Ar.Ma.

Difesa personale => Difesa Personale => Topic started by: Dottor Wolvie Killmister on October 01, 2012, 12:11:40 pm

Title: Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 01, 2012, 12:11:40 pm

Ispirato da West Wind, posto anch’io qualche episodio emblematico di “gestione del conflitto” in cui sono riuscito a salvaguardare la mia integrità fisica e/o quella di altri, evitando escalation di violenza fisica.  :pla:

Mi riferirò, quando non specificato altrimenti, a fatti accadutimi in prima o terza persona tanto nel corso della mia esperienza come operatore di sicurezza in varii tipi di locali e strutture aperti al pubblico quanto nella mia vita “extralavorativa”.
Trattandosi di avvenimenti già passati, più che seguire un criterio “cronologico” di narrazione terrò conto della “sostanza” di ogni episodio. Per ragioni di privacy e sicurezza “giuridica”, mi asterrò dal raccontare episodi  che abbiano avuto un esito particolarmente “scabroso” e comunque ometterò particolari da cui si possa evincere l’identità dei coivolti  :halo: .
NON è mia intenzione presentare i fatti in maniera “autocelebrativa”, pertanto mi scuso in anticipo se il mio tentativo di dare un taglio “avvincente” alla narrazione finisca per scadere in tal senso  :-[ .
Aggiungo inoltre il mio invito a commentare criticamente quanto andrò a raccontare, in quanto si tratta di una parte della mia vita ancora in corso, e l’opinione di persone intelligenti e relativamente “coinvolte” in questo tipo di realtà è pertanto bene accettata dal sottoscritto  :thsit: .

Ovviamente, non aspettatevi da me alcuna costanza nel postare regolarmente  ;)
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 01, 2012, 12:13:55 pm

DIVIDI et IMPERA

Pescara, Venerdì sera, anno 2006, ore 22:00

Stavo aspettando che il mio collega arrivasse al locale, così dopo il caffè con due gocce di assenzio verde uscii fuori. La ragazza del capo stava a fumare, appoggiata alla porta in metallo con la gigantografia del logo del locale. Dato che il fumo è contagioso, la imito. Qualche goccia di pioggia iniziava a cadere, e io sono sempre molto malinconico se piove quando lavoro. Se piove, stanno tutti dentro accalcati, ed è difficile muoversi velocemente tra la folla se succede qualcosa. Se piove, noi siamo quelli che si bagnano di più. Se piove, forse la gente va in un altro posto, e poi il capo fa le paranoie quando ci deve pagare. Però erano solo le dieci di sera, è normale che ci siano 5  persone dentro e 5 fuori, forse mi stavo preoccupando troppo.

A metà sigaretta li vedo avvicinarsi.

Uno, un napoletano di 50 anni, forse omosessuale, dicono, bah, che ogni tanto arrivava al locale su una moto da cross, e ogni volta la lasciava in mezzo alla strada e ogni volta bisognava rompergli le palle per fargliela parcheggiare da persona normale. Con lui due stranieri, nordafricani, classico look tra il tamarro e il taroccato, soliti sguardi tra l’affamato e il circospetto.

Si fermano davanti al locale, a 4 metri circa.
Si avvicinano a uno scooter parcheggiato lì davanti. Con nonchalance, tirano fuori delle mattonelle di THC in forma solida, un coltello con il manico in legno e un cilindretto ruotabile come sicura della lama, e fra le fiammatone degli accendini iniziano a sezionare il tutto, usando il sellino dello scooter come tavolo operatorio. Non sapevo di chi fosse quello scooter, ma non credevo che il proprietario avrebbe gradito quella vista.

La scena è fuori dal mio territorio, tecnicamente non me ne fregherebbe nulla, ma è presto, c’è poca gente, chiunque passi di lì (il locale è in pieno centro) avrebbe visto tutto, e con i residenti del condominio (!) affianco si era in uno stato continuo di guerra fredda in cui le testate nucleari erano sostituite da multe, esposti, petizioni e visite occasionali delle FFOO.

La tipa del capo mi guarda, sgrana gli occhi preoccupata e mi fa segno di fare qualcosa. Ottimo… da solo, con quelli lì, troppo stupidi per darsi un contegno e spostarsi di lì e troppo stronzi per non mostrare le lame in pubblico. E non ho neanche finito di fumare..vabè, vediamo di fare una buona impressione dal punto di vista professionale.

Penso rapidamente a cosa fare e per fortuna l’istinto, la mia esperienza “borderline stradaiola” , la mia psicologia spicciola o chissà che altra scemenza di questo tipo guida la mia ragione nello scegliere.

Mi avvicino lentamente, guardandoli con espressione calma.
Mi fermo a un metro da loro (come ho detto, il napoletano mi conosceva già), alzo la mano in segno di rispettoso saluto e gli dico con espressione complice di fare attenzione a eventuali sbirri in borghese che avevano l’abitudine di  passare di lì a qualsiasi ora per monitorare la situazione. Gli spiego che i residenti si erano lamentati, e che per loro sarebbe stato più sicuro spostarsi un po’ più in là, magari vicino al piccolo cantiere di una casa in ristrutturazione, per lo meno fuori dalla luce di quel lampione che li stava illuminando rendendoli visibili anche dalla trafficatissima strada a venti metri da lì.

Alzo le mani aperte all’altezza della faccia in segno di neutralità, li guardo ancora negli occhi con la testa leggermente abbassata e l’espressione seria. I nordafricani mi guardano incuriositi e sospettosi, mentre io ripeto un po’ del mio discorso al napoletano.  Si guardano, annuiscono. Dato che ce la voglio mettere tutta per iniziare bene la serata, gli porgo la mano e la stringo a tutti, quelli mi ringraziano e se ne vanno via chissà dove a finire quello che stavano facendo.

Torno alla porta, faccio segno alla tipa che è tutto a posto, e lei annuisce. Vorrei accendermi un’altra sigaretta per auto premiarmi, ma preferisco aspettare il mio collega. Fumare troppo fa male.


Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Krypteia on October 01, 2012, 12:14:31 pm

 in cui sono riuscito a salvaguardare la mia integrità fisica e/o quella di altri, evitando escalation di violenza fisica.  :pla:


Ma de che, noi vogliamo le botte  XD
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Rev. Madhatter on October 01, 2012, 12:17:45 pm
Spoiler: show
Hai omesso il pezzo in cui chiedevi se avevano 10 euro da darti al volo che la serata era lunga?  XD
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 01, 2012, 12:23:06 pm

Azz... se questi sono i primi commenti, è meglio che mi fermi qui  XD

Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Rev. Madhatter on October 01, 2012, 12:25:49 pm
Ma smettila,sono per incoraggiarti a continuare facendoti sapere che stiamo leggendo  :thsit:


sia io che krip apprezziamo il realismo della dp,ma non puoi aspettarti che partiamo con un pippone teorico, ci piace il racconto e credo che questo 3d sara' un buon contenitore di episodi di riferimento,anche per discussioni future  :)
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: The Spartan on October 01, 2012, 12:26:57 pm
Soprattutto perchè essendo vivo possiamo goderci le mazzate anche scriteriate...
Poi alla fine io o Gargo scriveremo "Please, don't try this at home".... XD
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 01, 2012, 12:30:03 pm

Ok, allora  ;) .... datemi il tempo di ricordare per bene e scrivere ancora meglio  :D

Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Ebony Girls Lover on October 01, 2012, 16:05:57 pm
Seguo.
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 01, 2012, 17:39:17 pm

UN COLPO AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE.

Pescara, Sabato sera, 2006, ore 00:00 (circa..)

Il mio collega è un grande. Non solo perché, io al basso e lui alla voce, suonavamo nello stesso gruppo thrash metal. Ma anche perché, guardandoci insieme, sembravamo rispettivamente Asterix e Obelix. Per via di questo fatto, quando dentro c’era un gruppo a suonare, lui stava lì per sorvegliare principalmente che nessuno si facesse male pogando o nessuno vomitasse sul pavimento, facilitato dalla sua command presence da lottatore della ECW[1], ovvero più di due metri per 130 e passa kili.
Quella sera, quindi, lui era dentro appoggiato alla colonna centrale di fronte al palchetto, e io stavo fuori, appoggiato alla porta, sorvegliando la folla davanti al locale, che stava in piedi in mezzo alla strada o appoggiata a/e seduta fra le auto parcheggiate a spina di pesce (o meglio a“cazzo di cane”), tutti a farsi gli affari propri. Sembrava tutto tranquillo.

Però questa cosa delle auto lì è sempre stata un problema.

Anche tralasciando i bicchieri di vetro e le bottiglie appoggiate su tettucci e cofani, che quando cadevano facevano “PPAFFT!” e se rotolavano facevano “Dllindllindliingdlingt”.

Infatti a volte capitava che qualcuno del condominio (e proprio in orario di esercizio...) dovesse entrare o uscire da quella stradina di neanche dieci metri di ampiezza, che in realtà era un vicolo cieco, solo che invece del muro aveva una scalinata[2] lunga venti metri che ne saliva per tre abbondanti in altezza, su fino all'altra strada più larga, come se ne vedono di solito nelle città di mare.

Il solo fare manovra fra la mandria di persone in quello spazio tanto esiguo avrebbe spazientito un santo, quindi bisognava anche improvvisarsi vigili urbani per evitare scleri indesiderati. Ma questo problema riguardava anche i clienti del locale che erano riusciti a parcheggiare lì davanti a inizio serata. Una volta, all'una di notte, ci volle del bello e del buono per convincere un condomino ad aprire il cortiletto condominiale e “liberare” l’auto di due ragazzi che l’avevano parcheggiata lì..

Quindi, una macchina parcheggiata in mezzo alla stradina, anche se una Punto, forse avrebbe dato fastidio. Così mi avvicino alla Punto che si era fermata in mezzo alla stradina, e aspetto che ne escano gli occupanti, quattro ragazzi fra il fighetto e il guappetto. 

-Ragà, mi fate un favore? Non parcheggiate qua, se qualcuno deve uscire, poi giustamente rompe le palle.
-Stai tranquillo, entriamo solo a vedere se c’è un nostro amico.
-Ok…

Guardo nell’auto, aperta con il finestrino abbassato. Nel cruscotto ci sono le chiavi, infilate. Dalle mie parti, se lasci le chiavi nel cruscotto in un posto pieno di gente, o sei un cazzone incosciente o sei uno fin troppo sicuro che non te la fregano..vabbè, prima se ne vanno e meglio è.

-Ma che cazzo, Daniele!

Mi girai e vidi in diretta questa testa di cazzo che beveva da ormai due ore e che già da una mezzora stava saltellando qua e là, urtare un gruppo di persone con i bicchieri in mano…forse era il suo compleanno, boh..vabbè, alla fine si era versata solo un po’ di birra..e per fortuna i tipi non si erano incazzati, lo conoscevano.

Lo conoscevo anch’io, era un cazzone simpatico e casinista, quei classici ragazzi che il sabato si strafacciano dopo una settimana di duro lavoro manuale.

Mi avvicino a gli dico (ripeto) fraternamente di darsi una calmata. Già c’era qualche sballone spiritoso che mi diceva di cacciarlo via..

-No compà stai tranquillo è tutto a posto ho solo bevuto ma non sto ubriaco forte stai tranquillo non faccio casini blablabla…
- Vabbè..

Tutta colpa dei cicchetti assassini che preparano qui. Poi me ne prendo uno anch'io, almeno stiamo ad armi pari.

Anche per calmarlo e non stargli addosso, mi faccio un giro in mezzo alla folla, saluto qualcuno e ci scambio qualche parola.

Sono passati due minuti, forse..e penso: dai ragà, togliete ‘sta macchina, non rompete il cazzo..e continuo la passeggiata. Ad un tratto sento un amico che mi chiama..

-Oh, vedi che Daniele ha sclerato per quella macchina là, ha detto che deve uscire e che la sposta lui!
-Che?!

Mi giro e lo vedo seduto nell’auto che armeggia con il cruscotto. Poi mi volto per istinto, e vedo i quattro che escono dal locale e lo guardano… per un istante gli ho davanti agli occhi mentre pestano quel cazzone.. poi schizzo verso la macchina, lo prendo per un braccio e lo tiro fuori dall’abitacolo, proprio nel momento in cui i ragazzi arrivavano..

Volano parolacce, minacce, quello stronzo non si rende conto che gli sto salvando l’ano e mi sbraita addosso, mentre i quattro si avvicinano “leggermente” incazzati.

-Ragà, è ubriaco, ci penso io, state tranquilli
-Stronzo, come ti permetti di entrare nella macchina mia?
-Tu sei uno stronzo che la parcheggi così!

Nonostante le palle girate e la voglia di lasciare lo stronzo al suo destino, mi frappongo fronteggiando i ragazzi con le mani alzate tenendoli a due metri e placcandolo con la schiena per tenerlo lontano da quelli lì.

Continua lo scambio di battute, in cui ognuno ripete più o meno la stessa cosa, quindi sento che la situazione è instabile. Quelli lì che stanno ancora fermi per miracolo, e quello lì che li provoca come se niente fosse..e anch’io inizio a scocciarmi.

-Hai rotto il cazzo Daniè!!

Gli do uno spallata-gomitata sul petto tanto per rompergli il fiato (meglio il fiato che un’altra cosa) e lo faccio anche sbattere con la schiena verso una serranda, poi per fortuna alcuni suoi amici un po’ più lucidi lo tengono lì fermo, ma la botta sembra averlo calmato un po’..

-Ragà, è ubriaco, se lo picchiate lo rovinate ancora di più. Ci penso io a ‘sto cazzone, state tranquilli. Fatemi ‘sto favore, su..

I ragazzi si guardano, mi guardano. Poi per fortuna..

-Vabbè, compà, per stavolta gli è andata bene. Poi, c’hai ragione, tu stai a fare il mestiere tuo, stai tranquillo. Ma se non ci stavi tu gli menavamo forte.
-Grazie, ragà.

Ancora dieci minuti dopo che quelli se ne sono andati..

-Oh, guarda che io a quelli li sotterravo, ti dovevi fare i cazzi tuoi!
-See, see…come no..

Dà un pugno alla serranda.

-Se sei un uomo, il pugno dallo al muro, non alla serranda che fa solo rumore. Comunque va bene, la prossima volta mi faccio i cazzi miei, hai ragione. gli chiedo solo di portarti da un’altra parte a spaccarti di mazzate, stai tranquillo.

La porta del locale si apre e resta aperta, il concerto sembra finito, la gente esce,qualcuno rientra,  il collega mi vede, sbuffa per il caldo che c'è dentro e mi fa segno di dargli il cambio. Prima di entrare e farmi un cicchetto[3], lo aggiorno sulla situazione.

Epilogo. (Casa mia, il giorno dopo, pomeriggio tardi).

-Comunque, grazie, ieri sera stavo proprio sfasciato, se non era per te quelli mi trinciavano bla bla bla…
-Ma vaffan…
 1. https://www.youtube.com/watch?v=pJxV7r4glcE&feature=related
 2. Sembrava la classica scalinata degli inseguimenti nei polizziotteschi anni 70.
 3. Peste Nera: 2/5 Jagermeister, 1/5 sciroppo di menta, 2/5 Assenzio verde
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Gargoyle on October 01, 2012, 18:00:35 pm
Anche tu sai come divertirti e Wolvie?  ;)

Quote
-Ragà, mi fate un favore? Non parcheggiate qua, se qualcuno deve uscire, poi giustamente rompe le palle.
-Stai tranquillo, entriamo solo a vedere se c’è un nostro amico.
-Ok…

Qui non so come avrei reagito io...  :=)
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 01, 2012, 18:11:28 pm

Che dirti  ;) ... a volte è anche una questione di sensazione. Mi avevano risposto educatamente, quindi qualche minuto di tolleranza ci stava. E infatti rimasero dentro solo per pochi minuti. Ovvio che se tardavano o dovevano spostarla li avrei raggiunti nel locale e gliel'avrei detto (e infatti è capitato altre volte, con altre persone).
 
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Il Tano on October 01, 2012, 18:25:48 pm
Seguo!!!
Complimenti per le cronache ben scritte e "gustose" anche senza botte.
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 01, 2012, 18:47:19 pm

Grazie!  :)
Riguardo le botte, io di solito seguo dei principii  :=)

"Abile guerriero non è chi vince cento battaglie su cento, ma chi le vince senza combattere"
(Sun Tzu)

"La missione perfetta è quella in cui non si spara un colpo"
(Gruppo Intervento Speciale, Arma dei Carabinieri)

"Ma che mazzate e mazzate, non mi pagano abbastanza per fare pure a mazzate  :dis: .."
(Dottor Wolvie Killmister)

 
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Gargoyle on October 01, 2012, 18:55:57 pm
Dalle mie parti si ottiene di più con una parola gentile ed un calcio in culo che solo con una parola gentile!

Il Gargoyle

 XD
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Il Tano on October 01, 2012, 19:04:26 pm
Beh, "suonano" come ottimi principi.
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 03, 2012, 13:17:06 pm

FRA L’INCUDINE E IL MARTELLO

Pescara, 2006.

-Allora va bene, ci vediamo venerdì.

Ero contento, quel martedì sera. Avevo avuto la possibilità di guadagnarmi qualcosina per coprire un po’ le spese. Avendo comunque già visto spesso il mio futuro collega al lavoro, e confidando in quel po’ di buon senso che mi aveva sempre fatto stare abbastanza lontano dai guai, pensavo che in fondo me la sarei cavata bene, ma nei giorni seguenti ogni tanto provavo comunque una leggera sensazione di ansia, la stessa che continuavo ad avere almeno nei primi istanti di ogni esame all'università. La stessa che hai quando sai che devi aspettarti l’inaspettato.

Arrivo finalmente al locale, con un po’ di ritardo e in condizioni non troppo ottimali.

La mattina ho dovuto seguire due corsi, e dal pomeriggio sono stato fuori città alle prove del gruppo cover di Glenn Danzig. Poi quelli del gruppo mi hanno accompagnato direttamente lì, e ho dovuto chiedere di poter appoggiare il basso dietro al bancone. L’ultima volta che ho mangiato qualcosa era ancora giorno.

Anyway, mi prendo il caffè, ed esco fuori per fumare.

Fino a quel momento ero andato lì solo qualche volta, da cliente, in piena serata, con un pacco di persone dentro e fuori. Ora ci dovevo lavorare, e già dalle 10 di sera, quando lì davanti c’era solo qualcuno che voleva concludere degnamente la giornata dopo essere stato in giro a cazzeggiare già dal pomeriggio….un po’ come me, del resto. Mi guardavo intorno, cercando di osservare, capire e identificare qualsiasi cosa che mi tornasse utile in quel lavoro per me “insolito”. Le caratteristiche del posto, i punti sensibili, il tipo di gente che ci veniva abitualmente…non avevo ricevuto una vera formazione, e cercavo di compensare con quel po’ di intelligenza che mi avanzava dallo studio e dalla musica.

A fianco del locale c’è il condominio. Gente che entra ed esce anche a tutte le ore, e che poco gradisce vedere gente seduta davanti al portone in atteggiamenti poco consoni alla loro idea di “civiltà”.

Più in là, oltre la stradina losca n.1, c’è il locale tamarro in cui mi hanno detto che vanno gli zingari e i truzzi del luogo. Che per fortuna, rispetto a quelli delle mie parti, sono dei vip di Beverly Hills. Ancora più in là, le famose scale da inseguimento anni 70.

All’altro fianco del locale c’è la gioielleria. Si, la gioielleria. Una gioielleria con l’allarme collegato alla serranda. Bastava appoggiarsi per farlo scattare. Più in là, c’era la stradina losca n.2, dove chi si avventurava per fare pipì o altro veniva fulminato dal riflettore collegato alla videocamera di sicurezza attivato dal sensore di movimento, e qualche volta tornava indietro bestemmiando e richiudendosi la patta (per fortuna le ragazze non facevano neanche in tempo a sedersi). A ‘sto punto potevano metterci anche un po’ di mine antiuomo.

Ora che ho monitorato il luogo, posso passare alle persone. Pochissima gente ancora, che parla, beve, fuma e sembra stare tranquilla. Forse mi faccio troppi problemi.

Sono uscito per fumare, quindi prendo le sigarette. Il mio collega esce, e se l’accende pure lui. Mi sposto lentamente per appoggiarmi a un auto, tanto per iniziare a tenere uno straccio di postazione strategica.

Ma appena mi appoggio, due ragazzi che fino a un attimo prima stavano parlando tranquillamente vicino alla serranda maledetta, appartenenti a quella nuova razza di punkabbestia che ai concerti preferiscono i rave, partono in zuffa spingendosi e dandosi pugni per fortuna moolto imprecisi.

Butto la sigaretta (!!) e parto verso quello che mi dà le spalle e che mi sembra il più problematico. Lo prendo in una specie di mezzo full nelson (è un po’ più piccolo di me) e lo tiro via da quell’altro, e per fortuna mi ricordo subito di spostare la testa di lato per evitare eventuali capate sul naso.

Dopo un secondo, anche il mio collega interviene e blocca quell’altro, e finalmente sento l’allarme, scattato nell’istante in quei due rompipalle si sono sbattuti contro la serranda. Quello che ho bloccato si calma subito, io lo lascio ma non mi viene da dire niente mentre lo guardo un po’ incarognito. Per fortuna il mio collega li conosce, e inizia a ruggire addosso a entrambi, poi si allontana un po’ verso la stradina losca n.1 con quell’altro, che invece continua ancora a sclerare rumorosamente. Poi ho saputo che era il figlio di un noto avvocato, e in quanto tale il mio collega si era guardato bene dallo strapazzarlo, limitandosi a offrirgli una sigaretta e a fargli pazientemente da baby sitter.

Voglio allontanare anche quell’altro, ma mi dice che nella colluttazione ha perso un piercing a terra. Gli dico che gli do una mano a cercarlo, mentre l’allarme ormai mi si sta conficcando nelle orecchie. Poi lo ritroviamo. Sento che è calmo per davvero, quindi gli chiedo cosa fosse successo.

-Niente, ha detto una cosa che non doveva dire.
-Ok, cazzi vostri..

Poi se ne andò, l’allarme si spense, e sembrò che fosse tutto finito lì. Purtroppo non mi avevano detto che l’allarme era anche collegato direttamente con il proprietario e le FFOO.

Pochissimi (a me sembrarono pochi) minuti dopo, arrivò il proprietario della gioielleria. Stava davvero incazzato..

Scese dall’auto come una furia, e, sempre sclerando, aprì in frettissima e controllò che dentro fosse tutto a posto. Purtroppo non avevo visto che c’erano delle bottiglie vuote sul pianerottolo dell’entrata, e lui le spinse via con un calcio facendole rotolare rumorosamente, commentando anche questa scocciatura fra le tante che sembrava gli desse quel locale. Ovviamente, sopraggiunse con lui anche una volante dei CC, ma per fortuna il brigadiere sembrava più calmo.

Mi ascoltai praticamente in silenzio, da solo e a sguardo medio-basso  quasi tutto lo sclero di quello là e tutto il cazziatone del brigadiere, dato che il mio collega stava ancora occupandosi del suo cliente tenendolo lontano dalla scena del crimine. Poi finalmente anche il titolare del locale uscì e venne a scusarsi per l’accaduto, dandomi modo di uscire da quel bombardamento (legittimo) di rotture di palle. Quindi tutti si stancarono finalmente di parlare e gesticolare, e io nel frattempo mi era acceso un’altra sigaretta. Saluti, ancora scuse, giustificazioni, e ancora saluti. I due se ne vanno, e io torno alla porta insieme al titolare.

-Cerca di evitare che succedano queste cose, per favore. Questi qua attorno non aspettano altro per farci chiudere. Vedi cosa puoi fare.

Lo rassicurai con una espressione del viso, aggiungendoci un “va bene”. Il mio coinquilino, studente di psicologia, mi spiegò in seguito che quella che avevo usato si chiamava “assertività”. Me’cojoni..

Il mio collega nel frattempo aveva convinto il tipo a sgommare, e si avvicinò a me con la faccia fra lo scocciato e il divertito, con l’ennesima sigaretta accesa fra le dita.

-Oh, ma alla fine, che è successo?
-Che ho iniziato bene, proprio bene..
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: kortobrakkio on October 03, 2012, 15:02:38 pm
complimenti,racconti gustosissimi!
Fanne un libro,magari in associazione con AiviA(anche lui ha da raccontarne);io lo compro. ;)
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 03, 2012, 15:50:20 pm

Grazie, la difficoltà infatti è renderli "gustosi" senza distorcere i fatti  ;)

Lo proposi ad AiVIA già da tempo, chissà che uscirebbe  XD .. ad ogni modo lui ha il doppio della mia esperienza, quindi due terzi delle royalties andrebbero a lui  :D
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: metal storm on October 03, 2012, 18:42:19 pm
tu suoni il basso e l'altro fa la voce?   :-\

già hai un vocione di tuo....

comunque, i racconti sono carini... per essere perfetti ci vorrebbe più topa e più sangue  :D
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 03, 2012, 21:17:15 pm
tu suoni il basso e l'altro fa la voce?   :-\


Eh, anni fa :( ...


già hai un vocione di tuo....


Beh, dipende anche dal momento della giornata  :P


comunque, i racconti sono carini... per essere perfetti ci vorrebbe più topa e più sangue  :D

Quelli solo a voce  XD


Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Il Tano on October 03, 2012, 21:42:40 pm

comunque, i racconti sono carini... per essere perfetti ci vorrebbe più topa e più sangue  :D

Quelli solo a voce  XD

Potresti aprire un'altra discussione sui racconti dell' "amico" di Dottor Wolvie Killmister :sur: :sur:
Title: Re:Le cronache dei posti in cui ho lavorato...
Post by: Dottor Wolvie Killmister on October 04, 2012, 10:19:59 am

Per ora è meglio di no  ;) ...