Ok... lo sapevo che non dovevo dare il via alle domande.
1 - Mi trovo in imbarazzo a dire "di debolezza", troppo poco carino e troppo amichevole l'incontro per poter giudicare in maniera realistica... forse, proprio al livello di 2 chiacchere buttate là. come detto da lui stesso Luca lascia un po' scoperto il viso abituato com'è ad un regolamento che non vi contempla pugni nella fase di gara, mentre Happo è più vincolato alla corta distanza.
Sui punti "di forza", ho trovato molte cose interessanti. Bagnoli possiede, nonostante la lunga inattività, una agilità che non ci si aspetta, e porta dei colpi belli pesanti sia di gambe che di braccia. Inoltre dei 3 era quello con la mentalità più a "istruttore", appassionatissimo di aneddoti e storia della disciplina, capace di dare indicazioni in "tempo reale"... ed è bello sodo! Ad un certo punto si faceva prendere a pugni da Antonio e gli diceva "più forte, più forte" ! Che spettacolo !
Antonio mi è parso molto equilibrato con il lavoro di braccia e di gambe, a corta distanza si entrava nel suo terreno ed era facile prendere delle belle sveglie. Reattivo, coperto... insomma bello tosto... anche mentalmente, perché ha preso molto velocemente le misure a stili diversi e ha fatto capire che era bene stare attenti di fronte a lui.
2 - Consigli non mi sento di darli, non sono sinceramente all'altezza.
3 - Sulla mia pratica... considerazioni tante... ma è un bel pezzo che ci rimugino su... ultimamente ho ritrovato serenità nel farla e ho riacquistato fiducia in me stesso come praticante. Lo sparring interstile è stata una bella esperienza che mi piacerebbe ripetere presto. Non so se il mio modo di muovermi era quello che Happo e Luca si aspettavano... questo magari possono dirlo loro... è chiaro che ho fatto una discreta fatica ad accettare anche lo scontro sulla cortissima distanza e tuttavia credo che l'impostazione Shotokan se non estremizzata per una concezione eccessivamente "point" abbia la sua ragione di essere. Tra l'altro la pratica del GoshinDo influenza inevitabilmente il mio modo di fare e mescolando due concezioni che se per certi versi hanno la stessa matrice per altri sono radicalmente differenti, viene fuori un atteggiamento ibrido che forse in quel contesto non riesco ad esprimere al meglio.
Una cosa che ho notato è che nello Shotokan c'è tantissima attenzione al momento in cui scegliere di accettare l'azione, mentre provando altre impostazioni questa tensione c'è molto meno e si va più "in scioltezza" nell'accettare lo scontro. E' più l'energia che utilizzo per decidere quando e come partire che nell'azione vera e propria.
Io un idea del perché cel'avrei... ma non sono predisposto a prendre una sfilza di -1 !