Scriverò qui la mia esperienza personale, senza la pretesa che abbia validità universale. Anzi, data la mia pratica “autarchica”, ci sta pure che io sia completamente in errore. Di yoga non so nulla.
(...)
il Qigong, (…) mi pare una sorta di ginnastica dolce …
Lo è. O meglio, può esserlo. Dipende da
chi esegue i movimenti e da
come si eseguono.
Cominciamo con il
come. Quando eseguo i movimenti in modalità “rilassata”, cioè alla velocità di poco più lenta di quella con la quale eseguo i normali movimenti quotidiani, il Qigong è sicuramente classificabile come “ginnastica dolce”. Generalmente uso tale pratica come blando riscaldamento, per poi passare alle modalità più “dure”
[1]: prima, estremamente lento; poi, a massima velocità possibile. In entrambi i casi il limite oltre il quale non vado è quello che segna il confine con la perdita di fluidità dei movimenti
[2].
(…) sui reali benefici...mi sembra che molto possa essere attribuito alla suggestione...sicuramente il movimento controllato unito alla respirazione e alla concentrazione danno alla lunga un senso di benessere psicofisico … (…)
Qui si passa al
chi. Se chi pratica non fa nessuna altra attività fisica, potrà averne beneficio dalla modalità che ho chiamato “rilassata”, nella stessa misura in cui ne avrebbe a fare le scale a piedi, camminare per lunghi tratti, fare piegamenti del busto in avanti
[3] o rotazioni dello stesso.
Questa stessa modalità, invece, per chi è allenato e pratica attivamente una qualunque disciplina sportiva (di combattimento o meno), ha lo stesso valore benefico del fare le scale a piedi o camminare durante il giorno o sgranchirsi la mattina appena svegli. Poco, evidentemente.
Le versioni “dure”
[4], possono avere un certo effetto “allenante” per chi allenato non lo è affatto, almeno all’inizio della pratica e con tutti i limiti ovvi di un tale “allenamento”. Il livello massimo si raggiunge abbastanza presto e le
performance fisiche generali raggiungibili sono decisamente basse: buone per vivere una vita “da impiegato” senza acciacchi e/o malanni fisici vari, ma decisamente insufficienti per fare qualunque cosa “di più”.
Il praticante allenato, invece, può trarne un eventuale beneficio dal punto di vista neuro-motorio nella coordinazione tra movimenti e respirazione, nel controllo/consapevolezza di determinati movimenti e della respirazione, nell’affinamento della capacità propriocettiva generale.
Però, insomma... C’è altro e di meglio, probabilmente. Diciamo che per chi è allenato può essere una forma alternativa di riscaldamento, prima dell’allenamento vero e proprio.
Di sicuro, per chi come me non può permettersi di correre e saltare causa caviglia malridotta e pratica in completa solitudine tra le quattro mura di casa, è una buona alternativa ai “classici” esercizi da lezione di ginnastica a corpo libero per pensionati o pensionandi, soprattutto perché, se associata allo zhan zhuang e alla pratica di danlian e forme, è molto più divertente
[5] dei sopra citati esercizi e, almeno per il tempo della pratica, mi permette di sentirmi un grande e imbattibile maestro di kungfu.