E questa volta, un po' d'Italia in Cina

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Offline Nick

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Re:E questa volta, un po' d'Italia in Cina
« Reply #15 on: March 13, 2014, 11:56:08 am »
+1

Vediamo se riesco a chiarire meglio il mio pensiero. :)
A chi si rivolge alla nostra scuola e che abbia la possibilità di pertecipare alle lezioni con più o meno frrequenza, gli viene chiesto in ogni caso  di seguire il programma nella sua interezza e giusta progressione...non siamo per la "sintesi"!
 ;)

La visione non è "il nucleo e le appendici" ma bensì "il percorso!"
Il praticante di Bajiquan durante la sua evoluzione, ha tre grandi livelli a cui ambire lungo il suo percorso e la Xiao-Jia ne rappresenta il primo.

Potresti spiegarti meglio? Cosa intendi per livelli? Quali sono? In cosa consistono?


...In ogni caso, per noi, è impossibile padroneggiare un "sistema" (il nostro) basando il proprio studio su di un unica una "forma"

Intendi basandosi su una sola forma e nient'altro o su una sola forma e tutto il resto (non forma)? Nel BJQ o intendi in generale?


Ciao Nick

In sintesi

1) Si intendono livelli di abilità:
il Quan-pu dello stile tratta per i primi due più che altro di capacità e attitudini fisiche, per giungere al terzo ove si mettono alla prova le strategie adattandole continuamente alle iniziative dell'avversario.


In sostanza shenfa e studio della forza per i primi due livelli.
Studio dell'applicazione al combattimento il terzo.

O sbaglio?


2) Una sola forma:
in un sistema articolato come il nostro le forme esprimono quanto esposto sopra, l'evoluzione del praticante. Nei Lu vengono ricreate delle situazioni di combattimento con livello di complessità crescente, cercando di replicare l'enorme variabilità che si può riscontrare nella realtà, da qui si evince che lo studio di una singola forma e le varie applicazioni estrapolabili dalla medesima, sono limitanti.

Ho già sentito di questo metodo. Noi ne utilizziamo uno diverso. Di base si studia una sola forma, intesa nella comune accezione, e da quella si costruisce lo stile (*).

A volte ne vengono aggiunte altre, ma solo per lavorare su determinati aspetti. E non sono indispensabili, ma solo di aiuto, per facilitare lo studio. Si può infatti farne a meno e possono essere diverse a seconda della scuola. In alcuni casi sono prese di peso da altri stili (dichiaratamente) in quanto aiutano a comprendere meglio alcune specifiche qualità.


La forma portante stessa è concepita su questo principio.


Comunque la base e la sostanza sono solo nella forma principale, per cui per apprendere lo stile quella si deve studiare.

(*) Non comprendo la forma degli otto palmi base in quanto cosa completamente a se stante e non credo possa essere catalogata come forma secondo l'accezione comune.


Ciao Nick
Saluti Nick

Ricordati...
prima o poi...
...boh?

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Offline Ale-Bajiquan

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Re:E questa volta, un po' d'Italia in Cina
« Reply #16 on: March 17, 2014, 18:08:13 pm »
+1

Vediamo se riesco a chiarire meglio il mio pensiero. :)
A chi si rivolge alla nostra scuola e che abbia la possibilità di pertecipare alle lezioni con più o meno frrequenza, gli viene chiesto in ogni caso  di seguire il programma nella sua interezza e giusta progressione...non siamo per la "sintesi"!
 ;)

La visione non è "il nucleo e le appendici" ma bensì "il percorso!"
Il praticante di Bajiquan durante la sua evoluzione, ha tre grandi livelli a cui ambire lungo il suo percorso e la Xiao-Jia ne rappresenta il primo.

Potresti spiegarti meglio? Cosa intendi per livelli? Quali sono? In cosa consistono?


...In ogni caso, per noi, è impossibile padroneggiare un "sistema" (il nostro) basando il proprio studio su di un unica una "forma"

Intendi basandosi su una sola forma e nient'altro o su una sola forma e tutto il resto (non forma)? Nel BJQ o intendi in generale?


Ciao Nick

In sintesi

1) Si intendono livelli di abilità:
il Quan-pu dello stile tratta per i primi due più che altro di capacità e attitudini fisiche, per giungere al terzo ove si mettono alla prova le strategie adattandole continuamente alle iniziative dell'avversario.


In sostanza shenfa e studio della forza per i primi due livelli.
Studio dell'applicazione al combattimento il terzo.

O sbaglio?


Così è semplicistico.

I tre "grandi" livelli di cui si parla nel Quan-pu dello stile, si raggiungono progredendo attraverso altri piccoli "stadi" di crescita.

Lo "Shen-fa" e le "forze" si studiano subito eliminado gli "otto difetti" e conformandosi agli "otto precetti": più il praticante si atterrà a questa regola, più evidente sarà il suo miglioramento che visivamente lo porterà al raggiungimento sempre più di stadi successivi, sia nelle singole tecniche che nello studio delle loro possibili applicazioni, sia nello studio dei "tao lu" che nei "dui lian" e nell'abilità nel combattere. In buona sostanza lo studio di quest'ultimo non è precluso all'allievo che stia ancora raggiungendo il primo grado di abilità, ma sarà visivamente evidente la diversità tra questi e un praticante che abbia raggiunto una padronanza tale dello stile da poterlo definire un esperto di elevato livello.
Il mio personale pensiero su quanto ho esposto, è che il tutto con le debite diversità, sia abbastanza comune in tanti altri stili.

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Offline Ale-Bajiquan

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Re:E questa volta, un po' d'Italia in Cina
« Reply #17 on: March 17, 2014, 18:12:36 pm »
0


2) Una sola forma:
in un sistema articolato come il nostro le forme esprimono quanto esposto sopra, l'evoluzione del praticante. Nei Lu vengono ricreate delle situazioni di combattimento con livello di complessità crescente, cercando di replicare l'enorme variabilità che si può riscontrare nella realtà, da qui si evince che lo studio di una singola forma e le varie applicazioni estrapolabili dalla medesima, sono limitanti.

Ho già sentito di questo metodo. Noi ne utilizziamo uno diverso. Di base si studia una sola forma, intesa nella comune accezione, e da quella si costruisce lo stile (*).

A volte ne vengono aggiunte altre, ma solo per lavorare su determinati aspetti. E non sono indispensabili, ma solo di aiuto, per facilitare lo studio. Si può infatti farne a meno e possono essere diverse a seconda della scuola. In alcuni casi sono prese di peso da altri stili (dichiaratamente) in quanto aiutano a comprendere meglio alcune specifiche qualità.


La forma portante stessa è concepita su questo principio.


Comunque la base e la sostanza sono solo nella forma principale, per cui per apprendere lo stile quella si deve studiare.
(*) Non comprendo la forma degli otto palmi base in quanto cosa completamente a se stante e non credo possa essere catalogata come forma secondo l'accezione comune.


Ciao Nick

Questa (didatticamente) è una palese differenza tra i due stili.

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Re:E questa volta, un po' d'Italia in Cina
« Reply #18 on: March 18, 2014, 11:02:05 am »
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In sintesi

1) Si intendono livelli di abilità:
il Quan-pu dello stile tratta per i primi due più che altro di capacità e attitudini fisiche, per giungere al terzo ove si mettono alla prova le strategie adattandole continuamente alle iniziative dell'avversario.


In sostanza shenfa e studio della forza per i primi due livelli.
Studio dell'applicazione al combattimento il terzo.

O sbaglio?


Così è semplicistico.

Hai ragione. Forse ho semplificato troppo.



I tre "grandi" livelli di cui si parla nel Quan-pu dello stile, si raggiungono progredendo attraverso altri piccoli "stadi" di crescita.

Lo "Shen-fa" e le "forze" si studiano subito eliminado gli "otto difetti" e conformandosi agli "otto precetti": più il praticante si atterrà a questa regola, più evidente sarà il suo miglioramento che visivamente lo porterà al raggiungimento sempre più di stadi successivi, sia nelle singole tecniche che nello studio delle loro possibili applicazioni, sia nello studio dei "tao lu" che nei "dui lian" e nell'abilità nel combattere. In buona sostanza lo studio di quest'ultimo non è precluso all'allievo che stia ancora raggiungendo il primo grado di abilità, ma sarà visivamente evidente la diversità tra questi e un praticante che abbia raggiunto una padronanza tale dello stile da poterlo definire un esperto di elevato livello.

Concordo: il percorso è sfumato. Diciamo che cambia il bilanciamento tra le proporzioni nello studio.

Man mano si cresce e ci si raffina si aquisiscono le capacità e si passa di livello. Ma non è che da oggi a domani non sei più al livello 2 e arrivi al 3. La progressione è sfumata.


Il mio personale pensiero su quanto ho esposto, è che il tutto con le debite diversità, sia abbastanza comune in tanti altri stili.

Penso anch'io. Poi può variare magari la "suddivisione accademica", ma credo che il processo possa essere sintetizzato in modo analogo.


Ciao Nick
Saluti Nick

Ricordati...
prima o poi...
...boh?

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Re:E questa volta, un po' d'Italia in Cina
« Reply #19 on: March 18, 2014, 11:05:09 am »
0


2) Una sola forma:
in un sistema articolato come il nostro le forme esprimono quanto esposto sopra, l'evoluzione del praticante. Nei Lu vengono ricreate delle situazioni di combattimento con livello di complessità crescente, cercando di replicare l'enorme variabilità che si può riscontrare nella realtà, da qui si evince che lo studio di una singola forma e le varie applicazioni estrapolabili dalla medesima, sono limitanti.

Ho già sentito di questo metodo. Noi ne utilizziamo uno diverso. Di base si studia una sola forma, intesa nella comune accezione, e da quella si costruisce lo stile (*).

A volte ne vengono aggiunte altre, ma solo per lavorare su determinati aspetti. E non sono indispensabili, ma solo di aiuto, per facilitare lo studio. Si può infatti farne a meno e possono essere diverse a seconda della scuola. In alcuni casi sono prese di peso da altri stili (dichiaratamente) in quanto aiutano a comprendere meglio alcune specifiche qualità.


La forma portante stessa è concepita su questo principio.


Comunque la base e la sostanza sono solo nella forma principale, per cui per apprendere lo stile quella si deve studiare.
(*) Non comprendo la forma degli otto palmi base in quanto cosa completamente a se stante e non credo possa essere catalogata come forma secondo l'accezione comune.


Ciao Nick

Questa (didatticamente) è una palese differenza tra i due stili.

Sni. Penso sia più preciso dire tra le due famiglie.

Nel BGZ si usa un metodo o l'altro a seconda della famiglia o del "sottostile". Noi facciamo così. Nello stile Cheng  spesso ho visto fare nel modo da te descritto. Quindi non escludo che per altri sia così. O che esistano metodi ancora diversi che non conosco.


Ciao Nick
Saluti Nick

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