Io non posso fare confronti perchè ho solo una versione, quella curata da Barioli.E nella sua versione veniva presentato come un testo quasi religioso, o meglio filosofico, o veniva considerato un testo simil Suntzu moderno, ovvero un manuale per manager neodiplomati?
Seguo la discussione.
A proposito, tu che ne pensi dell'accostamento di testi come il Gorin no Sho e l'Arte della Guerra al mondo dei colletti bianchi di oggi?
Ma tutti i corsi e gli opuscoli a base di samurai, resilienza e assertività associati all'azienda non sono altro che bieche storture di alti concetti, forzati a entrare in un contesto che per definizione non c'entra nulla, al solo scopo di obnubilare le menti di impiegati e dirigenti e in particolare chi sta nella parte sbagliata della piramide.
Molto più sano IMHO un approccio del tipo "faccio quello che devo fare e mi turo il naso, ma appena si timbra l'uscita affanculo sta merda e mi dedico ad altro (magari un bel corso di arti marziali)".
Perchè utopico?Ma tutti i corsi e gli opuscoli a base di samurai, resilienza e assertività associati all'azienda non sono altro che bieche storture di alti concetti, forzati a entrare in un contesto che per definizione non c'entra nulla, al solo scopo di obnubilare le menti di impiegati e dirigenti e in particolare chi sta nella parte sbagliata della piramide.
Molto più sano IMHO un approccio del tipo "faccio quello che devo fare e mi turo il naso, ma appena si timbra l'uscita affanculo sta merda e mi dedico ad altro (magari un bel corso di arti marziali)".
Più sano ma utopico per me.
"La forza non può, come non lo può l'opinione, prevalere a lungo, a meno che il tiranno non riesca a estendere il suo impero su un territorio abbastanza vasto da nascondere alla gente [...] il segreto che il potere reale non è quello degli oppressori bensì degli oppressi" - Marchese di Condorcet.Potresti spiegarmi di più cosa si intende con questa frase?
Perchè utopico?
"La forza non può, come non lo può l'opinione, prevalere a lungo, a meno che il tiranno non riesca a estendere il suo impero su un territorio abbastanza vasto da nascondere alla gente [...] il segreto che il potere reale non è quello degli oppressori bensì degli oppressi" - Marchese di Condorcet.Potresti spiegarmi di più cosa si intende con questa frase?
Parlando di grandi numeri sono d'accordo ed è esattamente quello che riscontro da me.Perchè utopico?
Perché se il numero di quelli che si tura il naso superasse grandemente quello di coloro che invece "credono" a queste cose, penso che la reazione più probabile sarebbe qualcosa del tipo: "Se siamo tutti d'accordo a turarci il naso, invece di continuare a sopportare proviamo a cambiare le cose!".
E' doppiamente utopico: perché mi riesce difficile pensare che il cambiamento (quale che sia) possa arrivare così semplicemente e perché mi riesce difficile pensare che venga facilmente permesso che si diffonda l'atteggiamento di turarsi il naso. E' come se un comandante di corpo d'armata permettesse che si diffondessero tra i soldati idee hippie-pacifiste, soldati che scenderebbero poi in battaglia solo turandosi il naso.Il permesso non verrà mai dato, questo è chiaro :thsit: e anzi viene applicato con sempre più successo il vecchio e sempre valido "divide et impera".
E' un argomento naive (o idiota! :P ) me ne rendo conto.No, è un argomento interessantissimo invece e l'ho affrontato di recente anche in una discussione con il mio fisio durante una seduta.
Sei stato chiarissimo ed è difficile negare questa evidenza :thsit: Parlo con oppressi che sostengono gli oppressori ogni santo giorno :dis:"La forza non può, come non lo può l'opinione, prevalere a lungo, a meno che il tiranno non riesca a estendere il suo impero su un territorio abbastanza vasto da nascondere alla gente [...] il segreto che il potere reale non è quello degli oppressori bensì degli oppressi" - Marchese di Condorcet.Potresti spiegarmi di più cosa si intende con questa frase?
Se mi chiedi un'esegesi completa del pensiero del marchese di Condorcet, semplicemente non ho le competenze per dartela nella sua interezza. In relazione al discorso che facevamo "altrove" significa imho che non c'è un esercizio del potere (politico o economico) se accanto non c'è un qualche meccanismo di produzione del consenso (e quest'ultimo è una "forza" che, nel linguaggio della citazione, viene esercitata dagli oppressi che, sensu lato, "sostengono" gli oppressori) - esempio banale: l'origine divina della monarchia a cui i sudditi, credenti, si sentivano vincolati.
In realta' esiste una produzione sconfinata di "cultura aziendale", ampiamente denunciata su fronti "filosofici" (parlo di riporto perche' ne sa piu' la mia ragazza,quel che riporto viene in gran parte dalle chiacchere con lei,io in materia ho letto due saggi in croce).Non sapevo che stessi con una tua pari. Di sicuro non avrete occasione di annoiarvi :D
La parte peggiore,IMHO, e' quella della produzione del "imprenditore-forza lavoro", essenzialmente forza lavoro sfruttata a morte ma pompata di ideologie su indipendenza e flessibilità, tutto incartato per far sentire le persone liberi artefici del proprio destino,capaci di mutare e adattarsi...quando invece sono solo piante da ufficio senza radici.Mi fa piacere che le mie percezioni siano confermate da pensatori di livello.
Grazie per la segnalazione, se trovi altro in materia leggo volentieri :thsit:Spoiler: show
Bhe non era il piu' equilibrato degli uomini.Impossibile darti torto.
Io paradossalmente trovo che la mentalita' tradizionale giapponese sia scandalosamente adatta,sfortunatamente, al mondo capitalistico.
Chi poteva prestarsi meglio allo sfruttamento e alla deumanizzazione di un popolo pronto a morire per i contrasti tra sfera pubblica e privata?
E' lo stesso soldato che si lancia in battaglia, il samurai che obbedisce al dovere, il contadino che annulla la dimensione individuale.
Mica per niente hanno messo in piedi le Zaibatsu, MEGACORPORAZIONI che fantozzi se le sogna (ora riciclate attorno alle banche), costruito cubicoli dormitorio e irreggimentato generazioni di operai e impiegati con ritmi robotici e consumo alcolico da minatore inglese.
Obbedienza/Dovere/Sacrificio...sono anche bei valori ma non credo sia un caso che il samurai piaccia tanto agli imprenditori.
http://www.ibs.it/code/9788864530710/honneth-axel/capitalismo-riconoscimento.html (http://www.ibs.it/code/9788864530710/honneth-axel/capitalismo-riconoscimento.html)
http://www.ibs.it/code/9788864530710/honneth-axel/capitalismo-riconoscimento.html (http://www.ibs.it/code/9788864530710/honneth-axel/capitalismo-riconoscimento.html)
Vado OT sull'OT: il "riconoscimento" per Honneth è uno "strumento di pensiero" derivato da una particolare interpretazione di una parte della dottrina di Hegel, se non ricordo male legata anche al riconoscimento dell'intersoggettività secondo quanto proposto da Hegel nella "Fenomenologia dello Spirito".
Insomma, è sicuramente una critica ad un certo modo di vivere la struttura sociale del capitalismo contemporaneo, ma temo che la faccenda sia molto più intricata di come la presenti Honneth nel libro citato e abbia le sue radici - senza cui non è pienamente comprensibile - nei lavori di storia della filosofia di Honneth che lo precedono.
Pignoleria-mode: OFF :sbav:
Non è da molto che ho riletto dopo anni il libro del 5 anelli, nella versione di Barioli che ho ritrovato in un pdf, e l'ho veramente molto rivalutato nei contenuti rispetto al ricordo del passato che ne avevo. Forse perché non a caso utilizza il termine HEIHO, parlando di strategia come principio valido in tutte le diverse scale, ed è probab
(http://ilmente un libro diverso da quello che un lettore potrebbe aspettarsi.
Se capita, la versione che hai consigliato potrebbe essere l'occasione per una sua ulteriore lettura.[/quote)
Non è da molto che ho riletto dopo anni il libro del 5 anelli, nella versione di Barioli che ho ritrovato in un pdf, e l'ho veramente molto rivalutato nei contenuti rispetto al ricordo del passato che ne avevo. Forse perché non a caso utilizza il termine HEIHO, parlando di strategia come principio valido in tutte le diverse scale, ed è probab
(http://ilmente un libro diverso da quello che un lettore potrebbe aspettarsi.
Se capita, la versione che hai consigliato potrebbe essere l'occasione per una sua ulteriore lettura.[/quote)
Ciao Ale, ho provato a cercare il PDF da te indicato, ma devo aver usato il motore di ricerca sbagliato. Cercherò meglio.
Intanto ti avviso che Edizioni Mediterranee ha pubblicato da pochissimo la traduzione in Italiano della raccolta degli scritti di Musashi curata dal Bennet, con una prefazione aggiuntiva scritta da un certo ex-utente di questo forum (e di quell'altro ormai scomparso). ;)
https://www.edizionimediterranee.net/libri/lista-completa/product/l-opera-completa (https://www.edizionimediterranee.net/libri/lista-completa/product/l-opera-completa)