Gurdjieff e la Quarta via

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Re:Gurdjieff e la Quarta via
« Reply #30 on: October 01, 2012, 17:43:45 pm »
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Mi permetto di raccontarvi una vicenda capitata molti anni fa. Questa storia parte da un distributore di benzina nel lontano 1990, mi fermo per fare il pieno e decido di farmi lavare la macchina. Allora erano già dieci anni che praticavo diverse Arti Marziali Orientali, sul cruscotto avevo il libro di Lao Tzu che fu notato subito dal inserviente che mi asciugava la macchina e mi chiese interessato delucidazioni, gli parlai, insegnavo arti marziali, e feci con enfasi ed un po’ in maniera superiore l’apoteosi della cultura, del Tao, dei mistici, della religione e della sapienza “Orientale”, pubblicizzando quello che poi era la mia passione o mi illudevo che lo fosse. L’automobile è pronta sto per andarmene e l’inserviente mi disse: “Per curiosità ma tu hai mai letto i nostri classici?”… Fornendomi dei nomi di autori filosofi  a me sconosciuti, gli risposi con un sorriso sarcastico: “non mi interessano”. Riparto, e il mio pensiero abbastanza arrogante, riteneva il mio interlocutore un emerito imbecille ignorante che non aveva capito nulla della vita o perlomeno ben poco aveva a che fare con la ricerca spirituale. Sono ormai passati ventidue anni, riconosco adesso la mia immaturità e guarda i casi della vita dopo quattordici anni di Arti tradizionali cinesi, in occasione di avvenimenti molto particolari mi avvicinai alla ricerca e alla sperimentazione delle nostre origini marziali, ormai sono diciotto anni che esercito l’Arte Marziale Occidentale, e indegnamente percorro la via dei nostri Padri in tutta Europa. Ripenso a questo evento abbastanza spesso ripetendomi: che “C - - - - - - e  presuntuoso”, ero? Quanta strada per crescere e cercar di capire come distruggere le illusioni e gli inganni, che ti vengono venduti come panacea di tutti i mali, e ripeto venduti. Molto meglio una buona Arte Marziale si diceva, un piccolo appunto: esistono moltissime Arti Marziali che differiscono tra loro per il motivo cui sono nate, hanno scopi e finalità differenti (acrobatiche, autodifesa, interiori, sportive, meditative, rituali ecc. ecc.), inoltre il loro utilizzo originario può essere involuto per incapacità dei suoi insegnanti o per puri interessi personali edulcorato per renderlo usufruibile ai più o in ambito commerciale più vendibile, quindi il gioco è ancora complicato, tutto necessita di una scelta che può esser fonte di dubbi, buon divertimento, di sicuro l’unica certezza e che sbagliando si impara, come è successo a me, in questa parte di cammino rimango ancora un Ignorante ma Fortunato per il fatto di aver vissuto nuove esperienze.                                                                                                                                       

Qua ci scappa un bello spinoff mo' :P
Ti volevo chiedere, da "lungo" praticante si AM orientali prima e occidentali poi, quali differenze (e similitudini) hai trovato e cosa ti ha spinto alla fine a preferire quelle "nostrane".
Per finire... oggi di preciso, che cosa fai? (leggo "gladiatura", ma non dice molto, di per sè :P)


PS: la tua "esperienza" giovanile col benzinaio io l'ho fatta quasi pari pari con mio padre :)
Ragnaz - alias Luca


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Re:Gurdjieff e la Quarta via
« Reply #31 on: October 01, 2012, 17:46:40 pm »
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Giuste osservazioni.....oriente e occidente hanno entrambi molto da offrire, ed andrebbero al limite integrati i vari aspetti che vengono messi in risalto....
Purtroppo molti partono subito per la tangente, si scoprono buddisti o induisti dalla sera alla mattina, ignorando o non conoscendo ciò che abbiamo "a casa nostra" per finire con una conoscenza molto superficiale di ciò che passa dall'oriente...
Conoscendo bene le tradizioni nostre autoctone invece poi riusciremmo a capire ancora meglio quelle altrui, non limitandoci a poche e superficiali pratiche  e nozioni....

IMHO ci sono grossi problemi a tal proposito... il primo, che vale per entrambe le Tradizioni, è che manca (o quasi) una trasmissione "decente" sia dell'una che dell'altra.. in occidente ci siamo "persi" la spiritualità per strada già da tempo, per cui trovare chi segue le "vie nostre" è quasi impossibile.
In oriente hanno resistito più a lungo, ma se sei orientale ok, sai (forse) come muoverti.. da occidentale che ricerchi a oriente, trovi quasi solo venditori di fumo....
(quando va bene....)
Ragnaz - alias Luca


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Re:Gurdjieff e la Quarta via
« Reply #32 on: October 01, 2012, 17:52:02 pm »
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Giuste osservazioni.....oriente e occidente hanno entrambi molto da offrire, ed andrebbero al limite integrati i vari aspetti che vengono messi in risalto....
Purtroppo molti partono subito per la tangente, si scoprono buddisti o induisti dalla sera alla mattina, ignorando o non conoscendo ciò che abbiamo "a casa nostra" per finire con una conoscenza molto superficiale di ciò che passa dall'oriente...
Conoscendo bene le tradizioni nostre autoctone invece poi riusciremmo a capire ancora meglio quelle altrui, non limitandoci a poche e superficiali pratiche  e nozioni....

IMHO ci sono grossi problemi a tal proposito... il primo, che vale per entrambe le Tradizioni, è che manca (o quasi) una trasmissione "decente" sia dell'una che dell'altra.. in occidente ci siamo "persi" la spiritualità per strada già da tempo, per cui trovare chi segue le "vie nostre" è quasi impossibile.
In oriente hanno resistito più a lungo, ma se sei orientale ok, sai (forse) come muoverti.. da occidentale che ricerchi a oriente, trovi quasi solo venditori di fumo....
(quando va bene....)

DIciamo che le religioni orientali sono più esoteriche nella loro parte essoterica rispetto a quelle occidentali, cioè vanno un pò più in profondità all'inizio, mentre in occidente resta tutto più sul blando...
Alla fine comunque in entrambi i casi devi approfondire parecchio, perchè ciò che passa a livello essoterico è utile e propedeutico ma non basta quasi mai per avere importanti cambiamenti....
E' vero anche che per tutta una serie di ragioni, in primis il potere della chiesa, molte tradizioin e molti loro esponenti hanno dovuto nascondersi parecchio nel corso dei secoli...
NON OTTERRETE MAI CIO' CHE AMATE SE NON SOPPORTERETE CIO' CHE ODIATE

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Offline Ragnaz

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Re:Gurdjieff e la Quarta via
« Reply #33 on: October 01, 2012, 18:41:59 pm »
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DIciamo che le religioni orientali sono più esoteriche nella loro parte essoterica rispetto a quelle occidentali, cioè vanno un pò più in profondità all'inizio, mentre in occidente resta tutto più sul blando...
Alla fine comunque in entrambi i casi devi approfondire parecchio, perchè ciò che passa a livello essoterico è utile e propedeutico ma non basta quasi mai per avere importanti cambiamenti....
E' vero anche che per tutta una serie di ragioni, in primis il potere della chiesa, molte tradizioin e molti loro esponenti hanno dovuto nascondersi parecchio nel corso dei secoli...

Infatti.. "da noi" sono decisamente più nascoste che in oriente (almeno fino a un po' di tempo fa...).
Resta il fatto che senza una guida vera non vai da nessuna parte... e leggere libri è bello ma a volte fa quasi solo venir la frustrazione di non sapere come andare oltre...
Ragnaz - alias Luca


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Offline indoctus felix

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Re:Gurdjieff e la Quarta via
« Reply #34 on: October 02, 2012, 17:39:33 pm »
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Nel 1980 dire Arti Marziali significava oriente, questa era l’offerta sul mercato, inevitabile iniziare un percorso fatto di diversi stili, maestri da superare, da ricercare, nomi illustri arrivati per stage direttamente dalla Cina, pian piano si cresce e la costante determinazione alla ricerca della verità ti porta a non accontentarti di chi non sa risponderti. Nel mio caso specifico ricercando “il Mito”, la Via da seguire mi accorsi di essere un numero, sempre più importante in base a quanto denaro portavo ai vari responsabili di una piramide che aveva il vertice in oriente, il massimo delle possibilità era diventare responsabile di una succursale,  riflesso di una luce che non mi apparteneva (riferimento al testo che ho inserito nel topic Aforismi-Pensieri-Saggi per riflettere). Alcune persone decisero di fondare diciotto anni fa un istituto di ricerca che si occupa tuttora di Archeologia Sperimentale, Sport e Giochi della antichità, nonché del settore Militare Romano e Greco, dove la meritocrazia è un punto inalienabile, con un corsus honorum non dettato dal soldo, in questo lasso di tempo più di quaranta musei e istituzioni in Europa ci hanno costantemente finanziato nei nostri progetti e continuano a farlo.  Ragnaz, hai perfettamente ragione, quando leggi gladiatura è un po’ strano dare una collocazione a questa affermazione o una visione corretta di ciò che realmente faccio. Le mie considerazioni sorgono da esperienze reali “combatto con armi hebetes e KO”, nulla è simulato, all'interno di quel luogo chiuso che è l'anfiteatro: col sangue, le ferite, la fatica, la paura, le ovazioni, il coraggio, sentimenti sempre esistiti che portati al limite generano fortissime emozioni che ci accomunano, e la  immane responsabilità come artefice di indurre il pubblico presente ad uno stato psico-emotivo che entri in simpatia col procedere di quello che qualcuno ritiene dei semplici ... “spectacula”. Devo per forza spiegare alcuni punti: le armi hebetes sono di ferro senza filo della lama e con punta arrotondata (feriscono ma non arrivano agli organi vitali), queste anticamente erano usate nella maggior parte dei combattimenti gladiatori (ventilationes, prolusiones, ad digitum e nelle palestre come sport) non a morte. I combattimenti a morte avvenivano per ogni gladiatore circa una volta nel anno con armi affilate, la percentuale di morte era del 10% documentata. Per questo è stato possibile “ricostruire” in toto l’ Arte Gladiatoria, i suoi armamenti, pubblicare libri scientifici e partecipare a documentari un lavoro irto di difficoltà, pensa i rischi nella sperimentazione, visto le premesse non ho nulla a che fare con la moltitudine di teatrali che circolano in giro. Le investiture dei nostri Gladiatori e le relative cerimonie sono regolate dal numero dei combattimenti nelle arene come anticamente, e non da esami a pagamento: da 1 a 19 -grado di Tirones-, da 20 a 99 -Gladiatore legittimo-, da 100 a 199 –Doctor-, da 200 in poi –Spectatus-. Questi combattimenti avvengono oggi, negli anfiteatri antichi di tutta Europa, in festival realizzati attraverso un grande lavoro e spirito di sacrificio, con lo scopo di confrontarsi e crescere, alle quali  prendono parte organizzatori di eventi, musei, sponsor, sovraintendenze, studiosi,  ricercatori, appassionati, accompagnati dalle loro famiglie. Perseguendo la ritualità originale, dove l'importante non è vincere o perdere, ma dare tutto te stesso; non puoi colpire un gladiatore a terra, devi aspettare che si rialzi, ogni volta che cade si rialza e risorge, un passo oltre i suoi limiti, mi ricorda una parola: Sacrificio. Così  il pubblico si trasforma in “Testimone” diretto, nonché utente, ergo “Giudice”. Con il mio contributo vivo questa realtà, sempre in continuo sviluppo, per me ne è valsa la pena. Altrimenti si finisce come tu dici: “... e leggere libri è bello ma a volte fa quasi solo venir la frustrazione di non sapere come andare oltre...”   Per eventi particolari e diciamo coincidenze fortunose alcune persone hanno deciso di andare oltre…..quanto?
« Last Edit: October 02, 2012, 17:48:19 pm by indoctus felix »


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Offline Takuanzen

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Re:Gurdjieff e la Quarta via
« Reply #35 on: October 04, 2012, 09:39:55 am »
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Per seguire. :)

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Offline Ragnaz

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Re:Gurdjieff e la Quarta via
« Reply #36 on: October 04, 2012, 14:01:41 pm »
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Nel 1980 dire Arti Marziali significava oriente, questa era l’offerta sul mercato, inevitabile iniziare un percorso fatto di diversi stili, maestri da superare, da ricercare, nomi illustri arrivati per stage direttamente dalla Cina, pian piano si cresce e la costante determinazione alla ricerca della verità ti porta a non accontentarti di chi non sa risponderti. Nel mio caso specifico ricercando “il Mito”, la Via da seguire mi accorsi di essere un numero, sempre più importante in base a quanto denaro portavo ai vari responsabili di una piramide che aveva il vertice in oriente, il massimo delle possibilità era diventare responsabile di una succursale,  riflesso di una luce che non mi apparteneva (riferimento al testo che ho inserito nel topic Aforismi-Pensieri-Saggi per riflettere). Alcune persone decisero di fondare diciotto anni fa un istituto di ricerca che si occupa tuttora di Archeologia Sperimentale, Sport e Giochi della antichità, nonché del settore Militare Romano e Greco, dove la meritocrazia è un punto inalienabile, con un corsus honorum non dettato dal soldo, in questo lasso di tempo più di quaranta musei e istituzioni in Europa ci hanno costantemente finanziato nei nostri progetti e continuano a farlo.  Ragnaz, hai perfettamente ragione, quando leggi gladiatura è un po’ strano dare una collocazione a questa affermazione o una visione corretta di ciò che realmente faccio. Le mie considerazioni sorgono da esperienze reali “combatto con armi hebetes e KO”, nulla è simulato, all'interno di quel luogo chiuso che è l'anfiteatro: col sangue, le ferite, la fatica, la paura, le ovazioni, il coraggio, sentimenti sempre esistiti che portati al limite generano fortissime emozioni che ci accomunano, e la  immane responsabilità come artefice di indurre il pubblico presente ad uno stato psico-emotivo che entri in simpatia col procedere di quello che qualcuno ritiene dei semplici ... “spectacula”. Devo per forza spiegare alcuni punti: le armi hebetes sono di ferro senza filo della lama e con punta arrotondata (feriscono ma non arrivano agli organi vitali), queste anticamente erano usate nella maggior parte dei combattimenti gladiatori (ventilationes, prolusiones, ad digitum e nelle palestre come sport) non a morte. I combattimenti a morte avvenivano per ogni gladiatore circa una volta nel anno con armi affilate, la percentuale di morte era del 10% documentata. Per questo è stato possibile “ricostruire” in toto l’ Arte Gladiatoria, i suoi armamenti, pubblicare libri scientifici e partecipare a documentari un lavoro irto di difficoltà, pensa i rischi nella sperimentazione, visto le premesse non ho nulla a che fare con la moltitudine di teatrali che circolano in giro. Le investiture dei nostri Gladiatori e le relative cerimonie sono regolate dal numero dei combattimenti nelle arene come anticamente, e non da esami a pagamento: da 1 a 19 -grado di Tirones-, da 20 a 99 -Gladiatore legittimo-, da 100 a 199 –Doctor-, da 200 in poi –Spectatus-. Questi combattimenti avvengono oggi, negli anfiteatri antichi di tutta Europa, in festival realizzati attraverso un grande lavoro e spirito di sacrificio, con lo scopo di confrontarsi e crescere, alle quali  prendono parte organizzatori di eventi, musei, sponsor, sovraintendenze, studiosi,  ricercatori, appassionati, accompagnati dalle loro famiglie. Perseguendo la ritualità originale, dove l'importante non è vincere o perdere, ma dare tutto te stesso; non puoi colpire un gladiatore a terra, devi aspettare che si rialzi, ogni volta che cade si rialza e risorge, un passo oltre i suoi limiti, mi ricorda una parola: Sacrificio. Così  il pubblico si trasforma in “Testimone” diretto, nonché utente, ergo “Giudice”. Con il mio contributo vivo questa realtà, sempre in continuo sviluppo, per me ne è valsa la pena. Altrimenti si finisce come tu dici: “... e leggere libri è bello ma a volte fa quasi solo venir la frustrazione di non sapere come andare oltre...”   Per eventi particolari e diciamo coincidenze fortunose alcune persone hanno deciso di andare oltre…..quanto?

Scusa il ritardo della risposta:)
Hai fatto davvero un percorso molto molto interessante e sicuramente coraggioso !
Dopo aver visto alcune "ricostruzioni" di scherma storica (rinascimentale però, non gladiatura) mi ero informato e devo dire che apprezzo molto questo tipo di lavoro...
Posso chiederti come si chiama il tuo gruppo/associazione? :)
Ragnaz - alias Luca