INTERVISTA CON PHILIPP BAYER (1997)

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Ferretti Enrico

INTERVISTA CON PHILIPP BAYER (1997)
« on: January 18, 2014, 13:16:30 pm »
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D: intervistatore PB: Philipp Bayer

D: Come hai iniziato con il Wing Chun e chi fu il tuo primo insegnante?

PB: Ho cominciato in Germania con il metodo di Leung Ting, chiamato Wing Tsun, dopo un breve periodo sono passato a Wong Shun Leung per il suo sistema di Combattimento e per il suo modo di pensare.

D: Come sei arrivato ad incontrare Sifu Wong Shun Leung?

PB: Per caso, il proprietario di un negozio di articoli per arti marziali mi diede il suo indirizzo dicendo “se vuoi imparare il vero Ving Tsun devi trovare questo uomo”

D: Quali sono le caratteristiche peculiari del VT di Wong Shun Leung?

PB: Hai gli obbiettivi chiaramente di fronte ai tuoi occhi… niente misticismo, niente segreti solo duro lavoro, niente giocare al wing chun, solo combattimento.

D: Quali sono i principali concetti dell’arte?

PB: Il condizionamento  al corretto comportamento e al corretto pensiero per combattere, allenare e sviluppare la potenza del pugno, strategia, coordinazione, equilibrio, trovare ed usare le opportunità, tempismo, per trovare il modo più semplice e diretto per risolvere i problemi in un combattimento e altre importanti qualità da combattente necessarie per sopravvivere ad uno scontro.

D: Cha relazione c’è tra Chi Sau e combattimento?

PB: Per allenare e migliorare nel Ving Tsun abbiamo un peculiare e versatile esercizio con il compagno che serve ad allenare e  correggere molte qualità necessarie per combattere…questo esercizio è chiamato Chi Sau. Chi sau è una mutua cooperazione tra partner per scambiarsi vicendevolmente qualcosa , se non c’è cooperazione…non c’è per molto Chi sau,  diventa improduttivo. Il Chi sau è un esercizio molto buono per aiutarti a raggiungere il tuo scopo ed è per questo che vi dedichiamo così tanto tempo e fatica, ma è comunque solo un collegamento o un ponte tra le forme e lo sparring, che serve a sviluppare l’idea del Ving Tsun.

D: Qual è la tua opinione sul “cross training” ad esempio Wing Chun e Brazilian Ju Jitsu

PB: Per raggiungere l’efficienza nel combattimento con il Ving Tsun devi allenarti molto duramente, per mantenere questo livello persino più duro… non c’è tempo per implementare altre idee.

D: Quali sono i differenti tipi di footwork usati nel Ving Tsun? Ce li puoi descrivere?

PB: C’è solo un tipo di footwork…tentiamo di tagliare la strada al nemico e di interrompere l’attacco.

D: L’uomo di legno è diviso in 108/114 movimenti. Questi movimenti sono ulteriormente raggruppati in sezioni. Quante sezioni ci sono nelle tecniche all’uomo di legno e ogni sezione ha uno scopo particolare per formare il praticante?

PB: Come il Chi Sau ed altri metodi per allenare il proprio comportamento in uno scontro, usiamo l’uomo di legno. Molte delle sezioni all’uomo di legno allenano la posizione del gomito per l’arma principale del Ving Tsun…il pugno dritto. Ma migliora anche la coordinazione, la sincronizzazione tra movimenti delle gambe e delle braccia e ad usare l’intera struttura del corpo per colpire. Sono anche appresi il footwork appropriato ed il tempismo, sopra le altre cose.

D: Può, per favore, spiegare il concetto dell’usare la struttura del corpo nel Ving Tsun?

PB: Un buon pugno non proviene solo dal braccio, si ha bisogno dell’intero corpo… nel Chi Sau per esempio creiamo la perfetta struttura per usare il corpo nei pugni, quando siamo capaci di scambiare la forza con il partner. La qualità dello scambio è la chiave.

D: Com’è strutturata la tua tipica lezione di Ving Tsun?

PB: I miei studenti cominciano con le forme del Ving Tsun per creare e mantenere l’idea corretta. Poi cominciano ad allenare l’arma principale.

D: Qual è la tua opinione sulle gare di Chi Sau?

PB: Non posso pensare ad una cosa del genere!

D: Qual è la tua opinione sull’allenamento supplementare per il Ving Tsun, ad esempio correre per la resistenza e usare i pesi per la forza.

PB: Nel Ving Tsun impari molto presto a trovare i tuoi punti deboli e cosa devi fare per rettificarli. Correre ad esempio non è male, ma per essere in buone condizioni per combattere, hai bisogno di combattere e fare sparring.

D: Ci sono il “grappling” e tecniche di rottura delle ossa nell’arte?

PB: No

D: Sifu, elencherò alcune tecniche e concetti. Stabilite brevemente con una frase un punto importante per ogni tecnica in relazione al combattimento:

D: Tan Sau PB: allena il pugno

D: Bong Sau PB: aprire la strada per colpire

D: Fook Sau: PB: allena il pugno

D: Pak Sau PB: aprire la strada per colpire

D: Kwan Sau PB: allena il pugno

D: Tok Sau PB: non lo abbiamo

D; Poon Sau PB: scambio di forza

D: Fak Sau PB: colpire

D: Lap Sau PB: aprire la strada per colpire

D: Yee Gee Kim Yum Ma PB: allenare la posizione…per condizionare la posizione dei piedi e delle ginocchia per supportare il pugno

D: Jum Sau PB: allena il pugno

 
PB: A proposito…non mi hai chiesto della tecnica (principio) più importante, il pugno dritto!?!

 
D: Qual è il tuo pensiero sul futuro del Ving Tsun del Sifu Wong Shun Leung?

PB: Spero che potremo tenere le persone stupide e stolte lontane dal sistema

D: Grazie per averci dato l’opportunità di intervistarla.

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Offline Tenchu

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Re:INTERVISTA CON PHILIPP BAYER (1997)
« Reply #1 on: January 18, 2014, 14:32:58 pm »
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vorrei approfittare di quest'intervista per fare tre domande per favore:

la cosa che capisco sempre meno è l'importanza del Chi Sao, in genere si dice che le lezioni a cui spesso si è abituati, in cui il Chi Sao sembra essere il centro di tutto, sono lezioni impartite da persone che non hanno realmente approfondito lo studio del Wing Chun, dal mio modo di interpretare (perchè potrei aver capito male) il discorso del maestro Bayer invece pare che il Chi Sao debba essere sempre presente ed importantissimo, mentre invece più di una volta ho sentito dire che dovrebbe essere solo una tappa e che appunto, il fatto che nella maggior parte dei corsi si faccia sempre e per gran parte della lezione non sia proprio una cosa positiva, tu che ne pensi?

per il discorso di integrare invece, non mi trova d'accordo, come mai nel Wing Chun non ci dovrebbe essere il tempo per integrare e in altri stili si? non è la prima volta che nelle interviste Bayer tende a dare quest'impronta di difficoltà e perfezione al proprio stile, cosa abbastanza normale e diffusa, ma a mio parere lo fa in maniera sbagliato, anche perchè basta un minimo di ragionamento per capire che certi discorsi fanno parecchia acqua

domanda invece da ignoranza sulle tecniche di rottura delle ossa: mi era stata fatta vedere nella Chum Kiu una tecnica di rottura/leva a livello del gomito, ti risulta?

P.s.: continuo a non spiegarmi come mai uno stile creato per una distanza così corta non contempli anche uno studio di leve e proiezioni, considerando l'ampio uso del Qinna in altri stili cinesi che basano il confronto su distanze più lunghe...
« Last Edit: January 18, 2014, 19:04:42 pm by Tenchu »

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Ferretti Enrico

Re:INTERVISTA CON PHILIPP BAYER (1997)
« Reply #2 on: January 19, 2014, 21:42:59 pm »
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vorrei approfittare di quest'intervista per fare tre domande per favore:

la cosa che capisco sempre meno è l'importanza del Chi Sao, in genere si dice che le lezioni a cui spesso si è abituati, in cui il Chi Sao sembra essere il centro di tutto, sono lezioni impartite da persone che non hanno realmente approfondito lo studio del Wing Chun, dal mio modo di interpretare (perchè potrei aver capito male) il discorso del maestro Bayer invece pare che il Chi Sao debba essere sempre presente ed importantissimo, ...

In generale: come ho più volte detto il mondo del Wing Chun si compone di discipline diverse che usano lo stesso nome sia per la disciplina stessa che per esercizi e tecniche ( magari completamente diversi per finalità, modalità di esecuzione, ecc.). Quindi è normale sentire tutto e il contrario di tutto. Personalmente non intervengo quasi mai in discussioni in cui si parli in modo generico di “Wing Chun” senza un nome ed un cognome a fianco. Quindi, come mia abitudine, mi limiterò a parlare di quello che faccio io.

Nello specifico: L’insieme degli esercizi a coppia tipici del VT ( Dan Chi, Poon Sao, Toi Ma Seung Ma, Lap sao,  Gow Sao ecc. con tutte le loro varianti) viene indicato con il nome di Chi Sao. Il Chi sao è fondamentale in quanto è lo strumento che sviluppa le caratteristiche tipiche del VT e coregge gli errori tipici. Quindi sì, è fondamentale se vuoi combattere usando la strategia e i metodi del VT.
Nell’articolo si usa un’immagine perfetta per rispondere alla tua domanda: ”… è comunque solo un collegamento o un ponte tra le forme e lo sparring, che serve a sviluppare l’idea del Ving Tsun.”


Quote
per il discorso di integrare invece, non mi trova d'accordo, ...

Qualunque praticante della “vecchia guardia” che ama e ha dedicato la vita alla pratica di una qualsiasi disciplina ti dirà la stessa cosa. Personalmente non sono completamente d’accordo, anche se guradando in giro mi sentirei di consigliare a molti "multidisciplinari", fermo restando il diritto di divertirsi come si vuole, di focalizzarsi su una cosa sola o, per lo meno, una per volta (specialmente se hanno poche ore settimanali da dedicare alla pratica).

Quote
domanda invece da ignoranza sulle tecniche di rottura delle ossa: mi era stata fatta vedere nella Chum Kiu una tecnica di rottura/leva a livello del gomito, ti risulta?

Sì, me l’hanno mostrata in almeno 4-5 lineages, ma non è presente nella Chum Kiu che uso (stessa sequenza, movimenti e funzione diversi).




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Offline Tenchu

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Re:INTERVISTA CON PHILIPP BAYER (1997)
« Reply #3 on: January 19, 2014, 22:05:48 pm »
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grazie delle risposte :)

vorrei approfittare di quest'intervista per fare tre domande per favore:

la cosa che capisco sempre meno è l'importanza del Chi Sao, in genere si dice che le lezioni a cui spesso si è abituati, in cui il Chi Sao sembra essere il centro di tutto, sono lezioni impartite da persone che non hanno realmente approfondito lo studio del Wing Chun, dal mio modo di interpretare (perchè potrei aver capito male) il discorso del maestro Bayer invece pare che il Chi Sao debba essere sempre presente ed importantissimo, ...

In generale: come ho più volte detto il mondo del Wing Chun si compone di discipline diverse che usano lo stesso nome sia per la disciplina stessa che per esercizi e tecniche ( magari completamente diversi per finalità, modalità di esecuzione, ecc.). Quindi è normale sentire tutto e il contrario di tutto. Personalmente non intervengo quasi mai in discussioni in cui si parli in modo generico di “Wing Chun” senza un nome ed un cognome a fianco. Quindi, come mia abitudine, mi limiterò a parlare di quello che faccio io.

Nello specifico: L’insieme degli esercizi a coppia tipici del VT ( Dan Chi, Poon Sao, Toi Ma Seung Ma, Lap sao,  Gow Sao ecc. con tutte le loro varianti) viene indicato con il nome di Chi Sao. Il Chi sao è fondamentale in quanto è lo strumento che sviluppa le caratteristiche tipiche del VT e coregge gli errori tipici. Quindi sì, è fondamentale se vuoi combattere usando la strategia e i metodi del VT.
Nell’articolo si usa un’immagine perfetta per rispondere alla tua domanda: ”… è comunque solo un collegamento o un ponte tra le forme e lo sparring, che serve a sviluppare l’idea del Ving Tsun.”

io ho praticato un po' di Wing Chun del lineage di Wong Shun Leung, ma la linea era quella (all'epoca) Bernardo-Regalzi (prima invece il mio istruttore si allenava da un istruttore francese di nome Wilfride).
le lezioni erano per lo più concentrate sul Chi Sao e ho sentito da più esponenti della stessa scuola la medesima abitudine.
il Chi Sao inizialmente inteso solo come "rolling", poi con il cambio di posizione delle braccia (una dentro e l'altra fuori, poi entrambe dentro, ecc.), una volta presa coscienza dei cambi si passava ad alcune tecniche di entrata, poi contrattacco, ecc, infine si passava allo scambio libero di tecniche ma sempre mantenendo il contatto con le braccia, quindi il cuore ed il fine ultimo della pratica sembravano essere lo scambio libero da Chi Sao a distanza di Chi Sao, quindi manca il dopo, per questo chiedevo qualcosa riguardo l'opinione di chi afferma che così come altri esercizi si fanno ma non ad ogni lezione, anche il Chi Sao non dovrebbe essere una routine :thsit:



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per il discorso di integrare invece, non mi trova d'accordo, ...

Qualunque praticante della “vecchia guardia” che ama e ha dedicato la vita alla pratica di una qualsiasi disciplina ti dirà la stessa cosa. Personalmente non sono completamente d’accordo, anche se guradando in giro mi sentirei di consigliare a molti "multidisciplinari", fermo restando il diritto di divertirsi come si vuole, di focalizzarsi su una cosa sola o, per lo meno, una per volta (specialmente se hanno poche ore settimanali da dedicare alla pratica).

il mio attuale maestro (non pratico più Wing Chun) è della vecchia guardia, ama ciò che pratica ed insegna e a cui ha dedicato la vita, però è l'eccezione che conferma la regola :)
pur avendo 60 anni e pur insegnando lo stile che ha imparato, non ha problemi ad integrare tecniche e metodologie che possono andar bene e io sono d'accordissimo con questa cosa, per me l'evoluzione è cosa buona e giusta, pur avendo prima una solida base da cui partire


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domanda invece da ignoranza sulle tecniche di rottura delle ossa: mi era stata fatta vedere nella Chum Kiu una tecnica di rottura/leva a livello del gomito, ti risulta?

Sì, me l’hanno mostrata in almeno 4-5 lineages, ma non è presente nella Chum Kiu che uso (stessa sequenza, movimenti e funzione diversi).

perfetto, grazie ;)
« Last Edit: January 19, 2014, 22:16:18 pm by Tenchu »

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Ferretti Enrico

Re:INTERVISTA CON PHILIPP BAYER (1997)
« Reply #4 on: January 19, 2014, 22:08:35 pm »
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Grazie a te  :)