Ar.Ma.
Arti marziali del Giappone - Okinawa - Corea => Karate e Kenpo => Topic started by: muteki on March 06, 2012, 15:58:09 pm
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oggi un amico digiuno di karate mi ha chiesto se tute le scuole non siano uguali. alla mia risposta negativa è rimasto sorpreso. personalmente ne ho provate 4 e approfondite un po' solo due. ora mi chiedo: le diversità tra scuole portano a inconciliabilità o si possono praticare più correnti insieme?
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oggi un amico digiuno di karate mi ha chiesto se tute le scuole non siano uguali. alla mia risposta negativa è rimasto sorpreso. personalmente ne ho provate 4 e approfondite un po' solo due. ora mi chiedo: le diversità tra scuole portano a inconciliabilità o si possono praticare più correnti insieme?
Intendi scuole diverse che insegnano lo stesso stile?
O scuole che insegnano stili diversi?
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stili diversi. tipo shotokan e goju insieme
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stili diversi. tipo shotokan e goju insieme
le scuole a mio avviso non fanno nulla, sono le persone che possono....
personalmente quando ci trovavamo con miao, riujin, paguro, ecc pur venendo tutti da realtà diverse ci siamo sempre trovati benissimo nel praticare assieme...
ho avuto il piacere anche di praticare shotokan con shurei kan come maestro ed è stato molto coinvolgente dal mio punto di vista
quindi ribadisco che non sono le scuole ma le persone che devono aver voglia di fare
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stili diversi. tipo shotokan e goju insieme
Io credo che si possa fare.
C' è da dire però che più sono simili gli stili più è difficile imparare. Ad es., secondo me, è più facile imparare Shotokan e Judo insieme che Shotokan e Goju Ryu.
Discipline in ambiti simili sono più difficili da assimilare perchè le tecniche possono confondersi e perchè, magari, il praticante preferisce uno stile rispetto ad un altro e alla fine, anche dove non dovrebbe, applica lo stile che gli piace di più.
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Secondo me non è possibile, o almeno per me non lo è. Quando ci accingiamo a seguire una scuola non si apprende solo la tecnica ma anche la mentalità che sta alla base della stessa, di conseguenza si crea un legame intenso che va oltre i gesti e si fonda sull'attaccamento al fondatore, ai principi di base e quant'altro. Certo questo non preclude che ci si debba chiudere gli occhi anzi la scuola che scegliamo è una base su cui fondare il cammino ma una base per essere solida deve essere unica.
Tecnicamente poi se facciamo esempio Shoto - Goju è difficile stare dietro alle due correnti perchè hanno impostazioni diverse e metodologie diverse che se studiate parallelamente possono portare, almeno per me ripeto, molta confusione. Sapere troppo talvolta ci può rendere come gli "autistici", senza alcun offesa per gli affetti da tale malattia.
Certo è che è possibile cambiare scuola, io l'ho fatto ma non sarebbe per me possibile seguire due metodi diversi, è bene concentrare le proprie energie in un sol punto perchè la geometria ci insegna che l'infinito nasce da un punto mentre da due punti passa una sola ed unica retta.
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Quoto quel pelato di Uccirino :sur:
Nessuna inconciliabilità se non nella testa di chi vuole, ad ogni costo, differenziarsi anche a scapito della crescita personale.
Frequentare più scuole significa capirne di più, avere più opzioni e punti di vista, ridurre il deficit della disciplina
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Secondo me non è possibile, o almeno per me non lo è. Quando ci accingiamo a seguire una scuola non si apprende solo la tecnica ma anche la mentalità che sta alla base della stessa, di conseguenza si crea un legame intenso che va oltre i gesti e si fonda sull'attaccamento al fondatore, ai principi di base e quant'altro. Certo questo non preclude che ci si debba chiudere gli occhi anzi la scuola che scegliamo è una base su cui fondare il cammino ma una base per essere solida deve essere unica.
Tecnicamente poi se facciamo esempio Shoto - Goju è difficile stare dietro alle due correnti perchè hanno impostazioni diverse e metodologie diverse che se studiate parallelamente possono portare, almeno per me ripeto, molta confusione. Sapere troppo talvolta ci può rendere come gli "autistici", senza alcun offesa per gli affetti da tale malattia.
Certo è che è possibile cambiare scuola, io l'ho fatto ma non sarebbe per me possibile seguire due metodi diversi, è bene concentrare le proprie energie in un sol punto perchè la geometria ci insegna che l'infinito nasce da un punto mentre da due punti passa una sola ed unica retta.
Già! Ma la retta è fatta da infiniti punti.
Per me è fattibile fare due discipline simili.
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Personalmente, da Karateka ho avuto solo vantaggi nel voler capire altre scuole di Karate, ad oggi sono anche Aikidoka e, l'Aikido non ha solo migliorato il mio Karate, ma mi ha pure permesso di capirlo meglio, così come gli scambi e i confronti con Judoka e simili, mi permettono di capire meglio anche l'Aikido.
Sarà una questione di modo d'essere, non lo sò, ma per me non solo le differenti scuole di una stessa disciplina sono perfettamente conciliabili.
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da " uno che non fa più niente " :=) quoto uechi e paguro.
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stili diversi. tipo shotokan e goju insieme
le scuole a mio avviso non fanno nulla, sono le persone che possono....
personalmente quando ci trovavamo con miao, riujin, paguro, ecc pur venendo tutti da realtà diverse ci siamo sempre trovati benissimo nel praticare assieme...
ho avuto il piacere anche di praticare shotokan con shurei kan come maestro ed è stato molto coinvolgente dal mio punto di vista
quindi ribadisco che non sono le scuole ma le persone che devono aver voglia di fare
E-satto!
(http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTZqDRGl-5kgTQFAPztDVbICbnLrmH1uGBO5q7_Z1ZpQzwcIf6l)
Quoto quel pelato di Uccirino :sur:
Nessuna inconciliabilità se non nella testa di chi vuole, ad ogni costo, differenziarsi anche a scapito della crescita personale.
Frequentare più scuole significa capirne di più, avere più opzioni e punti di vista, ridurre il deficit della disciplina
Già il fatto di alzare i muri tra il Karate e le altre discipline è deleterio, figuriamoci farlo tra due scuole che dovrebbero essere sorelle! Io non solo ritengo fattibile la comunicabilità tra scuole, penso che sia necessaria per comprendere il Karate.
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Io, Ryuggin, Uecci-Rino, Miao e quella pantegana del Paguro abbiamo fatto storia, oramai ci imitano tutti anche le grandi federazioni e i grandi capiscuola..... :gh:
http://www.forumartimarziali.com/forum/index.php?topic=63767.0 (http://www.forumartimarziali.com/forum/index.php?topic=63767.0)
XD ;D :whistle:
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Facciamo tendenza :D
L'argomento merita un 3d suo secondo me... :thsit:
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Facciamo tendenza :D
Ma di brutto! XD
Facciamo tendenza :D
L'argomento merita un 3d suo secondo me... :thsit:
Fai pure caro, tanto io non metto becco! XD
Sapevo già....purtroppo :dis:
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Ho una domanda: le varie scuole insegnano anche strategie differenti, o in sostanza sono affini?
@sanchin: la metafora matematica non l'ho capita.
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Ho una domanda: le varie scuole insegnano anche strategie differenti, o in sostanza sono affini?
@sanchin: la metafora matematica non l'ho capita.
le strategie di base sono differenti. per esempio alcune lavorano sulla lunga distanza, altre sul corpo a corpo con leve e proiezioni. cambiano anche le preferenze su colpi dritti o circolari, calci alti o bassi ecc. ma nessuna esclude, in questo senso, le altre. si tratta per così dire di percentuali di preferenza di date tecniche o dati principi rispetto ad altri.
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Certo è che è possibile cambiare scuola, io l'ho fatto ma non sarebbe per me possibile seguire due metodi diversi, è bene concentrare le proprie energie in un sol punto perchè la geometria ci insegna che l'infinito nasce da un punto mentre da due punti passa una sola ed unica retta.
L'infinito nasce da un punto... nel senso che per un punto passano infinite rette?
E su questo va bene, ma tanto tu fai un cammino solo mica infiniti quindi non capisco cosa intendevi dire...
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Ho una domanda: le varie scuole insegnano anche strategie differenti, o in sostanza sono affini?
@sanchin: la metafora matematica non l'ho capita.
le strategie di base sono differenti. per esempio alcune lavorano sulla lunga distanza, altre sul corpo a corpo con leve e proiezioni. cambiano anche le preferenze su colpi dritti o circolari, calci alti o bassi ecc. ma nessuna esclude, in questo senso, le altre. si tratta per così dire di percentuali di preferenza di date tecniche o dati principi rispetto ad altri.
Dalla tua descrizione quindi sembrano piuttosto affini. Per strategie differenti intendo più qualcosa tipo.... Una si basa sull'uscire dalla traiettoria dei colpi, una sull'entrare ad ogni colpo. In tal caso vedrei la pratica di 2 scuole come deleterea, perché in una ti abitui a fare l'opposto di ciò che faresti nell'altra.
Però se in tutte si studiano le stesse strategie di base e c'è solo una "percentuale di preferenza" come differenza, allora direi che le pratiche siano conciliabili[1].
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Sì, le diverse scuole possono avere strategie differenti. Una distinzione canonica a titolo esemplificativo potrebbe sicuramente essere tra quelle che derivano dall'area di Naha, che prediligono un approccio più roccioso e quelle dell'area Shuri, tendenzialmente più rapide e leggere.
La complementareità delle strategie (di cui la dicotomi appena riportata è un esempio) è proprio uno dei motivi per cui secondo me il riavvicinamento delle scuole e la rottura degli schemi recentemente costituiti è cosa buona.
Uno non deve restare ingabbiato in una strategia, deve poter essere libero di scegliere quella che più gli aggrada e comunque esercitarsi anche nell'altra (nelle altre).
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ma quindi secondo voi,
uno che comincia da zero e pratica,chessò,shotokan e goju ryu,non si troverebbe in difficoltà a gestire le stesse tecniche gestite in maniera differente?
tipo lo zenkutsu più ampio ecc...
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ma quindi secondo voi,
uno che comincia da zero e pratica,chessò,shotokan e goju ryu,non si troverebbe in difficoltà a gestire le stesse tecniche gestite in maniera differente?
tipo lo zenkutsu più ampio ecc...
Nel Kyokushin & affini lo fanno senza problemi :thsit:
Combattere da lontano e da vicino non è solo una questione di gusti personali, ma anche di necessità, se mi trovo in un ascensore o in campo aperto mi muoverò in modi differenti.
Se uno non è in grado di adattarsi forse non è molto portato per il combattimento, secondo me.
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Uno non deve restare ingabbiato in una strategia, deve poter essere libero di scegliere quella che più gli aggrada e comunque esercitarsi anche nell'altra (nelle altre).
Secondo me esistono strategie antagoniste, strategie complementari, e strategie in ambiti diversi.
Le antagoniste non le mischierei, quelle complementari invece (e anche lo studio di ambiti diversi) penso siano da caldeggiare. :)
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Il problema non sono le strategie, ma le situazioni per le quali tali strategie vengono scelte.
Purtroppo tali situazioni possono essere complementari, contrapposte, antitetiche... eppure ci sono e non avere nemmeno un'infarinatura per poterle frotneggiare tutte significa avere un punto debole per ognuna di quelle in cui non si è preparati.
Poi naturalmente ognuno avrà le sue preferenze :)
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Il problema non sono le strategie, ma le situazioni per le quali tali strategie vengono scelte.
Purtroppo tali situazioni possono essere complementari, contrapposte, antitetiche... eppure ci sono e non avere nemmeno un'infarinatura per poterle frotneggiare tutte significa avere un punto debole per ognuna di quelle in cui non si è preparati.
Quelli li identifico come "ambiti diversi", quindi per me va bene studiarli e non si rischia di compromettere un addestramento a discapito di un altro.
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Io sono fermamente convinto che, per mere ragioni di interesse, ci siano una montagna di balle su cosa si faccia o meno in questa e quella scuola, su quali strategie si adottino oppure no.
Mii spiego meglio.
Parlare di lunga o corta distanza, di questa o quella strategia, è un esercizio buono per una discussione, ma pessimo per un combattimento.
Più volte abbiamo chiacchierato sul fatto che, nei Kata, troviamo elementi antitetici alla connotazione stilistica e strategica di questa o quella scuola.
Kata Shotokan che hanno proiezioni e leve, finanche lotta in piedi, mentre nelle scuole si insegna la lunga distanza.
A mio avviso, la sola cosa vera è che, pur di distinguersi, molte scuole, o quasi tutte, abbiano perso pezzi di se stesse, focalizzandosi su un solo scenario, quando però, la realtà ci dice che, in combattimento, lo scenario cambia in continuazione, in modo imprevedibile per giunta.
Quindi il combattente che sceglie di ignorare X eventualità del combattimento, di fatto va al suicidio e io non credo che i Karateka realmente capaci di combattere, fossero dei pirla che, in caso di aggressione, trovandosi in una situazione non contemplata dalla propria scuola, dicevano "arimo" e stabilivano cosa si poteva fare e cosa no in una aggressione a morte.
La scuola pinco pallo lavora sulla corta distanza..........eh vabbè, ma se io tengo la distanza lunga che fai?
Mi aspetti finchè mi innamoro e provo a baciarti?
La scuola tizio e caio lavora sulla lunga distanza.....eh vabbè, ma se si finisce corpo a corpo? La buttiamo sul sesso?
Il fatto è che, a furia di volersi differenziare per forza, fra scuole, stili, organizzazioni, si sono cancellate cose importanti nei programmi didattici, nel repertorio tecnico, tramutando dei combattenti in giocatori di Kumite, che giocano solo fra di loro, con le loro regole.
La conciliabilità fra scuole e stili, non è solo una cosa possibile e praticabile, non è solo una fonte di arricchimento, ma è anche, secondo me, un preciso dovere di chiunque veda il Karate oltre la semplice rappresentazione formale, il solo modo per recuperare "Tradizione", Marzialità e realtà, dopo di che, uno che davvero vuol capirci qualcosa nel combattimento, si va a fare i suoi giri anche fuori dal karate.
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il vero problema è che spesso sono gli insegnanti a non conoscere la materia. rido quando sento cose come che nel karate non ci sono ganci o leve o calci bassi.
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più che non esserci direi che in molti casi sono fatti a cazzo di cane purtroppo
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più che non esserci direi che in molti casi sono fatti a cazzo di cane purtroppo
Verissimo ma sempre per colpa delle persone.
La tecnica di per sè non è sbagliata, è sbagliata l'attenzione che gli viene dedicata.
Nello Shotokan, ad esempio, moltissima parte della fase di lotta, è stata gradualmente tramutata in semplici passaggi da un colpo all'altro, o da una parata a un colpo, piuttosto che semplici cambi di direzione.
In parte si può imputare la cosa alla predilezione che, Gigo Funakoshi, aveva per lo Stiking, lui era un colpitore, con una certa avversione al corpo a corpo, sebbene credo che non fosse nelle sue intenzioni snaturare quelle parti, ma piuttosto penso non abbia avuto il tempo per rielaborarle come avrebbe voluto, altrimenti non sarebbe mai stato definito "un genio" da gente come Kase.
Sta di fatto che, in molti Kata, si trovano quelle fasi del tutto stravolte in gesti inutili e unicamente estetici.
L'esempio che ho fatto spesso, riguardo ad un passaggio di Heian Shodan, alla fine del terzo Oi Tsuki, quando ci si gira in Gedan Barai, che in realtà sarebbe una presa (invece dell'ultimo pugno) che porta a Tai Otoshi, credo renda l'idea.
La prima volta che ci trovammo al parco feci vedere un passaggio di Kanku Dai, dove c'era (fonte Campionato Mondiale a Tokyo) una inverosimile presa all'avambraccio con ancor più inverosimile proiezione, ma che fatta bene, diventava una leva (Sankyo) del tutto verosimile.
Vale per lo Shotokan come per tutti gli altri stili e scuole.
Del resto (e mi ripeto) la cosa più ovvia, pensando a combattenti che combattevano, è pensare che, la tecnica subita, laddove abbia prodotto una sconfitta, venisse studiata e acquisita per poter avere una possibile replica in vista di una rivincita.
Quindi la contaminazione, se si pensa a combattimenti "sinceri", non può che essere inevitabile.
Se però si vuole evitare che, presentandolo a un pubblico, il Karate somigli troppo al JJ o al Judo, si baderà a non fare quelle cose che trarrebbero in inganno, così come se si vuole distinguere (per promuoverlo) lo Shotokkan dal Wado, lo Uechi dallo Shorin, si farà la stessa cosa esagerando.
Alla fine si avrà un metodo del tutto unico e identificabile, ma che non serve a una mazza fionda.
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Perfettamente d'accordo Luke ! comunque in linea di massima io sono molto favorevole alla specializzazione : come ho già detto è la via più rapida verso l'efficenza !
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Ovvio che poi uno sarà il caso si specializzi sfruttando le proprie predisposizioni naturali.
Se però, mettiamo il caso, abbiamo un Luca Bagnoli che, per condizione di vita o per necessità professionali, sapesse di doversi ritrovare spesso in situazioni di scontro, allora sarà indispensabile avere un panorama tecnico che contempli più eventualità possibile, perchè i due pugni e due calci, magari bastano in alcune occasioni, ma poi si rischia di beccare l'altro Luca Bagnoli che se ne fotte, para o schiva, entra, ti annoda, ti butta nell'umido e se ne va ridendo. ;)
Dipende sempre dalle finalità e dalle necessità.
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L'esempio che ho fatto spesso, riguardo ad un passaggio di Heian Shodan, alla fine del terzo Oi Tsuki, quando ci si gira in Gedan Barai, che in realtà sarebbe una presa (invece dell'ultimo pugno) che porta a Tai Otoshi, credo renda l'idea.
ti voglio un bene della madonna per aver detto una delle cose che dico io quando mi si dice "Ma no, il gedan barai serve a parare i calci e quella rotazione la fai perché ti arriva un calcio da destra!".
Inutile dire a quelle persone che, per come è fatto l'enbusen, se restassi fermo là dove sono molto semplicemente il calcio NON arriverebbe mai...
Solo che non è il terzo Oizuki, ma il terzo Ageuke (dopo il terzo Oizuki nello Shodan ci sono i quattro Shutouke ;) )
Quindi la contaminazione, se si pensa a combattimenti "sinceri", non può che essere inevitabile.
Se però si vuole evitare che, presentandolo a un pubblico, il Karate somigli troppo al JJ o al Judo, si baderà a non fare quelle cose che trarrebbero in inganno, così come se si vuole distinguere (per promuoverlo) lo Shotokkan dal Wado, lo Uechi dallo Shorin, si farà la stessa cosa esagerando.
Alla fine si avrà un metodo del tutto unico e identificabile, ma che non serve a una mazza fionda.
E questo riporta all'avere una linea didattica "stabile" e codificata, per portare all'evoluzione successivamente. Però probabilmente c'è una via intermedia... Solo che non la vedo.
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Per me, in mezzo, c'è l'allievo, o gli allievi, che non fa domande e non se ne fa, che guarda e prende per oro colato, considerando che quello che non vede fare, semplicemente non si fa.
Poi purtroppo, diventa maestro a sua volta.
Age Uke o oi Tsuki, non cambiano il risultato applicativo di quel cambio di direzione o, se volgiamo, Tenkan ;)
Per me è già abbastanza che non ci si facciano domande quando si avanza, parando alto, tre pugni al volto, tutti uguali, tirati da uno che, evidentemente, lo fa indietreggiando :o
Perchè se ci si facessero delle domande, si finirebbe col cercare risposte credibili, per scoprire quanto Judo, JJ, Daito ci siano nel Karate. ;)
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Per me, in mezzo, c'è l'allievo, o gli allievi, che non fa domande e non se ne fa, che guarda e prende per oro colato, considerando che quello che non vede fare, semplicemente non si fa.
Poi purtroppo, diventa maestro a sua volta.
Age Uke o oi Tsuki, non cambiano il risultato applicativo di quel cambio di direzione o, se volgiamo, Tenkan ;)
Amen :) Dai, lo sai che alle volte mi piace fare il precisino della fungia ;) comunque, siamo pienamente d'accordo su questo come su quel che segue:
Per me è già abbastanza che non ci si facciano domande quando si avanza, parando alto, tre pugni al volto, tutti uguali, tirati da uno che, evidentemente, lo fa indietreggiando :o
Perchè se ci si facessero delle domande, si finirebbe col cercare risposte credibili, per scoprire quanto Judo, JJ, Daito ci siano nel Karate. ;)
Appunto.
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da " uno che non fa più niente " :=) quoto uechi e paguro.
hei, a proposito, anche io non sto facendo niente :halo: sono stato scomunicato ;D
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noooooooooo !! max perchè ti hanno scomunicato ? e chi soprattutto ?
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noooooooooo !! max perchè ti hanno scomunicato ? e chi soprattutto ?
don't worry ;D
diciamo che ci sono state delle situazioni che non mi sono piaciute ed ho tenuto botta fino a quando ci sono riuscito perchè come sai tu e chi mi conosce anche personalemte, lo uechi a me piace moltissimo! Ad un certo punto però ho sbottato ed ho avuto uno scambio di opinioni che non è stato gradito con il sensei. A quel punto le strade si sono divise.
Fortunatamente però, cosa che mi ha fatto molto piacere e da parte mia inaspettata, ho scoperto di godere dell'amicizia e della stima sia dei mie ex compagni ma anche di referenti di uechi di una certa importanza quindi molto probabilmente,a tempo debito......to be continued