Ar.Ma.
Difesa personale => Difesa Personale => Topic started by: The Spartan on December 14, 2012, 13:25:27 pm
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Coming Soon | MASS ATTACKS | with Lee Morrison (https://www.youtube.com/watch?v=71PB0url5W0#ws)
Prendendo spunto da questo video, stimolato dalla discussione di Mad, apro questa discussione senza la pretesa di addentrarmi in teorizzazioni che appartengono ad altri campi ma facendo solo riferimento a quanto visto e vissuto da quando bazzico nella galassia della sicurezza delle persone.
La voce e l'uso della voce è a mio modo di vedere uno degli elementi più importanti nello studio di tutte le situazioni classiche da dp e mi rendo conto che sottovalutare questo aspetto o, più semplicemente, ignorarlo completamente è assolutamente deleterio.
Una delle cose che mi si sente spesso urlare a lezione è che nn siamo sordomuti...che la voce è uno strumento e che se dobbiamo usare ogni strumento a nostra disposizione per sopravvivere dobbiamo cominciare da quelli di più facile accesso.
La voce e la vocalità sono un elemento importante per l'addestramento sia a livello passivo che a livello attivo; a livello passivo, probabilmente nn solo in contesti da "palestra", molti di noi avranno visto o vissuto direttamente l'esperienza del sentirsi agitati per qualcuno che semplicemente ci urla in faccia, dello sclerare se qualcuno tocca determinati argomenti o, specialmente per le donne, del bloccarsi totalmente davanti ad epiteti particolarmente forti o ingiuriosi...
Reazioni in molti casi assolutamente naturali ma dall'altissimo potenziale autolesionistico.
A livello attivo il discorso è più semplice per certi versi ma anche più subdolo...col video in questione possiamo per comodità parlare di "effetto Morrison" per tutte le volte in cui usando toni particolari tradiamo le nostre intenzioni o le nostre potenzialità, ottenendo immediatamente quello che magari avremmo dovuto cercare di ottenere lottando.
Ma l'uso della voce attivo nn può chiaramente limitarsi al fare a chi urla più forte o a chi ringhia di più.
Soprattutto nella fase di escalation l'uso di toni concilianti e di parole ad hoc in grado di suscitare una reazione probabile piuttosto che un'altra è obbligatorio ma dietro ai toni concilianti (e qui ci starebbe una digressione per la quale rimando alla discussione di Mad sulle espressioni...) bisogna saper allo stesso tempo inserire la determinazione a nn farsi sottomettere, in modo che l'eventuale aggressore non ci percepisca mai come una minaccia o un attentato alla sua superiorità ma in modo da instillare in un remoto angolo del suo cervello l'idea che in fondo ci sono altre cose o altri a cui dedicarsi.
Senza considerare, penso al disarmo di un'arma da fuoco, tutti i casi in cui lo switch da voce da preda a voce da predatore deve essere immediato.
Parallelo a questi aspetti c'è poi l'aspetto della funzionalità del giocare con la nostra voce...ossia, una delle cose che spesso si sente è che l'agnello nn può diventare lupo...argomento valido per certi versi ma fino a un certo punto visto che, per motivi culturali, sociali, religiosi e fattori più o meno inconsci, molti di noi tengono sepolto e castrato dentro di sè un potenziale "aggressivo" spesso più che sufficiente che va solo tirato fuori.
E l'uso della voce, ancora una volta, è uno dei modi migliori per compiere questa operazione.
Concludendo, al pari di tanti altri elementi spesso sottovalutati da chi ha difficoltà a riconoscere dignità e specificità al lavoro fatto da molti sistemi di combattimento di più recente codificazione, se siete realmente interessati all'argomento nn potete nn inserirlo nel vostro addestramento perchè se fate i muti in allenamento, finirete per fare i muti sotto stress e se nn vi abituate a controllare le vostre emozioni in allenamento, finirete per venirne trascinati nella realtà...
Be vocal, my friends.
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:+1:
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Sono assolutamente d'accordo.
C'è anche da dire che la specializzazione in questo ambito è strettamente legata alla DP.
Nelle AMT dove dall'addestramento di stampo militare e armato era finalizzato al combattimento in compagnie, battaglioni, ecc...Come avviene tutt'ora si praticava il "grido dell'arme" atto a infondere coraggio e come segnale di riconoscimento.
Visto che oggi manca tutta la sovrastruttura intorno alla pratica marziale tradizionalmente intesa, dove appunto il contesto abituava velocemente all'aggressività vocale, sarebbe sicuramente una buona cosa, nel voler preparare i praticanti anche per la DP attraverso discipline tradizionali, introdurre elementi di addestramento specifici e moderni come l'uso della voce sia in gestione dell'input che dell'output.
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Ottimo, per seguire.
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Avevo letto....."Deluso dalla voce" :dis: :nono:
E mi era venuto in mente qualcuno... :D
Comunque discussione interessante .....seguo. :)
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Argomento interessante. :)
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solid post :+1: anche per me
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Non avevo mai pensato veramente a questo aspetto dell'autodifesa.
grazie john :)
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Soprattutto nella fase di escalation l'uso di toni concilianti e di parole ad hoc in grado di suscitare una reazione probabile piuttosto che un'altra è obbligatorio ma dietro ai toni concilianti (e qui ci starebbe una digressione per la quale rimando alla discussione di Mad sulle espressioni...) bisogna saper allo stesso tempo inserire la determinazione a nn farsi sottomettere, in modo che l'eventuale aggressore non ci percepisca mai come una minaccia o un attentato alla sua superiorità ma in modo da instillare in un remoto angolo del suo cervello l'idea che in fondo ci sono altre cose o altri a cui dedicarsi.
L'ideale sarebbe creare dissonanza cognitiva nell'ascoltatore:
In pratica il corpo e la voce dovrebbero essere fermi e sicuri mentre le parole concilianti.
L'idea e' che il nostro Io piu' cosciente si focalizza sul contenuto linguistico mentre di fatto la maggior parte del messaggio e' veicolata dal linguaggio fisico e dal tono della voce, in questo modo si creera' nell'altro un contrasto che e' fonte di confusione.
Che poi e' la medesima tecnica che si usa anche per fare i "cattivi"[1], per "lavare il cervello" alla gente e anche per crescere figli psicotici e schizofrenici[2]....
Piuttosto c'e' una cosa di cui son davvero curioso e se c'hai voglia di farla te ne sarei grato:
Sei romano, giocavi a football, fai ckm.
...devi avere un arsenale di insulti ed espressione colorite unico...condivideresti qualche perla?
Secondo me fa una certa differenza l'abitudine all'uso di un certo linguaggio:
"ti taglio" ≠ "ti pianto il coltello nel culo e ti apro fino all'ombelico!"
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;D ;D ;D
Molte cose sono contestuali ma l'esempio del football è importante perchè notoriamente alcuni grandi difensori hanno parte della loro grandezza dovuta alla loro capacità verbale nn solo nelle dichiarazioni pre partita ma anche a un secondo dall'inizio dell'azione, con gente grande e grossa cmq mandata nel pallone da quello che sentivano.
A conferma delle tua duplice tesi nn è un caso che nel football italiano degli anni d'oro i maestri di questo fossero i giocatori romani... 8)
Nella mia umile esperienza il riferimento a concetti primordiali ha sempre il suo perchè...ad esempio l'immortale "te strappo il cuore e me lo magno"... XD
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e' uno dei miei preferiti di sempre XD
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Menzione per le ambiguità sessuali... :thsit:
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A lavoro finito,avvicinarsi al caduto e,sorreggendogli il capo per i capelli, sussurare all'orecchio,con voce da porno anni '70:
"Non importa cosa farai nel resto della tua vita, resterai per sempre la mia puttanella"
XD
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Ma anche prima e durante....oh, Alì vs Foreman.... 8)
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L'ideale sarebbe creare dissonanza cognitiva nell'ascoltatore:
In pratica il corpo e la voce dovrebbero essere fermi e sicuri mentre le parole concilianti.
L'idea e' che il nostro Io piu' cosciente si focalizza sul contenuto linguistico mentre di fatto la maggior parte del messaggio e' veicolata dal linguaggio fisico e dal tono della voce, in questo modo si creera' nell'altro un contrasto che e' fonte di confusione.
Io sono piuttosto esperto[1] nel contrario, ossia atteggiamento corporeo tranquillissimo e conciliante e parole infernali.
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"ti infilo quella mazza nel culo e ti sventolo come una bandiera" può andare bene? lo so, fa molto anni '80, ma la trovo fighissima XD
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Mi hai fatto venire in mente un litigio di mio padre con un tale dopo un mezzo incidente,io ero piccolino e un tizio grosso grosso prese mio padre per il bavero e tutto fuorioso cominciò a urlare minacce di vario genere, il babbo con estrema calma gli disse : ma tu come fai a sapere chi sono io e se davvero riesci a farmi quello che hai detto?........
Per interesse personale ti volevo chiedere John, voi a lezione curate questo aspetto (o perlomeno nella vostra attività)?
Qui al norde era stato proposto un mini corso per forze dell'ordine con Burde,ma io e i miei colleghi eravamo un pò scettici vista la presentazione (io gli "spieznaz" (spezzanaso? :spruzz:) non li avevo mia sentiti XD)
Poi invece parlando con un mio compagno di kick che segue il gigantone mi sono fatto un'idea totalmente diversa e probabilmente già più congeniale al mio lavoro.
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Grande John.
Personalmente mi fanno un po più paura quelli calmi "calmi" rispetto a chi urla e sbraita,paura nel senso che ho più difficolta a capire il come si sta evolvendo la cosa e se partirci con un papagnone sul grugno o se la cosa si calma o lasciare perdere.
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Grande John.
Personalmente mi fanno un po più paura quelli calmi "calmi" rispetto a chi urla e sbraita,paura nel senso che ho più difficolta a capire il come si sta evolvendo la cosa e se partirci con un papagnone sul grugno o se la cosa si calma o lasciare perdere.
idem.
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seguo