KALI SPORT

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KALI SPORT
« on: October 09, 2010, 17:06:36 pm »
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La maggioranza dei praticanti di kali è contrario alle gare e moltissime scuole non le fanno. La motivazione è che snaturerebbero i contenuti tecnici della disciplina, impoverendola e riducendola ad un tirar bastonate a caso o quasi.
Personalmente son sempre stato di parere opposto. Prima di tutto lo studio di qualunque tecnica solo con avversari collaborativi impedisce di valutare la nostra capacità di applicarla realmente ma anche il valore effettivo della tecnica stessa (se nessuno riesce mai ad applicarla un motivo ci deve essere). La paura del dolore (e in gara l’affrontare non un compagno ma uno sconosciuto) aiuta a superare anche il blocco psicologico di uno scontro. Ovviamente occorre che il bastone, pur senza causare lesioni serie, faccia male, altrimenti mancherà lo stimolo ad evitare i colpi.
Il mondiale di agosto a Manila ha rafforzato la convinzione che le gare siano utili. Si combatteva con bastoni (poco)imbottiti che causavano dolore all’impatto (ed anche danni. Uno di noi è tornato con una cosa mai vista: gli avevano letteralmente stampato la sagoma del bastone sul bicipite. Non parlo di un livido a forma di bastone, gli hanno proprio schiacciato il muscolo lasciando una specie di scannellatura.). I filippini combattevano con poche e semplici tecniche e, grazie al loro lavoro di condizionamento di polso e avambracci, riuscivano a tirare colpi veloci e forti senza muovere il braccio per caricarli. Un’ottima dimostrazione che le tecniche complicate servono solo per impressionare nelle dimostrazioni. 

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Offline Gargoyle

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Re: KALI SPORT
« Reply #1 on: October 09, 2010, 17:34:42 pm »
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due premesse e una domanda.
premessa uno: non so nulla di kali! (iniziamo bene dirai tu...)
premessa due: così a naso, le AM che diventano discipline sportive proprio non mi piaccino (sempre meglio penserai tu, ok, ma aspetta un attimo!)
domanda: i tipi di colpi che sferro per ferire o altro, non sono ben diversi da quelli che porto per fare un punto?

in un combattimento, il mio colpo deve avere abbastanza potenza, non solo per far male, ma anche per causare danno.
in gara, mi basta un contatto abbastanza deciso e valido per farmi assegnare il punto.
la mia sensazione è che in gara, si possa snaturare il concetto di colpi "letali" per andare a ricercare il contatto, che mi porti ad un facile punto e non per forza ad un buon colpo...

e restando sullo stesso concetto, spesso tattiche "guerriere" sono ben diverse dalle tattiche "sportive".
in un combattimento reale, posso utilizzare dei colpi che mi portino un concreto vantaggio, colpi che però in un contesto sportivo al fine di far punto, non hanno alcun senso.

altra differenza non da poco: in una gara sportiva non si può giocare sporco

non lo so, magari questi sono solo miei pregiudizi, ma per quanto mi riguarda, in anni di arti marziali anche diverse fra loro, hanno trovato riscontro

poi alla fine ognuno fa quello che li piace, anche se fosse mera disciplina sportiva e basta, non ci vedo nulla di male.
basta essere consapevoli di quello che si vuole e di quello che si fa
« Last Edit: October 09, 2010, 17:36:25 pm by Gargoyle »
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.

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Offline Barvo Iommi

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Re: KALI SPORT
« Reply #2 on: October 09, 2010, 17:49:05 pm »
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io invece son favorevole alla sportivizzazione, a patto che non snaturi la "realtà" dello scontro (ovvero no al point-karate, sì al Kyokushin ad esempio)
Perchè...
1)lo scontro di volonta che hai in gara con uno sconosciuto preparato e determinato, è un insegnamento unico, non sarà la tanto temuta realtà da strada ma è l'hobby che ci si avvicina di più

2)Serve a tirare una bella linea di distinzione tra ciò che "funziona" e ciò che è perdita di tempo

3)Le donne diventano miglore amiche degli artisti marziali e intanto la danno agli sportivi :gh:



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Offline Gargoyle

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Re: KALI SPORT
« Reply #3 on: October 09, 2010, 17:53:19 pm »
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Quote
3)Le donne diventano miglore amiche degli artisti marziali e intanto la danno agli sportivi

questo è un punto interessante che andrebbe approfondito   :thsit:
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.

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Re: KALI SPORT
« Reply #4 on: October 10, 2010, 21:30:21 pm »
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io invece son favorevole alla sportivizzazione, a patto che non snaturi la "realtà" dello scontro (ovvero no al point-karate, sì al Kyokushin ad esempio)
Perchè...
1)lo scontro di volonta che hai in gara con uno sconosciuto preparato e determinato, è un insegnamento unico, non sarà la tanto temuta realtà da strada ma è l'hobby che ci si avvicina di più

2)Serve a tirare una bella linea di distinzione tra ciò che "funziona" e ciò che è perdita di tempo

3)Le donne diventano miglore amiche degli artisti marziali e intanto la danno agli sportivi :gh:




Quotone, soprattutto per il punto 3  ;)


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Re: KALI SPORT
« Reply #5 on: October 10, 2010, 21:34:23 pm »
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Tornando seri (ma battute a parte Iommi per me è stato chirissimo) ti posso dire questo: il bastone è un'arma da impatto. L'arma da impatto fa male se arriva forte e più è debole il punto di impatto maggiore sarà il risultato di questa forza. Ora, ti assicuro che le bastonate imbotitte dei filippini facevano male. Però erano appunto imbotite ed arrivavano o su punti non vitali o sulel protezioni. Ti assicuro che a pari forza di impatto un bastone di legno o metallo, su una testa senza casco, otteneva un sicuro risultato. 

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Offline Diego

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Re: KALI SPORT
« Reply #6 on: October 10, 2010, 23:35:52 pm »
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La maggioranza dei praticanti di kali è contrario alle gare e moltissime scuole non le fanno. La motivazione è che snaturerebbero i contenuti tecnici della disciplina, impoverendola e riducendola ad un tirar bastonate a caso o quasi.
Ho sentito con le mie orecchie da un maestro che promuove le gare sportive rimarcare la differenza tra arnis nell'ottica “tradizionale”, finalizzato al combattimento reale, sia duellistico sia per dp,  e il kali sports.
Il kali sports è nato per promuovere e far conoscere a un pubblico più vasto le tradizioni marziali filippine che rischiavano di andar perse e ben venga ciò.
Ma lo sport deve rimanere al servizio dell'am di provenienza e non diventare il contrario.

Non ricordo con precisione quale altro maestro fosse (sempre promotore di kali sport), sosteneva che è molto più facile per un combattente, nel caso lo voglia, autolimitarsi e adattarsi a un regolamento, piuttosto che per un atleta sportivo affrontare un combattimento reale.

2)Serve a tirare una bella linea di distinzione tra ciò che "funziona" e ciò che è perdita di tempo
Ni, serve a distinguere cosa “funziona” e cosa no con certezza nel contesto sportivo, non necessariamente in generale.

Per fare un esempio, nel regolamento PCKEAM a cui fa probabilmente riferimento Versus, l'uso della “mano viva” è sostanzialmente vietato.

Un atleta che si allena in funzione di queste competizioni fa sicuramente bene a cercare di “smetabolizzare”  l'uso di questa perchè nel contesto regolamentato in cui   confronterà è controproducente: fallo o penalità e a differenza di un contesto libero dove può essere usata sensatamente con fine autoprotettivo di “emergenza”  (meno peggio una dolorosissima bordata su un braccio che una fiondata da ko in testa, la prima ti può debilitare un arto, la seconda ti può spegnere lasciandoti in balia dell'avversario) nel contesto sportivo rischi solo di esporre maggiormente un bersaglio valido ai fini del punteggio.

La mano viva non funziona nello sport e quindi neppure nella realtà? Gli arnisadores con esperienza di live stick, senza alcuna protezione e regolamento “ne resterà uno”  :D, ne hanno sempre sottolineato la funzionalità e l'importanza nel combattimento reale ma forse si sono sempre sbagliati. XD

Nelle competizioni non si vedono neppure più le stoccate al viso. Farebbe pensare a tutti: “Mancanza di funzionalità!”.
Già, la linea più corta tra due punti è diventata quella curva a discapito di quella retta!  XD
Qualcuno sa invece che dovrebbero essere state vietate, non sono aggiornatissimo sul regolamento, perchè è successo in una competizione in Italia che durante un impatto si sfasciasse l'imbottitura di un bastone e l'anima rigida si infilasse nella grata del caschetto. Nella sfiga la fortuna ha voluto che la punta si fermasse poco prima di entrare nell'occhio, il ragazzo ha perso la lente a contatto ma non ha perso l'occhio, uscendo illeso dall'episodio.

Discorso a parte meriterebbe l'interpretazione dei punteggi. E' affidata agli arbitri. Il colpo dev'essere “pieno” e buono a bersaglio, ma oltre a quello dev'essere visto bene!
Meglio un colpo perfetto che l'arbitro non vede e per cui non assegna quindi punto oppure uno meno preciso e più enfatizzato che invece i giudici segnalano come buono?
Agonisticamente meglio il secondo, in un ipotetico combattimento reale meglio il primo.

Versus in altre discussioni sosteneva che gli incontri sportivi avrebbero dimostrato che le leve non funzionano in piedi. Perchè neppure il gentleman agreement dei primi UFC o dei vari Rio Heroes bandivano le leve a cerchio piccolo, vista la loro presunta inefficacia in contesto non collaborativo?

Sul discorso delle sventagliate c'è pure da considerare che vince il punto chi colpisce bene per primo durante l'assalto. Se poco dopo aver colpito vieni colpito dall'avversario in un assalto sportivo hai comunque la meglio ai fini del punteggio, nonostante la botta subita di rimessa (fa male ma non comporta comunque danni permanenti).

Nella realtà duellistica tradizionale, da quanto mi è stato riferito, non sempre il tuo colpo andato a segno bene provocava ko o non necessariamente nell'immediato (onestamente mi aveva colpito molto il fatto che talvolta i contendenti, vuoi per l'adrenalina vuoi per la personale tempra, riuscissero a continuare comunque a combattere nonostante avessero subito colpi pesanti); la priorità era colpire ancora continuando comunque a proteggersi per evitare di limitare i danni delle bastonate avversarie, date eventualmente anche solo per inerzia,  proprio perchè c'era la possibilità  che la tua bastonata non fosse risolutiva istantaneamente ma che lo fosse invece quella dell'avversario.

In conclusione, favorevole allo sport come confronto, come stimolo all'allenamento, come divertimento e soprattutto come pubblicità per promuovere la tradizione marziale filippina.
Contrario a prendere il contesto regolamentato come fine a se stesso o come punto di riferimento assoluto  per il combattimento reale.

Se si vuole un contesto per testare davvero l'efficacia e per promuovere il proprio ego e il celodurismo, sarebbe meglio legalizzare di nuovo i death matches con rispettivo regolamento e  arena per il combattimento dei galli oppure ancora meglio riaprire i giochi gladiatori, con armi vere, molteplicità di attaccanti e senza squadre definite.
Si avrebbe pure una buona fonte di sangue e organi per la donazione e il trapianto, aiutando pure il controllo della crescita della popolazione mondiale, quasi da fare invidia alle carceri cinesi.  :ricktaylor: :ricktaylor:  XD

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Re: KALI SPORT
« Reply #7 on: October 12, 2010, 12:03:38 pm »
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La maggioranza dei praticanti di kali è contrario alle gare e moltissime scuole non le fanno. La motivazione è che snaturerebbero i contenuti tecnici della disciplina, impoverendola e riducendola ad un tirar bastonate a caso o quasi.
Ho sentito con le mie orecchie da un maestro che promuove le gare sportive rimarcare la differenza tra arnis nell'ottica “tradizionale”, finalizzato al combattimento reale, sia duellistico sia per dp,  e il kali sports.
Chi era?
Il kali sports è nato per promuovere e far conoscere a un pubblico più vasto le tradizioni marziali filippine che rischiavano di andar perse e ben venga ciò.
Ma lo sport deve rimanere al servizio dell'am di provenienza e non diventare il contrario.
Chi dice il contrario?

Non ricordo con precisione quale altro maestro fosse (sempre promotore di kali sport), sosteneva che è molto più facile per un combattente, nel caso lo voglia, autolimitarsi e adattarsi a un regolamento, piuttosto che per un atleta sportivo affrontare un combattimento reale.

E' la sua opinione, su che prove la basa?

2)Serve a tirare una bella linea di distinzione tra ciò che "funziona" e ciò che è perdita di tempo
Ni, serve a distinguere cosa “funziona” e cosa no con certezza nel contesto sportivo, non necessariamente in generale.
Non riesco a fare una cosa in gara e la provo nella realtà?
???

Per fare un esempio, nel regolamento PCKEAM a cui fa probabilmente riferimento Versus, l'uso della “mano viva” è sostanzialmente vietato.

Un atleta che si allena in funzione di queste competizioni fa sicuramente bene a cercare di “smetabolizzare”  l'uso di questa perchè nel contesto regolamentato in cui   confronterà è controproducente: fallo o penalità e a differenza di un contesto libero dove può essere usata sensatamente con fine autoprotettivo di “emergenza”  (meno peggio una dolorosissima bordata su un braccio che una fiondata da ko in testa, la prima ti può debilitare un arto, la seconda ti può spegnere lasciandoti in balia dell'avversario) nel contesto sportivo rischi solo di esporre maggiormente un bersaglio valido ai fini del punteggio.

La mano viva non funziona nello sport e quindi neppure nella realtà? Gli arnisadores con esperienza di live stick, senza alcuna protezione e regolamento “ne resterà uno”  :D, ne hanno sempre sottolineato la funzionalità e l'importanza nel combattimento reale ma forse si sono sempre sbagliati. XD
Chi? A prescindere, i dog brothers sostengono l'esatto contrario. Certo, non è comunque un death match il loro. Però dipende molto dalla distanza di lavoro. Il bastone è più lungo del braccio, l'uso della mano sull'avversario è possibile in serrada, in largo mano no.
Nelle competizioni non si vedono neppure più le stoccate al viso. Farebbe pensare a tutti: “Mancanza di funzionalità!”.
Già, la linea più corta tra due punti è diventata quella curva a discapito di quella retta!  XD

Si ma la stoccata funziona solo se prendi la carotide o l'occhio, due bersagli piccoli, altrimenti non fa nulla col bastone (diverso con le lame).
Qualcuno sa invece che dovrebbero essere state vietate, non sono aggiornatissimo sul regolamento, perchè è successo in una competizione in Italia che durante un impatto si sfasciasse l'imbottitura di un bastone e l'anima rigida si infilasse nella grata del caschetto. Nella sfiga la fortuna ha voluto che la punta si fermasse poco prima di entrare nell'occhio, il ragazzo ha perso la lente a contatto ma non ha perso l'occhio, uscendo illeso dall'episodio.

Discorso a parte meriterebbe l'interpretazione dei punteggi. E' affidata agli arbitri. Il colpo dev'essere “pieno” e buono a bersaglio, ma oltre a quello dev'essere visto bene!
Meglio un colpo perfetto che l'arbitro non vede e per cui non assegna quindi punto oppure uno meno preciso e più enfatizzato che invece i giudici segnalano come buono?
Agonisticamente meglio il secondo, in un ipotetico combattimento reale meglio il primo.

Versus in altre discussioni sosteneva che gli incontri sportivi avrebbero dimostrato che le leve non funzionano in piedi. Perchè neppure il gentleman agreement dei primi UFC o dei vari Rio Heroes bandivano le leve a cerchio piccolo, vista la loro presunta inefficacia in contesto non collaborativo?
Forse non ci capiamo sull'oggetto del discorso, comunque ho un istruttore con alle spalle 30 anni di judo, 20 da agonista, e mi ha confermato che di leve in piedi in gara non ne ha mai viste.
Sul discorso delle sventagliate c'è pure da considerare che vince il punto chi colpisce bene per primo durante l'assalto. Se poco dopo aver colpito vieni colpito dall'avversario in un assalto sportivo hai comunque la meglio ai fini del punteggio, nonostante la botta subita di rimessa (fa male ma non comporta comunque danni permanenti).

Nella realtà duellistica tradizionale, da quanto mi è stato riferito, non sempre il tuo colpo andato a segno bene provocava ko o non necessariamente nell'immediato (onestamente mi aveva colpito molto il fatto che talvolta i contendenti, vuoi per l'adrenalina vuoi per la personale tempra, riuscissero a continuare comunque a combattere nonostante avessero subito colpi pesanti); la priorità era colpire ancora continuando comunque a proteggersi per evitare di limitare i danni delle bastonate avversarie, date eventualmente anche solo per inerzia,  proprio perchè c'era la possibilità  che la tua bastonata non fosse risolutiva istantaneamente ma che lo fosse invece quella dell'avversario.

Negli scmabi vengono contati tutti i colpi. Quello che dici è vero ma dipende dal colpo e dal danno. Con una ferita o un trauma posso continuare ma se mi fiondano un colpo passante in testa con il ratan posso rimanere vivo ma in piedi no di sicuro.In conclusione, favorevole allo sport come confronto, come stimolo all'allenamento, come divertimento e soprattutto come pubblicità per promuovere la tradizione marziale filippina.
Contrario a prendere il contesto regolamentato come fine a se stesso o come punto di riferimento assoluto  per il combattimento reale.

Se si vuole un contesto per testare davvero l'efficacia e per promuovere il proprio ego e il celodurismo, sarebbe meglio legalizzare di nuovo i death matches con rispettivo regolamento e  arena per il combattimento dei galli oppure ancora meglio riaprire i giochi gladiatori, con armi vere, molteplicità di attaccanti e senza squadre definite.
Si avrebbe pure una buona fonte di sangue e organi per la donazione e il trapianto, aiutando pure il controllo della crescita della popolazione mondiale, quasi da fare invidia alle carceri cinesi.  :ricktaylor: :ricktaylor:  XD

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Re: KALI SPORT
« Reply #8 on: October 12, 2010, 19:11:35 pm »
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Ho sentito con le mie orecchie da un maestro che promuove le gare sportive rimarcare la differenza tra arnis nell'ottica “tradizionale”, finalizzato al combattimento reale, sia duellistico sia per dp,  e il kali sports.
1 Chi era?
[quote/]

Il kali sports è nato per promuovere e far conoscere a un pubblico più vasto le tradizioni marziali filippine che rischiavano di andar perse e ben venga ciò.
Ma lo sport deve rimanere al servizio dell'am di provenienza e non diventare il contrario.
2Chi dice il contrario?

Non ricordo con precisione quale altro maestro fosse (sempre promotore di kali sport), sosteneva che è molto più facile per un combattente, nel caso lo voglia, autolimitarsi e adattarsi a un regolamento, piuttosto che per un atleta sportivo affrontare un combattimento reale.

3E' la sua opinione, su che prove la basa?

2)Serve a tirare una bella linea di distinzione tra ciò che "funziona" e ciò che è perdita di tempo
Ni, serve a distinguere cosa “funziona” e cosa no con certezza nel contesto sportivo, non necessariamente in generale.

4Non riesco a fare una cosa in gara e la provo nella realtà? ???

Per fare un esempio, nel regolamento PCKEAM a cui fa probabilmente riferimento Versus, l'uso della “mano viva” è sostanzialmente vietato.

Un atleta che si allena in funzione di queste competizioni fa sicuramente bene a cercare di “smetabolizzare”  l'uso di questa perchè nel contesto regolamentato in cui   confronterà è controproducente: fallo o penalità e a differenza di un contesto libero dove può essere usata sensatamente con fine autoprotettivo di “emergenza”  (meno peggio una dolorosissima bordata su un braccio che una fiondata da ko in testa, la prima ti può debilitare un arto, la seconda ti può spegnere lasciandoti in balia dell'avversario) nel contesto sportivo rischi solo di esporre maggiormente un bersaglio valido ai fini del punteggio.

La mano viva non funziona nello sport e quindi neppure nella realtà? Gli arnisadores con esperienza di live stick, senza alcuna protezione e regolamento “ne resterà uno”  :D, ne hanno sempre sottolineato la funzionalità e l'importanza nel combattimento reale ma forse si sono sempre sbagliati. XD
5Chi? A prescindere, i dog brothers sostengono l'esatto contrario. Certo, non è comunque un death match il loro. Però dipende molto dalla distanza di lavoro. Il bastone è più lungo del braccio, l'uso della mano sull'avversario è possibile in serrada, in largo mano no.
Nelle competizioni non si vedono neppure più le stoccate al viso. Farebbe pensare a tutti: “Mancanza di funzionalità!”.
Già, la linea più corta tra due punti è diventata quella curva a discapito di quella retta!  XD

6Si ma la stoccata funziona solo se prendi la carotide o l'occhio, due bersagli piccoli, altrimenti non fa nulla col bastone (diverso con le lame).
Qualcuno sa invece che dovrebbero essere state vietate, non sono aggiornatissimo sul regolamento, perchè è successo in una competizione in Italia che durante un impatto si sfasciasse l'imbottitura di un bastone e l'anima rigida si infilasse nella grata del caschetto. Nella sfiga la fortuna ha voluto che la punta si fermasse poco prima di entrare nell'occhio, il ragazzo ha perso la lente a contatto ma non ha perso l'occhio, uscendo illeso dall'episodio.

Discorso a parte meriterebbe l'interpretazione dei punteggi. E' affidata agli arbitri. Il colpo dev'essere “pieno” e buono a bersaglio, ma oltre a quello dev'essere visto bene!
Meglio un colpo perfetto che l'arbitro non vede e per cui non assegna quindi punto oppure uno meno preciso e più enfatizzato che invece i giudici segnalano come buono?
Agonisticamente meglio il secondo, in un ipotetico combattimento reale meglio il primo.

Versus in altre discussioni sosteneva che gli incontri sportivi avrebbero dimostrato che le leve non funzionano in piedi. Perchè neppure il gentleman agreement dei primi UFC o dei vari Rio Heroes bandivano le leve a cerchio piccolo, vista la loro presunta inefficacia in contesto non collaborativo?
7 Forse non ci capiamo sull'oggetto del discorso, comunque ho un istruttore con alle spalle 30 anni di judo, 20 da agonista, e mi ha confermato che di leve in piedi in gara non ne ha mai viste.
Sul discorso delle sventagliate c'è pure da considerare che vince il punto chi colpisce bene per primo durante l'assalto. Se poco dopo aver colpito vieni colpito dall'avversario in un assalto sportivo hai comunque la meglio ai fini del punteggio, nonostante la botta subita di rimessa (fa male ma non comporta comunque danni permanenti).

Nella realtà duellistica tradizionale, da quanto mi è stato riferito, non sempre il tuo colpo andato a segno bene provocava ko o non necessariamente nell'immediato (onestamente mi aveva colpito molto il fatto che talvolta i contendenti, vuoi per l'adrenalina vuoi per la personale tempra, riuscissero a continuare comunque a combattere nonostante avessero subito colpi pesanti); la priorità era colpire ancora continuando comunque a proteggersi per evitare di limitare i danni delle bastonate avversarie, date eventualmente anche solo per inerzia,  proprio perchè c'era la possibilità  che la tua bastonata non fosse risolutiva istantaneamente ma che lo fosse invece quella dell'avversario.

8Negli scmabi vengono contati tutti i colpi. Quello che dici è vero ma dipende dal colpo e dal danno. Con una ferita o un trauma posso continuare ma se mi fiondano un colpo passante in testa con il ratan posso rimanere vivo ma in piedi no di sicuro.In conclusione, favorevole allo sport come confronto, come stimolo all'allenamento, come divertimento e soprattutto come pubblicità per promuovere la tradizione marziale filippina.
Contrario a prendere il contesto regolamentato come fine a se stesso o come punto di riferimento assoluto  per il combattimento reale.
1 Nome e cognome penso fossero irrilevanti ai fini della discussione. Visto che tra l'altro lo conosci per forza di cose, era Rodelo.

2 Nessuno, ma anche leggendoti noto sempre più il rischio di prendere le gare sportive come punto di riferimento assoluto anche per la realtà.

3 E' abbastanza comune che i maestri filippini, in passato e ancora oggi, insegnino, parlino e ragionino in base alla loro esperienza, senza avere necessariamente prove incofutabili e scientifiche, che spesso non esitono neppure per testimoniare il contrario. Era uno di loro.
E' un'arma potenzialmente a doppio taglio nelle amf.

4 Tu non lo so. Per quanto riguarda me, certamente.
In uno scenario da mors tua vita mea, proverei ad uccidere l'aggressore anche se in gara non mi sarebbe passata mai per la testa l'intenzione di fare una cosa del genere.

Ma forse a differenza tua cerco di allenare al meglio il repertorio finalizzato all'uso reale, indipendemente dal fatto che ne  potrebbe essere sconveniente o meno la scelta in gara, in relazione a quel determinato contesto.

5 Per fare un esempio, il Balintawak, con il Doce Pares, è lo stile tra i più conosciuti per i juego todos di Cebu City e orientati anche da quelle esperienze si sono specializzati nell'uso della mano viva nel maneggio del bastone singolo.
5b La necessità della distanza giusta e del tempismo adeguato per ogni azione è lapalissiana e non era discussione.  

6 Vedi 5b
A parer mio, lo studio per migliorare la precisione è di fondamentale importanza come quello di tattiche sensate per gli obiettivi e alle azioni.


7 Non prendendo le gare come punto di riferimento assoluto ma solo relativo, non vedo ciò come una prova oggettiva valida anche al di fuori del contesto sportivo.
Anche pugni a martello e gomiti, nonostante siano un must delle discipline del sud-est asiatico (soprattutto in combinazione) e allenate anche in altre discipline, tra cui anche la vecchia boxe precedente ad alcune limitazioni dettate dai regolamenti e più dirty.  

Domanda OT. Sono sinceramente molto interessato a sapere se e come si allenavano in modo meno collaborativo possibile ma comunque sicuro per metabolizzare ad arrivare alle dita in movimento (ovviamente da mettere in leva), anche eventualmente durante lo striking. Qualche anno fa avevo provato durante degli energy drills semiliberi con un compagno di allenamento. Dopo pochi minuti abbiamo tralasciato il nostro divertentissimo “giochino”, perchè cominciavamo a prenderci troppo la mano, afferrando e mettendoci rispettivamente in leva con un'ottima frequenza ma ci siamo resi conto che per nostra mancanza di sufficiente autocontrollo il giorno dopo rischiavamo fortemente di non poter lavorare.  

8 Visto che dipende da diversi fattori, non facilmente calcolabili a priori o durante uno scontro, nel dubbio continuo fino ad avere la certezza che la minaccia non sia più attuale.  
« Last Edit: October 12, 2010, 19:13:54 pm by Diego »

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Re: KALI SPORT
« Reply #9 on: October 13, 2010, 17:05:17 pm »
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1 Non è mai irrilevante sapere chi fa una affermazione. Vedo un'incoerenza tra questo assunto e l'impegno di Rodelo nelle gare. Gle lo cheiderò alla prima occasione. Teniamo presente che non sempre gli riesce di esprimersi bene in italiano
2 Non c'è nente di assoluto ma non combattere mai è molto peggio.
3 Prorpio perchè non ci sono "prove" non possiamo stabilire la verità.
4 Che provi ad ammazzare l'avversario in qualunque modo è pacifico. Tu però mi stai dicendo che useresti in un contesto reale una parata o un attacco che non sei mai riuscito ad applicare in un contesto sportivo?  :o "Ma forse a differenza tua cerco di allenare al meglio il repertorio finalizzato all'uso reale". Si vede che non mi conosci.
5 Ci sono stili giunti a conclusioni opposte.
6 Chi ha detto il contrario?
7 E qui continuoa  non capire coem ragioni. Non riesco a fare la leva ad uno che in palestra non se la lascia fare e tu mi dici che invece nella realtà (dove l'avversario è ancora più deciso a non farsela fare ed a farti male) queste funzionano?  :o Le microleve (leve alle dita) le puoi fare solo al suolo.
8 Ma come fai a  continuare se ti hanno sfondato il cranio con una sprangata o perforato il cuore con una lama?


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Re: KALI SPORT
« Reply #10 on: October 14, 2010, 23:21:50 pm »
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Scusami per non essere in grado di esprimermi in modo sufficientemente chiaro, visto che dalla tua risposta evinco che hai frainteso gran parte di quanto intendevo trasmettere.

Per esempio per forza sembriamo non essere dello stesso ordine di idee sul punto 8. Io cercavo di ragionare nei panni di chi ha colpito  a bersaglio, tu di chi il colpo l'ha subito.  :D

Per la valutazione di efficacia riveste un ruolo basilare il testare le applicazioni regolarmente in modo non collaborativo.
Per provare in modo non collaborativo non reputo però indispensabile la partecipazione alle gare.