Ar.Ma.
Difesa personale => Difesa Personale => Topic started by: Semiautomatic Monkey on March 30, 2012, 19:33:56 pm
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I fatti: ottobre 2.004, mia moglie malata. Mia figlia due anni e mezzo. Mese di ottobre, avevo trascorso i mesi precedenti con la testa assolutamente da un’altra parte, concentrata nella ricerca di una cura per mia moglie. Molto lontano da preoccupazioni di “sicurezza e prudenza”. Alle 7/7 e trenta arrivava l’infermiera che mi aiutava durante la notte, le avevo lasciato le chiavi di casa. La casa ha un ampio giardino, circondata da un muro alto due metri e mezzo. Le finestre sono antisfondamento, ho due aggeggini portatili, premendo un bottone lanciano un allarme su una centrale (guardie private). In questo caso, queste si recano in loco, ed avvertono le forze dell’ordine. Prima, telefonano. Se tu non dici la parolina magica si precipitano.
Con due bottoni, posso chiudere le tapparelle esterne, elettricamente.Sono al gabinetto, situato di fianco alla porta d’entrata. Sento la porta di casa aprirsi, dopo pochi secondi la maniglia della porta del gabinetto si muove.
Mi chiedo “che succede?”, esco e mi trovo davanti a tre persone, passamontagna, vestite uguali, in nero, guanti di pelle, una pistola puntata su di me.
Mi dicono: “calmo!”. Avevo avuto una reazione stupida, mi ero messo subito in guardia.
Primo manrovescio.
Mia figlia piange, mia moglie sgrana gli occhi.
Mi fanno sedere vicino a loro, mentre strappano i cavi dei due telefoni dai muri. Mi fanno alzare, e mi chiedono dove sono valori, soldi e gioielli.
Breve digressione, due di loro su 170\175 centimetri, stessa corporatura, muscolosa. Il terzo, magro, sui 185 centimetri di altezza: é lui quello a cui viene affidata la pistola. E’ anche il più spaventato, ed il più malleabile. Mi chiedo che senso possa avere che sia il più spaventato a tenere l’arma. Gli altri due sono stra-alterati: droga “fredda”, o coca o pastiglie di qualche genere.
Li porto all’armadio dove sono i gioielli di mia moglie. Nel portafoglio ho duecento euro. L’infermiera ne ha di più, circa 1.200. Doveva pagare l’affitto il giorno dopo .(e chissà perché li aveva in contante....).
L’aggeggio per l’allarme radio é nel cassetto, quindi inservibile.
Dalla vetrata aperta guardo in giardino, ve ne é un quarto. Il palo.
La casa é su tre piani. Sono già le otto meno un quarto di sera, é passata mezz’ora, e sono tutti nervosi. In giornata, ero tornato dalla Svizzera, da Losanna. Mi ci ero recato per un ennesimo consulto per mia moglie. Mi accorgo che sanno molto di me, e che credono che io sia pieno di contanti...
La casa é su due piani, più un seminterrato. Vogliono vedere tutto, recuperano dal seminterrato una sbarra per manubrio, ci rechiamo al secondo piano.
Lì, comincia il pestaggio, al primo piano il terzo personaggio, quello alto, tiene sotto controllo mia figlia, mia moglie e l’infermiera con la pistola. In camera al secondo piano, ho una cassaforte a muro. E’ vuota, si incazzano.
Mi pestano dalle otto meno un quarto alle otto e trenta, a turno.
A pugni (in faccia, sullo sterno, sui fianchi), con la sbarra da manubrio, sulla schiena. Sono “tecnici”, fanno attenzione che io non svenga. Ho due quadri di valore, non li vogliono, merce che “scotta”, mi dicono. Ah, dimenticavo. Accento slavo.
Al massimo del parossismo (io non grido, non mi lamento, ad un certo punto mi ricordo di averli pure sfidati, dicendo una cosa del genere “così non mi fai un cazzo, coglione! “. Dio, che cretino. Ne ho prese pure di più....) il capo grida qualcosa a quello sotto, quello sale, spaventatissimo e gli dà la pistola.
Io sono a terra, questo mi punta la pistola alla gola. E dice “vai a prendere la figlia, che i soldi li caccia fuori. Adesso le facciamo male, coglione.”. Qualcosa del genere...
Faccio per rialzarmi, insomma, reagisco...e la pistola scatta. Come ho detto alla polizia, non so se avesse la sicura, non so se fosse una scacciacani, non so se fosse inceppata, ma fa “click!”.
Mi é scattato qualcosa dentro, un misto fra “devo difendere”, “mi son fatto prendere per il culo”, “ora gli stacco la testa”.
Quel che mi ricordo, al primo gli prendo il braccio e gli schianto il gomito su un angolo del muro. Il secondo fa passi indietro, mi precipito addosso a lui e lo lancio giù per le scale urlando come un pazzo.
Escono alla velocità della luce, chiudo la porta di casa (antisfondamento, in metallo della aztec), chiudo le serrande , recupero l’allarme, lo faccio scattare. Poi, con calma telefono al 112 dopo essermi accertato che mia figlia, mia moglie e l’infermiera stessero bene.
Scusate, scritto in fretta.
Mik
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Ho fatto un sacco di errori. Tutto questo sarebbe potuto non succedere, mi interessa sapere "quali errori" ho fatto secondo voi: inutile che vi dica già io cosa ho capito, piuttosto dite la vostra. :pla:
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già conoscevo questa storia, eppure mi si è ghiacciato il sangue in corpo. seguo con molta attenzione
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Mi è venuto mal di stomaco a leggere :-X
Errori o no sei stato coraggioso. Respect.
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Ho fatto un sacco di errori. Tutto questo sarebbe potuto non succedere, mi interessa sapere "quali errori" ho fatto secondo voi: inutile che vi dica già io cosa ho capito, piuttosto dite la vostra. :pla:
Imho mettendolo fra sedici virgolette solo la cosa del "nn mi fate niente"...
Per il resto, per come si è evoluta la cosa, tanto di cappello.
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La cosa più buffa é che mi hanno riempito la casa di polvere per le impronte, ed io a dirgli stra-alterato "Ma avevano i guanti! I guanti neri!".
E poi, mi chiedono: "che accento avevano?"-"slavo..." dico io. E l'investigatore mi risponde "Secondo lei io di dove sono?" .
"Non so... Basilicata?" . "No, sono pugliese!" .
Io: "Ma cazzo c'entra?". La risposta: " volevo vedere se lei aveva orecchio per gli accenti...". Sul momento, volevo sgozzarlo, era veramente surreale la situazione...ma in realtà é una bravissima persona. Un poco strano, forse... :-\
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Non c'è molto da dire, sei stato grande... anche per la scelta dei tempi ma immagino non sia stato molto meditato e questo è un valore aggiunto per come la vedo io. Hai solo il nick che è un disastro ;)
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La cosa più buffa é che mi hanno riempito la casa di polvere per le impronte, ed io a dirgli stra-alterato "Ma avevano i guanti! I guanti neri!".
E poi, mi chiedono: "che accento avevano?"-"slavo..." dico io. E l'investigatore mi risponde "Secondo lei io di dove sono?" .
"Non so... Basilicata?" . "No, sono pugliese!" .
Dovevano controllare e quella della lingua è una normalissima battuta.
Riesci realmente ad identificare un accento slavo da uno albanese invece di un macedone?
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Sai cos'é John? Non ci stavo capendo niente, comunque di errori, ne ho fatti....
1) Il bottone antipanico, l'aggeggino...o te lo tieni addosso, o non serve a nulla.
2) Avevo le finestre aperte.
3) Avevo dato le chiavi di casa all'infermiera.
4) Non ho nessuna conoscenza delle armi da fuoco, ancora adesso. Non le so riconoscere.
5) Non sarei dovuto andare al gabinetto e lasciare mia moglie da sola. Hanno avuto gioco facile.
6) Ne ho prese troppe, ancora adesso non posso prendere il sole sulle spalle, pur con cure varie i capillari continuano a rompersi...e così la schiena.
Etc. Etc.
Mik
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La cosa più buffa é che mi hanno riempito la casa di polvere per le impronte, ed io a dirgli stra-alterato "Ma avevano i guanti! I guanti neri!".
E poi, mi chiedono: "che accento avevano?"-"slavo..." dico io. E l'investigatore mi risponde "Secondo lei io di dove sono?" .
"Non so... Basilicata?" . "No, sono pugliese!" .
Dovevano controllare e quella della lingua è una normalissima battuta.
Riesci realmente ad identificare un accento slavo da uno albanese invece di un macedone?
Assolutamente no! E capisco che servisse loro un minimo di sicurezza, ma, sul momento, mi é sembrata una domanda surreale....
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Sul momento amico
L'importante è che la famiglia stia bene ;)
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Mik, una storia allucinante,
di quelle che credi possano capitare sempre e solo agli altri.
Non ti devi rammaricare di nulla, sei stato già fin troppo lucido in mezzo a quel caos e la cosa più importante è che state tutti bene. Spavento, rabbia, angoscia ma state tutti bene.
Tutto il mio appoggio e il massimo rispetto per come te la sei giocata.
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A parte gli "errori" di prevenzione che hai elencato non mi pare tu ne abbia fatti molti.
Per quello che riguarda loro se avevano assunto droga, ed è molto probabile, era coca. Se hanno preso cocaina lo hanno fatto tutti e 4 compreso quello che faceva il palo.
La coca in gergo viene chiamata "la veloce" per distinguerla dall'eroina, "la lenta". La cocaina non viene prese tanto per farsi coraggio quanto per accellerare le risposte agli eventi esterni, in primis quelli sonori e visivi. Si scatta al minimo fruscio. Un'altro effetto è la percizione del tempo che passa che viene falsata.
Il tizio che portava la pistola se lo hai visto impacciato o meno sicuro degli altri era probabilmente la prima volta e gli hanno messo in mano la pistola apposta. Come iniziazione.
Dai colpi che ti hanno dato posso dirti quasi con assuluta certezza che erano stati già in galera e che quei colpi li aveno presi loro stessi in primis dagli sbirri.
Per la pistola in questi casi e con queste modalità viene quasi sempre usata una 7.65 facilmente reperibile nel giro.
Io sono nato con le armi e se me ne affianchi 2, anche una buona imitazione, ti dico qual è quella vera e quella finta, ma in quelle condizioni e in quel contesto, a meno di un arma palesemente giocattolo, sfido chiunque a reagire sicuro che tanto non spara.
Di questa storia sono felice che sia finita bene e del tuo comportamento.
Alla luce di questa tua disavventura sono contento anche di come tu abbia risposto al mio post, da dove hai spinoffato questo, con razionalità e lucidità.
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Sai cos'é John? Non ci stavo capendo niente, comunque di errori, ne ho fatti....
1) Il bottone antipanico, l'aggeggino...o te lo tieni addosso, o non serve a nulla.
2) Avevo le finestre aperte.
3) Avevo dato le chiavi di casa all'infermiera.
4) Non ho nessuna conoscenza delle armi da fuoco, ancora adesso. Non le so riconoscere.
5) Non sarei dovuto andare al gabinetto e lasciare mia moglie da sola. Hanno avuto gioco facile.
6) Ne ho prese troppe, ancora adesso non posso prendere il sole sulle spalle, pur con cure varie i capillari continuano a rompersi...e così la schiena.
Etc. Etc.
Mik
Io ho detto per come si è svolta la cosa dall'irruzione....
E'ovvio che a monte avresti potuto o si potrebbero fare alcune cose, ma in questo caso anche quello che hai vissuto è una lezione. ;)
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Sì. Ma devo affondare, per farvi capire meglio la situazione, altrimenti non si comprende bene né da dove ho tirato fuori le palle, né perché sia riuscito a reagire con quel grado di violenza. Io e mia figlia Benny stiamo bene, la mamma di Benny, Anna, era molto malata e ci ha lasciato a febbraio del 2.005.
Quei disgraziati hanno approfittato di una situazione già tragica allora.
Ora, va tutto bene, non vivo più lì, e sono diventato molto più prudente.
Ho una nuova compagna, persona eccezionale.
Tra le altre cose si é aggiunta Lei al nostro nucleo familiare:
http://www.agraria.org/cani/terriernerorusso.htm (http://www.agraria.org/cani/terriernerorusso.htm) , una cagna magnifica. Di notte, sta in casa, di giorno in giardino.
Si sdraia di fronte alle camere, e fa finta di dormire.
Una foto della razza sotto.
Mik
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Grazie John e grazie BB!!
Grazie a tutti per avermi ascoltato...
Mik
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Figurati. Grazie a te.
Per il cane è una buona idea, ma se lo avessi avuto allora avrebbero comunque saputo che c'era prima di entrare. Sul cane hai comunque il mio completo appoggio al di là di tutto. Fa bene allo spirito avere un cane in casa.
Penso quindi che tutte quelle cose a monte che si possono fare e che lo spartano conosce bene (sicuramente meglio di me) non vanno trascurate. Sopratutto se sei in condizione tale, reale o percepita (vale per tutti), da risultare appetibile.
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Ha un carattere niente male, l'amica pelosa. Incredibile che vada d'accordo con il gatto. Vista in un paio di occasioni come si comporta, é ineccepibile...l'idea sta nel fatto che é perfettamente inutile "convivere" con un cane "da difesa", e tenertelo lontano. Deve stare vicino a te, dal buio all'alba.
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Grazie per aver condiviso questa tua esperienza. Massimo rispetto.
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1) Il bottone antipanico, l'aggeggino...o te lo tieni addosso, o non serve a nulla.
2) Avevo le finestre aperte.
3) Avevo dato le chiavi di casa all'infermiera.
4) Non ho nessuna conoscenza delle armi da fuoco, ancora adesso. Non le so riconoscere.
5) Non sarei dovuto andare al gabinetto e lasciare mia moglie da sola. Hanno avuto gioco facile.
6) Ne ho prese troppe, ancora adesso non posso prendere il sole sulle spalle, pur con cure varie i capillari continuano a rompersi...e così la schiena.
Etc. Etc.
Mik
Beh, se non eri o non sei (per lavoro, stile di vita, in relazione anche alla zona geografica dove vivi) una persona molto a rischio, quelli che elenchi non sono propriamente degli errori, sono considerazioni sensate e di cui tener conto ma nel complesso appaiono un po' come recriminazioni fatte col senno di poi, conseguenza della situazione traumatica e di stress subita.
Da quanto mi è stato riferito sono frutto di un comportamento/reazione psicologica abbastanza naturale e nella norma a chi è stato coinvolto in fatti di questo genere o persino molto meno gravi, anche una volta che si è metabolizzato e superato brillantemente il trauma emotivo, come mi sembra essere il tuo caso.
Ci sono sicuramente un sacco di persone (ma pochissimi in percentuale rispetto alla popolazione) che stanno attenti in automatico a molti comportamenti per sicurezza e per prevenzione a cui né forse tu, né io, né penso la maggior parte degli utenti del forum , prestiamo attenzione e a cui magari non attribuiamo la valenza di potenziali campanelli d'allarme.
Per molti di noi significa che non siamo realmente paranoici all'ennesima potenza come talvolta appariamo chiacchierando. Chi attua certi comportamenti di sicurezza e prevenzione spesso lo fa per deformazione professionale, per esperienza di vita e in lavori particolari, legati alla sicurezza (guardie del corpo, scorte o ancora più specifici e meno consueti).
Condivido quanto scritto da John, sempre con tante virgolette, sulla frase da te detta, perchè potenzialmente sarebbe potuta risultare scatenante ed esplosiva di altro ma è una considerazione che lascia un po' il tempo che trova, proprio perchè fatta a posteriori e a freddo da chi non era al tuo posto.
In pratica a tavolino e tranquillo davanti allo schermo lo dico ma ammetto pure che dal vivo avrei probabilmente fatto molto peggio di te, scatenando le ire degli aggressori e di tutte le divinità finora concepite dagli esseri umani.
Il punto 4 sulla conoscenza delle armi da fuoco è una lacuna che mi son posto e mi pongo spesso empiricamente come problema anch'io e ha una sua importanza la presa in considerazione dell'argomento, se interessa davvero la dp.
Mi è stato detto che in molti casi reali non è così semplice distinguere repliche da armi vere per chi non ha tanta familiarità con le armi, vuoi per lo stato di stress, vuoi perchè l'arma la vedi di sfuggita e non puoi analizzarne i dettagli, vuoi perchè la replica è talvolta molto realistica e non per forza un mero “plasticone”, vuoi perchè la gamma di armi possibili è ampia.
Non sempre basta come esperienza quella fatta anche con regolarità in poligono, anche di chi per lavoro ha una pistola con se quotidianamente o almeno così mi è stato detto da chi ha questi requisiti.
Hai tutto il mio appoggio e rispetto e grazie della condivisione.
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Io sono stato aggredito e c'era di mezzo la mia ragazza, ma qui si sfiora l' incubo.
Tanto di cappello, c'era veramente poco da fare e quello che hai fatto difficilmente era migliorabile.
Si poteva lavorare a monte, ma di sicuro hai ammbinistrato come si deve, a parte quel virgolettato.
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Altro che errori...vorrei stringerti la mano.
Complimenti, per tutto.
Anche per la lucidità e tranquillità con cui ne parli.
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Io sono stato aggredito e c'era di mezzo la mia ragazza, ma qui si sfiora l' incubo.
Tanto di cappello, c'era veramente poco da fare e quello che hai fatto difficilmente era migliorabile.
Si poteva lavorare a monte, ma di sicuro hai ammbinistrato come si deve, a parte quel virgolettato.
Grazie. Non so se si capisce da quello che ho scritto velocemente, ho cercato di tenere le due persone più pericolose lontano da mia moglie e mia figlia. Cercando di prendere tempo, nella convinzione (vera o sbagliata che fosse), che il tempo che si erano dati non fosse "infinito". Per Andrea: vedi, per quanto riguarda la tranquillità con cui ne scrivo, te la spiego subito: il giorno dopo Anna disse a suo padre "Ma no, non é successo niente. Erano amici di Michele che scherzavano...".
Io, non ho mai avuto tempo da perdere dietro al ricordo di questa rapina, ero concentrato esclusivamente sul ricercare una soluzione per la malattia di Anna. Quindi, in realtà, avevo qualcosa di più grave cui pensare. Solo successivamente ho razionalizzato l'esperienza, ed ho capito pienamente il rischio corso. Intendo dire che all'epoca, la mia priorità era stare in piedi per aiutare Anna, e proteggere l'integrità mentale di mia figlia. Quelli si sono messi in mezzo fra me ed il mio scopo.
Visto comunque che scemo non sono, alla fine di novembre Benny fu affidata a mio fratello, fino a febbraio.
Come vedete, le due esperienze, la rapina e la morte di Anna, sembrano scollegate, ma non lo sono. Sono in me intimamente correlate, e spiegano meglio le mie reazioni, che si avvicinano ad una sorta di spersonalizzazione.
Mik
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Mik una bruttissima esperienza.
Sinceramente posso solo farti i complimenti per come sei riuscito a gestire la situazione.
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Quello che di cui potrebbe essere interessante parlare, é la fase di "scontro", forse non da un punto di vista tecnico, ma dal punto di vista "dell'intenzione".
Per prima cosa, ho imparato sulla mia pelle che una sequenza di colpi, anche se duri, non scassano con così tanta sicurezza un corpo umano. Ho ricevuto pugni secchi, ma soprattutto bastonate con la barra dei manubri. Due giorni dopo, avevo la schiena nera, e quando dico nera, intendo nera. Un dolore pazzesco allo sterno, dove si inseriscono le costole, ed una mascella gonfia come un limone. Ma, non sono svenuto. 20 gg. la prognosi.
Può essere stata l'adrenalina? Io credo di sì. Chiaramente, volevano "convincermi", non ammazzarmi.
Quando ho reagito io, ho rotto un gomito. L'intenzione, era quella. Non ha neppure gridato granché, doveva essere veramente pieno. Quello era il capo. L'altro, quello che si é fatto ruzzolando di faccia le scale di marmo, se ne é andato fuori casa velocissimo, non so con che danni. Quello con il braccio rotto, a seguire, il lungo alle mie grida si era già dato in giardino con quello che avevano trovato...ora...
1) Cosa mi ha tenuto in piedi?
2) Non credo che sussista realmente una tecnica "efficace". Forse judo, forse KM. Ma ho compreso che é "l'intenzione" che importa. La volontà di rompere realmente, senza pensare in nessun modo alle conseguenze. In quel "posto emotivo", non esistono sensi di colpa, prudenza o preoccupazioni razionali. Tu o l'altro, niente di più.
3) Cosa mi é accaduto da un punto di vista chimico? Mi é chiaro che ero pieno di adrenalina, ma normalmente si dice che "ti taglia il fiato, ti fa perdere in lucidità, in quel momento usi solo movimenti grezzi, non fini..." Beninteso, ripeto quanto mi hanno detto e spiegato in molti. Ma, a me, non é successo nulla di tutto questo....a) il fiato c'era, b) ho avuto la sensazione , durante la mia reazione, che fossero senza peso, due bambolotti. c) Al di là di urlare come un ossesso e non avere utilizzato tecniche riconoscibili, mi sono mosso bene, usando il mio peso, non solo le braccia...
C'é forse una adrenalina "buona" ed una "cattiva"? O dopo aver subito per un'ora, avevo digerito gli effetti "cattivi" dell'adrenalina, dell'eccitazione?
John? Xjei? Che ne dite?
Mik
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Mik una bruttissima esperienza.
Sinceramente posso solo farti i complimenti per come sei riuscito a gestire la situazione.
Graz! Tra l'altro, spero di conoscerti di persona presto!
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oh, son due pagine che cerco di scrivere qualcosa, ma non riesco a trovare le parole, una cosa terribile
Secondo me sei stato perfetto
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oh, son due pagine che cerco di scrivere qualcosa, ma non riesco a trovare le parole, una cosa terribile
Secondo me sei stato perfetto
Permettimi la battuta:
"E' perché pratico Wing Chun!", che somiglia a:
"Caro, Dio mio, come fai bene l'amore..."
e lui
"E' che mi sono allenato a lungo da solo...". XD
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:D
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:D :D
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L'adrenalina non taglia il fiato. Di solito è la strizza a far venire la gambetta molle. Io ricordo elucubrazioni mentali lunghe due ore condensate in 2 secondi dentro la mia testa in determinate situazioni.
Per quel che riguarda le botte, a meno che non date con l' intento di non far alzare una persona o se non si becca qualche punto sensibile c'è gente che è dura da tener giù. O visto gente aver molta più rogna ad alzarsi dopo esser stata lanciata. Suppongo che sia perchè un sacco di persone han provato a far a botte, pochi sanno cascare ( e sul morbido ) .
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leggo solo adesso.
Una cosa agghiacciante.
non so cosa dire, e non ho idea di come avrei reagito io sentendo minacciare di fare male a mia figlia.
Adesso direi che li avrei implorati di non farlo.
Non posso che farti i complimenti per come hai gestito la cosa.
E per tutto il resto se fossi qui di fronte potrei solo abbracciarti.
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Quello che di cui potrebbe essere interessante parlare, é la fase di "scontro", forse non da un punto di vista tecnico, ma dal punto di vista "dell'intenzione".
Per prima cosa, ho imparato sulla mia pelle che una sequenza di colpi, anche se duri, non scassano con così tanta sicurezza un corpo umano. Ho ricevuto pugni secchi, ma soprattutto bastonate con la barra dei manubri. Due giorni dopo, avevo la schiena nera, e quando dico nera, intendo nera. Un dolore pazzesco allo sterno, dove si inseriscono le costole, ed una mascella gonfia come un limone. Ma, non sono svenuto. 20 gg. la prognosi.
Può essere stata l'adrenalina? Io credo di sì. Chiaramente, volevano "convincermi", non ammazzarmi.
Quando ho reagito io, ho rotto un gomito. L'intenzione, era quella. Non ha neppure gridato granché, doveva essere veramente pieno. Quello era il capo. L'altro, quello che si é fatto ruzzolando di faccia le scale di marmo, se ne é andato fuori casa velocissimo, non so con che danni. Quello con il braccio rotto, a seguire, il lungo alle mie grida si era già dato in giardino con quello che avevano trovato...ora...
1) Cosa mi ha tenuto in piedi?
2) Non credo che sussista realmente una tecnica "efficace". Forse judo, forse KM. Ma ho compreso che é "l'intenzione" che importa. La volontà di rompere realmente, senza pensare in nessun modo alle conseguenze. In quel "posto emotivo", non esistono sensi di colpa, prudenza o preoccupazioni razionali. Tu o l'altro, niente di più.
3) Cosa mi é accaduto da un punto di vista chimico? Mi é chiaro che ero pieno di adrenalina, ma normalmente si dice che "ti taglia il fiato, ti fa perdere in lucidità, in quel momento usi solo movimenti grezzi, non fini..." Beninteso, ripeto quanto mi hanno detto e spiegato in molti. Ma, a me, non é successo nulla di tutto questo....a) il fiato c'era, b) ho avuto la sensazione , durante la mia reazione, che fossero senza peso, due bambolotti. c) Al di là di urlare come un ossesso e non avere utilizzato tecniche riconoscibili, mi sono mosso bene, usando il mio peso, non solo le braccia...
C'é forse una adrenalina "buona" ed una "cattiva"? O dopo aver subito per un'ora, avevo digerito gli effetti "cattivi" dell'adrenalina, dell'eccitazione?
John? Xjei? Che ne dite?
Mik
Quello di cui tu parli si chiama spirito di sopravvivenza, quello che spesso facilmente sottovaluta chi è a digiuno di certe dinamiche.
Per esperienza personale un grande aiuto te lo ha dato il dolore "accumulato".
Per valutazioni di altro genere avremo tempo e modo, quel che a me preme sottolineare è che quando è chiaro realmente cosa sia una situazione di difesa personale, come la tua, la realtà è questa, nuda, cruda e brutale e tutto il resto, fatto di aspirazioni, ambizioni e piee illusioni una evidente cazzata.
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agghiacciante , veramente una storia terribile. posso dire senza ombra di dubbio che questo è uno dei post più istruttivi che abbia mai letto su un forum di am. da veramente molto da riflettere ( al di là del grande rispetto che provo per Mau per essere riuscito a gestire direi egregiamente una situazione in cui io probabilmente mi sarei pisciato sotto come un bambino ).
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Ci sono due affermazioni che trovo molto interessanti, sempre nell'ottica di rendere questa mia esperienza utile ad altri.
"L'adrenalina non taglia le gambe", detto da Xjei. Quindi, distinguiamo l'adrenalina dalla "fifa", e detto da un agonista é una affermazione assolutamente "testata". Quindi, basta dire palle. L'adrenalina può essere usata e, se ho ben capito Xjei, in certe occasioni velocizza i processi mentali.
L'altra affermazione é di John. Ti chiedo: hai voglia di spiegarla meglio? Quando tu parli di "dolore accumulato"...mettiamola così, ad un certo punto il mio corpo (io) ha capito che il dolore non poteva aumentare più di tanto. Quindi ho reagito...stai parlando di questo?
In ogni caso sono due concetti che possono essere compresi solo da chi:
1) Fa agonismo.
2) Si allena "di contatto pesante"
3) Ha subito un'esperienza tale da poterlo capire da un punto di vista "corporeo", non solo mentale.
Ne traggo questa conclusione: o nel mio passato\presente rientro all'interno di queste tre categorie, cioè o faccio od ho fatto agonismo, mi alleno o meno al contatto, ho avuto delle esperienze "formanti" (sic!), oppure la pratica delle A.M. diventa un gioco di società. Questo é quello che penso. Sbaglio?
Mik
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Il discorso è complesso e per spiegarlo bene dovrei fare ricorso ad esempi vissuti che sarebbero poco adatti a una platea forumistica...
Diciamo che la frase famosa del "quel che nn ti uccide ti rende più forte" in particolari contesti trova conferma nelle reazioni psicofisiche del nostro corpo, nel tuo caso tu hai compreso di essere andato oltre un limite che nn pensavi di poter reggere e questo, semplificando, ti ha anche fatto sentire più forte a livello mentale.
E credimi in questo caso il fattore mentale è ben più importante e indipendente da cose relative all'agonismo...mentre quello del contatto fornisce si una base ma che ti porta solo fino a un certo punto, poi è tutta testa.
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secondo me non è questione di pensare che il dolore non possa aumentare.. cioè, può sempre andare peggio! il punto è, imvho, che in certe situazioni il cervello, e di conseguenza tutto il resto corpo, si mette in condizioni tali da poter reagire nel modo più efficace possibile ad un pericolo.. il noto 'fight or flight'. il motivo, ad esempio, per cui davanti ad un pericolo 'ci si caga addosso' o 'ci si piscia addosso' è che in circostanze riconosciute come pericolose il corpo sceglie di non investire energie preziose nel contrarre muscoli (e.g. gli sfinteri dell'intestino) per trattenere feci o urine, in modo da rendere queste energie disponibili per altri distretti muscolari da cui potrebbe dipendere in modo più diretto la nostra sopravvivenza (tradizionalmente, agevolando quei distretti muscolari maggiormente coinvolti nelle azioni della fuga o del combattimento). spesso capita che le prime volte una persona non sappia gestire un granché bene questo 'assetto', e trovarcisi almeno qualche volta (ad esempio in esperienze terribili come la tua, o in competizioni a contatto pieno) aiuta a prendere confidenza con questa condizione piuttosto lontana da quella che è la nostra quotidianità in un paese civile. man mano che si impara a gestirsi, però, risulta evidente come in questo stato si sia in grado di fare cose grandiose rispetto a quanto si è capaci di fare di solito, come ad esempio essere molto più efficaci (mi si passi il termine) in combattimento, o pensare tantissimo ed a velocità impressionante. di contro, invece, le capacità finomotorie sono parecchio inibite.. infine, mi sembra evidente che mantenere questa modalità operativa è parecchio dispendioso in termini energetici, per cui è ovvio che il nostro cervello sia disposto ad adottarla soltanto in casi di chiara necessità. per questo, per imparare bene a gestirla, è necessario a volte costringersi in situazioni in cui siamo costretti ad adottarla
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Mik una bruttissima esperienza.
Sinceramente posso solo farti i complimenti per come sei riuscito a gestire la situazione.
Graz! Tra l'altro, spero di conoscerti di persona presto!
Grazie.
La cosa vale anche per me.
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Ciao Mik, come puoi immaginare conoscevo vagamente la storia, il paese è piccolo e la gente mormora... ma sentire come sono effettivamente andate le cose mi ha gelato il sangue, non posso che farti i complimenti. Errori? per me nessuno, penso che in pochi avrebbero gestito una tale situazione così bene.