Ar.Ma.
Allenamento, recupero e cultura fisica => Performance/Preparazione atletica/Recupero => Topic started by: nicola on February 15, 2010, 11:57:52 am
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Leggendo un 3D riguardante la rabbia e la prestazione, mi è venuto in mente in realtà che tale argomento potrebbe essere "inglobato" in un discorso più ampio, relativo allo stato ansioso, al livello di attivazione e al conseguente raggiungimento di un certo obiettivo.
Vi copincollo un articolo molto interessante a riguardo, che analizza specificamente il problema nel campo del free climbing, ma è perfettamente applicabile a tutti gli sport di competizione:
http://www.jollypower.com/questioni%20di%20testa2.html
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Io posso solo riportare la mia personalissima esperienza.
Ho sempre sentito la pressione della competizione in una maniera esagerata...
Un giorno il mio Maestro mi disse: "Impara a stare un metro dietro alla cosa..."
E il giorno in cui arrivai senza allenamento e con la testa altrove vinsi il mio primo campionato regionale. ;)
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Quando gareggio, scelgo sempre di guidare fino al luogo della gara: non mi piace guidare e questo mi aiuta a "pensare ad altro".
Nessuna teoria, solo mie recenti esperienze.
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altra carne al fuoco:
http://www.scienzemotorie.univaq.it/download/125-128.pdf
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Tutto materiale interessantissimo. Il punto credo sia mantenere il giusto livello di ansia, quello che permette la reattività psico-motoria senza provocare disfunzioni deleterie. Come fare? Bisogna conoscere sé stessi molto bene, così se l'ansia sarà bassa bisognerà incrementarla in qualche modo, se sarà alta, si agirà nel senso opposto.