caricamento parate,secondo voi solo una didattica o nasconde un'applicazione?

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Offline Dipper

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Il tuo discorso mi piace, ma attenzione che alla fine i piccoli kanji che compongono quello complesso, che esprimono i concetti più basilari, hanno un solo significato e sono riconducibili alla base, come le lettere dell'alfabeto per noi.

Visto che porti l'esempio dei kanji... io sto imparando un po' di lingua giapponese e al momento ho imparato pochissimi ideogrammi, ma quelli che non conosco e che però riesco ad interpretare senza aiuto sono i composti di quelli basilari che ho assimilato: acqua, persona, albero... e che solitamente hanno un solo significato.

田 significa risaia
力 significa forza
Insieme danno 男 che significa uomo, e potrebbe essere interpretato come colui che ha la forza necessaria per lavorare in risaia (tra l'altro ho provato e ce ne vuole tantissima, garantisco :-X).

Viceversa, per risalire ai significati di 田 e 力 partendo da 男 sarebbe necessario conoscere moltissimi kanji composti, la cui interpretazione è già complessa, e trovare i concetti semantici comuni.
Insomma, imparare un sacco di kanji complessi magari dai molti significati prima, e poi scomporli e trovare le radici comuni per arrivare al significato dei più semplici, sarebbe molto più complesso.

Non a caso, nei libri in cui si insegna la lingua giapponese, i primi kanji insegnati sono proprio quelli basici e dal significato univoco.
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Offline DJ scanner

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grazie per la correzzione, ho portato un esempio impreciso :'(
spero che il messaggio si sia capito lo stesso :halo:
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Offline steno

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:vomit: :vomit: :vomit:  Non c'entra nulla, ma è nuova e devo inaugurarla :P
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Io resisto a tutto, ma non alle tentazioni... :halo:
la fijlkam è alla frutta

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Offline Dipper

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La discussione ad ogni modo apre un capitolo mooolto interessante :thsit: :thsit:

Voglio subito premettere che, benché abbia un’idea abbastanza precisa al riguardo, non è mia intenzione screditare le altre, ma piuttosto cercare un confronto costruttivo.

Matusa, il metodo che tu e altri come XYM utilizzate è detto aristotelico: dalla generalità di un principio universale, si scende verso il particolare, è proprio quello che viene definito metodo deduttivo. Si parte da una verità universale, assunta come vera e assiomatica, e si discende nei dettagli.
In marzialese, si parte dal generalizzare un principio per ottenere le tecniche.

Invece quello che a me piace utilizzare, è detto galileiano: parte dal particolare di una serie di casi empiricamente verificati, per trovare la regola generale, è definito in contrapposizione al primo metodo induttivo. Il percorso è quindi esattamente opposto.
In marzialese, si parte dallo studio di singole tecniche per sintetizzare il principio.

Sebbene il secondo mi sia più simpatico e sia spesso associato al metodo scientifico, entrambi in realtà hanno dei punti deboli: il metodo deduttivo è più “fideistico” e presuppone la verità di leggi che non sono sempre hanno riscontro e, mancando il quale, tutto il ragionamento crolla; il metodo induttivo, per converso necessita di un campione statistico sufficientemente rappresentativo per essere solido, il ché non è sempre facile e fattibile.

http://www.cosediscienza.it/metodo/01_metodo.htm

Solitamente i tradizionalisti usano il metodo deduttivo, riferendosi alla saggezza dei grandi maestri del passato, mentre chi pratica SDC di solito invece usa un metodo induttivo, sperimentando sul ring o utilizzando l’esperienza diretta di chi ci sale, e se ci pensate bene, applicando questi due modelli si spiegano moltissime affermazioni protagoniste dei dibattiti classici dei forum.

Credo di essere un tradizionalista atipico quindi…

Adesso arriveranno Raven e Madhatter, che, da bravi filosofi tignosi, faranno le pulci a questo discorso…

EDIT: aggiustato un link...
« Last Edit: January 11, 2011, 13:00:01 pm by Ryujin »
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Offline nameganai

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La discussione ad ogni modo apre un capitolo mooolto interessante :thsit: :thsit:

Voglio subito premettere che, benché abbia un’idea abbastanza precisa al riguardo, non è mia intenzione screditare le altre, ma piuttosto cercare un confronto costruttivo.

Matusa, il metodo che tu e altri come XYM utilizzate è detto aristotelico: dalla generalità di un principio universale, si scende verso il particolare, è proprio quello che viene definito metodo deduttivo. Si parte da una verità universale, assunta come vera e assiomatica, e si discende nei dettagli.
In marzialese, si parte dal generalizzare un principio per ottenere le tecniche.

Invece quello che a me piace utilizzare, è detto galileiano: parte dal particolare di una serie di casi empiricamente verificati, per trovare la regola generale, è definito in contrapposizione al primo metodo induttivo. Il percorso è quindi esattamente opposto.
In marzialese, si parte dallo studio di singole tecniche per sintetizzare il principio.

Sebbene il secondo mi sia più simpatico e sia spesso associato al metodo scientifico, entrambi in realtà hanno dei punti deboli: il metodo deduttivo è più “fideistico” e presuppone la verità di leggi che non sono sempre hanno riscontro e, mancando il quale, tutto il ragionamento crolla; il metodo induttivo, per converso necessita di un campione statistico sufficientemente rappresentativo per essere solido, il ché non è sempre facile e fattibile.

[url]http://www.cosediscienza.it/metodo/01_metodo.htm [/url

Solitamente i tradizionalisti usano il metodo deduttivo, riferendosi alla saggezza dei grandi maestri del passato, mentre chi pratica SDC di solito invece usa un metodo induttivo, sperimentando sul ring o utilizzando l’esperienza diretta di chi ci sale, e se ci pensate bene, applicando questi due modelli si spiegano moltissime affermazioni protagoniste dei dibattiti classici dei forum.

Credo di essere un tradizionalista atipico quindi…]

Adesso arriveranno Raven e Madhatter, che, da bravi filosofi tignosi, faranno le pulci a questo discorso…

 :o   boia che bel post.....
dimmi ryujin,si può essere un pò dell'uno e dell'altro?
un vincente trova sempre una Via,
un perdente trova sempre una scusa....

www.nameganaidojo.135.it

https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=11748.0


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Raven81

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@Ryujin: hai dato delle definizioni di metodo deduttivo e induttivo sicuramente perfettibili ma comunque corrette imho, e soprattutto perfettamente adeguate allo scopo di far capire il tuo discorso... quindi, visto che la complessità del discorso deve essere funzionale agli scopi del discorso, direi che non c'è nulla di dire!  ;)

Va forse aggiunto che metodo induttivo e deduttivo non si escludono affatto a vicenda: la normale pratica scientifica lo dimostra, elaborando modelli teorici con strumenti matematici e saggiandone le capacità esplicative tramite gli esperimenti.

Casomai le pulci si potrebbero fare sul fatto di attribuire quelle visioni del metodo deduttivo/induttivo ad Aristotele o Galileo... per es.l'Etica Nicomachea di Aristotele è sicuramente più "induttiva" che "deduttiva" (o almeno più "empirica" che "teoretica"), mentre il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo di Galileo non è proprio così reality-based come si pensa.  :P

Ma diciamocela tutta: a chi interessa stabilire cosa "pensasse veramente" Aristotele o Galileo? A cosa serve collegare un'opinione a un nome? Sono robe da accademici, non da pensatori! Ci interessano le teorie e le idee, non i nomi! Sennò è gossip, non filosofia!  :thsit:

In conclusione io non ti faccio le pulci... e credo che nemmeno Madhatter te le vorrà fare.  :)

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Offline XinYiMan

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La discussione ad ogni modo apre un capitolo mooolto interessante :thsit: :thsit:

Voglio subito premettere che, benché abbia un’idea abbastanza precisa al riguardo, non è mia intenzione screditare le altre, ma piuttosto cercare un confronto costruttivo.

Matusa, il metodo che tu e altri come XYM utilizzate è detto aristotelico: dalla generalità di un principio universale, si scende verso il particolare, è proprio quello che viene definito metodo deduttivo. Si parte da una verità universale, assunta come vera e assiomatica, e si discende nei dettagli.
In marzialese, si parte dal generalizzare un principio per ottenere le tecniche.

Invece quello che a me piace utilizzare, è detto galileiano: parte dal particolare di una serie di casi empiricamente verificati, per trovare la regola generale, è definito in contrapposizione al primo metodo induttivo. Il percorso è quindi esattamente opposto.
In marzialese, si parte dallo studio di singole tecniche per sintetizzare il principio.

Sebbene il secondo mi sia più simpatico e sia spesso associato al metodo scientifico, entrambi in realtà hanno dei punti deboli: il metodo deduttivo è più “fideistico” e presuppone la verità di leggi che non sono sempre hanno riscontro e, mancando il quale, tutto il ragionamento crolla; il metodo induttivo, per converso necessita di un campione statistico sufficientemente rappresentativo per essere solido, il ché non è sempre facile e fattibile.

[url]http://www.cosediscienza.it/metodo/01_metodo.htm [/url

Solitamente i tradizionalisti usano il metodo deduttivo, riferendosi alla saggezza dei grandi maestri del passato, mentre chi pratica SDC di solito invece usa un metodo induttivo, sperimentando sul ring o utilizzando l’esperienza diretta di chi ci sale, e se ci pensate bene, applicando questi due modelli si spiegano moltissime affermazioni protagoniste dei dibattiti classici dei forum.

Credo di essere un tradizionalista atipico quindi…]

Adesso arriveranno Raven e Madhatter, che, da bravi filosofi tignosi, faranno le pulci a questo discorso…
:-* :-*
Un albero non si giudica forte in base alla lunghezza dei suoi rami, ma dalla profondità delle sue radici!

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Offline Dipper

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@Ryujin: hai dato delle definizioni di metodo deduttivo e induttivo sicuramente perfettibili ma comunque corrette imho, e soprattutto perfettamente adeguate allo scopo di far capire il tuo discorso... quindi, visto che la complessità del discorso deve essere funzionale agli scopi del discorso, direi che non c'è nulla di dire!  ;)

Va forse aggiunto che metodo induttivo e deduttivo non si escludono affatto a vicenda: la normale pratica scientifica lo dimostra, elaborando modelli teorici con strumenti matematici e saggiandone le capacità esplicative tramite gli esperimenti.

(...)

Ma diciamocela tutta: a chi interessa stabilire cosa "pensasse veramente" Aristotele o Galileo? A cosa serve collegare un'opinione a un nome? Sono robe da accademici, non da pensatori! Ci interessano le teorie e le idee, non i nomi! Sennò è gossip, non filosofia!  :thsit:
Grazie per le specifiche :)
Quindi, lasciamo da parte i testimonial eccellenti, emerge che applicare un solo metodo di ragionamento è una forma di rigidità, e che entrambi possono aiutare a capire la realtà.
Mi interessa in particolare la tua (e quella degli altri) visione al riguardo.

Per rispondere anche a Nameganai, probabilmente è possibile cercare di mitigare il proprio pensiero senza idolatrare un principio.
Man mano che si avanza nella pratica e man mano che si cresce. L’induttivista col tempo sintetizza un principio che abbia sempre maggiore validità e a cui attinge per comprendere altre tecniche, mentre il deduttivista con l’esperienza smussa l’assolutezza dei principi base confrontandosi con la realtà che è sempre più complessa di uno schema mentale.

Tuttavia credo sia inverosimile essere completamente neutri (allo stesso modo, difficilmente si può essere 50% striker e 50% grappler senza una naturale predisposizione verso una delle due strade... ci potrebbero essere tantissime altre analogie) e che bisogna non dico scegliere in assoluto escludendo l'altro, ma almeno trovare quale sia la nostra naturale inclinazione, soprattutto per iniziare l'insegnamento con dei principianti.
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Raven81

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emerge che applicare un solo metodo di ragionamento è una forma di rigidità, e che entrambi possono aiutare a capire la realtà.
Mi interessa in particolare la tua (e quella degli altri) visione al riguardo.

A riguardo delle AM o in generale? Applicare solo un tipo di ragionamento a una questione empirica come il combattimento è, a mio avviso, semplicemente poco fruttuoso.

Applicare un metodo di ragionamento, o deduttivo o induttivo, dipende  sostanzialmente da che tipo di discorso si sta facendo.

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Offline Dipper

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emerge che applicare un solo metodo di ragionamento è una forma di rigidità, e che entrambi possono aiutare a capire la realtà.
Mi interessa in particolare la tua (e quella degli altri) visione al riguardo.

A riguardo delle AM o in generale? Applicare solo un tipo di ragionamento a una questione empirica come il combattimento è, a mio avviso, semplicemente poco fruttuoso.
Parliamo nello specifico delle AM per circoscrivere il discorso, anche se sarebbe interessante aprire uno spin off più generico nel pub :=)

Applicare un metodo di ragionamento, o deduttivo o induttivo, dipende  sostanzialmente da che tipo di discorso si sta facendo.
Lo scopo è quello di ricercare la maggiore efficienza possibile in un combattimento, in questo ambito non so se sia pertinente differenziare sparring, ring e strada.
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Raven81

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Applicare un metodo di ragionamento, o deduttivo o induttivo, dipende  sostanzialmente da che tipo di discorso si sta facendo.
Lo scopo è quello di ricercare la maggiore efficienza possibile in un combattimento, in questo ambito non so se sia pertinente differenziare sparring, ring e strada.

Ma non so se ho risposto esattamente alla tua domanda... mi staijiedendo qual'è il giusto "mind-set" filosofico-teorico per approcciarsi allo studio delle AM? Se sia cioè meglio essere empiristi o "altro"?

La mia risposta è: empirismo illuminato!  :D

Insomma: avere nozioni di teoria dell'allenamento che permettano quantomeno di evitare le boiate più macroscopiche, aver ben presente il modello prestazione da raggiungere, imitare ciò che "funziona", sperimentare con la fantasia e l'intelligenza a partire dall'esperienza.

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Offline happosai lucifero

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aver ben presente il modello prestazione da raggiungere

voi come l'avete trovato?
ultimamente io faccio una gran fatica
There are more things in heaven and earth, Horatio,
Than are dreamt of in your philosophy.

In quanto a educazione vado in culo a tanti

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Offline Dipper

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Credo sia normale fare una gran fatica, anche perchè è difficile costruirsi un modello prestazionale che sia adatto alla nostra vita di non professionisti.

Io inzialmente mi sono dedicato allo Shotokan e null'altro, dando completa fiducia al sensei e cercando di fare al meglio le cose che mi venivano insegnate. Ricordo una volta che, ancora cintura bianca, un senpai mi fece i complimenti davanti a tutti perchè in kumite libero, portavo solo le tecniche che stavo studiando al massimo delle mie possibilità, kizami tsuki (tipo jab), gyaku tsuki (il cross del Karate) e mae geri (il calcio frontale), senza inventare nulla.
Quando sono diventato uno shotokanista decente, a poco a poco la curiosità è venuta fuori da sola, e una volta imparate le tecniche tipiche della mia scuola in maneira sufficientemente corretta, ho aperto la porta al mondo. Adesso dopo un processo abbastanza naturale e mai forzato ("ho abbandonato la mia scuola perchè X  invece adesso pratico Y") è l'esatto contrario: spesso dai miei vecchi compagni di corso mi sento dire che sono un "fantasista" o che faccio "cose strane", tuttavia tutto quello di non convenzionale (per loro) che faccio è rapportato alla mia base.

Per come la vedo, quindi, meglio concentrarsi per fare al meglio quello che hai scelto di fare, e quando sentirai di aver sufficientemente interiorizzato la tua disciplina e sintetizzato i principi non solo della MT, ma della MT fatta da te, ti sarà sufficiente mantenere la mente aperta e ricettiva che probabilmente hai già, e il modello si costruirà da solo col tempo (però ricordati che io simpatizzo per l'induttivismo :sbav:)

Credo quindi che, trovata con la testa una disciplina che ci piace e scelto con cura un insegnante (doverosa premessa per non cadere nel trabocchetto del maestrone con la cintura bianca e rossa e il girovita a 3 cifre) bisogna semplicemente "fare".
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seguo con attenzione e piacere questo 3D, purtroppo sono digiuno di filosofia occidentale (studio quelle orientali) e non ho capito tutto, ma a istinto sono d'accordo con voi :)

happosai non riesco a leggere i tuoi post, l'occhio mi cade sull'avatar :spruzz:
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Offline Dipper

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happosai non riesco a leggere i tuoi post, l'occhio mi cade sull'avatar :spruzz:

:D :D
Volevo scriverlo anch'io... :ohi:
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