eh sì, come per altri distretti.
C'è comunque da dire che ogni persona che si allena dovrebbe aver più o meno capito se è tendenzialmente un "centometrista" o un "fondista". Non so se mi son spiegato.
Semplificando:
Fibre veloci con alta intensità e bassi volumi
Fibre lente viceversa.
Cosa conviene dipende da individuo, disciplina, momento della programmazione ecc... ma in generale la preponderanza, marcata o meno, deve essere per le prime.
Semplificando:IMHO questa distinzione di allenamento non fa lavorare solamente certe fibre piuttosto che altre ma influenza anche i livello di lavoro in se.
Fibre veloci con alta intensità e bassi volumi
Fibre lente viceversa.
Cosa conviene dipende da individuo, disciplina, momento della programmazione ecc... ma in generale la preponderanza, marcata o meno, deve essere per le prime.
Non sono sicuro di avere capito, ma se intendi che lo stesso esercizio portato agli antipodi di intensità e volume cambia non solo il tipo di fibre ma anche altre cose, tra cui il movimento stesso sì, è uno dei motivi per cui ho specificato che stavo facendo una semplificazione.Semplificando:IMHO questa distinzione di allenamento non fa lavorare solamente certe fibre piuttosto che altre ma influenza anche i livello di lavoro in se.
Fibre veloci con alta intensità e bassi volumi
Fibre lente viceversa.
Cosa conviene dipende da individuo, disciplina, momento della programmazione ecc... ma in generale la preponderanza, marcata o meno, deve essere per le prime.
Mi spiego.Il punto 1 è vero, è molto più facile spingere sul volume piuttosto che sull'intensità, per questo, salvo rarissime eccezioni, si punta sulla quantità di lavoro ma poco si fa sulla qualità.
1. Con carichi bassi e alti volumi non è difficile arrivare ad esaurimento muscolare, mentre con carichi alti e bassi volumi lo è proprio per la natura della sforzo innescato.
2. Inoltre con carichi alti si fanno lavorare piu intensamente altri gruppi muscolari (nel caso dello squat per esempio il lavoro di core è notevole) mentre con carichi bassi questo lavoro è meno incisivo nella capacità di sollevamento. Questo spiegherebe anche come mai con carichi alti si fa piu fatica ad arrivare ad esarimento del guppo musclare specifico che viene allenato (punto 1).
Sicuramente lo stress muscolare dei due allenamenti proposti è diverso in termini di qualità, ma IMHO lo è anche in termini di quantità, forse anche di piu.Confrontare le due cose ha poco senso, come ha poco senso cercare nel lavoro ad alta intensità il tipo di esaurimento che si ottiene massimizzando il volume. Sono proprio due cose distinte.
Sollerave 2 volte 150 kg in squat (arrivando al limite) stressa la muscolatura tanto quanto sollevarne 110kg per 12 volte (arrivando al limite)?
per pettineo,sartorio e vasto mediale che si consiglia?Difficile dirlo senza vederti...
mi stanno facendo impazzire :nono:
Con una gamba...
Sul punto 2 dissento parzialmente, nel senso che l'esaurimento nell'alta intensità non si ottiene spesso perchè non si è capaci di ottenerlo.Non so come mai dici cio, ma pure gente che gareggia nella pesistica e nel power-lifting mi conferma che con bassi volumi e carichi elevati si fa molta piu fatica ad arrivare ad esaurimento muscolare del muscolo specifico che vogliamo allenare con un dato esercizio. Cosa che si riesce a fare molto piu facilmente adottando alti volumi e carichi medi.
In realtà l'empirismo da soluzioni varie...Ed è abbastanza pacifico credo, altrimenti sarebbe facile allenare chiunque, perché chiunque darebbe la medesima risposta.
Ad esempio powerlifter e chiunque segua programmi orientati alla forza allenano di solito un gruppo muscolare una volta sola a settimana proprio per lo stress che viene generato, mentre per chi segue routine bb oriented la norma è anche doppiare l'allenamento su base settimanale e con più esercizi, il che già di per sè da un'idea di come il concetto di stressare sia abbastanza aleatorio.Infatti usare il termine stress è molto poco rappresentativo, il senso generale del mio discorso sopra era proprio questo.
E per quanto riguarda lo sviluppo muscolare, pur con i se e i ma derivanti dalle situazioni di partenza, è abbastanza esperibile il fatto che con programmi orientati alla forza si metta tranquillamente su un pacco di muscoli.Verissimo. Se prendo una persona digiuna di allenamento specifico per la forza e ce lo sottopongo, ottengo come risultato secondario (dipendentemente ovviamente dalle caratteristiche genetiche, età, sesso, etc.) anche un certo aumento di volume muscolare, ma è appunto un effetto secondario, e di minor conto. L'obiettivo è l'incremento della forza, per cui un pacco di muscoli non lo metto su in questo modo, devo agire diversamente.
Nn scrivevo per obiettare a te ma cmq sul discorso del mettere su muscoli io, ma nn solo io, ho tante perplessità nel momento in cui cominci a manipolare elementi come la nutrizione e altro...
Sono di fretta quindi mi scuso se ripeto cose già scritte.
La questione dello stressare i muscoli.
La differenza tra uno stress per uno sforzo di alta o altissima intensità e uno di media o medio alta è moltissima.
Nel primo caso abbiamo una deplezione dei fosfati, in particolare dell’ATP “pronto per l’uso” che permette di eseguire sforzi elevatissimi ma che si esaurisce pressoché subito e in seconda battuta nel CP che, sempre in una limitatissima misura, permette di estendere lo sforzo per pochi secondi ancora contribuendo alla risintesi immediata o quasi di altro ATP.
Una volta finite tali riserve di fosfati il muscolo è “esaurito” e non c’è alcuna possibilità di eseguire sforzi intensi finchè non se ne ricostituiscono le riserve (in presenza di ossigeno). Ciò avviene in relativo poco tempo dopo il quale teoricamente si può ripetere lo sforzo, anche se in realtà subentrano altri fattori di esaurimento tra cui la stanchezza del sistema nervoso, cruciale per la massima prestazione di cui sopra.
Nel secondo caso abbiamo invece l’utilizzo dei depositi di glicogeno per una sintesi mediamente veloce di altro ATP in stato di anaerobiosi, che però implica una aumento della produzione di lattato che supera la capacità di smaltimento dello stesso. In questa situazione il muscolo non si esaurisce perché “finisce l’energia”, quanto piuttosto perché l’accumulo di lattato ostacola in maniera crescente la funzionalità del muscolo stesso fino a inibirla.
Il recupero (ma è più corretto dire lo smaltimento di lattato) in questo caso è ben più lungo del primo.
Quindi tra le due situazioni c’è molta differenza ed è per questo che non sono confrontabili. Ovviamente anche gli stimoli allenanti sono distinti e di conseguenza gli effetti.
Il punto sta che mentre è piuttosto comune (così come ben si conoscono le relative sensazioni) stimolare in maniera non dico ottima ma almeno decente il sistema lattacido (l’onnipresente aumentare il tempo / numero, diminuire il recupero), per allenare il sistema alattacido le cose si complicano.
La mia esperienza è che i più (me compreso, che quindi si trova a fare all’alba dei 36 un titanico lavoro di recupero) non hanno proprio la capacità nervosa e muscolare per arrivare all’esaurimento del primo tipo senza sfasciarsi.
Esserne capaci è difficile, ma il modo esaurire il muscolo con altissima intensità in realtà è semplice: classico esempio 1Rmax o anche oltre.
Sei stato chiarissimo, già che c'eri potevi anche descrivere lo sforzo aerobico eh... XDOccheeei... XD
Sul sottolineato: oppure i famosi "test" pre-gara.In cosa consisono? :gh:
Bella Rsu!XD
È la prima volta che capisco quello che scrivi :sur:Alla fine è ciò che abbiamo studiato più o meno tutti alle superiori, solo che all'epoca non ci importava :sbav:
...sempre grazie alle tue pregresse informazioni fornitemi assieme a qualche articolo letto recentemente :)
:thsit:
In quanto cagacazzi il ruolo mi calza :D
Dimenticavo di dire che ovviamente il recupero dopo un lavoro aerobico è il più lungo, con tutte le ovvie conseguenze.