1. | che ha anche un lavoro di tutto rispetto come impegno |
A breve pure l'orticello, ma quello sarà lavoro mio :)
Pasta per la pizza e pane: abbiamo comprato la macchina del pane della moulinex: 59 euro. Ci facciamo il pane ogni domenica e ci dura per fare la colazione di tutta la setitmana. Inoltre lo facciamo integrale ai 7 cereali. Tempo per mettere gli ingredienti, massimo 10 minuti, poi la lasci impastare alla notte e al mattino hai il pane caldo. Idem per la pasta della pizza.
orto bruno :sur: :sur: :sur:
Se non sbalgio:zan:
1. | Ma sta per finire :'( |
la pazienza, la dedizione e la costanza sono meriti veri al giorno d'oggi :)orto bruno :sur: :sur: :sur:
la mente e il pollice verde che si occupa del tutto è la mia metà, io partecipo economicamente, cucino i prodotti che coltiviamo e quando lei parte controllo che non si facciano funghi, insetti, giro il compost...cose così...e che l'innaffiamento funzioni...nessun merito vero ;)
Il vino lo fa mio nonno[1].
1. Ma sta per finire :'(
Scusate l'OT, ma con Nicola mi capita così raramente... :spruzz:Se non sbalgio:zan:
Comunque, in casa Aliena le spezie sono in giardino ed il ragù è prodotto in quantità industriali dalla mamma e poi si butta in freezer (non ho le dosi degli ingredienti però).
Le uova spesso ce le porta mia nonna fresche quando va in missione dal contadino, che alleva galline felici.
Le vongole le prendiamo a mano quando andiamo in barca.
Il vino lo fa mio nonno[1].
I dolci/creme (anche se non ne mangiamo tantissimi) non si comprano, si fanno.
1. Ma sta per finire :'(
la pazienza, la dedizione e la costanza sono meriti veri al giorno d'oggi :)orto bruno :sur: :sur: :sur:
la mente e il pollice verde che si occupa del tutto è la mia metà, io partecipo economicamente, cucino i prodotti che coltiviamo e quando lei parte controllo che non si facciano funghi, insetti, giro il compost...cose così...e che l'innaffiamento funzioni...nessun merito vero ;)
e anche quello di sapersi scegliere la giusta dolce metà XD
Alta qualità, se no non piangevo... :'(Il vino lo fa mio nonno[1].
1. Ma sta per finire :'(
Spero che sia più interessante dei classici vini dei contadini che, come ho detto nell'altro thread, sono buoni, al massimo, per condire l'insalata. ;)
Aliena ti riduci a zanichellare i refusi da digitazione, con me non hai appigli. XD XDIo non sono razzista verso i tipi di errori!
Il vino lo fa mio nonno[1].
1. Ma sta per finire :'(
Spero che sia più interessante dei classici vini dei contadini che, come ho detto nell'altro thread, sono buoni, al massimo, per condire l'insalata. ;)
altra roba divertente.io li pianto sotto il divano :gh:
Avete dei muretti a secco, o muretti attorno alla casa, fatti di sassi? Piantateci dentro i capperi.
La pianta di capperi è una bella pianta, che fa fiori bianchi e rosa. Cogliete i capperi, poi li mettete sotto sale.
altra roba divertente.io li pianto sotto il divano :gh:
Avete dei muretti a secco, o muretti attorno alla casa, fatti di sassi? Piantateci dentro i capperi.
La pianta di capperi è una bella pianta, che fa fiori bianchi e rosa. Cogliete i capperi, poi li mettete sotto sale.
altra roba divertente.io li pianto sotto il divano :gh:
Avete dei muretti a secco, o muretti attorno alla casa, fatti di sassi? Piantateci dentro i capperi.
La pianta di capperi è una bella pianta, che fa fiori bianchi e rosa. Cogliete i capperi, poi li mettete sotto sale.
Il vino lo fa mio nonno[1].
1. Ma sta per finire :'(
Spero che sia più interessante dei classici vini dei contadini che, come ho detto nell'altro thread, sono buoni, al massimo, per condire l'insalata. ;)
:csadd:
tutto dipende dai tipi di uva che si utilizzano per fare il vino
mediamente è molto superiore a quello iperfiltrato che sa di acqua sporca e c'è tutto meno che vino :om:
ti concedo che c'è gente che è proprio inetta nel farlo :nono:
Noto che le tue conoscenze enologiche sono un po' scarse. Che la scelta dell'uva, in quanto materia prima, sia la fase principale mi pare più che ovvio, ma non basta certo questo per far si che un liquido rosso (o bianco) possa chiamarsi vino. Hai idea di quali siano le conoscenze da padroneggiare per ottenere un prodotto di qualità? Tu credi veramente che il contadino conosca le basi della chimica enologica o che sappia cosa sia il PH e come si interviene per correggerlo, qualora ce ne sia bisogno? Se per fare l'enologo ci vogliono tre anni di Università ci sarà pure un cavolo di motivo, non credi? :nono:
PS: provati un Montefalco Terre de trinci, del 2006, tanto per citare la prima cosa che mi è venuta in mente. Te la do io l'acqua sporca! ;)
il vino lo fanno da migliaia di anni, ben prima che inventassero un corso di laurea dedicato.
ho vissuto per un po' con un ragazzo, somelier ed enologo con due coglioni grossi così, e non è un caso se all'università per gli esami di enologia studiava come fanno il vino nelle cantine. i saccaromiceti fanno fermentare il mosto senza avere nemmeno la capacità di intendere il termine 'biochimica', e grandi vini possono essere fatti da persone che hanno ereditato ricette, che quindi hanno alle spalle generazioni di sperimentazione, ma che non hanno la minima idea di cosa accada nelle loro botti.
e poi a correggere il vino col sodio metabisolfito sono buoni tutti, non c'è certo bisogno di tutta sta scienza.
ovvio che per raggiungere l'eccellenza la scienza serva, sicuramente razionalizza e velocizza, ma che non ci siano vini artigianali buoni prodotti da contadini mi pare una evidente cazzata. io stesso ne ho bevuti un sacco! (ma non mi chiedere come si chiamano che di nomi ne so pochi, casomai posso dirti come riesco a metterci le mani sopra)
il vino lo fanno da migliaia di anni, ben prima che inventassero un corso di laurea dedicato.
Anche la medicina esiste da tanto tempo, ma mi pare che siamo tutti concordi nell'affermare che quella di oggi sia un peletto superiore a ciò che c'era ai tempi degli antichi egizi. ;)
Il vino lo fa mio nonno[1].
1. Ma sta per finire :'(
Spero che sia più interessante dei classici vini dei contadini che, come ho detto nell'altro thread, sono buoni, al massimo, per condire l'insalata. ;)
:csadd:
tutto dipende dai tipi di uva che si utilizzano per fare il vino
mediamente è molto superiore a quello iperfiltrato che sa di acqua sporca e c'è tutto meno che vino :om:
ti concedo che c'è gente che è proprio inetta nel farlo :nono:
Noto che le tue conoscenze enologiche sono un po' scarse. Che la scelta dell'uva, in quanto materia prima, sia la fase principale mi pare più che ovvio, ma non basta certo questo per far si che un liquido rosso (o bianco) possa chiamarsi vino. Hai idea di quali siano le conoscenze da padroneggiare per ottenere un prodotto di qualità? Tu credi veramente che il contadino conosca le basi della chimica enologica o che sappia cosa sia il PH e come si interviene per correggerlo, qualora ce ne sia bisogno? Se per fare l'enologo ci vogliono tre anni di Università ci sarà pure un cavolo di motivo, non credi? :nono:
PS: provati un Montefalco Terre de trinci, del 2006, tanto per citare la prima cosa che mi è venuta in mente. Te la do io l'acqua sporca! ;)
Mio papà divenne enologo facendo la scuola agraria, a suo tempo: in effetti doveva avere delle nozioni base per effettuare le analisi del vino.Il vino lo fa mio nonno[1].
1. Ma sta per finire :'(
Spero che sia più interessante dei classici vini dei contadini che, come ho detto nell'altro thread, sono buoni, al massimo, per condire l'insalata. ;)
:csadd:
tutto dipende dai tipi di uva che si utilizzano per fare il vino
mediamente è molto superiore a quello iperfiltrato che sa di acqua sporca e c'è tutto meno che vino :om:
ti concedo che c'è gente che è proprio inetta nel farlo :nono:
Noto che le tue conoscenze enologiche sono un po' scarse. Che la scelta dell'uva, in quanto materia prima, sia la fase principale mi pare più che ovvio, ma non basta certo questo per far si che un liquido rosso (o bianco) possa chiamarsi vino. Hai idea di quali siano le conoscenze da padroneggiare per ottenere un prodotto di qualità? Tu credi veramente che il contadino conosca le basi della chimica enologica o che sappia cosa sia il PH e come si interviene per correggerlo, qualora ce ne sia bisogno? Se per fare l'enologo ci vogliono tre anni di Università ci sarà pure un cavolo di motivo, non credi? :nono:
Mio papà divenne enologo facendo la scuola agraria, a suo tempo: in effetti doveva avere delle nozioni base per effettuare le analisi del vino.
Ma mio nonno faceva già prima un vino eccellente, da autodidatta.
Non generalizziamo: se da un lato è vero che ci sono le cosiddette "private" dove bevi cose scadenti ce ne sono tante altre in cui il vino è buono-buono. ;)
Sono un autodidatta e dalle mie parti il vino è un'antica e nobile arte :)
Le basi della chimica enologica o il ph li lascio agli altri,come la laurea breve in non si sa bene cosa....
Solfiti e correttori li degustino gli altrui palati :thsit:
un taurasi '04 e poi mi dici ;)
Beh, stai dicendo che mediamente il vino artigianale fa schifo, visto che quelli buoni sono "l'eccezione".Mio papà divenne enologo facendo la scuola agraria, a suo tempo: in effetti doveva avere delle nozioni base per effettuare le analisi del vino.
Ma mio nonno faceva già prima un vino eccellente, da autodidatta.
Non generalizziamo: se da un lato è vero che ci sono le cosiddette "private" dove bevi cose scadenti ce ne sono tante altre in cui il vino è buono-buono. ;)
Ma è ovvio, Alienuccia. Le eccezioni ci sono sempre, non sto dicendo il contrario. ;)
Beh, stai dicendo che mediamente il vino artigianale fa schifo, visto che quelli buoni sono "l'eccezione".Mio papà divenne enologo facendo la scuola agraria, a suo tempo: in effetti doveva avere delle nozioni base per effettuare le analisi del vino.
Ma mio nonno faceva già prima un vino eccellente, da autodidatta.
Non generalizziamo: se da un lato è vero che ci sono le cosiddette "private" dove bevi cose scadenti ce ne sono tante altre in cui il vino è buono-buono. ;)
Ma è ovvio, Alienuccia. Le eccezioni ci sono sempre, non sto dicendo il contrario. ;)
Mi sembri un tantino pessimista, oppure abiti in zone "alcolicamente svantaggiate", perchè, almeno dalle mie parti, non è decisamente la norma trovarne uno "buono per condirci l'insalata".
Peccato per te. :)
Sono un autodidatta e dalle mie parti il vino è un'antica e nobile arte :)
Le basi della chimica enologica o il ph li lascio agli altri,come la laurea breve in non si sa bene cosa....
Solfiti e correttori li degustino gli altrui palati :thsit:
Se uno produce vino e poi lo vende - e, automaticamente diventa azienda vinicola (cantina) - deve sottostare a certi disciplinari, nonché a tante regole. Per fortuna, aggiungerei, altrimenti diventerebbe un puttanaio. Se, al contrario, si fa il vino per casa, o per i propri amici, il discorso cambia radicalmente: in questo caso del PH e delle conoscenze di Chimica enologica se ne può fare a meno. Mi pare un ragionamento abbastanza razionale. Poi, ripeto, ci sono pure i vini biologici, ma anche questi hanno disciplinari lunghi chilometri.
Anche dalle mie parti c'è questa piaga del "vino del contadino". Lo fanno un po' tutti, stragrande maggioranza lo fanno male.
Agghiaccianti le cene con certi amici che "il vino lo porto io, di quello buono, lo fa uno che conosco". Di solito ci si ubriacava sempre il lavandino della cucina, a fine serata.
Le regole esistono e vanno rispettate, ma questo non presuppone che siano giuste o sensate.
Ti ricordo che per via del comitato di gestione dell'ue è consentito l'utilizzo della segatura per l'invecchiamento e fa problemi per l'utilizzo delle botti in legno ( che contribuiscono in modo determinante sia all'invecchiamento che al gusto).
Senza contare filtraggio e fermentazione che portano ad una produzione qualitativamente mediocre e che necessita di una serie di correttori per modificarne sostanzialmente il sapore.
Un vino naturale (NON biologico) fatto bene, a mio modesto parere, sarà nettamente superiore.Spoiler: show
Mi pare di aver letto che il vino biologico, perlomeno in Italia, e' denominato tale solamente qualora l'uva utilizzata sia biologica...tutto il resto del processo puo' far uso di qualsiasi cosa, sbaglio?
Anche dalle mie parti c'è questa piaga del "vino del contadino". Lo fanno un po' tutti, stragrande maggioranza lo fanno male.
Agghiaccianti le cene con certi amici che "il vino lo porto io, di quello buono, lo fa uno che conosco". Di solito ci si ubriacava sempre il lavandino della cucina, a fine serata.
PS: provati un Montefalco Terre de trinci, del 2006, tanto per citare la prima cosa che mi è venuta in mente. Te la do io l'acqua sporca! ;)
un taurasi '04 e poi mi dici ;)
1. | a proposito fammi avvertire gio e il torvo se no rischio un triangle choke per posta! XD |
Qualcuno deve stabilire se lo sono o meno. Chi si deve prendere questa responsabilità? Se facciamo un discorso tecnico dobbiamo vedere cosa ci dice l'enologia e la chimica. Non credo che l'opinione personale dell'appassionato di turno abbia una valenza scientifica maggiore. ;)
esattamente....e hai detto niente? :D
In questo ti do ragione, ma siamo di fronte ad una scelta politica e non necessariamente tecnica.
Comunque, per il sapore c'è l'affinamento in barrique. Ciò che è vietato fare nelle botti di legno è la vinificazione, che avviene prima.
Filtrare il vino non è obbligatorio, in genere lo si fa per motivi prettamente estetici (ma non solo!) e, francamente, non ci vedo nulla di male. Io, personalmente, preferisco i vini filtrati, ma in commercio ce ne sono anche di non filtrati o, comunque, filtrati poco. Non vedo dove sia il problema. Ognuno sceglie ciò che preferisce. Comunque i correttivi non si usano a causa della filtrazione, ma per motivi ben diversi che avvengono nelle prime fasi della vinificazione.
Qualcuno deve stabilire se lo sono o meno. Chi si deve prendere questa responsabilità? Se facciamo un discorso tecnico dobbiamo vedere cosa ci dice l'enologia e la chimica. Non credo che l'opinione personale dell'appassionato di turno abbia una valenza scientifica maggiore. ;)
Ma anche no, il mito della regolamentazione onnicomprensiva è morto e sepolto :)
allora stasera fotografo il mio orto!:sur:
Dimenticavo il basilico! :sur:[/quote]
Spoiler: show
Ragazzi mi son perso nel discorso teste e code.... :-X
Allora, per "testa" si intende l'alcool che viene estratto quando il prodotto è a circa 62 gradi celsius, e che contiene molto alcool metilico, cioè quello usato per disinfettare e accendere la carbonella per le grigliate, notoriamente nocivo per la salute. E' il primo liquido a sgorgare dal beccuccio, per questo si chiama "testa".
Poi, a circa 72 gradi celsius, inizia a sgorgare l'alcool "etilico", cioè quello buono (il "corpo"). All'inizio sarà di gradazione alcolica molto alta (70-80), mentre poi l'alcool inizierà a diminuire.
Poi, verso la fine, quando l'alcool nel prodotto è quasi tutto estratto, quello che sgorga (la "coda") contiene anche questi olii essenziali che possono essere profumati o troppo "forti".
Wolvie, attento ai numeri. se col tuo distillatore le temperature di riferimento sono quelle, non è detto siano esattamente le stesse con un distillatore diverso. differenze sensibili possono derivare da variazioni nella lunghezza della serpentina, nelle dimensioni della caldaia e nella potenza del riscaldamento
Si, è così, quella pericolosa è la testa, mentre la coda è solo più ricca di olii essenziali estratti "fortuitamente" dai semi... un pò di questi olii (fino a quando la gradazione è a circa 15°-10°) conferiscono il tipico aroma di legno "tostato", mentre se ne lasci di più poi inizia ad essere "leggermente imbevibile" XD
la mia ipotesi a riguardo è questa. gli olii essenziali, sopra una certa concentrazione, oltre ad essere sgradevoli possono anche far danni, provocare irritazioni o comunque reazioni poco piacevoli. durante la distillazione avviene una moderata concentrazione, quindi corri almeno il rischio di un sapore e un odore sgradevoli. però è altrettanto vero che molti olii essenziali sono termosensibili, per cui sottoposti a riscaldamento prolungato, soprattutto in un recipiente di metallo, possono decomporre, ossidarsi, o cambiare struttura.. diventando in pratica una versione volatile della morchia :D e secondo me è anche per questo che se non togli le code poi la grappa sa di morte
però, ripeto, è solo un'ipotesi: non ho mai fatto misure e penso che mai le farò
E' così anche per me... una volta ho dimenticato di mettere il doppio fondo di "retina metallica", col risultato che sul fondo in metallo si erano depositati tutti i semi.. :-X bleahh che puzza :vomit: ho dovuto buttare via l'intera "cotta" :nono:
Però poi ho saputo che è capitato anche a gente più esperta di me :halo:
Ragazzi mi son perso nel discorso teste e code.... :-X
Allora, per "testa" si intende l'alcool che viene estratto quando il prodotto è a circa 62 gradi celsius, e che contiene molto alcool metilico, cioè quello usato per disinfettare e accendere la carbonella per le grigliate, notoriamente nocivo per la salute. E' il primo liquido a sgorgare dal beccuccio, per questo si chiama "testa".
Poi, a circa 72 gradi celsius, inizia a sgorgare l'alcool "etilico", cioè quello buono (il "corpo"). All'inizio sarà di gradazione alcolica molto alta (70-80), mentre poi l'alcool inizierà a diminuire.
Poi, verso la fine, quando l'alcool nel prodotto è quasi tutto estratto, quello che sgorga (la "coda") contiene anche questi olii essenziali che possono essere profumati o troppo "forti".
semplicissimo. un distillatore in pratica è fatto da due recipienti collegati da un tubo. uno dei due recipienti è pieno, l'altro è vuoto. tu scaldi sotto quello pieno, e una parte del contenuto passa in quello vuoto (diventa vapore, e ricondensa in quello vuoto). di tutta la roba che passa da un contenitore all'altro, si chiama 'testa' la parte che passa per prima, e 'coda' la roba che passa per ultima. queste due parti le devi scartare, non le devi mettere insieme alla parte centrale, che è la roba che poi vai a bere
quanto mi piacerebbe farti conoscere il nostro barbiere di famiglia.. la prossima volta che ci vediamo, se me ne ricordi, te ne parlo un po'..
per l'attrezzatura, ovviamente, ti serve un distillatore!
i distillatori tradizionali per distillare grappa hanno un aspetto simile a questi:
(http://www.salvatoregreco.com/images/distillatore_4.jpg)
(http://www.olivetto.it/english/imm_varie/azienda/distillatore.jpg)
io invece uso vetreria da laboratorio: stesse componenti con le stesse funzioni, ma aspetto un po' diverso. te la faccio vedere perché così ti chiarisce un po' anche come sono fatte le apparecchiature che ho postato sopra
(http://www.arpnet.it/piegre/distillatore.jpg)
infine, ti lascio un piccolo schema che accenna al funzionamento di questa roba. a livello qualitativo non è complicato, anzi è piuttosto intuitivo. se serve scrivo anche due parole, tanto è davvero semplice. se vuoi farci i calcoli sopra, invece, il discorso si allunga in modo notevole. comunque lo schemino è questo:
(http://www.davincialba.it/didattica/lab-chimica/immagini_tecn_separ/apparecchio_distillazione.jpg)
sì sì, in parecchi lo fanno ed è anche molto più semplice (non devi scartare le teste perché non c'è metanolo). la grappa che ne esce, a seconda dei casi, può anche risultare più gradevole perché più aromatica (almeno credo, così ho letto, non fidatevi di me come consumatore di alcolici), ma in genere è considerata di minor pregio. per i puristi la grappa è un distillato di vinacce
in realtà non ho mai preso in considerazione l'idea di fare grappa distillando vino, perché distillando vinacce tu prendi del materiale di scarto e ne ricavi qualcosa di pregiato, mentre distillando vino a seconda dei casi puoi anche andarci a perdere, o comunque il valore aggiunto del tuo prodotto è minimo rispetto a quello della roba da cui parti. insomma, per una mia fisima concettuale. però è fattibilissimo, e l'attrezzatura che serve per farla col vino può essere ancora più semplice!
;)
sì sì, in parecchi lo fanno ed è anche molto più semplice (non devi scartare le teste perché non c'è metanolo). la grappa che ne esce, a seconda dei casi, può anche risultare più gradevole perché più aromatica (almeno credo, così ho letto, non fidatevi di me come consumatore di alcolici), ma in genere è considerata di minor pregio. per i puristi la grappa è un distillato di vinacce
in realtà non ho mai preso in considerazione l'idea di fare grappa distillando vino, perché distillando vinacce tu prendi del materiale di scarto e ne ricavi qualcosa di pregiato, mentre distillando vino a seconda dei casi puoi anche andarci a perdere, o comunque il valore aggiunto del tuo prodotto è minimo rispetto a quello della roba da cui parti. insomma, per una mia fisima concettuale. però è fattibilissimo, e l'attrezzatura che serve per farla col vino può essere ancora più semplice!
quanto mi piacerebbe farti conoscere il nostro barbiere di famiglia.. la prossima volta che ci vediamo, se me ne ricordi, te ne parlo un po'..
per l'attrezzatura, ovviamente, ti serve un distillatore!
i distillatori tradizionali per distillare grappa hanno un aspetto simile a questi:
(http://www.salvatoregreco.com/images/distillatore_4.jpg)
(http://www.olivetto.it/english/imm_varie/azienda/distillatore.jpg)
io invece uso vetreria da laboratorio: stesse componenti con le stesse funzioni, ma aspetto un po' diverso. te la faccio vedere perché così ti chiarisce un po' anche come sono fatte le apparecchiature che ho postato sopra
(http://www.arpnet.it/piegre/distillatore.jpg)
infine, ti lascio un piccolo schema che accenna al funzionamento di questa roba. a livello qualitativo non è complicato, anzi è piuttosto intuitivo. se serve scrivo anche due parole, tanto è davvero semplice. se vuoi farci i calcoli sopra, invece, il discorso si allunga in modo notevole. comunque lo schemino è questo:
(http://www.davincialba.it/didattica/lab-chimica/immagini_tecn_separ/apparecchio_distillazione.jpg)
semplicissimo. un distillatore in pratica è fatto da due recipienti collegati da un tubo. uno dei due recipienti è pieno, l'altro è vuoto. tu scaldi sotto quello pieno, e una parte del contenuto passa in quello vuoto (diventa vapore, e ricondensa in quello vuoto). di tutta la roba che passa da un contenitore all'altro, si chiama 'testa' la parte che passa per prima, e 'coda' la roba che passa per ultima. queste due parti le devi scartare, non le devi mettere insieme alla parte centrale, che è la roba che poi vai a bere
Si, è così, quella pericolosa è la testa, mentre la coda è solo più ricca di olii essenziali estratti "fortuitamente" dai semi... un pò di questi olii (fino a quando la gradazione è a circa 15°-10°) conferiscono il tipico aroma di legno "tostato", mentre se ne lasci di più poi inizia ad essere "leggermente imbevibile" XD
la mia ipotesi a riguardo è questa. gli olii essenziali, sopra una certa concentrazione, oltre ad essere sgradevoli possono anche far danni, provocare irritazioni o comunque reazioni poco piacevoli. durante la distillazione avviene una moderata concentrazione, quindi corri almeno il rischio di un sapore e un odore sgradevoli. però è altrettanto vero che molti olii essenziali sono termosensibili, per cui sottoposti a riscaldamento prolungato, soprattutto in un recipiente di metallo, possono decomporre, ossidarsi, o cambiare struttura.. diventando in pratica una versione volatile della morchia :D e secondo me è anche per questo che se non togli le code poi la grappa sa di morte
però, ripeto, è solo un'ipotesi: non ho mai fatto misure e penso che mai le farò
E' così anche per me... una volta ho dimenticato di mettere il doppio fondo di "retina metallica", col risultato che sul fondo in metallo si erano depositati tutti i semi.. :-X bleahh che puzza :vomit: ho dovuto buttare via l'intera "cotta" :nono:
Però poi ho saputo che è capitato anche a gente più esperta di me :halo:
Ragazzi mi son perso nel discorso teste e code.... :-X
Allora, per "testa" si intende l'alcool che viene estratto quando il prodotto è a circa 62 gradi celsius, e che contiene molto alcool metilico, cioè quello usato per disinfettare e accendere la carbonella per le grigliate, notoriamente nocivo per la salute. E' il primo liquido a sgorgare dal beccuccio, per questo si chiama "testa".
Poi, a circa 72 gradi celsius, inizia a sgorgare l'alcool "etilico", cioè quello buono (il "corpo"). All'inizio sarà di gradazione alcolica molto alta (70-80), mentre poi l'alcool inizierà a diminuire.
Poi, verso la fine, quando l'alcool nel prodotto è quasi tutto estratto, quello che sgorga (la "coda") contiene anche questi olii essenziali che possono essere profumati o troppo "forti".
Ragazzi mi son perso nel discorso teste e code.... :-X
Allora, per "testa" si intende l'alcool che viene estratto quando il prodotto è a circa 62 gradi celsius, e che contiene molto alcool metilico, cioè quello usato per disinfettare e accendere la carbonella per le grigliate, notoriamente nocivo per la salute. E' il primo liquido a sgorgare dal beccuccio, per questo si chiama "testa".
Poi, a circa 72 gradi celsius, inizia a sgorgare l'alcool "etilico", cioè quello buono (il "corpo"). All'inizio sarà di gradazione alcolica molto alta (70-80), mentre poi l'alcool inizierà a diminuire.
Poi, verso la fine, quando l'alcool nel prodotto è quasi tutto estratto, quello che sgorga (la "coda") contiene anche questi olii essenziali che possono essere profumati o troppo "forti".
Wolvie, attento ai numeri. se col tuo distillatore le temperature di riferimento sono quelle, non è detto siano esattamente le stesse con un distillatore diverso. differenze sensibili possono derivare da variazioni nella lunghezza della serpentina, nelle dimensioni della caldaia e nella potenza del riscaldamento
Ho mischiato pane e pesci?
personalmente sconsiglio le caraffe filtrate, a meno che i problemi di durezza dell'acqua non siano davvero insostenibili.
Per i risultati di un grosso studio proprio sulle caraffe filtranti che, di fatto, confermano quelli che erano miei personali dubbi.
Sostanzialmente i problemi sono di due tipi, legati in genere alla non eccelsa qualità dei materiali utilizzati (altrimenti invece di 30 euro, una caraffa costerebbe 400 euro).
Carboni attivi. Il rischio di avere carboni attivi di bassa qualità è elevato. Il che si traduce nel rischio di rilascio dei carboni attivi stessi direttamente nell'acqua. Poi c'è la questione relativa al loro esaurimento: in rapporto alla qualità delle acque filtrate e ai carboni, c'è rischio di saturazione degli stessi. La saturazione non è visibile (se non analizzando le acque stesse), e la conseguenza, tipica dei CA, è il rilascio di tutto quanto accumulato.
Resine a scambio. Il rischio è che trattengano di fatto troppo, con la conseguenza di avere un'acqua povera di sali.
Altri rischi: presenza di "impurità" nei filtri (es. metalli pesanti che poi vengono rilasciati), formazione di batteri nei filtri.
Il rapporto che ho visto io, ma che non saprei dove riprendere, invece riporta risultati non molto confortanti, oltre che molto differenti da un tipo di brocca all'altro.
allora.. tutti gli studi che ho visionato finora non hanno rilevato quantità apprezzabili di sostanze rilasciate dalle brocche.
i carboni attivi imho non sono un rischio.. se vai in farmacia e dici di avere un po' di aerofagia te ne danno da mangiare. data la loro struttura chimica (che ben si presta alla stabilizzazione cinetica di radicali) avevo il dubbio che potessero essere cancerogeni, ma vedo che sono usati in medicina con grande disinvoltura per cui ho accantonato i dubbi.Di carboni attivi ce ne sono molteplici tipologie, per cui parlare del carbone attivo in sé significa poco. Ovviamente il grado di "purezza" del carbone è in rapporto agli usi che si fanno dell'acqua che devono filtrare, ma poiché sono di largo uso, è facile avere un prodotto di non buona qualità, con tutti i rischi del caso.
alla fine quel che conta è la realtà, se la teoria dà previsioni sbagliate va rettificata. per il rischio saturazione l'importante è avere nel filtro una quantità sufficiente di carbone attivo.Non solo, dipende dal tipo di carbone attivo, dal tipo di sostanze che filtra, dalla temperatura dell'acqua, dall'umidità. Tutti i filtri a CA prima o poi vanno in saturazione.
[una domanda da ignorante. dici che una volta arrivato a saturazione il CA rilascia tutto. questo mi sembra plausibile per le specie gassose, non per le altre. sbaglio? perché se fosse così secondo me ce ne potremmo fregare quasi ad occhi chiusi][/font]Non è esatto. Il problema del rilascio esiste anche per le acque. La taglio corta senza stare a farti esempi di impianti che gestiamo noi, ma se non si fa la dovuta attenzione alla scelta del CA, al dimensionamento dell'impianto e al monitoraggio periodico, il rischio di impaccamento dei filtri con conseguente rilascio è alto.
Non rilascia ma si impacca, con tutte le conseguenze del caso (proliferazione batteri e muffe). Inoltre anche qui quel che conta non è solo il principio chimico (che è chiaramente efficace), è il COME tale principio viene applicato. Infatti, visto che bazzichi laboratori, in labo come si fa ad avere acqua deionizzata? Con le colonne a scambio ionico (non solo cationico). Per cui il rischio di acque povere di sali minerali da queste brocche c'è (dato che le resine non sono selettive, se non rispetto all'affintià elettronica).
per i metalli.. una resina a scambio cationico àncora a sè gli ioni metallici con tanta più forza quanto maggiore è la loro carica. se il filtro contenesse atomi di metalli pesanti (che comunque non sono stati rilevati) comunque non te li rilascerebbe mai in acqua! (effetto corroborato da una dipendenza dell'energia dell'interazione dalle dimensioni del metallo, ma qua si va un po' più per il sottile, e il rischio di parlare di effetti di second'ordine non è basso)
È possibile fare un'analisi dell'acqua in uscita dai rubinetti di casa a costi sostenibili? :)Il primo passo è quello di chiedere alla società che gestisce il servizio del tuo comune. ti fanno un prezzo alto?
Happo,una domanda. Io ho usato le caraffe filtranti fino a poco tempo fa,fino a quando mi sono accorto che l'acqua del rubinetto è fortemente calcarosa. Così,non sapendo se il calcare venisse filtrato,ho optato per acque in bottiglia dal basso residuo fisso.Qui puoi misurare la durezza dell'acqua del tuo comune per verificare se è ad un livello anormale
Ho mischiato pane e pesci?
Happo smettila che potrei innamorarmi della tua cultura...
quindi in soldoni l'acqua ci arriva ottima dall'acquedotto.. ce la "imputtaniamo" da soli tenendo male le autoclave..e poi ci tocca o filtrarla o compranci quella in bottiglia...
Domanda..e se l'autoclave non c'e'?
Jack
È possibile fare un'analisi dell'acqua in uscita dai rubinetti di casa a costi sostenibili? :)
Voi bevete l'acqua del rubinetto o quella in bottiglia?
Io mi sono comprato quelle caraffe fltranti...e bevo con quelle l'acqua del rubinetto...(cosa ne dici happo?)
Il rapporto che ho visto io, ma che non saprei dove riprendere, invece riporta risultati non molto confortanti, oltre che molto differenti da un tipo di brocca all'altro.
allora.. tutti gli studi che ho visionato finora non hanno rilevato quantità apprezzabili di sostanze rilasciate dalle brocche.
i carboni attivi imho non sono un rischio.. se vai in farmacia e dici di avere un po' di aerofagia te ne danno da mangiare. data la loro struttura chimica (che ben si presta alla stabilizzazione cinetica di radicali) avevo il dubbio che potessero essere cancerogeni, ma vedo che sono usati in medicina con grande disinvoltura per cui ho accantonato i dubbi.Di carboni attivi ce ne sono molteplici tipologie, per cui parlare del carbone attivo in sé significa poco. Ovviamente il grado di "purezza" del carbone è in rapporto agli usi che si fanno dell'acqua che devono filtrare, ma poiché sono di largo uso, è facile avere un prodotto di non buona qualità, con tutti i rischi del caso.
Tieni poi conto che il carbone attivo si produce principalmente dal legno (e quindi, ci si riallaccia il discorso legato alle possibili "impurità").
alla fine quel che conta è la realtà, se la teoria dà previsioni sbagliate va rettificata. per il rischio saturazione l'importante è avere nel filtro una quantità sufficiente di carbone attivo.Non solo, dipende dal tipo di carbone attivo, dal tipo di sostanze che filtra, dalla temperatura dell'acqua, dall'umidità. Tutti i filtri a CA prima o poi vanno in saturazione.
[una domanda da ignorante. dici che una volta arrivato a saturazione il CA rilascia tutto. questo mi sembra plausibile per le specie gassose, non per le altre. sbaglio? perché se fosse così secondo me ce ne potremmo fregare quasi ad occhi chiusi]Non è esatto. Il problema del rilascio esiste anche per le acque. La taglio corta senza stare a farti esempi di impianti che gestiamo noi, ma se non si fa la dovuta attenzione alla scelta del CA, al dimensionamento dell'impianto e al monitoraggio periodico, il rischio di impaccamento dei filtri con conseguente rilascio è alto.
per i metalli.. una resina a scambio cationico àncora a sè gli ioni metallici con tanta più forza quanto maggiore è la loro carica. se il filtro contenesse atomi di metalli pesanti (che comunque non sono stati rilevati) comunque non te li rilascerebbe mai in acqua! (effetto corroborato da una dipendenza dell'energia dell'interazione dalle dimensioni del metallo, ma qua si va un po' più per il sottile, e il rischio di parlare di effetti di second'ordine non è basso)Non rilascia ma si impacca, con tutte le conseguenze del caso (proliferazione batteri e muffe). Inoltre anche qui quel che conta non è solo il principio chimico (che è chiaramente efficace), è il COME tale principio viene applicato. Infatti, visto che bazzichi laboratori, in labo come si fa ad avere acqua deionizzata? Con le colonne a scambio ionico (non solo cationico). Per cui il rischio di acque povere di sali minerali da queste brocche c'è (dato che le resine non sono selettive, se non rispetto all'affintià elettronica).
Io mi sono comprato quelle caraffe fltranti...e bevo con quelle l'acqua del rubinetto...(cosa ne dici happo?)
Così su due piedi ti dirà di leggerti le pagine precedenti. XD
La durezza consigliata dalle direttive europee va dai 15 ai 50 °F.
La durezza percepita è sempre molto alta: Non ho mai conosciuto nessuno che pensasse di avere l'acqua non dura (io e i miei vicini compresi) perchè comunque se lasci evaporare il calcare lascia depositi visivbili sul vetro; poi ho verificato la mia: 14°F.
Io consiglio di verificare il valore della propria: potreste scoprire di non aver nessun problema in tal senso.
ok, le differenze di cui parli sono nella superficie specifica, nel diametro medio dei pori e nella dispersione dei diametri dei pori o c'è anche altro?e ora chiedi troppo. Questo è uno dei nostri fornitori: http://www.norit.com/. (http://www.norit.com/.)
sì ma:Vero. Ma queste cose le sai tu e le so io. La massai a che compra la brocca le sa? Sai quanta gente ha la brocca e non cambia i filtri?
- per la variabile temperatura è richiesto di tenere la brocca in frigo, io la tengo a 4°C, e questo riduce la fugacità/attività delle impurezze disperse e ne favorisce l'adsorbimento sui c.a.
- l'umidità per un c.a. disperso in acqua non penso sia una variabile di cui tenere conto;
- la compatibilità tra il tipo di c.a. e gli analiti che vuoi sequestrare, senza farsi tante seghe, la verifichi effettuando misure sull'acqua filtrata a differenti livelli di usura dei filtri
- le stesse misure ti rendono conto anche del rischio saturazione, alla fine ci filtri 2-4L d'acqua di rubinetto una volta al giorno per un mese, poi il filtro lo cambi. se hai paura lo cambi ogni 20giorni.. no?
forse mi sono espresso male. quando parlavo di stato d'aggregazione, mi riferivo allo stato stabile dell'analita, indipendentemente dalla matrice. un conto è togliere da una soluzione acquosa del cloro, che è un gas, un altro conto è toglierci delle sostanze organiche che in quelle condizioni sarebbero solide o liquide. per le seconde la temperatura ha un effetto minore sul processo di adsorbimento, e lo stesso vale per la pressione, e mi sembra difficile che quando il c.a. arriva a saturazione rilasci tutto. viceversa questo rilascio improvviso è ben più plausibile se si parla di un analita gassoso come il cloroTi ribadisco, tu dici "mi sembra difficle che...", mentre io ti dico che noi gestiamo e abbiamo gestito impianti di trattamento a GAC dove il problema della saturazione e conseguente rilascio è una costante. Questo è il motivo per cui la pianificazione e progettazione dei controlli e dei monitoraggi è fondamentale, così come la manutenzione ordinaria (controlavaggio filtri, sostituzione e smaltimento carboni). Sinceramente sognerei anch'io carboni attivi che non vanno in saturazione, ma la realtà è un po' diversa.
per quanto riguarda batteri e muffe, tenere la brocca in frigo è critico! se la tieni fuori sono d'accordo anch'io che è meglio non usarla. il discorso dell'acqua deionizzata non regge: lo so anch'io che si fa così, ma è come essere contrari a sterilizzare l'acqua col cloro perché Haber ci ha ammazzato un sacco di gente! non puoi paragonarmi gli impianti per la deionizzazione alla caraffa filtrante.. è una questione di misura!Infatti non siamo certo alla deionizzazione nelle caraffe, ma ci si sta spaccando le palle da tempo immemore a parlare del fatto che le oligominerali sono acque che non sono certo il massimo per uno sportivo, e qui di fatto si depaupera un'acqua potabile di sali minerali e microelementi.
ciao Happosai
I prodotti normali, oltre a quello che realmente serve, sono carichi di elementi di marketing che renondo piu 'glamour' consistenza, profumo, aspetto, ma per far questo sono carichi di elementi che possono dare allergie, inquinano, ecc, del tutto inutili. I vorrei autoprodurre tutto il possibile che mi garantisca il livello ottimale (non paranoico) di igiene e salute, con sistemi il meno laboriosi possibile quindi sono contento di avere un'altra fonte.
Acqua: io sono partito in effetti dalla situazione che vivo, la mia zona. l'acqua che esce dal rubinetto è incolore e il sapore spesso più che accettabile.
La situazione che descrivi (cittadina e addirittura condominiale) è un'altra sfaccettatura.
Se l'acqua è incolore, trasparente e non 'saporita' abbiamo probabilmente un'acqua potabilissima.
Dopo le classiche partite sul campetto comunale ci si getta in mucchio alla fontanella pubblica: perchè una preconcetta diffidenza per il proprio impianto? Fare analizzare la propria è il must per chi ha dubbi. Io ho fatto così e la mia acqua è ottima (e pure morbida).
Le caraffe filtranti usano dei filtri:funzionano se questi sono cambiati con estrema regolarità. Spesso col tempo si lascia un po' andare la corretta manutenzione e la qualità dell'acqua addirittura peggiora.
Magari posso ricercare le fonti e aprire il 3d che suggerivi: io non le uso ma in alcuni casi possono servire.
Cloro. Anche se per legge lo si usa obbligatoriamente, con me sfondi una porta aperta perchè abitualmente lo faccio evaporare.
Le strategie di cui ho letto per cui si usano certi ingredienti sono diversi da quelli che descrivi:
La farina di ceci non pulisce per abrasione: assorbe lo sporco come il talco sulle macchie. Personalmente ciò che percepisco è l'eliminazione quasi totale dell'olio endogeno del cuoio capelluto (cosa che fanno tutti gli shampoo: per questo servono i balsami). Ci sono farine collose che non vanno bene, altre più abrasive che servono per lo scrub sul corpo ma non per i capelli (il che conferma il tuo avvertimento). Per la proliferazione batterica l'osservazione è generalmente giusta ma andrebbe quantificato il rischio di un lavaggio ogni tot, con accurato risciaquo e con l'acido citrico usato dopo (c'è chi usa le argille).
L'acqua è leggemente alcalina, shampoo e saponi sono molto alcalini e per questo lavano: il capello è pulito ma l'alcalinità apre le scaglie di cui è composto il capello (diventa duro, crespo e si annoda). L'ambiente acido chiude le scaglie: i capelli sono lisci quindi più morbidi e lucenti; non si aggrappano l'un con l'altro e quindi non si annodano e non si increspano.
Il succo di limone contiene un 7-8% di acido citrico. Una soluzione al 5% di acido citrico anidro (un cucchiaino in un litro d'acqua) ne contiene meno quindi è meglio evitare di farlo andare in piccole ferite o occhi (non vi ammazzarebbe lo stesso). Io ne ho comperato un chilo a 5 euro qualche mese fa e non l'ho ancora finito (lo uso per più cose).
A quanto ho letto è proprio l'alluminio che occlude i pori: li astringe per una reazione della pelle.
Il bicarbonato non tappa: assorbe gli odori e crea un ambiente alcalino che inibisce in parte i batteri, la vera causa dell'odore. Io non smetto di sudare. C'è chi lo affianca all'amido per assorbire anche il liquido o agli oli essenziali. io non lo faccio.
Anche sul dentifricio l'uso spiegatomi ha un altro principio: il bicarbonato deve essere assolutamente totalmente disciolto proprio perchè abrasivo (il fondo della soluzione satura non lo smuovo e non lo porto in bocca). E' la sua alcalinità che abbatte la prolificazione batterica dopo mangiato: dopo il lavaggio, col tempo il ph della bocca si riequilibria. Ci sono dentisti che per la pulizia te lo sparano sui denti! la pulizia reale è affidata alla meccanica dello spazzolino e del filo.
Non ho abbandonato del tutto il dentifricio, darò un occhiata al marvis (mi interessa molto l'azione nei punti in cui lo spazzolino non arriva
Sul detersivo non ho idea di cosa stai parlando: non ho ancora approfondito e studito :P : sul forum sopracitato c'è chi lo usa così ed è soddisfatto. il moderatore suggerisce generalmente in effetti di aggiungere un poco di lavapiatti bio.
Comunque, visto che sei curioso, ti consiglio di lurkare quel forum: a parte l'acqua tutto quel che so l'ho letto lì.
Nei limiti di sicurezza io sperimento un po' tutto.
Io mi sono comprato quelle caraffe fltranti...e bevo con quelle l'acqua del rubinetto...(cosa ne dici happo?)
Voi bevete l'acqua del rubinetto o quella in bottiglia?Rubinetto[1]: è buona! :-*
1. | Senza nemmeno "farla riposare" |
il mio micro-orto:[/smg]
Ma il classico "cenere e aceto" per lavare i piatti?Attenzione: L'aceto non va usato a contatto coi metalli: l'acido acetico è molto potente e li rovina. mobilizza il nichel e dai oggi dai domani rischi di diventare allergico (non è piacevole: è più diffuso di quanto si creda). Magari non lo usi per le pentole, ma il lavello non è d'acciaio? Io userei solo quello bianco per le ceramiche del bagno e le plastiche, personalmente; e sempre diluito molto in acqua (ne usi meno e funziona alla grande lo stesso: provato).
per favore mi fai qualche esempio? poi, non ti dico che non è così, ma quand'anche in un prodotto ci fosse un componente che a te non interessa, se non inficia il funzionamento del prodotto, e il prodotto rimane comunque anni luce avanti rispetto alle alternativa casalinghe, perché rifiutarlo?esempi veloci: le 26 sostanze allergizzanti (un elenco qui: http://www.abc-cosmetici.it/index.php/per-saperne-di-piu/allergie/allergie/ (http://www.abc-cosmetici.it/index.php/per-saperne-di-piu/allergie/allergie/)) o il "parfum" in tutti i prodotti che non devono profumare: tutti i detersivi per pavimenti che conosco profumano al momento del lavaggio per circa un minuto. Il profumo si esaurisce subito ma la massaia percepisce quella folata come un feedback del funzionamento detergente mentre non è vero: è puro marketing. Ogni elemento aggiunto rientra nel processo, nel costo finale per me e nel 'costo' ambientale; inoltre è un possibile allergizzante: può provocare prurito sfoghi o altro. Penso sia meglio usare meno cose possibili.
l'unica cosa: lasciare l'acqua nella brocca dalla sera prima ...Ho iniziato a farlo dopo averlo letto come consiglio su Altroconsumo. Se consumo l'acqua direttamente da rubinetto spesso sento il sapore del cloro; se lascio fuori l'acqua per qualche ora no. Riscaldare? sono troppo pigro... così come faccio ora è perfetto per me.
secondo me non lo fai evaporare. e poi, ripeto, la pericolosità di una sostanza non prescinde dalla quantità in giocoParacelso docet: per questo generalizzavo dicendo che non è insano quello nell'acqua potabile.
è ovvio che se usi uno strumento in modo improprio poi non puoi reclamare sul suo funzionamento...Direi che la vediamo alla stessa maniera: se avessi un acqua cattiva dovrei scegliere anch'io tra filtri o bottiglia. Condivido però la preoccupazione di Nicola per il quale l'utilizzatore medio, "la massaia", non percepisce il rischio reale: "La caraffa colorata, semplice acqua dopotutto: se una leggerezza ogni tanto fosse così richiosa non la metterebbero sul mercato". E iniziano a risparmiare sul cambio dei filtri...
con acqua e sapone puoi rimuovere tutto completamente. ad esempio gli idrocarburi che ti si depositano sui capelli a causa dell'inquinamento la farina di ceci non li toglieIdrocarburi eh??? uff quante cose devo approfondire, grazie :).
il sapone è una sostanza alcalina, ma i detergenti per il corpo generalmente no. ed in ogni caso non è l'alcalinità a renderli 'pulenti', ma ... e queste proprietà mancano tanto alla farina di ceci quanto all'acido citricoForse è scorretto dire che lavano perchè sono alcalini come ho scritto prima; è vero però che solitamente i saponi più 'lavanti' lo sono: immagino che la composizione per pulire forte abbia come effetto collaterale l'alcalinità. I saponi possono avere un ph 9-10, se non ricordo male, il cuoio cap tra 4 e 6. il citrico (diluito) dopo lo shampoo riequilibra il ph naturale.
sul fatto di usare o meno il dentifricio poi la scelta rimane a te, mi premeva solo chiarire che il bicarbonato non puliscediciamo che adesso li sto un po' alternando: per ora sul forum c'è chi afferma di usarlo da molto tempo e di avere l'approvazione del dentista ma anch'io vengo cmq dal dentifricio quotidiano e un po' di timore ad abbandonarlo ce l'ho.
grazie, se riesco a ritagliarmi un po' di tempo uno di sti giorni ci do un'occhiataGrazie a te, tutte le cautele che mi offri sono oro per la mia ricerca :)
pane, pasta, pesto, sughi, pizza, gelati, succhi, marmellate, dadocome si fa un buon dado?
Tutto fatto in casa, lavoro della moglie[1] soprattutto, io disturbo e consumo
A breve pure l'orticello, ma quello sarà lavoro mio :)
1. che ha anche un lavoro di tutto rispetto come impegno
ci vuole una moglie volenterosa e un buon frullatore o un frullatore volenteroso e una buona moglie XDpane, pasta, pesto, sughi, pizza, gelati, succhi, marmellate, dadocome si fa un buon dado?
Tutto fatto in casa, lavoro della moglie[1] soprattutto, io disturbo e consumo
A breve pure l'orticello, ma quello sarà lavoro mio :)
1. che ha anche un lavoro di tutto rispetto come impegno
Qualcuno si interessa di colture idroponiche? :gh:Io ci ho provato. Per la prima volta ho cercato di costruirmi tutto da solo...Alla fine non è difficile e il risultato è ottimo. Lo consiglio per chi magari ha il terrazzo e non ha il giardinetto con la terra...
Cosa ti fa affermare ciò?