Perché studiare le forme?

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Iperbole

Re: Perché studiare le forme?
« Reply #45 on: September 20, 2010, 21:26:21 pm »
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vai orso ! scatenati !

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Offline teNeus

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #46 on: August 09, 2013, 11:13:27 am »
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ciao io ho l'impressione che molte forme di kung fu (parlo da non praticante) siano del tutto non praticabili in un combattimento vero e
men che meno in un corso di autodifesa. qualcuno ha esperienza di ciò?

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Offline Darth Dorgius

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #47 on: August 09, 2013, 11:22:18 am »
0
ciao io ho l'impressione che molte forme di kung fu (parlo da non praticante) siano del tutto non praticabili in un combattimento vero e
men che meno in un corso di autodifesa. qualcuno ha esperienza di ciò?

Mi pare ovvio... Infatti le forme non servono per quello, sicuramente.
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Ferretti Enrico

Re:Perché studiare le forme?
« Reply #48 on: September 20, 2013, 06:46:31 am »
+1
Alcune mie considerazioni sulle forme a mani nude del Ving Tsun

https://www.facebook.com/notes/ving-tsun-marche/alcune-mie-considerazioni-sulle-forme-a-mani-nude-del-ving-tsun/301478286645741


Il famoso attore e praticante marziale Bruce Lee sosteneva che le forme delle arti marziali classiche fossero inutili, poiché propongono soluzioni fisse a casi ideali che in un evento dinamico e con possibilità infinite come il combattimento non si riproporranno mai. A parer mio il “piccolo drago” aveva ragione.

Fortunatamente le forme del VT non consistono in una sequenza di tecniche o applicazioni, ma il loro scopo è mostrare dei concetti, far acquisire corrette abitudini (automatismi) o sviluppare delle qualità.

In una parola le forme del Ving Tsun sono “astratte”.

E non potrebbe essere altrimenti per un’arte marziale che ha tra le sue basi fondanti quella di essere basata su “principi” e le cui tecniche sono solo una conseguenza dell’applicazione di detti principi. Onde non spiazzare troppo i novizi (che potrebbero essere confusi da un approccio completamente concettuale) si usa mostrare qualche possibile applicazione di singoli o più movimenti, ma restare attaccati all'esempio denota solo mancanza di progressione nell'apprendimento del VT.

 

Viste le premesse elemento assolutamente irrinunciabile per utilizzare le forme nel proprio addestramento è il sapere dettagliatamente tutti i “perché” delle stesse.

Ad esempio: perché nella prima forma non mi muovo? Perché tengo i piedi con le punte rivolte verso l'interno? Perché il gomito va verso il centro? Perché Tan/Fok/Bong/Jam/ecc. Sao? Perché il Wu Sao torna indietro? Perché c'è una parte lenta nella prima forma? Perché nella seconda forma le braccia vanno raccolte parallele davanti al petto? perché ruoto di 180° e non di.. 150°, ad esempio? Perché una cosa si esegue in un certo modo? Cosa succede se cambio o modifico questo o quello? Ecc. ecc. ecc.

Sapere fin nei minimi dettagli e fin da subito, fin dalla prima volta in cui prendo contatto con la forma, tutti i perché e per come di quello che vado a fare, gli errori da evitare, ecc. è l'unico modo per fare in modo che le forme diano i loro frutti e per poter applicare l'autocorrezione.

 

Ma perché usare le forme? Non potremmo sviluppare abitudini, qualità e apprendere i concetti in modo corretto senza le forme? Teoricamente potremmo, ma con molta più difficoltà e in molto più tempo. La capacità di usare il corpo in un dato modo (“intelligenza corporea”) richiede la comparazione e la ripetizione continuata di modelli. Ecco dunque che per assimilare il modello che vogliamo “caricare nel nostro hard disk” è necessario ripeterlo costantemente mantenendo gli stessi parametri. Quindi le forme nascono come sequenze “ideali” in cui il movimento, l'azione o il concetto sono eseguiti nel modo migliore per lo scopo che ci prefiggiamo, così che il corpo li acquisisca in maniera corretta. Ovviamente questo processo richiede tempo, soprattutto quando occorre affiancare o sostituire modelli ormai consolidati. Considerando l'innaturalezza congenita delle tecniche e della strategia del VT (uso dei gomiti, della linea retta, di entrambe le braccia coordinate tra loro e con gli spostamenti, ecc.) si capisce come questo aspetto diventi fondamentale.

Ma il corpo impara a fare qualcosa anche in base alla specificità dei parametri che gli si forniscono. Sotto questo punto di vista le forme si risolvono in una serie di movimenti fatti a vuoto: in concreto stiamo solo muovendo l'aria... . Quindi per far in modo che le qualità apprese siano funzionali, siano potenziate, migliorate ed applicabili è indispensabile che alle forme sia accostato un qualche tipo di feedback fisico, materiale. Ecco dunque che esse vanno abbinate all'uso dell'uomo di legno e agli esercizi con il partner (Chi Sao, Lap Sao, Gow Sao, esercizi Lat Sao Jik Chung, ecc.). Questi strumenti dell'addestramento VT rappresentano la parte tangibile delle forme, senza questi esse rimangono lettera morta, un qualcosa che risiede solo nella “testa” del praticante ma non nelle sue “braccia”.

 

In un contesto dinamico e stressante come il combattimento, ovviamente, si perderanno molte delle impostazioni ideali apprese, si commetteranno errori (overshooting, sbilanciamenti, posizionamenti errati, timing errato, ecc.) o non si avrà la possibilità di usarle (situazione ambientale, opportunità, avversario...) ma il se il corpo avrà assimilato le caratteristiche che le forme vogliono fornirgli avrà la naturale tendenza a usare, recuperare adattare le qualità e i modelli appresi in funzione della situazione: usare il VT sarà cioè diventato un'abitudine inconscia ed immediata. Le forme dunque ci forniscono solo gli “attrezzi” per fare il lavoro, ma sta a noi scegliere quale sia quello giusto, come e quando usarlo in base alla situazione che affrontiamo. Infatti non solo ciò che utilizziamo in concreto è quasi sempre differente dai movimenti della forma che ne sviluppa il concetto fondate, ma l'azione è costituita spesso da più “parti” delle tre forme “mischiate” insieme ed adattate alla situazione concreta.

Tutto questo sempre se la forma sia intesa nel senso multidimensionale di insieme di principi e non in quello monodimensionale di applicazione di una tecnica. Cristallizzare ogni movimento in una risposta standard ad una data situazione non solo è contrario ai principi della disciplina, ma renderà il praticante incapace di adattarsi e di usarla in ogni situazione, così facendo il VT sarà diventato un limite e non un modo più efficace di usare il corpo per combattere.

Una volta sviluppate le qualità allenate dalle forme, completate e affinate con il lavoro con il partner e l'uomo di legno, potenziate ed implementate con l'utilizzo degli altri strumenti del VT (sacco a muro, sacco appeso, colpitori, speed ball, armi, ecc.) non resta che testare il tutto nel contesto non collaborativo con drills in opposizione e i vari tipi di sparring ( con limitazioni, condizionato, libero, ecc.) in modo da introdurre il fattore stress (fisico e psicologico) e l'imprevedibilità dell'avversario e delle situazioni. Sotto pressione emergeranno errori e lacune, così il praticante saprà cosa deve migliorare (es.: timing, struttura, overshooting, coordinazione, ecc.) e quali strumenti usare (es.: quale forma, quale drill, quale sezione/esercizio all'uomo di legno, ecc.) per correggere il suo difetto e migliorare. E' questo che intendiamo dicendo che il VT è un sistema che riduce gli “errori” che si possono commettere in combattimento.

Questo dimostra ancora una volta come il VT sia un sistema che, pur formato da diverse parti, ha senso solo quando si allenano tutti gli elementi che lo compongono, in quanto questi tutti insieme, lavorando sinergicamente, creano il pugilatore VT.

Lasciare fuori qualcosa, anticipare troppo o all'opposto ritardare in modo smodato l'uso di uno qualsiasi degli strumenti del VT significa impedire al praticante, nel migliore dei casi, di arrivare al suo massimo potenziale o, nel peggiore dei casi, di raggiungere qualcosa di utilizzabile.

 

Le tre forme a mani nude del Ving Tsun sono:

 

Siu Lim/Lin Tao (SLT): Punti centrali della prima forma sono l’uso del gomito e la corretta postura/struttura del corpo. Nella SLT si deve ri-imparare a ad usare il proprio corpo e gli arti nella maniera più efficiente ed efficace nonché interiorizzare i concetti fondamentali della disciplina. Si tratta di un lavoro di propriocezione in cui si usa il proprio corpo come riferimento; l'avversario, il combattimento e quant'altro sono per il momento accantonati: lo “sguardo” del praticante è rivolto su se stesso. Per facilitare questo processo, non ci sono spostamenti (prima occorre imparare a stare in piedi “in struttura”, poi ci si potrà muovere usando “la struttura”) e si usa un braccio alla volta o entrambi che fanno lo stesso movimento, in modo speculare, per facilitare la coordinazione e focalizzarsi su quello che si sta facendo. SLT inoltre corregge la posizione dei piedi pere supportare il pugno (posizione “Yee Gee Kim Yum Ma”), introduce l'idea della “linea centrale”, del fronteggiare l’avversario ( Ching Ying: stare “squadrati” senza porre un lato del corpo più in avanti rispetto all’altro), enfatizza equilibrio, economia del movimento, rilassatezza, uso della gravità, fornisce il primo approccio all'esecuzione delle tecniche (in rapporto al gomito e al proprio corpo) e al posizionamento ideale e automatico di braccia e gomiti, fornisce i primi elementi per evitare l'overshooting.

 

 

Chum Kiu: Nella seconda forma si presume che ormai il praticante abbia coscienza e sappia usare il gomito e la struttura (grazie anche agli esercizi abbinati alla prima forma: Dan Chi, Poon Sao, Toi Ma-Seung Ma, ecc.) quindi lo “sguardo” si sposta da noi verso l'esterno, verso l'ambiente e l'avversario. A questo punto le braccia lavorano in modo indipendente e coordinato tra loro e con il resto del corpo. Sono introdotti l’uso del terreno per generare forza e per muoversi (spostamenti) nonché i calci. Chum Kiu sviluppa la velocità di rotazione delle anche e del gomito, l' uso corretto del Bong-Wu Sao, la gestione dell'asse verticale del corpo. Illustra e allena i principi del “tagliare la via” all’avversario. “recuperare il centro” e “cercare la via più breve per il bersaglio”. Addestra/potenzia/migliora il timing, la coordinazione generale, l'equilibrio dinamico, la sincronia, il posizionamento corretto delle braccia sulle tecniche di apertura (Pak, Jut, Bong, ecc.), ad usare il corpo come una “unità” (unificazione del corpo), a cercare/mantenere/recuperare la giusta distanza e posizione per colpire l’avversario, corregge l'overshooting in modo dinamico.

 

Chum Kiu NON addestra a cercare il contatto con gli arti dell’avversario o a rimanergli attaccati (errore del “cacciare le mani”): l'unica cosa che cerca un pugilatore VT è quella piazzare i suoi colpi su un bersaglio pagante (Wong Shun Leung stesso è stato più volte chiaro e netto su questo punto).

 

Una volta presa una buona confidenza con la seconda forma è assolutamente necessario sia introdotto l'uomo di legno nell'addestramento: l'uno aiuta a capire e migliorare l'altro e a sviluppare le qualità sopra citate.

 

Biu Ji : la terza forma rompe gli schemi, viola le “regole” dettate dalle prime due; in effetti potrebbe sembrare una forma di un altro stile. In Biu Ji si incrociano le braccia, si piega la schiena, si “cercano” le braccia avversarie, le mani “lanciano” il corpo e non viceversa, si ipotizza di poter afferrare l'avversario, ecc. Tutto ciò perché Biu Ji addestra a reagire quando le cose non vanno come si vorrebbe, quando ci si trova in situazioni particolari e/o svantaggiose (feriti, a terra, contro un muro, avversario più grande/forte/veloce, più avversari, braccia bloccate, ecc.…) o quando si commettono errori e devo cercare di recuperare una posizione vantaggiosa: in sostanza quando non posso usare efficacemente il VT “normale”. Anche questa forma, tuttavia, non propone “tecniche”, ma illustra concetti e “suggerimenti tattici” da usare in caso di emergenza per recuperare errori e tornare a combattere o per limitare i danni (anche fuggendo).

 

Il fatto che esista addirittura una forma in cui praticamente si dice che non sempre il VT può funzionare, che in combattimento si può finire in situazioni imprevedibili e svantaggiose, che occorre uscire dagli schemi, che a volte è meglio sapere come farsi strada per sfuggire allo scontro e scappare dimostra ancora una volta quanto coloro che hanno creato, sviluppato e tramandato il VT fossero persone estremamente intelligenti e consapevoli della realtà del combattimento.

 

Enrico Ferretti


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Offline TheElbowSmash

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #49 on: September 20, 2013, 12:44:44 pm »
+6
Io ho una teoria, forse è na minchiata ma ve la illustro comunque.
A mio avviso, le forme (e non sto parlando di sequenze tecniche concatenate a vuoto, ma di coreografie fiorite e articolate che poco hanno a che fare col combattimento in se), sopratutto nelle AM cinesi, sono nate come unico strumento di rappresentazione/esibizione dell'eleganza marziale durante spettacoli ed eventi di piazza o di carattere "Regale".

Più le forme erano eleganti, belle, articolate, e gli abiti colorati, più l'imperatore/signorotto applaudiva, più la scuola acquisiva prestigio (e probabilmente "Donazioni").

Col tempo, i Maestri, per evitare che gli allievi iniziassero a porsi qualche domanda sulla reale utilità di tutto ciò, hanno iniziato a macchinare le motivazioni più disparate per giustificare lo studio delle Forme che, in alcune scuole, superava e supera tutt'ora anche lo studio e l'applicazione delle Tecniche di combattimento stesse.
E quindi si è andati da motivazioni più o meno oneste come: serve per assumere consapevolezza del proprio corpo, aumenta l'agilità e la flessibilità, rende i movimenti più scattanti e naturali, ecc..
Fino a: serve per apprendere al meglio gli angoli d'attacco, serve per assimilare dei movimenti che entreranno in gioco automaticamente durante uno scontro, è un combattimento VERO contro uno o più avversari immaginari, ecc..
Ovviamente, se io sono un Maestro di Arti Marziali e insegno più forme che pugni, devo pur fare in modo di evitare che i miei allievi mi dicano "a sto punto vado ad iscrivermi a danza con mia sorella". E la semplice motivazione della "tradizione" spesso non basta a riempire le palestre. E quindi ti dirò che quando, in quella data forma, tu sei nella horse stance con il culo quasi a terra e muovi lentamente il taglio della mano in maniera circolare verso l'esterno, tu in quel momento stai tirando un micidiale colpo e che farà male e che se lo provi tante volte ti scatterà naturalmente in un combattimento.

Oh, e tra l'altro, tutt'oggi ci sono megatornei in cui l'abilità di una Scuola/Atleta/Arte Marziale viene giudicata solo ed esclusivamente in base alle Forme. Con tanto pubblico (perché sono più belle a vedersi di "due che si menano), giudici che applaudono e scuole che acquisiscono prestigio.

Ps. Io non sono contrario alle Forme, anzi le apprezzo moltissimo come espressione meravigliosa e maestosa del corpo (così come apprezzo la danza) e dell'eleganza della tradizione marziale.
Però, non mi piace che gli si venga attribuita (anche in maniera fin troppo irrealistica) una qualsivoglia utilità pratica al di fuori della pura preservazione del retaggio tradizionale originario dell'Arte (Che non è una brutta motivazione tra l'altro, anzi).




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Offline Takuanzen

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #50 on: September 20, 2013, 13:25:56 pm »
+1
"Formalmente" seguo per ora. XD

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Ferretti Enrico

Re:Perché studiare le forme?
« Reply #51 on: September 21, 2013, 14:13:18 pm »
0
Butto là un'idea..  un "pourparler"...

La forma come una seire di  esercizi a vuoto fatti da soli per insegnare al corpo alcune cose (meccanica, coordinazione, postura, ecc... ) attaccati insieme per formare una sequenza (così da essere ricordati/trasmessi).

Quindi possibilità di prendere un pezzo e di farlo a manetta per allenare quello che più ci interessa.

Concettualmente il lavoro allo specchio, vuoto, ecc. sono "forme". La "shadow boxing" è una "forma" libera. Lo "sparring condizionato" è una "forma" a due (tipo esercizi  "Kihon" del Karate/Judo).

Il corpo per imparare ha bisogno di modelli di riferimento e di "feedback" sull'azione eseguita. Quindi, consapevolmente o meno, tutte le discipline e tutte le attività umane usano un qualche tipo di "forma" (sequenza, esercizio, metodo, ecc.) per imparare e capire "in bianco" l'azione da eseguire per poi potenziarla, migliorarla, ecc. e quindi usarla nel contesto che gli è propio.


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Offline Rev. Madhatter

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #52 on: September 21, 2013, 14:28:50 pm »
+5
Butto là un'idea..  un "pourparler"...

La forma come una seire di  esercizi a vuoto fatti da soli per insegnare al corpo alcune cose (meccanica, coordinazione, postura, ecc... ) attaccati insieme per formare una sequenza (così da essere ricordati/trasmessi).

Quindi possibilità di prendere un pezzo e di farlo a manetta per allenare quello che più ci interessa.

Concettualmente il lavoro allo specchio, vuoto, ecc. sono "forme". La "shadow boxing" è una "forma" libera. Lo "sparring condizionato" è una "forma" a due (tipo esercizi  "Kihon" del Karate/Judo).

Il corpo per imparare ha bisogno di modelli di riferimento e di "feedback" sull'azione eseguita. Quindi, consapevolmente o meno, tutte le discipline e tutte le attività umane usano un qualche tipo di "forma" (sequenza, esercizio, metodo, ecc.) per imparare e capire "in bianco" l'azione da eseguire per poi potenziarla, migliorarla, ecc. e quindi usarla nel contesto che gli è propio.

E' scorretto usare il concetto di forma in maniera distorta per farlo combaciare con altre attivita' umane e dire cosi' che "ci sono forme ovunque". No, le am sono le uniche discipline in cui esistono le forme, in tutte le altre attivita' umane si impara in maniera diversa.

Vi sono gia' diverse discussioni su questo forum in merito alle forme, alla loro funzione, agli studi scientifici e perfino sul paragone con la shadow.
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

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Offline Rev. Madhatter

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #53 on: September 21, 2013, 14:31:13 pm »
+3

Ma perché usare le forme? Non potremmo sviluppare abitudini, qualità e apprendere i concetti in modo corretto senza le forme? Teoricamente potremmo, ma con molta più difficoltà e in molto più tempo.

Enrico Ferretti

La parte in grassetto e' una tua ipotesi?

Non esistono, che io sappia, ricerche che dimostrino una cosa del genere, anzi semmai il contrario.
Inoltre e' intuitivo: quanto ci metti a imparare a "combattere" in uno stile con forme e quanto in uno senza?
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
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Ferretti Enrico

Re:Perché studiare le forme?
« Reply #54 on: September 21, 2013, 14:46:42 pm »
-3


E' scorretto usare il concetto di forma in maniera distorta ...

lascia stare la parola, non ti fissare sull'etichetta (e soprattutto non pensare che voglia far cambiare idea a qualcuno..  :) )

Infatti "forma" era virgolettato nel mio intervento...

"metodo per far apprendere al corpo una determinata meccanica/funzione/azione/atteggiamento?"... può andare?

primo giorno in palestra: ".. Ginetto ok, stendi il braccio, così.. ok guardati allo specchio, parte dalla gamba, ricorda.. la gamba spinge, ruota l'anca, allunga il barccio..sì.. sì così, ruota la spallla... ok, ma non abbassare l'altro braccio, no no.. stai dritto, non ti buttare in avanti.. così.. ok ..."

Cosa fa Ginetto? La "forma" del Jab.

Perchè non lo tira a tutta forza e velocità? Perché non lo fa subito al sacco? Perché non lo buttano sul ring e poi... impara sul campo?

Perché il suo corpo non ha il modello "Jab" in memoria e deve prima caricare il file e poi lavorarci su finchè non diventi un prodotto utilizzabile nel contesto e con i parametri necessari.
« Last Edit: September 21, 2013, 14:49:25 pm by Ferretti Enrico »


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Offline TheElbowSmash

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #55 on: September 21, 2013, 14:55:23 pm »
+5

E' scorretto usare il concetto di forma in maniera distorta per farlo combaciare con altre attivita' umane e dire cosi' che "ci sono forme ovunque". No, le am sono le uniche discipline in cui esistono le forme, in tutte le altre attivita' umane si impara in maniera diversa.


Concordo.

In realtà per apprendere, potenziare e migliorare l'azione da eseguire, le discipline a cui il paragone fa riferimento utilizzano soluzioni più pragmatiche ed efficaci. Sacchi, colpitori, sparring non collaborativo, sin da subito. La shadowboxing davanti allo specchio diventa utile e sensata per un miglioramento stilistico della tecnica SOLO in funzione della presenza parallela di quelle altre pratiche d'allenamento.
Nessun istruttore di SdC ti mette a fare shadowboxing per mesi PRIMA di farti prendere a cazzotti un sacco, in quanto ha una funzione finalizzata solamente al miglioramento "stilistico" dell tecnica. Non la rende più potente, ed efficace e nessun istruttore ti dirà che serve a quello.
Anzi in una palestra di boxe media, la prima cosa che ti fanno fare dopo aver indossato i guanti è il sacco, subito. Magari prima, durante e dopo, ti daranno dritte su come scagliare correttamente la tecnica, ma si tratta di "Tips", consigli, dopo 2 minuti sei già sul sacco ed è li che vieni corretto. Non ci perdi di certo mesi e mesi.

La gran parte delle discipline che puntano parecchio sulla pratica delle forme, non affiancano allo studio di quest'ultime delle soluzioni come quelle sovracitate. Di conseguenza è chiaro che si tenterà di attribuirvi delle facoltà più ampie, facendo spesso credere che ciò basti di per se all'acquisizione di una tecnica nella sua completezza (o quasi), per compensare la mancanza di esercizi mirati e banchi di prova comprovati che sviluppino: potenza, rapidità, esplosività, efficacia, ecc...
« Last Edit: September 21, 2013, 14:58:23 pm by TheElbowSmash »

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Ferretti Enrico

Re:Perché studiare le forme?
« Reply #56 on: September 21, 2013, 15:08:13 pm »
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Concordo.

In realtà per apprendere, potenziare e migliorare l'azione da eseguire, le discipline a cui il paragone fa riferimento utilizzano soluzioni più pragmatiche ed efficaci. Sacchi, colpitori, sparring non collaborativo, sin da subito. La shadowboxing davanti allo specchio diventa utile e sensata per un miglioramento stilistico della tecnica SOLO in funzione della presenza parallela di quelle altre pratiche d'allenamento.
Nessun istruttore di SdC ti mette a fare shadowboxing per mesi PRIMA di farti prendere a cazzotti un sacco, in quanto ha una funzione finalizzata solamente al miglioramento "stilistico" dell tecnica. Non la rende più potente, ed efficace e nessun istruttore ti dirà che serve a quello.
Anzi in una palestra di boxe media, la prima cosa che ti fanno fare dopo aver indossato i guanti è il sacco, subito. Magari prima, durante e dopo, ti daranno dritte su come scagliare correttamente la tecnica, ma si tratta di "Tips", consigli, dopo 2 minuti sei già sul sacco ed è li che vieni corretto. Non ci perdi di certo mesi e mesi.

La gran parte delle discipline che puntano parecchio sulla pratica delle forme, non affiancano allo studio di quest'ultime delle soluzioni come quelle sovracitate. Di conseguenza è chiaro che si tenterà di attribuirvi delle facoltà più ampie, facendo spesso credere che ciò basti di per se all'acquisizione di una tecnica nella sua completezza (o quasi), per compensare la mancanza di esercizi mirati e banchi di prova comprovati che sviluppino: potenza, rapidità, esplosività, efficacia, ecc...

Quoto assolutamente tutto il tuo discorso, assolutamente.

... ma non c'entra nulla con quello che ho detto io nel mio ultimo intervento (con tutto il rispetto...).

Hai ampliato il discorso e hai aggiunto altre considerazioni, ma quello che dici non inficia quanto detto da me e se leggi il mio articolo dico:

"...Una volta sviluppate le qualità allenate dalle forme, completate e affinate con il lavoro con il partner e l'uomo di legno, potenziate ed implementate con l'utilizzo degli altri strumenti del VT (sacco a muro, sacco appeso, colpitori, speed ball, armi, ecc.) non resta che testare il tutto nel contesto non collaborativo con drills in opposizione e i vari tipi di sparring ( con limitazioni, condizionato, libero, ecc.) in modo da introdurre il fattore stress (fisico e psicologico) e l'imprevedibilità dell'avversario e delle situazioni. Sotto pressione emergeranno errori e lacune, così il praticante saprà cosa deve migliorare (es.: timing, struttura, overshooting, coordinazione, ecc.) e quali strumenti usare (es.: quale forma, quale drill, quale sezione/esercizio all'uomo di legno, ecc.) per correggere il suo difetto e migliorare....."


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Offline The Doctor Sherlockit

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #57 on: September 21, 2013, 16:02:36 pm »
+2
Enrico, ti svelo un segreto per evitare che tu perda tempo tirando in ballo analogie assurde per avvalorare le tue ipotesi e teoria, se stai cercando degli utenti che ti facciano pat pat sulla spalla dicendoti che quello che fai è corretto allora hai sbagliato posto.

Senza girare troppo attorno al problema, su questo forum il discorso sulle forme, tirato in ballo migliaia di volte in passato, si sintetizza più o meno come:" Non servono ad un ca... se stiamo parlando di allenarci per combattere o anche allenarci fisicamente, servono per altri scopi, come mantenere la tradizione, fare rievocazione storica della disciplina, creare esibizioni e demo ecc, forse e dico forse una volta avevano una utilità oggi sono ottime per vampirizzare il tempo di allenamento"


Se vuoi leggere le opinioni di tutti,  in interstile ce almeno una discussione in cui se ne parla approfonditamente. E scusate la franchezza ma ad un certo punto non credo neanche sia utile tentare l'evangelizzazione forzata verso certi aspetti della preparazione atletico/tecnica, se uno arriva a capirli da solo va bene, se non ci arriva va bene lo stesso.
« Last Edit: September 21, 2013, 16:10:29 pm by Kit »

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Offline happosai lucifero

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #58 on: September 21, 2013, 16:28:26 pm »
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Enrico, ti svelo un segreto per evitare che tu perda tempo tirando in ballo analogie assurde per avvalorare le tue ipotesi e teoria, se stai cercando degli utenti che ti facciano pat pat sulla spalla dicendoti che quello che fai è corretto allora hai sbagliato posto.

Senza girare troppo attorno al problema, su questo forum il discorso sulle forme, tirato in ballo migliaia di volte in passato, si sintetizza più o meno come:" Non servono ad un ca... se stiamo parlando di allenarci per combattere o anche allenarci fisicamente, servono per altri scopi, come mantenere la tradizione, fare rievocazione storica della disciplina, creare esibizioni e demo ecc, forse e dico forse una volta avevano una utilità oggi sono ottime per vampirizzare il tempo di allenamento"


Se vuoi leggere le opinioni di tutti,  in interstile ce almeno una discussione in cui se ne parla approfonditamente. E scusate la franchezza ma ad un certo punto non credo neanche sia utile tentare l'evangelizzazione forzata verso certi aspetti della preparazione atletico/tecnica, se uno arriva a capirli da solo va bene, se non ci arriva va bene lo stesso.


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Offline Kufù

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Re:Perché studiare le forme?
« Reply #59 on: September 21, 2013, 17:02:35 pm »
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.... ti svelo un segreto....analogie assurde....ti facciano pat pat....quello che fai è corretto...Non servono ad un ca....evangelizzazione....

discretamente umile come intervento  :D
Giovane furbino io rispondo agli uomini di paglia con gli uomini di paglia, per il sano principio di non sprecare energie inutili. Nel senso che la puzza di sviamento la sento a km, specie perche' ci conosciamo da un sacco e non spreco energie quando fai le nubi d'inchiostro.