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Martial Sharing => Interstile - discussioni in comune => Topic started by: Clode on November 29, 2012, 17:34:07 pm

Title: Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Clode on November 29, 2012, 17:34:07 pm
Qualcuno pensa che la ripetizione del gesto tecnico possa alla lunga essere controproducente?
(Parlo ovviamente di gesto tecnico eseguito in maniera corretta)
Se si perchè?
Io sono dell'idea più lo facci meglio è...(ok astenersi dalle battute please)
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Sandrokan on November 29, 2012, 18:02:20 pm
Mettendoci quel "maniera corretta" hai svilito la domanda.
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Bingo Bongo on November 29, 2012, 19:46:22 pm
Si, credo che la ripetizione del gesto tecnico sia un'ottima cosa.
Provo però a modificare un pò la mira per evitare lo svilimento: è possibile che il gesto tecnico eseguito "alla lunga" rimanga corretto?
E' possibile che alla lunga se il movimento non è più tecnicamente corretto è ancora possibile trarre beneficio dall'allenamento o è solo controproducente?
Cos'è un movimento corretto? Può un atleta eseguire un movimento "più" corretto di un altro atleta diciamo se sono entrambi in forze e allenati?
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: The Spartan on November 29, 2012, 20:10:45 pm
Qualcuno pensa che la ripetizione del gesto tecnico possa alla lunga essere controproducente?
(Parlo ovviamente di gesto tecnico eseguito in maniera corretta)
Se si perchè?
Io sono dell'idea più lo facci meglio è...(ok astenersi dalle battute please)

Assolutamente d'accordo.
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Max on November 30, 2012, 08:37:24 am
Qualcuno pensa che la ripetizione del gesto tecnico possa alla lunga essere controproducente?
(Parlo ovviamente di gesto tecnico eseguito in maniera corretta)
Se si perchè?
Io sono dell'idea più lo facci meglio è...(ok astenersi dalle battute please)
Concordo anche io, più ne faccio di buoni più ho la possibilità che istintivamente esca buono.

P.S. Clode ma lo facci è congiuntivo? Lo Facci Lei[1]
 1. Citando Fantozzi
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Clode on November 30, 2012, 09:04:37 am
Provo però a modificare un pò la mira per evitare lo svilimento: è possibile che il gesto tecnico eseguito "alla lunga" rimanga corretto?
si o almeono lo si può protrarre per il tempo del match...
Quote
E' possibile che alla lunga se il movimento non è più tecnicamente corretto è ancora possibile trarre beneficio dall'allenamento o è solo

controproducente?
se mi alleno sempre con il gesto scorretto facilmente lo imparerò scorretto
Quote
Cos'è un movimento corretto? Può un atleta eseguire un movimento "più" corretto di un altro atleta diciamo se sono entrambi in forze e allenati?
non ho capito cosa intendi
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Clode on November 30, 2012, 09:08:22 am
Qualcuno pensa che la ripetizione del gesto tecnico possa alla lunga essere controproducente?
(Parlo ovviamente di gesto tecnico eseguito in maniera corretta)
Se si perchè?
Io sono dell'idea più lo facci meglio è...(ok astenersi dalle battute please)
Concordo anche io, più ne faccio di buoni più ho la possibilità che istintivamente esca buono.

P.S. Clode ma lo facci è congiuntivo? Lo Facci Lei[1]
 1. Citando Fantozzi
ahahahhaha no era un faccio mi sono mangiato la O
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Max on November 30, 2012, 09:23:32 am
--CUT--
Cos'è un movimento corretto? Può un atleta eseguire un movimento "più" corretto di un altro atleta diciamo se sono entrambi in forze e allenati?
Ognuno ha il suo movimento "corretto" in base alla sua fisicità, agilità, destrezza etc. Sarà definibile però un movimento come corretto quando esso soddisfa i suoi principi di base.
Per fare un esempio per portare un dato pugno devo soddisfare una serie di principi quali la distanza, la veloctà, il bersaglio, il momento, la direzione, e poi devo anche usare la corretta[1] catena cinetica, e quindi altri principi, che mi consente "il massimo risultato con il minor sforzo".
 1. Per lo stile che si pratica
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Fabio Spencer on November 30, 2012, 09:41:29 am
Qualcuno pensa che la ripetizione del gesto tecnico possa alla lunga essere controproducente?
(Parlo ovviamente di gesto tecnico eseguito in maniera corretta)
Se si perchè?
Io sono dell'idea più lo facci meglio è...(ok astenersi dalle battute please)
direi di si, per allargare un po' il discorso forse può essere utile interrogarsi su come sia possibile portare l'atleta a "durare" di più quindi allungare il numero di ripetizioni corrette prima che la stanchezza lo "deteriori" e quindi cominci a diventare controproducente.
Scusate se mi esprimo come un badilante, spero di essermi fatto capire.
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Wa No Seishin on November 30, 2012, 09:45:14 am
Ripetere un gesto tecnico corretto fino allo sfinimento, male non fa.
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: nicola on November 30, 2012, 10:21:18 am
Dunque, messa come l'ha messa clode, l'affermazione è giusta.

Ripetere un gesto tecnico fino allo sfinimento non è corretto se per sfinimento si intende una condizione tale per cui la mia prestazione si è ridotta ai minimi termini.

Per capirlo bisogna chiedersi perché si esegue il gesto tecnico tante volte.

E lo si fa principalmente per perfezionarlo e automatizzarlo. Cioè si insegna al corpo e al cervello l'esecuzione più corretta e performante possibile.
Il problema nasce quando la stanchezza del fisico supera un certo limite.
Questa questione è affrontata anche nella preparazione atletica: infatti tipicamente i lavori su ripetute in anaerobiosi lattacida si interrompono quando la prestazione scende sotto al 60%.
Per il gesto tecnico il problema si pone poiché oltre un certo limite, il livello di stanchezza muscolare e mentale è tale da compromettere e/o comunque modificare anche parzialmente l'esecuzione corretta del movimento (minor equilibrio, minor compattezza, minor rapidità, minor reattività).
Se però io eseguo 900 movimenti di tecnica corretti e 100 scorretti allo sfinimento è un conto.
Se faccio 600/400 è un altro, se faccio 500/500 un altro ancora.

Per parlare proprio terra terra, quel che non devo assolutamente fare è insegnare al cervello e al corpo troppe volte il movimento scorretto (o meno corretto), altrimenti impareranno che non fa differenza l'eseguire l'uno o l'altro e, soprattutto in situazione di forte stress, sarà più semplice che venga selezionato il movimento meno corretto.
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Sandrokan on November 30, 2012, 10:38:09 am
Ecco perchè non si dovrebbe lavorare sui gesti coi "pesetti"
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Shurei-Kan on November 30, 2012, 11:08:15 am
Dunque, messa come l'ha messa clode, l'affermazione è giusta.

Ripetere un gesto tecnico fino allo sfinimento non è corretto se per sfinimento si intende una condizione tale per cui la mia prestazione si è ridotta ai minimi termini.

Per capirlo bisogna chiedersi perché si esegue il gesto tecnico tante volte.

E lo si fa principalmente per perfezionarlo e automatizzarlo. Cioè si insegna al corpo e al cervello l'esecuzione più corretta e performante possibile.
Il problema nasce quando la stanchezza del fisico supera un certo limite.
Questa questione è affrontata anche nella preparazione atletica: infatti tipicamente i lavori su ripetute in anaerobiosi lattacida si interrompono quando la prestazione scende sotto al 60%.
Per il gesto tecnico il problema si pone poiché oltre un certo limite, il livello di stanchezza muscolare e mentale è tale da compromettere e/o comunque modificare anche parzialmente l'esecuzione corretta del movimento (minor equilibrio, minor compattezza, minor rapidità, minor reattività).
Se però io eseguo 900 movimenti di tecnica corretti e 100 scorretti allo sfinimento è un conto.
Se faccio 600/400 è un altro, se faccio 500/500 un altro ancora.

Per parlare proprio terra terra, quel che non devo assolutamente fare è insegnare al cervello e al corpo troppe volte il movimento scorretto (o meno corretto), altrimenti impareranno che non fa differenza l'eseguire l'uno o l'altro e, soprattutto in situazione di forte stress, sarà più semplice che venga selezionato il movimento meno corretto.

Nicola......hai parlato come il Vangelo!  :thsit:


Ecco perchè non si dovrebbe lavorare sui gesti coi "pesetti"

Come facevo io?...... :-[
E qualcuno qui mi piglia (giustamente) ancora per il culo...   :'(
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Bingo Bongo on November 30, 2012, 11:15:09 am
Cos'è un movimento corretto? Può un atleta eseguire un movimento "più" corretto di un altro atleta diciamo se sono entrambi in forze e allenati?
non ho capito cosa intendi
Nello specifico intendevo che il modello entro il quale un movimento può essere considerato corretto ha un margine di variabilità elevato. Un atleta è e rimane sempre un organismo e non un meccanismo. Un organismo del quale, fra l'altro, conosciamo ancora relativamente poco.
Un sacco di KO sono stati e vengono causati da esecuzioni tecniche che si discostano dal modello diciamo standard di traiettoria e pulizia biomeccanica, ma che risultano comunque efficaci perché di quel modello rispettano i principi.
Voglio dire che la traiettoria pulita data per esempio a un gancio nel rispetto del modello tecnico non è più efficace di un gancio tirato la cui traiettoria non rispetta il modello, ma il cui movimento di esecuzione si adatta, esso stesso discostandosi dal modello, al fine di garantire potenza, velocità e precisione alla diversa traiettoria.

--CUT--
Cos'è un movimento corretto? Può un atleta eseguire un movimento "più" corretto di un altro atleta diciamo se sono entrambi in forze e allenati?
Ognuno ha il suo movimento "corretto" in base alla sua fisicità, agilità, destrezza etc. Sarà definibile però un movimento come corretto quando esso soddisfa i suoi principi di base.
Per fare un esempio per portare un dato pugno devo soddisfare una serie di principi quali la distanza, la veloctà, il bersaglio, il momento, la direzione, e poi devo anche usare la corretta[1] catena cinetica, e quindi altri principi, che mi consente "il massimo risultato con il minor sforzo".
 1. Per lo stile che si pratica
direi di si. La realtà dello scontro si compone di altri fattori che non si esauriscono con la corretta esecuzione del gesto tecnico dal solo punto di vista biomeccanico.

Per capirlo bisogna chiedersi perché si esegue il gesto tecnico tante volte.
Se però io eseguo 900 movimenti di tecnica corretti e 100 scorretti allo sfinimento è un conto.
Se faccio 600/400 è un altro, se faccio 500/500 un altro ancora.
Sono d'accordo. Cambia anche se nello stato di sfinimento ci si allena un atleta finito o un praticante di primo pelo.
 

Questa questione è affrontata anche nella preparazione atletica: infatti tipicamente i lavori su ripetute in anaerobiosi lattacida si interrompono quando la prestazione scende sotto al 60%.
Per parlare proprio terra terra, quel che non devo assolutamente fare è insegnare al cervello e al corpo troppe volte il movimento scorretto (o meno corretto), altrimenti impareranno che non fa differenza l'eseguire l'uno o l'altro e, soprattutto in situazione di forte stress, sarà più semplice che venga selezionato il movimento meno corretto.
Ci possono essere però obietti diversi rispetto alla PA di un atleta ai fini della prestazione sportiva.
Gli allenamenti dei reparti d'assalto portano i soldati, anche motivati mentalmente, a continuare l'allenamento quando sono ben al di sopra dal punto di vista prestazionale del loro limite fisiologico. Interrompere un tipo di allenamento specifico come possono essere le ripetute può essere la fine dell'allenamento per una certa tipologia di atleti che non hanno interesse a continuare per gli obiettivi della propria disciplina se la prestazione scende sotto il 60%, ma per altri può significare semplicemente cambiare esercizio, ma continuare l'allenamento. Magari facendo proprio la stessa cosa anche senza mantenimento della prestazione.

Lo sfinimento è anche un'esperienza. Potrebbe interessare relativamente poco il centometrista, ma potrebbe essere invece il core per un maratoneta.
Ma facciamo degli esempi, magari John può pure darci info in merito, io me lo invento perché non faccio DP, ma troverei assolutamente corretto che per preparare alla DP si possa simulare uno scenario di questo tipo: 1 atleta che si difende da 6 aggressori fino a quando ormai sfinito, prestazioni ormai calate, cade a terra. I 6 non si fermano, ma continuano a prenderlo a calci. E' sfinito e l'unica cosa che può fare è cercare di ripararsi la testa con le braccia, chiudersi a riccio, morire. Non mi fermo prima perché si è stancato (con i se i ma del caso). E' un esperienza.

Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Clode on November 30, 2012, 12:45:13 pm
Dunque, messa come l'ha messa clode, l'affermazione è giusta.

Ripetere un gesto tecnico fino allo sfinimento non è corretto se per sfinimento si intende una condizione tale per cui la mia prestazione si è

ridotta ai minimi termini.

Per capirlo bisogna chiedersi perché si esegue il gesto tecnico tante volte.

E lo si fa principalmente per perfezionarlo e automatizzarlo. Cioè si insegna al corpo e al cervello l'esecuzione più corretta e performante

possibile.
Il problema nasce quando la stanchezza del fisico supera un certo limite.
Questa questione è affrontata anche nella preparazione atletica: infatti tipicamente i lavori su ripetute in anaerobiosi lattacida si interrompono

quando la prestazione scende sotto al 60%.
Per il gesto tecnico il problema si pone poiché oltre un certo limite, il livello di stanchezza muscolare e mentale è tale da compromettere e/o

comunque modificare anche parzialmente l'esecuzione corretta del movimento (minor equilibrio, minor compattezza, minor rapidità, minor

reattività).
Se però io eseguo 900 movimenti di tecnica corretti e 100 scorretti allo sfinimento è un conto.
Se faccio 600/400 è un altro, se faccio 500/500 un altro ancora.

Per parlare proprio terra terra, quel che non devo assolutamente fare è insegnare al cervello e al corpo troppe volte il movimento scorretto (o

meno corretto), altrimenti impareranno che non fa differenza l'eseguire l'uno o l'altro e, soprattutto in situazione di forte stress, sarà più semplice

che venga selezionato il movimento meno corretto.
si ma anche no...se io considero la mia pratica come una serie di gesti tecnici...porterò tale serie sempre allo sfinimento.
Questo anche perchè può accadere e/o accade che allo sfinimento nel match si arrivi e non è che puoi ritirarti devi gestire il tuo sfinimento.

Esempio 1
Combo al sacco jab+diretto+gancio da fare per 3'

l'alteta parte e tira a canna con magari 2'' di pausa fra le serie.
Man mano si procede il gesto tecnico decade (ci si scompone, manca potenza etc) quando decade chi tiene il sacco avvisa l'atleta che si

prenderà più pausa fra le serie ma quando tornerà a tirare i colpi dovranno essere corretti.
Se tira mai colpi non ci sono significa che non ha capito il proprio stato fisico. Alleno l'atleta oltre al resto anche a conoscere il proprio stato di

cardio...in modo che sappia se può accellelare o deve prendere tempo girare e recuperare...
Questo è per me un ottimo lavoro sia di PA che di PT
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Tran Hung Dao on November 30, 2012, 14:48:03 pm
Mi è sempre stato insegnato come atleta di ripetere le cose tante volte e migliorarle e continuare a ripeterle anche nel momento in cui erano diventate corrette per mantenerle tali e assimilarle..e così faccio e spiego ai ragazzi..nonostante non venga capita la cosa..e spesso si annoiano..

Forse però dipende anche dal tipo di gesto tecnico..ma male non fa..

Quello che non sono d'accordo è l'automatizzazione dei movimenti..renderli fin troppo automatici ma strettamente legati ad altri movimenti..che nel momento in cui si cambia tutto decade..
Spoiler: show
"si è capito quello che ho scritto??? :P"


In ogni caso credo che dal singolo movimento, ad una sequenza, se si vuole la qualità, beh, si deve "provare, provare, provare, provare"[1]
 1. cit. "non ci resta che piangere"
Title: Re:Ripetizione del gesto tecnico
Post by: Paguro49 on November 30, 2012, 18:38:19 pm
Occorrono competenza e cognizone di causa, non senza una buona dose di buon senso.
Ogni serie o gruppo di eventi, comprese quindi le ripetizioni di gesti, disegna una parabola, ascendente prima, discendente poi.
Il punto è nel capire quando la parabola inizia la fase discendente, perchè li il gesto cambia, si adatta alle condizioni, trova espedienti per giungere a termine, in sostanza si snatura.
Se si va semplicemente allo "sfinimento", si otterrà che, una gran parte dei gesti fatti, sarà stata sbagliata, tecnicamente sbagliata.
Li subentra il guaio, che molti ancora si portano appresso dopo 30 anni di pratica, perchè quella fase, è anche una fase meno lucida, in cui hanno più spazio l'aprendimento istintuale e fisico, ossia quelli che si radicano più in profondità.
Otterremo quindi che, su un valore 10, avremo 3 gesti giusti, 3 ottimi anche dinamicamente e 4 sbagliati, che però lasceranno un segno maggiore ripetto ai primi 6.
Ecco che otteniamo quei difetti di esecuzione derivanti dagli inizi della pratica, mai risolti, trasmessi agli allievi, fino ad avere tecniche ritenute inutili, stupide, inapplicabili eccetera.
Poi si va da pinco pallo bravissimo, si scopre che cosa sia realmente quel gesto e si sputa sul maestro precedente.
Occorre sapere e capire quando la ripetizione smette di avere una utilità, perchè non diventa solo inutile, diventa dannosa.
Se c'è questa cognizione, le ripetizioni sono eccellenti.