lo ho studiato nella versione IOGKF e con Shihan Nishida nel kyokushin, e, sostanzialmente, sono uguali, mentre il secondo Gekidai è completamente diverso nel kyokushinkai.
La mia personalissima interpretazione del "dai" che viene prima del "sho" (anche nello Shotokan ci sono diversi kata che adottano nelle due versioni queste diciture nello stesso ordine) è che il primo livello si incentra su dei concetti "a grandi linee", mentre il secondo riguarda movimenti più raffinati e l'approfondimento delle sottigliezze e dei dettagli.
Un po' tipo o waza e ko waza di Kase sensei.
EPIC WIN :sbav: :PLa mia personalissima interpretazione del "dai" che viene prima del "sho" (anche nello Shotokan ci sono diversi kata che adottano nelle due versioni queste diciture nello stesso ordine) è che il primo livello si incentra su dei concetti "a grandi linee", mentre il secondo riguarda movimenti più raffinati e l'approfondimento delle sottigliezze e dei dettagli.
Un po' tipo o waza e ko waza di Kase sensei.
OOOH! sai che non ci avevo pensato?
ecco quando si dice "15 anni di giapponese alle ortiche" :-[
in effetti come interpretazione è interessante, anche se nell'osservare la versione Sho vedo più che altro un'attenzione rivolta a una maggior varietà tecnica, anziché a una focalizzazione su sottigliezze.Interessante anche la tua interpretazione. Molto probabilmente, come al solito, è l'insieme dei significati possibili che definisce ciò che si voleva comunicare.
mi viene allora in mente che con Sho il creatore volesse intendere un "piccolo" come "fratello piccolo", ossia "derivato" dall'altro. e spesso i fratelli minori possono essere migliori dei maggiori, o almeno più furbi... :P
Riconosco questo modo di approcciare non è solo nei kata, ma in generale nel Karate.
Andrea, sarebbe bello approfondire l'argomento, mi piacerebbe conoscere la spiegazione sulla suddivisione che ti è stata data e tu cosa ne pensi :thsit:
Io ho una mia idea:Spoiler: show
... io sono abbastanza convinto di questa cosa, ma spero di non aver detto troppe scemenze :sbav:
un (bel) pò di pazienza e cercherò di ordinare i miei ricordi, e le mie impressioni, in maniera logica, in modo da mantenere l'armonia della discussione :)Grazie, senza fretta :thsit:
la definizione di Ryujin è molto simile alla spiegazione della differenza di "o-waza" e "ko-waza" che ne dava il M° Formenton.Grazie, non potrei essere più d'accordo :thsit:
Si può applicare non solo all'applicazione delle tecniche, ma anche alla loro metodo di allenamento.
La prima parte del movimento di esecuzione di uno tsuki classico corrisponde a un montante (ura tuski o uraken shita tsuki), in questo sendo dall'"o-waza" dell'oi tsuki, nasce un "ko-waza" da usare se la distanza si accorcai improvvisamente.
Il cambiamento non avviena livello cosciente, ad esempio " ora tiro uno montante, visto che il mio avversario è vicino", ma avviene in maniera istintiva, adattando la tecnica all'improvviso cambiamento mentro ne stavo eseguendo un'altra, senza interruzione di continuità.
Questa isitintività si acquisisce solo attraverso lo studio continuo, e ragionato, del kihon e del kata.
Nel Kyokushinkai esiste un lavoro simile, i maestri di alto livello (come Hanshi Arneil) sono in grado di dimostrare queste applicazioni, specialmente sul lavoro delle parate, che in questo stile si eseguono con moviumenti molto ampi e vigorosi, vere e proprio "o-waza".
Interessante..... :thsit: Condivido (se ho capito bene)....
Da noi si chiama Enka Waza. (Enka =cambio) Non è premeditato...uno parte con una tecnica potente e decisa e nel mentre si trova le condizioni cambiate .....allora sfruttando l'inerzia della prima intenzione su una situazione differente ci piazza un bel ko-waza. Il tutto istintivamente.....
Le qualità che maggiormente amo del karate sono la destrezza, indispensabile per l'applicazione di ko e o waza, e la versatilità che en consegue.:)
Shurei, una sola correzione perché sono un rompiballe... Si dice henka con la h. Enka è un genere musical ;De. Ora mi odii, vero? ;D