Il Grande Yogi Milarepa

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Il Grande Yogi Milarepa
« on: January 23, 2010, 13:19:56 pm »
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Milarepa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Milarepa (tibetano: རྗེ་བཙུན་མི་ལ་རས་པ; Wylie: Rje-btsun Mi-la-ras-pa; cinese: 蜜勒日波; 1051 – 1135) è stato un religioso tibetano, uno dei principali maestri della scuola Kagyu del Buddhismo tibetano.

La vita

Mila Thöpaga (Thos-pa-dga') nacque nel Tibet occidentale, nel villaggio di Kya Ngatsa nella provincia di Gung-thang, vicino al confine con il Nepal.
Suo padre morì quando egli aveva solo sette anni e, da quel momento, tutte le proprietà di famiglia caddero sotto il controllo degli avidi zii, che trattarono Mila e la madre come schiavi.
La madre di Mila accumulò immenso rancore e, non appena suo figlio fu abbastanza grande, gli diede i pochi pezzi d'oro che era riuscita a nascondere ai parenti, affinché potesse fuggire e recarsi a studiare magia nera. La sua speranza era quella che questa arte gli avrebbe conferito la capacità di vendicarsi dei parenti.
Il giovane Mila apprese rapidamente come guidare le potenze della distruzione e le utilizzò esaudendo i desideri dalla madre: evocò demoni e suscitò svariate catastrofi che portarono velocemente alla rovina il villaggio ove vivevano i suoi parenti, causando così la morte di molte persone.
Il suo maestro di magia nera, trovatosi per la prima volta a confrontarsi con una tale distruzione, rimase scioccato e, comprendendo la natura negativa dei suoi insegnamenti, lo mandò via affinché potesse trovare qualcuno in grado di insegnargli come neutralizzare il karma negativo accumulato attraverso la pratica della magia nera.
Così egli divenne allievo di un lama della scuola Nyingma, che presto, però, lo indirizzò a Marpa, il famoso lama traduttore.
Fu così che, all'età di 38 anni, Mila divenne allievo del grande traduttore Lotsawa Marpa, il quale gli concesse di restare nei suoi terreni, ma si rifiutò di ammetterlo tra i suoi studenti e di concedergli qualsiasi insegnamento.
Per sei anni Mila venne trattato come un servo e gli fu ordinato di svolgere lavori che mettevano alla prova il suo fisico con difficoltà insostenibili. Gli fu addirittura ordinato di costruire e distruggere ripetutamente una torre di nove piani. Non lasciandosi scoraggiare dai progetti alquanto mutevoli di Marpa, Mila riuscì a completare il lavoro (e la torre da lui costruita svetta tuttora in Tibet).
Giunse la fine degli anni di lavoro, durante i quali il karma negativo di Mila venne esaurito grazie al duro comportamento del suo insegnante Marpa, che poté finalmente iniziare ad istruirlo. Lo preparò velocemente ad una vita di meditazione solitaria e lo mandò a meditare in totale isolamento per un anno nelle caverne d'alta montagna. Al suo ritorno Marpa convocò i suoi principali discepoli e trasmise a ciascuno di essi uno degli insegnamenti ricevuti dal suo maestro Naropa: il corpo illusorio (sgyu-lus), la luce radiante (hod-gsal), lo stadio intermedio (bar-do), il controllo del sogno (rmi-lam) e il trasferimento della coscienza (pho-wa).
A Mila venne trasmesso il potere del calore miracoloso (gtum-mo), che consente di non usare vesti di lana: da quel giorno gli fu dato il soprannome di re-pa ("vestito di tela").
Milarepa si impegnò nella meditazione con ardore e devozione, sino a raggiungere la completa illuminazione. Presto la sua fama si diffuse e molta gente iniziò a cercarlo per ascoltare i sublimi canti per mezzo dei quali esprimeva la sua realizzazione.
Continuò a condurre una vita molto semplice, impartendo insegnamenti ad una cerchia ristretta di ventuno discepoli: otto "maggiori" e tredici "minori".
I suoi discepoli più importanti furono: Je Gampopa, Rechungpa, Shiwa Od Repa, Sewan Repa, Ngang Dzong Changchub Gyalpo, Khyra Repa, Drigom Repa e Sangye Kyab Repa.

http://www.milarepa.it/

Movie trailer  del recente film

...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***

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Re: Il Grande Yogi Milarepa
« Reply #1 on: January 23, 2010, 13:21:28 pm »
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Milarepa Gompa: Drakar Taso Hermitage, where Milarepa meditated during the latter part of his life.

Nel suo lungo pellegrinaggio alla ricerca di un mago qualificato, Mila incontrò ogni genere di truffatori e ciarlatani, che gli portarono via tutti i suoi miseri averi. Alla fine raggiunse il lama Yontan Gyathso, al quale raccontò la sua triste storia ed offrì in dono il suo corpo.

Il lama impietosito insegnò al giovane il modo di creare i terremoti e così egli ne inviò uno terribile nel suo paese, facendo 35 morti. Ma un eremita viandante alcuni giorni dopo riferì che i parenti rimasti in vita minacciavano inferociti di uccidere la madre e la sorella di Mila.


Allora il lama insegnò a Mila la magia della grandine, che fu subito lanciata e distrusse tutti i raccolti senza provocare altre vittime. A questo punto i parenti si arresero al potere magico di Mila.

"Precipitando in una sola massa, la grandine si abbatté sul raccolto e su tutta la vallata, fino all'altezza di tre strati di muro. Tutta la montagna si trasformò in torrenti e la gente del paese, non vedendo più messe, singhiozzava."



Fatica

Pentito ed addolorato per il male fatto, Mila decise di partire alla ricerca di un maestro che lo liberasse dalla colpa insegnandogli il buddismo. Dopo un lungo viaggio incontrò in una valle un monaco che arava, gli chiese dove fosse il famoso lama Marpa e il monaco rispose: "Vado ad avvisare il lama, continua tu ad arare e quando hai finito vieni dentro la casa che vedi sulla collina."

Entrando in casa Mila trovò colui che credeva un semplice monaco che invece istruiva i discepoli seduto su un alto cuscino: prostrandosi ai sui piedi, egli gli raccontò i propri delitti e chiese di poter ricevere l'insegnamento. Marpa rispose che lo avrebbe accontentato in cambio della costruzione di una torre tonda in onore di suo figlio sulla cima orientale del monte, dato che non aveva beni materiali da offrire.

Ma quando un mese dopo la torre fu pronta, il lama gli disse di smontarla e costruirne un'altra a forma di mezzaluna sulla cima occidentale. La stessa cosa si ripeté per una torre triangolare sulla cima settentrionale ed una quadrata su quella meridionale.

Allora Mila disse a Marpa: "Ti ho fatto omaggio delle torri costruite per tuo figlio senza neppure un compagno che portasse una sola pietra grossa come una testa di capra, un solo cesto di terra, un solo secchio d'acqua, un solo mastello di calcina. Hai promesso di darmi la dottrina e per questo sono qui."  E Marpa rispose: "Grande mago (tu-chen) hai fatto una torretta grande appena come un braccio che non vale certo la dottrina che con  difficoltà ho portato dall'India. Se hai il prezzo dell'insegnamento, portalo, oppure vattene."

"Così detto il lama mi prese a schiaffi e, tirandomi per i capelli, mi buttò fuori. Avrei voluto morire e piansi tutta la notte."

La mattina successiva il lama chiese di costruire una torre di dieci piani come santuario in cambio dell'insegnamento e Mila si mise di nuovo tenacemente al lavoro.


Dopo qualche mese si presentò da Marpa con la schiena coperta di piaghe e di pus, ma il lama fece a pezzi la sua veste e gli ordinò di usarla come lo straccio che si applica alle ferite dei somari e continuare il lavoro. Mila tentò di farlo, ma cadde malato e decise di arrendersi fuggendo per tornare al suo paese.



Insegnamento

Nel viaggio verso casa Mila incontrò il maestro Gnogpa dal quale ricevette l'iniziazione al buddismo e l'ordine di ritirarsi a meditare in una grotta. Quando poi Gnogpa venne invitato alla festa per la maggiore età del figlio di Marpa, Mila chiese di poterlo accompagnare come servitore.

In quell'occasione Mila fu accettato come discepolo da Marpa, nominato monaco minore (ge-nyen) e inviato a meditare per un anno in una grotta. Al termine del periodo prescritto, Marpa convocò i suoi principali discepoli e trasmise a ciascuno di essi uno degli insegnamenti ricevuti dal suo maestro Naropa: il corpo illusorio (sgyu-lus), la luce radiante (hod-gsal), lo stadio intermedio (bar-do), il controllo del sogno (rmi-lam) e il trasferimento della coscienza (pho-wa).

A Mila venne trasmesso il potere del calore miracoloso (gtum-mo), che consente di non usare vesti di lana e così da quel giorno egli prese il soprannome di re-pa (vestito di tela).

"In una notte gelida d'inverno, coloro i quali si ritengono capaci di superare con successo la prova, sono condotti sulla sponda di un fiume o di un lago; se tutti i corsi d'acqua della regione sono gelati viene praticato un foro nel ghiaccio. Viene scelta una notte di luna con forte vento, cosa non rara in Tibet nei mesi invernali.

I neofiti siedono nudi sulla terra e dei teli vengono immersi nell'acqua ghiacciata: ogni uomo si avvolge in uno di essi e deve farlo asciugare sul proprio corpo. Non appena il telo è asciutto viene di nuovo immerso nell'acqua e la cerimonia va avanti fino allo spuntare del giorno.

Alcuni teli sono piccoli come asciugamani per il viso ed altri sono grandi come scialli. La regola prevede che si debbano asciugare almeno tre teli per essere autorizzati a portare le insegne di esperto nel calore miracoloso." ( A. David-Neel)



Statua di Milarepa custodita nel monastero di Samye

Meditazione

Quando l'addestramento di Milarepa fu completato, egli ricevette dal suo maestro  Marpa queste istruzioni: "Parti da qui, recati a rendere omaggio al lama Gnogpa e riparti immediatamente per raggiungere il deserto. Non fermarti nel tuo paese, vai a vagare nei deserti di orrori e di nevi, e sprofondati nella contemplazione."

Mendicando i cereali dai coltivatori della pianura ed i condimenti dai pastori delle montagne, Milarepa si mise alla ricerca di una caverna adatta per la meditazione. Giunse infine alla grotta della Roccia Bianca (Drag-kar Ta-so) e vi si chiuse per tre anni, determinato a proseguire fino al raggiungimento della liberazione della mente.

"Crescevano molte ortiche e c'era dell'acqua eccellente: le ortiche mi fornivano un tessuto per il riparo esterno del corpo ed una farina senza sapore per il nutrimento interno. Così il mio corpo diventò simile ad uno scheletro, la pelle prese il colore dell'ortica e la consistenza della cera ed anche i peli divennero ispidi, verdi. Tutte le mie ossa sporgevano e le mie membra stavano per staccarsi."

A questo punto la sorella di Milarepa, Peta, nella festa annuale del paese venne a sapere che suo fratello era vivo e decise di mettersi in viaggio per raggiungerlo. Dopo un mese lo raggiunse portando farina, burro e vino.

"Accettai le offerte di Peta e mangiai e bevvi, così che immediatamente la mia intelligenza finalmente si rischiarò."

Finale

La storia di Milarepa fu scritta nel dodicesimo secolo dal suo discepolo Rechungpa,  nel Tibet è molto conosciuta e ne esistono parecchie edizioni. Tutte si chiudono con la scena di Milarepa ormai vecchio ed in punto di morte, che riunisce i suoi discepoli e rivolge loro queste parole:

"Prestate dunque fede ed attenzione alla legge del karma che regola le cause e gli effetti: ricordatevi l'ignoranza dell'ora della nostra morte e i castighi della vita  mondana. Coloro che sono pieni di desideri mondani non possono niente per la causa altrui e non giovano neppure a se stessi.

Giacché lo spazio è illimitato e le creature innumerevoli avrete sempre l'occasione di agire a vantaggio degli altri, quando sarete in grado di farlo. Cominciate con l'occupare l'ultimo posto, rinunciate alle vesti, al cibo e alla parola. Caricate il vostro corpo di fatiche e la mente di doveri."

 
http://www.milarepa.it/
 
« Last Edit: January 23, 2010, 13:25:22 pm by Trepicchi »
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