Si capisco quello che dici ma non ha molto senso fare hatha yoga senza il pranayama e la presenza mentale. Nel senso che l'hatha yoga da solo é come la ginnastica e se mancano le tecniche di respirazione e le tecniche mentali non va oltre.
Poi come fai a sapere se le posizioni e i movimenti che esegui sono corrretti da un libro? ci sono un sacco di piccoli dettagli che leggendo un libro non riesci a cogliere, anche solo dettagli fisici (senza andare ad avventurarci in quelli interni).
Comunque dei libri molto validi per la tecnica sono quelli di Yogani ma sono in inglese. Su sti libri ci trovi anche cose molto avanzate che difficilimente impari in una palestra di yoga italiana. Lui é americano (si pensa, perché é un utente e autore anonimo che non svela la sua identitá) e scrive con un linguaggio moderno e molto chiaro.
Mi inserisco nella discussione per riportare la mia esperienza e fare un paio di domande:
Da quest'anno ho finalmente iniziato a fare yoga da un insegnante di cui mi hanno detto un gran bene e devo dire di essere molto soddisfatto per quello che riguarda la cura della parte fisica.
Ciò che mi lascia perplesso è che nei 3 mesi che sto seguendo questo corso (2 o 3 volte la settimana) non ci hanno mai parlato di respirazione o di presenza mentale, ne richiesto un particolare tipo di rilassamento o meditazione...
Tutto il corso verte sull'esecuzione delle asana, facendo molta attenzione all'esecuzione tecnica, e devo dire che grazie a questo approccio ho acquisito una flessibilità della schiena e delle spalle che non pensavo di poter ottenere in così poco tempo.
Nonostante io faccia yoga soprattutto per raggiungere dei risultati a livello fisico mi sembra comunque di fare yoga ''a metà'', è così?
L'hata yoga senza curare particolarmente la parte di respirazione e concentrazione quanto a senso? E' una pratica limitata anche dal punto di vista fisico?