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Martial Sharing => Interstile - discussioni in comune => Topic started by: Rev. Madhatter on June 19, 2012, 12:26:50 pm

Title: I danni dell' Intenzione
Post by: Rev. Madhatter on June 19, 2012, 12:26:50 pm
Ossia: "come si crea un esaltato."


(http://fc03.deviantart.net/fs48/f/2009/158/c/8/c885af1a967ca853822ad79f046bce5f.jpg)

Visto che il tema e' saltato nuovamente fuori in tempi recenti, colgo l'occasione per raccontare la mia esperienza a riguardo e un paio di considerazioni che da essa son scaturite.

Prima facciamo un po' di chiarezza sul tema della discussione; siccome i termini sono un po' fumosi cerco di spiegare cosa intendo,consapevole che il concetto assume per ogni persona e per ogni pratica sfumature differenti.
Non ho ovviamente la pretesa di fare una trattazione esaustiva su questo, giusto quanto basta per capirci ed evitare immense divagazioni su questo o quel dettaglio.

L'intenzione di cui parlo riguarda l'assetto mentale, il praticare con la consapevolezza, la volonta' di fare del male, di uccidere.


E' una cosa che si sente spesso in ambienti marziali e sembra associarsi a quel contegno proprio della marzialita'.
Le azioni sono guidate da un fine,anche inespresso,e quel fine e' letalita'.

E' un tema che torna spesso nelle “forme” e nei “kata”,spesso abbinato alla visualizzazione,piu' o meno concreta di avversari.

E' quella cosa che vorrebbe far la differenza tra combattere “per vincere” e “per uccidere”, che rimanda a un certo grado di fermezza mentale, di “consapevolezza”.


Ecco questo e' un tema che ho sentito molto nella mia pratica piu' antica e che e' rimasto con me anche per un certo periodo nella difesa personale e credo sia all'origine di molti problemi, indubbiamente alla radice di cio' che rientra nella definizione di “esaltati”.


L'intenzione porta a immaginarsi impegnati in battaglie per la vita, porta a fantasie di violenza e ferocia, porta a quel continuo fantasticare su eventi improbabili in cui salva la situazione grazie alla proprie conoscienze.
All'inzio e' molto piu' soft: e' pensare che un determinato colpo un braccio lo rompi, e' sentirsi dire che un pugno alla gola uccide..e' realizzare che e' possibile ammazzare una persona a mani nude.
Poi su queste tematiche la mente inizia a ricamare.

Il costante praticare con pensieri di estrema violenza influenza il nostro cervello e la nostra mente in maniera molto profonda.
Sposate pure la teoria psicologica/neuronale che preferite, pensieri ricorrenti,sopratutto con alta carica emotiva e/o in situazioni di sforzo influenzano il nostro pensiero e le nostre strutture di pensierio.

Si creano cosi' persone con un alta carica aggressiva[1] e,troppo di sovente, uno scarso attaccamento alla realta'.
Questo poi si unisce al solito crogiulo di problemi e frustrazioni caratteristico di chi si avvicina alle arti marziali (tema gia' trattato a parte, che si riassume nel fatto che  una altissima percentuale di chi si avvicina a determinate discipline ha avuto almeno una volta paura e desiderio di essere piu' forte; le arti marziali nascono come risposta alla paura e sovente invece che risolverla non fanno che accrescerla e alimentarla).


Ora il discorso puo' sembrare un po' estremo a chi non c'e' passato e a chi invece c'e' ancora in mezzo, ma provate a vederla da un ottica differente: voi come giudichereste una persona che passa diverse ore della sua settimana a disegnar su un quaderno persone ammazzate?
Dubito lo trovereste normale e sano.
Eppure non c'e' molta differenza con chi mima e s'immagina di storpaire e uccidere stormi di individui, di chi focalizza tutto il suo pensiero e la sua volonta' in un gesto che e' pura violenza.


Non voglio dare un giudizio di valore,indubbiamente vi sono state epoche e vi sono ancora oggi situazioni in cui avere una dimestichezza con certi pensieri e certe immagini era/e' vitale.

Quel che mi chiedo e' se oggi una tale cosa sia salutare oppure deleteria per un individuo.



Edit: correggo un po' dei miei e/orrori quando li vedo...
 1. che,attenzione,non vuol dire necessariamente violente, molto spesso anzi diventano frustrate
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Dottor Wolvie Killmister on June 19, 2012, 12:37:52 pm

Eh... credo che la convivenza forzata in agglomerati umani di dimensioni innaturali abbia aumentto l'aggressività latente nell'uomo moderno (dal XX secolo in poi), e che tale aggressività debba quindi trovare uno sfogo altrettanto "moderno"....boh, forse..
 
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Jack Burton on June 19, 2012, 12:47:23 pm
A me pare abbastanza normale che "metodi" atti a far "male" siano cercati da persone che (a torto o a ragione) sentano la necessita di far "male".
Se vogliamo trovare un qualcosa che non va ci sarebbe da parlare su perche c'e' gente che avverte questa necessità.

Jack

Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: sanchin on June 19, 2012, 12:51:09 pm
Rev. Madhatter non ci avevo mai pensato a questa sfaccettatura, è veramente interessante e coerente, certo non è applicabile a tutti, ad esempio se l'aikido è fatto bene dovrebbe ripudiare questa mentalità e in generale tutte le arti marziali, però ci sono tante mele marce o acerbe che non comprendono bene la Via. E vuoi perchè non l'hanno ben studiata o perchè gli è stata trasmessa da chi non l'ha compresa può capitare di sviluppare elementi con una psiche labile.

Bravo davvero.
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Dottor Wolvie Killmister on June 19, 2012, 12:56:51 pm

Quoto Sanchin.

Poi, tranqui, che molti fra questi elementi poi si ravvedono  XD appena iniziano ad assaggiare qualche colpetto serio, qualche leva cattiva o coltellata gommosa/pallina da airsoft, altro che squartare e mutilare  :halo:


Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Paguro49 on June 19, 2012, 13:23:21 pm
Credo che siamo, come sempre, in una tematica assolutamente individuale.
Il quadro che fai è assolutamente reale, in moltissimi casi, addirittura spesso è pure peggio, quando ad esempio manca del tutto una forma di esperienza fisica diretta, il confronto sincero.
Li le fantasie non possono che avere libero sfogo e nessun limite.
Io personalmente non amo la violenza e le risse, le trovo una sconfitta come persona, rispetto alla mia presunta evoluzione, sebbene siano esperienze in cui sono incappato più volte a causa dei luoghi in cui sono cresciuto.
Per me, la questione del "massimo danno possibile", intesa come frattura, disabilitazione o morte, è una questione, personale, di coscienza, nel senso che cerco di non "incappare" nell'evento sfortunato finchè possibile.
C'è chi ci rimette un braccio cadendo dal letto, chi ci lascia la pelle per un solo pugno sfigato, io cerco di avere proprietà e cognizione tali da poter fare cose di cui assumermi davvero la responsabilità, ma più ancora per aver certezza di poterle evitare, di non "fare per sbaglio".
Ritengo si possa gestire o evitare solo ciò che si conosce, mentre il resto, che ci è ignoto, capita o meno solo per casualità.
Il mio approccio alle AM è stato voluto da mia mamma, su consiglio di amici, perchè riteneva che avessi bisogno di una valvola di sfogo e di acquisire una certa disciplina, per darmi una calmata insomma.
Però in generale è vero quello che dice Mad, cioè che si entra in palestra per paura, per supplire a carenze di cui si è convinti, con soluzioni date da altri, come un "insegnami il trucco per...." o più comunemente "insegnami le mosse".
Se poi si capita in luoghi colmi di misticismo e leggenda, dove non si fa l'esperienza fisica di quanto ci viene insegnato, dove non prendi il cazzotto, dove il compagno collabora alla buona riuscita della coreografia, magari giustificando il tutto con l'estrema pericolosità delle tecniche, i colpi mortali eccetera, fatalmente le paure aumentano, i dubbi non si risolvono e si radicano più a fondo, perchè coscientemente si sarà rinfrancati dalle panzane raccontate dal maestrone, ma dentro, ci saranno solo parole e nessun fatto a sostegno, mentre le domande "ma cosa accadrebbe se...." persisterebbero senza risposta, alimentando le paure e le ansie iniziali.
Credo dipenda sempre e solo dagli individui, che vendono ciò che la gente vuole comprare e che comprano da chi vende ciò che cercano.
L'intenzione per me, è importante, ma solo nell'esecuzione, ne prima ne dopo, come manifestazione di impegno e di rispetto per il compagno.
Se rido o sorrido mentre "combatto", di fatto sto sminuendo il mio avversario, non lo considero pericoloso, gli sto mancando di rispetto.
Ma questo attiene al "durante", quando appunto simuliamo lo scontro o quando combattiamo, li non siamo amici, siamo avversari e dovremmo ritenerci vicendevolmente pericolosi, inoltre dovremmo avere una buona ragione per combattere, buona ragione che esclude "l'ammore".
Prima e dopo invece ci sta tutto il relax del caso, altrimenti è da esaltati, ma durante credo sia dimostrazione di serietà avere atteggiamento e intenzione consoni a ciò che si sta facendo.
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: metal storm on June 19, 2012, 13:24:23 pm
i danni da frustrazione sono evidenti.

ma altrettanti danni li ho visti di persona con chi si avvicinava a arti più "realistiche", spesso fomenati da istruttori kobra kan style.

ecco perchè io cerco di non generalizzare mai. è arrivato il pugile con due anni di boxe alle spalle, che la parola "tirare piano" non la concepiva... in fondo, lui era macchina da pugni. non è venuto più da quando ci ha rimesso due costole per un calcio di chi si era rotto le palle del suo atteggiamento da boxeur de rue.
e c'erano i kboxer di un'altra palestra... noi meniamo sul serio, mica facciamo balletti. crepati in una sola serata dal nostro ballerino ucraino.

io vado in palestra per sfogare l'aggressività, non per farmela montare da uno più esaltato dei ragazzi che allena.
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Paguro49 on June 19, 2012, 13:30:05 pm
Aggiungo una postilla:
Riguardo l'esaltazione del praticare per uccidere, posto che si impari a farlo, posto che si acquisiscano tutti i segreti e le tecniche per rompere e mutilare fino a uccidere, alla fine, a quale scuola deve andare il tizio per maturare le palle o l'imbecille incoscienza necessarie per farlo davvero?
Quanti incursori iper preparati, una volta al fronte, non hanno potuto sparare se non in aria?
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: orsobruno77 on June 19, 2012, 13:33:04 pm
Quote
Si creano cosi' persone con un alta carica aggressiva[1] e,troppo di sovente, uno scarso attaccamento alla realta'.
Questo poi si unisce al solito crogiulo di problemi e frustrazioni caratteristico di chi si avvicina alle arti marziali (tema gia' trattato a parte, che si riassume nel fatto che  una altissima percentuale di chi si avvicina ha determinate discipline ha avuto almeno una volta paura e desiderio di essere piu' forte; le arti marziali nascono come risposta alla paura e sovente invece che risolverla non fanno che accrescerla e alimentarla).



quanta verità...

Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Bellerofönte on June 19, 2012, 13:33:07 pm
 ???

Io ammetto che non sono mai riuscito ad "utilizzare" l'aggressività in contesto sdc/am...
probabilmente è una tara mia.
Voglio dire, un gancio o un armlock, io provo a tirarlo nel miglior modo possibile[1], ma mai che mi sia immedesimato in quello che vuole staccare la testa/braccio al proprio avversario.
Tanto per far capire che un contesto come quello descritto da Mad, io faccio fatica a comprenderlo.
 1.  ;D
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: orsobruno77 on June 19, 2012, 13:35:16 pm
???

Io ammetto che non sono mai riuscito ad "utilizzare" l'aggressività in contesto sdc/am...
probabilmente è una tara mia.
Voglio dire, un gancio o un armlock, io provo a tirarlo nel miglior modo possibile[1], ma mai che mi sia immedesimato in quello che vuole staccare la testa/braccio al proprio avversario.
Tanto per far capire che un contesto come quello descritto da Mad io faccio fatica a comprenderlo.
 1.  ;D

 :whistle:

Spoiler: show
 :ricktaylor:


diciamo che l'atteggiamento è diverso se sei in palestra o in un combattimento/lotta.

e per quanto mi riguarda, ammetto che a volte durante alcune sessioni di sparring/randori con alcuni compagni di allenamento, si andasse un po' oltre per rispettiva antipatia...

Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Bellerofönte on June 19, 2012, 13:38:56 pm
Beh il combattimento non l'ho mai provato, ma penso che sarei talmente teso da non riuscire neanche a far comunicare correttamente cervello-muscoli  :-[.
In sparring ti giuro che non riesco ad essere "aggressivo", probabilmente sono talmente lacunoso che mi concentro solo sull'aspetto tecnico.
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: orsobruno77 on June 19, 2012, 13:45:03 pm
Beh il combattimento non l'ho mai provato, ma penso che sarei talmente teso da non riuscire neanche a far comunicare correttamente cervello-muscoli  :-[.
In sparring ti giuro che non riesco ad essere "aggressivo", probabilmente sono talmente lacunoso che mi concentro solo sull'aspetto tecnico.

l'indole personale è fondamentale. sono uno molto competitivo e che male accetta le sconfitte da certi personaggi, non da tutti, solo da certi, i quali sono/erano come il sottoscritto.
immagina quindi che si andasse oltre la tecnica, e spesso, soprattutto nel bjj, sono stato io a tornare a casa con segni e gomiti doloranti...  :-[ ma non mi importava, dovevo comunque rendere la vita difficile.
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Barvo Iommi on June 19, 2012, 13:46:14 pm
Beh il combattimento non l'ho mai provato, ma penso che sarei talmente teso da non riuscire neanche a far comunicare correttamente cervello-muscoli  :-[.
In sparring ti giuro che non riesco ad essere "aggressivo", probabilmente sono talmente lacunoso che mi concentro solo sull'aspetto tecnico.

l'indole personale è fondamentale. sono uno molto competitivo e che male accetta le sconfitte da certi personaggi, non da tutti, solo da certi, i quali sono/erano come il sottoscritto.
immagina quindi che si andasse oltre la tecnica, e spesso, soprattutto nel bjj, sono stato io a tornare a casa con segni e gomiti doloranti...  :-[ ma non mi importava, dovevo comunque rendere la vita difficile.
eco la qualità che a me manca più di tutte[1] ed è una mancanza grave
 1. e credo anche a Bellerofonte
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Darth Dorgius on June 19, 2012, 15:16:06 pm
Quel che mi chiedo e' se oggi una tale cosa sia salutare oppure deleteria per un individuo.

Dipende chi t'immagini di sgozzare... XD
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Fabio Spencer on June 19, 2012, 15:44:52 pm
Premetto che in generale sono d'accordo in toto con il post del reverendo.
A me il flash è capitato durante una lezione di MMA, quando abbiamo iniziato per la prima volta a mettere i colpi assieme alla lotta.
Il contesto da "streetfighter" per me è comunque filtrato, un contesto magari possibile ma che continuo a reputare estremamente improbabile.
Perchè mi ci alleno? semplicemente perchè mi piace farlo, anche cercando di entrare il più possibile in questo mood mentale.
Ma l'idea di salire su un ring/in gabbia, di fronte ad uno che è motivato a sdraiarmi e che se non lo sono anche io facendo tutto il possibile e anche le cose al limite del regolamento... beh, per quanto improbabile che vada mai a gareggiare è comunque uno scenario che mi sembra magari meno brutale in senso assoluto, ma molto più vicino  plausibile con il mio quotidiano.
La cosa mi spaventa e mi attira.
Non ho risposte, mi sembrava solo che tale esperienza fosse in linea con il topic.
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Bingo Bongo on June 19, 2012, 17:35:19 pm
Il tuo post Mad tocca diversi punti interessanti. Però non c'entra niente l'Intenzione.

Viaggiare con l'omicidio in testa perché si è rimasti "scemi" o "shockati" o "impauriti" nell'apprendere come recidere il nervo frenico con il coltello è tema da analista, è tema legato alla genetica, alla cultura, alla famiglia, al contesto sociale.

L'Intenzione per noi marzialisti è un termine tecnico che ha un significato ben preciso che eventualmente possiamo anche esplodere.
Il fatto che il senso della pratica marziale tradizionale debba, a un certo punto, necessariamente coincidere con l'intenzione e quest'ultima con la volontà di uccidere il proprio nemico sul campo di battaglia è qualcosa che nel momento dell'accadimento, sia per la difesa della propria vita o per l'offesa della vita altrui, non è opinabile, non è discutibile. O si è in grado di farlo o non lo si è.
E il senso di ciò che alleniamo nella pratica marziale è quello. Il senso "annacquato" della marzialità può avere sfumature diverse. Ma qua parliamo di Arti Marziali.
Se io non mi fossi posto seriamente di fronte a quel senso nella pratica marziale non avrei condiviso, non so in quanti post, la convinzione assoluta che l'Aikido è oggi la disciplina più moderna in assoluto. La più moderna in assoluto, perché l'Aikido che io conosco, non ammette la "violenza" neanche per "giusta causa".
E' ora di abbandonare questa idea delle sfumature, delle giuste cause. Oppure di abbracciarla, ma con le conseguenze del caso. Con l'accettazione di una realtà in cui la "violenza" è parte integrante e imprescindibile della vita. Ieri, oggi e domani.
Ma qualunque sarà la nostra scelta non cambierà il senso delle Arti Marziali. Non toglie il senso della marzialità.

Poi, se vuoi, parliamo di cos'è l'Intenzione.
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Ethan on June 19, 2012, 17:58:33 pm
Intenzione?
 Si,ma questo non implica necessariamente  consapevolezza e controllo?
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: SassoDiBosco on June 19, 2012, 18:07:11 pm
Intenzione?
 Si,ma questo non implica necessariamente,  consapevolezza e controllo?

In una persona senza problemi psicologici si ...
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Rev. Madhatter on June 19, 2012, 18:46:43 pm
Il tuo post Mad tocca diversi punti interessanti. Però non c'entra niente l'Intenzione.

Viaggiare con l'omicidio in testa perché si è rimasti "scemi" o "shockati" o "impauriti" nell'apprendere come recidere il nervo frenico con il coltello è tema da analista, è tema legato alla genetica, alla cultura, alla famiglia, al contesto sociale.

L'Intenzione per noi marzialisti è un termine tecnico che ha un significato ben preciso che eventualmente possiamo anche esplodere.
Il fatto che il senso della pratica marziale tradizionale debba, a un certo punto, necessariamente coincidere con l'intenzione e quest'ultima con la volontà di uccidere il proprio nemico sul campo di battaglia è qualcosa che nel momento dell'accadimento, sia per la difesa della propria vita o per l'offesa della vita altrui, non è opinabile, non è discutibile. O si è in grado di farlo o non lo si è.
E il senso di ciò che alleniamo nella pratica marziale è quello. Il senso "annacquato" della marzialità può avere sfumature diverse. Ma qua parliamo di Arti Marziali.
Se io non mi fossi posto seriamente di fronte a quel senso nella pratica marziale non avrei condiviso, non so in quanti post, la convinzione assoluta che l'Aikido è oggi la disciplina più moderna in assoluto. La più moderna in assoluto, perché l'Aikido che io conosco, non ammette la "violenza" neanche per "giusta causa".
E' ora di abbandonare questa idea delle sfumature, delle giuste cause. Oppure di abbracciarla, ma con le conseguenze del caso. Con l'accettazione di una realtà in cui la "violenza" è parte integrante e imprescindibile della vita. Ieri, oggi e domani.
Ma qualunque sarà la nostra scelta non cambierà il senso delle Arti Marziali. Non toglie il senso della marzialità.

Poi, se vuoi, parliamo di cos'è l'Intenzione.


Bhe, e' la tua opinione, se vuoi espanderla verrai letto  :) Se vorrai argomentarla in post inferiori alle 400 pagine magari se ne discute anche.

Ma ho l'impressione che la tua particolare (particolarissima direi) visione delle arti marziali porti a leggere molti termini con un significato tutto tuo e questo a volte crea una certa barriera linguistica...e fa sembrare alcuni post delle supercazzole.

Peraltro temo di intravedere un grosso "problema" di fondo[1] se credi che il "senso" della pratica marziale sia qualcosa di immutabile e indipendente dal singolo e dal contesto.
 1. nel senso di posizione radicalmente diversa
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Bingo Bongo on June 19, 2012, 20:46:40 pm
Il tuo post Mad tocca diversi punti interessanti. Però non c'entra niente l'Intenzione.

Viaggiare con l'omicidio in testa perché si è rimasti "scemi" o "shockati" o "impauriti" nell'apprendere come recidere il nervo frenico con il coltello è tema da analista, è tema legato alla genetica, alla cultura, alla famiglia, al contesto sociale.

L'Intenzione per noi marzialisti è un termine tecnico che ha un significato ben preciso che eventualmente possiamo anche esplodere.
Il fatto che il senso della pratica marziale tradizionale debba, a un certo punto, necessariamente coincidere con l'intenzione e quest'ultima con la volontà di uccidere il proprio nemico sul campo di battaglia è qualcosa che nel momento dell'accadimento, sia per la difesa della propria vita o per l'offesa della vita altrui, non è opinabile, non è discutibile. O si è in grado di farlo o non lo si è.
E il senso di ciò che alleniamo nella pratica marziale è quello. Il senso "annacquato" della marzialità può avere sfumature diverse. Ma qua parliamo di Arti Marziali.
Se io non mi fossi posto seriamente di fronte a quel senso nella pratica marziale non avrei condiviso, non so in quanti post, la convinzione assoluta che l'Aikido è oggi la disciplina più moderna in assoluto. La più moderna in assoluto, perché l'Aikido che io conosco, non ammette la "violenza" neanche per "giusta causa".
E' ora di abbandonare questa idea delle sfumature, delle giuste cause. Oppure di abbracciarla, ma con le conseguenze del caso. Con l'accettazione di una realtà in cui la "violenza" è parte integrante e imprescindibile della vita. Ieri, oggi e domani.
Ma qualunque sarà la nostra scelta non cambierà il senso delle Arti Marziali. Non toglie il senso della marzialità.

Poi, se vuoi, parliamo di cos'è l'Intenzione.
Bhe, e' la tua opinione, se vuoi espanderla verrai letto  :) Se vorrai argomentarla in post inferiori alle 400 pagine magari se ne discute anche.

Ma ho l'impressione che la tua particolare (particolarissima direi) visione delle arti marziali porti a leggere molti termini con un significato tutto tuo e questo a volte crea una certa barriera linguistica...e fa sembrare alcuni post delle supercazzole.

Peraltro temo di intravedere un grosso "problema" di fondo[1] se credi che il "senso" della pratica marziale sia qualcosa di immutabile e indipendente dal singolo e dal contesto.
 1. nel senso di posizione radicalmente diversa
Adesso devo andare in palestra, ma dopo possiamo anche parlare dell'Intenzione.
Però ti devo subito dire una cosa: non è una mia opinione.
L'uso che si fa della parola Intenzione, in un contesto dove si parla di Arti Marziali, è noto ed è condiviso da me e da tutti i praticanti di AM del continente asiatico. Magari non tutti.
E' un termine tecnico. Se tu mi dici che è una mia opinione è come se mi dicessi che è una mia opinione che il "loop" sia un termine tecnico usato in informatica.
Quindi, in un contesto in cui si parla di Arti Marziali, devi essere tu a specificare che la parola Intenzione ha un senso diverso da quello che comunemente ha in questo contesto.
Non è questione di supercazzole. Perché a furia di supercazzole alla fine vedo battare sempre lo stesso martello, sullo stesso chiodo e nello stesso punto. E non vedo argomentazioni a supporto di tutto questo darsi da fare.
Hai fatto 10 anni di hising i dove l'Intenzione, marzialmente intesa, è fondamentale e mi dici che dopo 10 anni dai per scontato che l in un forum di arti marziali sia quella di Wikipedia?
Se invece parlavi del "senso" allora si, questa è una mia opinione. Anche se a me continua a sembrare evidente qual è il senso di un'AM.
E attenzione che non sto dicendo che in soldoni hai detto una cosa errata. Dico che solo che hai usato la parola Intenzione (con la I maiuscola) con troppa leggerezza. :)
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Barvo Iommi on June 19, 2012, 21:10:03 pm
Ok, mad non parlava dell'Intenzione traduzione parziale e discussa di Yi, termine tipico degli stili cinesi e orientali in genere, ma dell'intenzione intesa come termine italiano

riporto la risposta di un mio amico quando captò un discorso tra due[1] appassionati di neija..."Io le intenzioni le fo' in chiesa"  :D

Edit: Se si sostituisce Intenzione con Fantasia, non cambia il senso del discorso
 1. uno ero io
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Rev. Madhatter on June 19, 2012, 21:19:09 pm
Bingo,ti voglio bene, ma c'e' scritto proprio all'inizio:

Quote
Prima facciamo un po' di chiarezza sul tema della discussione; siccome i termini sono un po' fumosi cerco di spiegare cosa intendo,consapevole che il concetto assume per ogni persona e per ogni pratica sfumature differenti.
Non ho ovviamente la pretesa di fare una trattazione esaustiva su questo, giusto quanto basta per capirci ed evitare immense divagazioni su questo o quel dettaglio.

L'intenzione di cui parlo riguarda l'assetto mentale, il praticare con la consapevolezza, la volonta' di fare del male, di uccidere.
Title: Re:I danni dell' Intenzione
Post by: Bingo Bongo on June 19, 2012, 22:31:09 pm
Ok, mad non parlava dell'Intenzione traduzione parziale e discussa di Yi, termine tipico degli stili cinesi e orientali in genere, ma dell'intenzione intesa come termine italiano

riporto la risposta di un mio amico quando captò un discorso tra due[1] appassionati di neija..."Io le intenzioni le fo' in chiesa"  :D

Edit: Se si sostituisce Intenzione con Fantasia, non cambia il senso del discorso
 1. uno ero io
Ecco, quello in neretto è un punto interessante e trasversale ad altri topic :)
Naturalmente l'hising i l'ho menzionato perché il buon Mad, al quale voglio bene pure io, l'ha praticato.
L'Intenzione però appartiene alla cultura orientale e parliamo di AM, di medicina, ecc...Dalla cina, all'india alle filippine tanto quanto il termine tecnico di "essere" appartiene alla filosofia occidentale.
Voglio dire che questo:

Bingo,ti voglio bene, ma c'e' scritto proprio all'inizio:

Quote
Prima facciamo un po' di chiarezza sul tema della discussione; siccome i termini sono un po' fumosi cerco di spiegare cosa intendo,consapevole che il concetto assume per ogni persona e per ogni pratica sfumature differenti.
Non ho ovviamente la pretesa di fare una trattazione esaustiva su questo, giusto quanto basta per capirci ed evitare immense divagazioni su questo o quel dettaglio.

L'intenzione di cui parlo riguarda l'assetto mentale, il praticare con la consapevolezza, la volonta' di fare del male, di uccidere.

Lo avrei tenuto in maggiore considerazine se il termine non fosse stato scritto con la I maiuscola e  non si fosse indicata la mia indicazione sul termine come una mia opinione personale.

Sto mettendo i puntini sulle I. Chiarito questo e lasciando a più tardi i discorsi intorno all'Intenzione è invece mia opinione quella sul "senso" e anche il senso del mio discorso non cambia.
L'esperienza di Mad la condivido, la capisco e credo che ci siano diversi punti di interesse e momenti in cui tutti forse siamo passati.
Però ragazzi se facciamo un'Arte Marziale allora è importante mettersi di fronte a quel senso. Quel senso che io credo essere il senso di una disciplina dove la "spada", dove la marzialità della "mano vuota" non conclude la sua funzionalità nella bellezza estetica e plastica delle forme e delle tecniche che ancora la implementano nella pratica, non si conclude nello sparring, ma in quello che è: un'offesa alla vita altrui. Poi parliamo di do, di via, di budo, di Aikido eanche di esaltati. Ma quando parliamo di Arti Marziali mettiamoci seriamente di fronte a questo senso.