Ar.Ma.
Martial Sharing => Interstile - discussioni in comune => Topic started by: bryan fury on April 16, 2012, 02:19:59 am
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premetto che non mi interessa sapere tra le varie am che elencherò qual'è la meglio o quella che serve di più in strada dato che per me le am sono una passione e finalmente ora posso praticarne una :)
ultimamente mi stò appassionando a quel tipo di arte marziale che ha come base la pressione ai punti vitali quindi ecco la prima domanda(per quelli che intendono sparare cavolate su ken naruto e cose varie chiedo gentilmente di non scrivere nemmeno)
1-qual'è la differenza tra marma adi,dim mak e kyusho jitsu?oppure sono le stesse cose con nomi diversi?
2-informandomi in giro ho capito che questo tipo do tecniche sono solo aggiuntive ad un am che già si pratica quindi volevo sapere qual'è l'am che più si abbina a queste pratiche?oppure si abbinano a tutte le arti marziali in equal modo?quelle che per ora ho visto abbninarsi meglio a queste pratiche sono taiji quan,ryukyu kenpo, jujutsu,ninjutsu,karate,hapkido,baguazhang, kalari payat,wing chun,tang lang e qualche altro stile di kung fu che non ricordo(ripeto non voglio sapere la migliore vorrei solo capire quale si abbina meglio alle 3 pratiche sopra elencate.
ringrazio in anticipo tutti gli esperti e praticanti che mi risponderanno 8) :)
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Fammi un po' capire cosa intendi con "pressione dei punti vitali"...
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Scusa, non capisco cosa intendi nel sondaggio....
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Vuole sapere che senso dare alla discussione.... XD XD XD
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Per il momento seguo.
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ultimamente mi stò appassionando a quel tipo di arte marziale che ha come base la pressione ai punti vitali
Ai tempi fui anch'io un sostenitore dei punti vitali. (per dire, parlo con un pochino di cognizione di causa)
Mi rendo conto che è una verità difficile da accettare, ma col tempo ho personalmente constatato che certe cose, semplicemente, non funzionano. Almeno, non quelle di un certo tipo. Ma è giusto che anche tu lo verifichi di persona, perciò ti do comunque qualche indicazione :)
Se non ricordo male, marma adi è la versione indiana del dim mak cinese, così come il kyushu jutsu è del Sol Levante (spero di non ricordare male -.-') Al di là del nome, ci sono due interpretazioni dei punti vitali:
- fisica. Semplicemente si tratta di punti anatomici dolorosi/pericolosi, sono i bersagli delle tecniche. Per esempio mento e tempie per un pugno o interno coscia per un coltello.
- teoria del chi. Il concetto è i seguente: su circa 600 punti dell'agopuntura cinese, ce ne sono 108 particolarmente esposti (hsueh, mi sembra). Esercitando una pressione su queste cavità e con padronanza del proprio chi (energia interna) si introduce la propria energia nell'avversario, in tal punto. Ciò compromette la circolazione naturale del chi avversario, con conseguenze che vanno dal semplice fastidio/formicolio alla morte.
Per la prima teoria, ti basta un manuale di anatomia e vai a fare un corso di dp, o sdc, o karate.
Per la seconda, ti dico subito che non funziona: io non sono mai riuscito ad ottenere risultati significativi, e neppure chi me l'ha mostrata. Però se vuoi provare, hai il diritto di farlo. Innanzitutto, prima di iscriverti a qualsiasi corso, ti consiglio il manuale "Enciclopedia del Dim Mak", di E. Montague e W. Simpson. Questo ti darà un'idea dell'ambiente in cui ti vuoi immergere e di cosa dovresti cercare.
Essendo una teoria energetica, sei obbligato a imparare a controllare questa energia: come consiglia il manuale, iscriviti a taijiquan (alias taiji quan) o altro stile interno e/o chi kung. Senza andare a fare dim mak o altre cose, ti basta leggere qualche manuale agopunturistico per integrare i punti vitali alla tua pratica.
That's all folk's :)
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Sei uno striker o un lottatore?
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Ma cosa si vuole sondare? c'è una domanda? :ohiohi:
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dalle recensioni che ho avuto,se ti interessa la faccenda,dicono che il M. Frisan faccia un buon lavoro. pratica kyusho e ryu kyu kenpo.
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Innanzitutto, prima di iscriverti a qualsiasi corso, ti consiglio il manuale "Enciclopedia del Dim Mak", di E. Montague e W. Simpson. Questo ti darà un'idea dell'ambiente in cui ti vuoi immergere e di cosa dovresti cercare.
Si, ma... anni fa costava una sbarellata... :o
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ci sono nervi che se colpiti procurano dei danni all'avversario
alcuni impediscono i movimenti, oppure quello dell'immagine puo' far svenire, ecc
(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/4b/Gray793.png/250px-Gray793.png)
ti serve un libro di anatomia altrimenti un maestro che ne sappia, ad ogni modo l'am e' indifferente
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Innanzitutto, prima di iscriverti a qualsiasi corso, ti consiglio il manuale "Enciclopedia del Dim Mak", di E. Montague e W. Simpson. Questo ti darà un'idea dell'ambiente in cui ti vuoi immergere e di cosa dovresti cercare.
Si, ma... anni fa costava una sbarellata... :o
Vero: lo pagai 50 euro; ora l'ho visto a 35. Però se gli interessa l'argomento quello è il manuale più completo che ho trovato.
In genere i soldi spesi in libri sono soldi ben spesi[1] :thsit:
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L'AM è del tutto indifferente, anche perchè si tratta di "integrazioni" e non di AM a se stante.
Il Kyushu o come si voglia chiamarlo, di per se, in combattimento non serve a una mazza fionda.
Può avere un senso ma prevalentemente a cose quasi fatte, quando cioè diventa plausibile colpire il tal punto preciso, nel tal modo preciso, con la tal forza precisa ecc.
La mappa dei fatidici punti, è più o meno la stessa che trovi in agopuntura o nello Shatsu, tant'è che nel Kyushu c'è tutta la parte curativa sugli stessi punti con differente approccio.
Concordo con l'idea che un buon libro di anatomia faccia bene il suo mestiere.
Conosco un insegnante di Kyushu, uno che reputo serio (è anche Judoka, Aikidoka e ex agonista KickBoxer) e che sottolinea sempre come non si tratti di scienza esatta, che è qualcosa che può funzionare come anche no, a seconda del soggetto più o meno sensibile o con i nervi più o meno esposti.
Mentre molti vendono queste cose come infallibili tecniche per questo e quello, una balla assoluta!
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Non sono d'accordo che sia sufficiente la conoscenza teorica (libri, manuali, il tipo che spiega).
Se fosse così in modo analogo basterebbe anche leggere qualche libro sul pugilato per strappare i titoli e le borse a Pacquaio e ai fratelli Klitschko, senza dover faticare in palestra.
Se non ci si allena alla precisione in dinamicità e si fa l'abitudine a colpire/manipolare in modo adeguato i punti, la conoscenza rimane fine a se stessa e non serve a nulla, non è neppure considerabile un'integrazione.
C'è poi magari gente che ha pure il certificatino da istruttore in discipline specializzate ma ha difficoltà a beccare i punti (persino in contesti abbastanza statici) e a me in questi casi i conti non tornano proprio sull'adeguatezza della loro preparazione. :whistle:
In soldoni, per l'obiettivo che ci si pone, a mio parere serve la “memoria fisica” settata anche sui punti di pressione.
Qualsiasi disciplina io pratichi se su attacco avversario, per esempio un pugno, mi fermo a pensare a come devo reagire, l'attacco lo subisco prima di aver completato la mia reazione, il pugno dell'opponente me lo ritrovo sulla punta del mento (o su ST 5 se si preferisce un'ottica in “agopunturese”) e vado a nanna.
In modo analogo, se mi fermo a pensare all'individuazione, a prendere la mira a mia volta sulla punta del mento (o su ST 5, pensando alle modalità più adeguate per l'effetto desiderato) non solo diventa probabile che lo mancherò, ma darò tempo alla reazione dell'altro che non starà ad aspettare i miei comodi e mi augurerà anche in questo caso la buona notte.
I due aspetti devono andare di pari passo.
Sia per la reazione “standard” sia per la reazione “standard con abilità da cecchino integrata” non bisogna fermarsi a pensare ma bisogna agire.
Non è così facile e da tutti riuscire a fare andare i due aspetto di pari passo e bilanciati tra loro.
Come mia impressione ci son tanti praticanti focalizzati sui punti di pressione che rischiano per loro mancanza di aver lacune sul timing “normale”.
Dall'altro lato ci sono praticanti di altre discipline che hanno il timing necessario di base ma che non hanno a disposizione le indicazioni e/o l'allenamento alla precisione (è ovviamente lecito e talvolta comprensibile che possa non interessare loro) che potrebbe aumentare la loro efficienza.
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Non sono d'accordo che sia sufficiente la conoscenza teorica (libri, manuali, il tipo che spiega).
E questo è vero, difatti abbiamo tutti consigliato manuali come primo approccio e poi da tenere come complemento allo sport che sceglierà bryan :)
Se fosse così in modo analogo basterebbe anche leggere qualche libro sul pugilato per strappare i titoli e le borse a Pacquaio e ai fratelli Klitschko, senza dover faticare in palestra.
Permettimi di osservare che non è una buona analogia: a differenza del pugilato, dim mak e discipline affini hanno un gran bagaglio di conoscenze squisitamente teoriche per le quali è molto utile affiancare la lettura alla pratica. Conoscere tutti i 108 punti, quali effetti provocano, quali altri punti li neutralizzano, ecc...sono cose che si possono imparare sui libri senza problemi.
Se non ci si allena alla precisione in dinamicità e si fa l'abitudine a colpire/manipolare in modo adeguato i punti, la conoscenza rimane fine a se stessa e non serve a nulla, non è neppure considerabile un'integrazione.
Vero, ma per imparare a manipolarli bisogna prima conoscere un po' di anatomia ;)
C'è poi magari gente che ha pure il certificatino da istruttore in discipline specializzate ma ha difficoltà a beccare i punti (persino in contesti abbastanza statici) e a me in questi casi i conti non tornano proprio sull'adeguatezza della loro preparazione. :whistle:
In soldoni, per l'obiettivo che ci si pone, a mio parere serve la “memoria fisica” settata anche sui punti di pressione.
Qualsiasi disciplina io pratichi se su attacco avversario, per esempio un pugno, mi fermo a pensare a come devo reagire, l'attacco lo subisco prima di aver completato la mia reazione, il pugno dell'opponente me lo ritrovo sulla punta del mento (o su ST 5 se si preferisce un'ottica in “agopunturese”) e vado a nanna.
In modo analogo, se mi fermo a pensare all'individuazione, a prendere la mira a mia volta sulla punta del mento (o su ST 5, pensando alle modalità più adeguate per l'effetto desiderato) non solo diventa probabile che lo mancherò, ma darò tempo alla reazione dell'altro che non starà ad aspettare i miei comodi e mi augurerà anche in questo caso la buona notte.
I due aspetti devono andare di pari passo.
Sia per la reazione “standard” sia per la reazione “standard con abilità da cecchino integrata” non bisogna fermarsi a pensare ma bisogna agire.
Non è così facile e da tutti riuscire a fare andare i due aspetto di pari passo e bilanciati tra loro.
Come mia impressione ci son tanti praticanti focalizzati sui punti di pressione che rischiano per loro mancanza di aver lacune sul timing “normale”.
Dall'altro lato ci sono praticanti di altre discipline che hanno il timing necessario di base ma che non hanno a disposizione le indicazioni e/o l'allenamento alla precisione (è ovviamente lecito e talvolta comprensibile che possa non interessare loro) che potrebbe aumentare la loro efficienza.
Non posso che quotare. Però ti faccio notare due cose:
- È un tipo di lavoro avanzato. Un principiante dovrebbe cominciare a conoscere qualche punto, imparare le sequenze su di essi in modo collaborativo e poi man mano che prende confidenza iniziare a testare la "memoria fisica" che tu dici in ambito non collaborativo e non prearrangiato :)
- La qualità del "cecchinaggio" si può iniziare ad allenare mettendo su un paio di guantoni e tirando colpi comuni. Precisione, abitudine allo scontro, capacità di improvvisare[1] si può allenare anche in sparring con tecniche "standard"
E infine, ribadisco che tutto questo discorso lascia il tempo che trova, perché sono cose che funzionano una volta su...
:)
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Scusa se non ti rispondo punto per punto usando i quote ma evito di incasinarmi. :-[
Sono d'accordo che sia un lavoro relativamente avanzato, ma proprio come argomento in generale, nel senso che è una specializzazione, ed è anche normale che ci debba essere una progressione didattica.
Dal punto di vista teorico, per propositi marziali non è proprio necessario conoscere tutti i punti e mille cose per ciascun punto.
E' tuo interesse avere una conoscenza enciclopedica della materia? Ok, va benissimo ma è un di più!
Come aspetto pratico, l'affiancare altra disciplina non basta. Bisogna abituarsi proprio a beccare i punti!
Allenarsi coi guantoni va benissimo in generale, e va fatto comunque, ma è molto meno utile per l'esigenza specifica della precisione, soprattutto all'inizio.
I guantoni sono costruiti per disperdere l'energia all'impatto e quindi per loro stessa natura remano contro al proposito di scaricarla con precisione su bersagli relativamente piccoli.
Trovo infatti abbastanza comprensibile per esempio che un pugile non presti molta attenzione sull'argomento. Per il contesto di suo interesse avrebbe relativamente pochi benefici, ossia in relazione alla mole di allenamento che dovrebbe affrontare pochi risultati.
Spesso i pugili sono più precisi di praticanti di molte altre discipline e, consapevoli o meno che siano del fatto, ottengono ko con colpi che sono da manuale sui punti di pressione nonostante qualche tradizionalista abbia il coraggio di accusarli convinto di “non colpire col chi/ki/qi”, smascherando la sua ignoranza in merito anche riguardo al concetto tradizionale di cui vorrebbe mostrarsi paladino. ;D
Come esercizio agli inizi, mani nude e colpisco con un minimo di controllo e coscienza, andando poi via via ad aumentare la dinamicità degli esercizi.
Oltre a quella di avere un insegnante, ho la necessità di avere feedback da parte del compagno per sapere se il punto l'ho beccato o meno, per poter correggere il tiro e abituarmi alla precisione.
Ho bisogno dello spotter o del tavolettista per migliorare. XD
Si usano alcuni punti con maggiore cautela, o almeno si usano meno all'inizio, prima di acquisire una certa familiarità e abitudine, per sicurezza.
E' un allenamento doloroso ma non si crepa così facilmente, come vorrebbe far credere il vecchietto presunto saggio della montagna, che riporta leggende sentite dire, ma senza aver davvero conoscenze di medicina, né occidentale né tradizionale cinese.
Un insegnante molto considerato in materia, soprattutto all'estero, a inizio lezione faceva la premessa sorridendo “no pain, no fun” per dire che il dolore è necessario per imparare. Non è sadismo o masochismo ma è una necessità pratica, avere lo spotter/tavolettista, ci si presta vicendevolmente a far da spotter al compagno, per aver l'opportunità di crescere entrambi. L'imput di un suo collega e amico, riguardo i punti di pressione, è “practice, practice, practice”.
E' necessario essere supervisionati o aver ricevuto indicazione di chi sa di quel che parla. Nonostante le diverse e quasi opposte prospettive, le conoscenze dei punti tra medicina tradizionale cinese e la nostra convergono.
In conclusione al “papiro” :-[, sono un hobbysta che pratica 4-6 ore a settimana la disciplina principale. Come integrazione/accessorio mi interessano i punti di pressione. Come minimo dovrò allenarmi in palestra, in pratica non in teoria, altre 2-4 ore con compagni focalizzate solo su quell'aspetto.
E ho escluso di proposito corsa/pesi/preparazione fisica a parte, altro tassello che va aggiunto al quadro.
A parte la distanza da gruppi e insegnanti che si dedicano ai punti di pressione, l'argomento non è tra le mie priorità marziali e personali e francamente al momento non posso permettermi un programma del genere.
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Esaustivo :+1:
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allora dim mak e kyusho sono la stessa cosa e un dubbio l'ho risolto,per l'arte marziale invece da quello che ho capito devo scegliere solo quella che mi piace di più e che nessuna ha dei vantaggi rispetto all'altra oppure mi sbaglio?comunque vi ringrazio tutti per le risposte e il tempo che avete dedicato alla mia domanda(ah e per vantaggi intendo riguardo al kyusho o dimmak)