . personalmente sono un pò scettico, io penso che se in un dojo si combatte poi la cosa non scompare in un decennio. eppure sento maestri di kf, di karate, e altro, parlare di queste fantomatiche mazzate. penso che ci siano stati scambi, sì, ma che se ci fosse stato un full contact ogni sera i praticanti sarebbero stati decimati in poche settimane. E credo anche che a volte si confondano gli incidenti con allenamenti molto duri, da combattenti, mentre gli incidenti sono incidenti.
Non mi riferisco alla persona , maestro Balzarro, in questione, parlo sulle mie esperienze, delle persone che ho incontrato o con cui ho parlato io.
ciao luca
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Offline Andy

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Re:Il Maestro Balzarro, Moai e L'MMA
« Reply #14 on: June 03, 2013, 22:40:20 pm »
0
Il mio maestro arrivava da quella scuola.

Sapete tutti com'è andata a finire...