Sono sicuro che il motivo per cui scrivi è più che valido e supportato da valide ragione, ma l'esecuzione continua a contare lo stesso.
La prima volta che ho visto il ponte del lottatore fu in un video dove si vedeva un allenamento di Tyson ai tempi d'oro. Faceva impressione perché tyson spingeva come un toro e l'esercizio assumeva connotati da guiness dei primati. Fenomeno da baraccone. Ma era il collo di tyson.
Ora, l'impatto di questo esercizio, che crea appunto preoccupazione, è la compressione della cervicale, non certo per lo sforzo dei muscoli, dovuto alla curvatura della stessa durante l'esercizio. Tenendo presente che la compressione della cervicale è in realtà molto meno accentuata di quanto potrebbe apparire la struttura è quella del ponte e quella rimane. Questa è la struttura. Motivo per cui, essendo la struttura quella del ponte, i fenomeni si divertono a poggiare sopra il ponte carichi, proprio come su un ponte passano le auto, senza che il ponte crolli.
Questo esercizio è praticato dai lottatori professionisti, oggi come ieri, perché se finisci col collo in quella posizione la posizione la devi tenere e non puoi non averla mai provata prima anche se hai schiena e collo ipertrofici. Perché il ponte lavora su tutta la spina dorsale anche in flessibilità ancor più che che sui muscoli. Tant'è che non è solo un esercizio per il collo.
Però se ritieni che anche a te, che certamente non sei uno che ha iniziato oggi a fare esercizi, allenare in modo corretto il bridge possa dare problemi è una scelta non opinabile. Ma non diciamo che c'è di meglio. Il ponte è il ponte. O lo si fa o non lo si fa. La somma degli esercizi che impattano sugli stessi muscoli fatti con una struttura diversa sono un'altra cosa.