Ar.Ma.
Difesa personale => Difesa Personale => Topic started by: Takuanzen on October 27, 2015, 22:23:40 pm
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Ciao a tutti,
come vengono allenate, se vengono, le spinte in ambito DP e nei sistemi "reality based"?
Sono consigliabili o no? Quanto conta, come sempre, l'attenzione al contesto e alla situazione del momento?
Stesse domande per i trazionamenti.
Qualsiasi tipo di articolo o video sull'argomento mi interessa ed è ben gradito.
Come ho accennato in una recente nota, è un argomento che mi stuzzicava da un po'.
Alla fine mi sono deciso.
Grazie. :)
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seguo per interesse
ciao Luca
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Spinte vere e proprie, tipo mani appoggiate al petto, direi di no.
Ma quando agisco, tutto il mio corpo, tutto il mio peso, spingono sempre in avanti, ad opprimere l'avversario.
Poi ci sono anche certe tecnicucce "di spinta", dall'ingresso con spallata o con gomitata, ai lavori di spinta con le dita sull'incavo soprasternale per allontanare e causare fastidio/dolore, ai colpi spinti d'avambraccio o di gomito per crearmi lo spazio per certi lavori, al bloccaggio del piede e spinta a far cadere per rompere il piede stesso o la caviglia... ecc. ecc.
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Uno dei principi cardine delle am israeliane è l'uso balistico del corpo....ma io non ho capito bene però il discorso di trazionamenti e spinte...
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Pietra miliare e grande fonte storica di ispirazione per i sistemi sbandierati come reality based degli ultimi due decenni è Vunak. Per questo motivo linko come punto di partenza un suo video sul suo modo di affrontare scolasticamente in pochissimi minuti di istruzione il tema con gente con nessun background di disciplina combattiva.
https://www.youtube.com/watch?v=6As1h54LKzc (https://www.youtube.com/watch?v=6As1h54LKzc)
Per quanto riguardo l'aspetto tecnico partendo da quanto mostra Vunak, pur essendo unanimemente lui poco adeguato come riferimento tecnico dagli addetti ai lavori che si occupano di am del sud-est asiatico e self-defense, possiamo cominciare a delineare alcuni punti, su cui in soldoni si sono diretti negli ultimi 20 anni circa e prevedo continueranno a orientarsi i sistemi moderni e le loro presunte 'evoluzioni':
- spinte e trazioni fanno parte delle basi della tradizionale dirty boxing, seppur il termine pare cominci a diventare abbastanza di moda, facendo sembrare vecchi 'brodi' annacquati di recente come se fossero una novità.
- serve un minimo di familiarità con l'essere sballottati e con il tipo di contesto e di contatto fisico per capire le regole del gioco (il punto forte principale che si può riconoscere all'approccio di Vunak e al suo 'giochino'/drill).
- tocca (far) metabolizzare l'abc delle geometrie di sbilanciamento e del posizionamento rispetto all'avversario in quello che di fatto è un 'blend' di lotta e striking non ortodossi per molte discipline (anche se non soprattutto sportive).
- visto che la 'strada' ci impone in modo tassativo di non poter escludere l'uso da parte dell'avversario di armi improprie, in particolar modo da punta e/o da taglio, anche se inizialmente occultate o in corso d'opera, il contatto tronco a tronco tipico delle lotte rituali può risultare potenzialmente suicida, persino nella poco probabile evenienza di avere un buon gap di prestanza fisica a nostro favore e di assenza certa di complici del nostro aggressore.
Quindi le azioni che si tendono preferire partono dalla gestione e controllo delle appendici superiori avverse. Quindi gestione e controllo braccia avverse, 'clinch thai' e soprattutto il suo mezzo clinch a 360° rispetto all'opponente con forte consuetudine al passaggio da un'azione all'altra in continuità/fluidità dinamica.
- abitudine all'adattabilità e al cambiamento in corsa delle azioni e del posizionamento reciproco. Istintivamente 'in remoto' se ad attacco X rispondo con l'azione A, ho già in canna e in precaricamento i piani B e C con relative opzioni aggiuntive incluse. Dev'essere però una logica però 'motoria', che all'atto pratico c'entra relativamente poco con la razionalità dei programmi didattici e degli scenari proposti. E' più 'animale' e pure personale e soggettiva.
- una mentalità orientata a cercare di imporre un gioco di 'guerriglia' e caos 'controllato', con una buona consuetudine all''ambush', con l'idea di essere noi gli assalitori per comprendere in ottica difensiva i rischi che si corrono e le difficoltà che incontreremo per la nostra controffensiva, senza sottovalutare i 'professionisti', ma nemmeno gli 'apprendisti' del 'lavoro' di aggressori: non sono più coglioni di quanto lo saremmo noi al loro posto, anzi al massimo potrebbero giusto essere più esperti in materia per pratica reale.
- è consueto cambiare le direzioni di forza dei movimenti e quindi pure alternare azioni di spinta e trazioni a seconda dell'opportunità del momento/avversario. Dovrebbe corrispondere in qualche modo al concetto di ju japponese di judo e jujutsu deprivato di qualsiasi eventuale connotazione filosofica o pseudotale.
Come corollario dell'ultima considerazione, spinte e trazioni possono essere bellamente sostituite da colpi: per esempio a corta distanza un'avambracciata con il mio radio alla nuca dell'avversario di fronte a me (con linea simile al ritorno in guardia di un gancio circolare largo, un 'lazo americano' al contrario) concettualmente è una trazione, la testata o la gomitata che segue in direzione diametralmente opposta diventa un movimento di spinta: ci sarà più esplosività e contundenza all'impatto rispetto a come comunemente intese ma come catalogazione duale sono associabili a movimenti che portano qualcosa più vicino (trazioni) o più lontano (spinte) a me.
Dalla banale contrapposizione di spinte e trazioni, colpi compresi, nasce l'immagine caposaldo del sud-est asiatico di 'incudine e martello' con molteplici esempi applicativi: dai colpi con movimento a forbice (gunting) delle braccia alle ginocchiate al viso dal clinch 'thai', dalle gomitate dimezzando il clinch al cinematografico stomp kick di Norton in American history X.
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Bell'argomento.
Intanto plauso a diego per la sua disamina, molto interessante!
Per parte mia nel systema spinte/trazioni si usano molto, in vari modi.
Intanto tutti i colpi son anche spinti, e già qui c'è molto lavoro.
Molti colpi sono anche utilizzati per sbilanciare o meglio, uniscono all'efficacia del colpo "in sè", anche un effetto sbilanciamento che poi può essere usato per colpire di nuovo con la stessa "filosofia".
In questo ambito sono molto usati i colpi (anche relativamente "leggeri") di gamba (piede/ginocchio) portati dietro e sul lato del ginocchio avversario (e anche i pestoni).
In soldoni si fa "tutto il possibile" per confondere, sbilanciare e creare caos sia fisico che mentale in chi ci attacca
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per lavori di spinta adesso non mi viene in mente nessuna utilita in ambito Dp
mentre la trazione di un'arto superiore può essere utile a prendere o forzare una posizione di lateralità rispetto all'aggressore se non addirittura la "schiena " o addirittura può essere utile per aprirsi un varco per la fuga .
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Grazie a tutti per le gentili e competenti risposte! Cerco di elaborare e di vedere cosa ho compreso di quello che avete scritto. :sur:
Spinte vere e proprie, tipo mani appoggiate al petto, direi di no.
Ma quando agisco, tutto il mio corpo, tutto il mio peso, spingono sempre in avanti, ad opprimere l'avversario.
Poi ci sono anche certe tecnicucce "di spinta", dall'ingresso con spallata o con gomitata, ai lavori di spinta con le dita sull'incavo soprasternale per allontanare e causare fastidio/dolore, ai colpi spinti d'avambraccio o di gomito per crearmi lo spazio per certi lavori, al bloccaggio del piede e spinta a far cadere per rompere il piede stesso o la caviglia... ecc. ecc.
Tutte soluzioni affascinanti.
Proprio quel tipo di "zozzerie" mi riferivo. Aggiungo anche la testa, che non fa mai male ricordare come "quinto arto e che in queste situazione da distanza ravvicinata può essere molto utile.
La spinta al petto a due mani ha un valore essenzialmente didattico in altri contesti: quando spingi sul serio non sei mai realmente frontale. :)
Uno dei principi cardine delle am israeliane è l'uso balistico del corpo....ma io non ho capito bene però il discorso di trazionamenti e spinte...
Non c'entra con le AM israeliane, tuttavia un aneddoto riguardante il Keysi, che secondo me possiede anch'esso quell'uso del corpo balistico in comune...
Al seminario di Justo Dieguez di alcuni anni mi ricordo che parlò dello sfruttare qualsiasi tipo di agevolazione possibile dal contesto/scenario/ luogo in cui ci si trova per sopravvivere, tipo la ringhiera del posto dove stavamo, il muro oppure macchine, motorini, altre persone ecc. Penso che spinte e trazioni potevano anche avere quella funzione: che ne dite?
Se ho ben capito cosa si intende con 'uso balistico del corpo' (spiegamelo tu altrimenti, se ti va...o potresti condividere qualcosa a riguardo. So che dovrebbe essere l'ABC da queste parti), credo che abbia assolutamente a che fare con tutto questo. ;)
Pietra miliare e grande fonte storica di ispirazione per i sistemi sbandierati come reality based degli ultimi due decenni è Vunak. Per questo motivo linko come punto di partenza un suo video sul suo modo di affrontare scolasticamente in pochissimi minuti di istruzione il tema con gente con nessun background di disciplina combattiva.
https://www.youtube.com/watch?v=6As1h54LKzc (https://www.youtube.com/watch?v=6As1h54LKzc)
Bello rivedere i video di Vunak. Era da tanto che non lo facevo. C'era un periodo parecchi anni fa in cui ero diventato fanatico e me ne guardavo un sacco, proprio in quel periodo storico in cui rappresentava un pioniere dell'ambito. E sono ancora simpatici da vedere, pur magari con qualche difetto all'interno in più. Rimangono decisamente di qualità e poi lui era un personaggio!
Per quanto riguardo l'aspetto tecnico partendo da quanto mostra Vunak, pur essendo unanimemente lui poco adeguato come riferimento tecnico dagli addetti ai lavori che si occupano di am del sud-est asiatico e self-defense, possiamo cominciare a delineare alcuni punti, su cui in soldoni si sono diretti negli ultimi 20 anni circa e prevedo continueranno a orientarsi i sistemi moderni e le loro presunte 'evoluzioni':
- spinte e trazioni fanno parte delle basi della tradizionale dirty boxing, seppur il termine pare cominci a diventare abbastanza di moda, facendo sembrare vecchi 'brodi' annacquati di recente come se fossero una novità.
- serve un minimo di familiarità con l'essere sballottati e con il tipo di contesto e di contatto fisico per capire le regole del gioco (il punto forte principale che si può riconoscere all'approccio di Vunak e al suo 'giochino'/drill).
- tocca (far) metabolizzare l'abc delle geometrie di sbilanciamento e del posizionamento rispetto all'avversario in quello che di fatto è un 'blend' di lotta e striking non ortodossi per molte discipline (anche se non soprattutto sportive).
- visto che la 'strada' ci impone in modo tassativo di non poter escludere l'uso da parte dell'avversario di armi improprie, in particolar modo da punta e/o da taglio, anche se inizialmente occultate o in corso d'opera, il contatto tronco a tronco tipico delle lotte rituali può risultare potenzialmente suicida, persino nella poco probabile evenienza di avere un buon gap di prestanza fisica a nostro favore e di assenza certa di complici del nostro aggressore.
Quindi le azioni che si tendono preferire partono dalla gestione e controllo delle appendici superiori avverse. Quindi gestione e controllo braccia avverse, 'clinch thai' e soprattutto il suo mezzo clinch a 360° rispetto all'opponente con forte consuetudine al passaggio da un'azione all'altra in continuità/fluidità dinamica.
Penso anch'io che le dinamiche del clinch siano fondamentali, come anche tutto il resto citato.
Il dumog qui visto e descritto da te, come anche il video citato, mi sembra migliore e più interessante di tanto chi sao visto in varie scuole di wing chun e anche di JKD. Non era tipo "l'arte di rompere il dente del serpente", quindi di utilizzare le nostre parti più dure per privare l'avversario delle sue armi naturali, facendo impattare pugni e calci contro gomiti e ginocchia ad es.? :)
- abitudine all'adattabilità e al cambiamento in corsa delle azioni e del posizionamento reciproco. Istintivamente 'in remoto' se ad attacco X rispondo con l'azione A, ho già in canna e in precaricamento i piani B e C con relative opzioni aggiuntive incluse. Dev'essere però una logica però 'motoria', che all'atto pratico c'entra relativamente poco con la razionalità dei programmi didattici e degli scenari proposti. E' più 'animale' e pure personale e soggettiva.
- una mentalità orientata a cercare di imporre un gioco di 'guerriglia' e caos 'controllato', con una buona consuetudine all''ambush', con l'idea di essere noi gli assalitori per comprendere in ottica difensiva i rischi che si corrono e le difficoltà che incontreremo per la nostra controffensiva, senza sottovalutare i 'professionisti', ma nemmeno gli 'apprendisti' del 'lavoro' di aggressori: non sono più coglioni di quanto lo saremmo noi al loro posto, anzi al massimo potrebbero giusto essere più esperti in materia per pratica reale.
- è consueto cambiare le direzioni di forza dei movimenti e quindi pure alternare azioni di spinta e trazioni a seconda dell'opportunità del momento/avversario. Dovrebbe corrispondere in qualche modo al concetto di ju japponese di judo e jujutsu deprivato di qualsiasi eventuale connotazione filosofica o pseudotale.
La "logica motoria" istintiva ("killer istinct"?) di cui parli e l'utilizzo della forza avversaria contro l'avversario sono ottimi concetti generali e ispirazioni dal punto di vista euristico. Come allenarli per renderli operativi, soprattutto dal punto di vista emotivo e psicologico, oltre che naturalmente fisico?
L'idea della spinta come "versione gentile" di un colpo, in cui può all'occorrenza trasformarsi, non mi è nuova e in buona parte la condivido. Come dicevo prima però, l'ambiente può renderla anche decisamente pericolosa tanto quanto un colpo. Soprattutto se combinata con il bloccare il piede avversario oppure utilizzare tutte quelle finezze di cui parlava il buon Gargo, e a cui accennavi anche tu.
Bell'argomento.
Intanto plauso a diego per la sua disamina, molto interessante!
Per parte mia nel systema spinte/trazioni si usano molto, in vari modi.
Intanto tutti i colpi son anche spinti, e già qui c'è molto lavoro.
Molti colpi sono anche utilizzati per sbilanciare o meglio, uniscono all'efficacia del colpo "in sè", anche un effetto sbilanciamento che poi può essere usato per colpire di nuovo con la stessa "filosofia".
In questo ambito sono molto usati i colpi (anche relativamente "leggeri") di gamba (piede/ginocchio) portati dietro e sul lato del ginocchio avversario (e anche i pestoni).
In soldoni si fa "tutto il possibile" per confondere, sbilanciare e creare caos sia fisico che mentale in chi ci attacca
Sapevo di trovare una buona sponda e affinità nei praticanti di Systema. Avevo visto qualcosa infatti: mi incuriosiscono anche i colpi sulle gambe. Esistono video
Mi ricorda alcune logiche del Ju Jutsu giapponese in cui, se ben ricordo, gli atemi/colpi di percussione (o anche spinte e trazionamenti in questo caso) erano usati per destabilizzare, confondere e sbilanciare l'avversario per poi proiettarlo o metterlo in leva. Almeno come principio. :ohi:
per lavori di spinta adesso non mi viene in mente nessuna utilita in ambito Dp
mentre la trazione di un'arto superiore può essere utile a prendere o forzare una posizione di lateralità rispetto all'aggressore se non addirittura la "schiena " o addirittura può essere utile per aprirsi un varco per la fuga .
Intendi tipo arm drag? Se si, assolutamente. E' una possibilità e una soluzione tra le migliori.
Anche la fuga era una di quelle opzioni a cui avevo pensato, magari pure dopo aver spinto l'aggressore contro i suoi compagni o contro qualcosa come una bicicletta o simili...Nel BKB non si usava spingere e premere contro l'altro per creare spazio oppure all'opposto per chiudere? :sbav: :)
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Per quanto riguarda i colpi di gamba/sulle gambe sono molto più usati per destabilizzare che per far "reale" danno.
Si preferisce colpire da distanza medio corta in modo molto rapido lavorando contemporaneamente anche con gli arti superiori.
Si lavora molto su precisione e tempismo più che sul colpo "forte" (che poi magari arriva di braccia).
Partendo dal presupposto che i colpi non sono mai caricati, è una logica quasi "obbligata" :)
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Pietra miliare e grande fonte storica di ispirazione per i sistemi sbandierati come reality based degli ultimi due decenni è Vunak. Per questo motivo linko come punto di partenza un suo video sul suo modo di affrontare scolasticamente in pochissimi minuti di istruzione il tema con gente con nessun background di disciplina combattiva.
https://www.youtube.com/watch?v=6As1h54LKzc (https://www.youtube.com/watch?v=6As1h54LKzc)
Per quanto riguardo l'aspetto tecnico partendo da quanto mostra Vunak, pur essendo unanimemente lui poco adeguato come riferimento tecnico dagli addetti ai lavori che si occupano di am del sud-est asiatico e self-defense, possiamo cominciare a delineare alcuni punti, su cui in soldoni si sono diretti negli ultimi 20 anni circa e prevedo continueranno a orientarsi i sistemi moderni e le loro presunte 'evoluzioni':
- spinte e trazioni fanno parte delle basi della tradizionale dirty boxing, seppur il termine pare cominci a diventare abbastanza di moda, facendo sembrare vecchi 'brodi' annacquati di recente come se fossero una novità.
- serve un minimo di familiarità con l'essere sballottati e con il tipo di contesto e di contatto fisico per capire le regole del gioco (il punto forte principale che si può riconoscere all'approccio di Vunak e al suo 'giochino'/drill).
- tocca (far) metabolizzare l'abc delle geometrie di sbilanciamento e del posizionamento rispetto all'avversario in quello che di fatto è un 'blend' di lotta e striking non ortodossi per molte discipline (anche se non soprattutto sportive).
- visto che la 'strada' ci impone in modo tassativo di non poter escludere l'uso da parte dell'avversario di armi improprie, in particolar modo da punta e/o da taglio, anche se inizialmente occultate o in corso d'opera, il contatto tronco a tronco tipico delle lotte rituali può risultare potenzialmente suicida, persino nella poco probabile evenienza di avere un buon gap di prestanza fisica a nostro favore e di assenza certa di complici del nostro aggressore.
Quindi le azioni che si tendono preferire partono dalla gestione e controllo delle appendici superiori avverse. Quindi gestione e controllo braccia avverse, 'clinch thai' e soprattutto il suo mezzo clinch a 360° rispetto all'opponente con forte consuetudine al passaggio da un'azione all'altra in continuità/fluidità dinamica.
- abitudine all'adattabilità e al cambiamento in corsa delle azioni e del posizionamento reciproco. Istintivamente 'in remoto' se ad attacco X rispondo con l'azione A, ho già in canna e in precaricamento i piani B e C con relative opzioni aggiuntive incluse. Dev'essere però una logica però 'motoria', che all'atto pratico c'entra relativamente poco con la razionalità dei programmi didattici e degli scenari proposti. E' più 'animale' e pure personale e soggettiva.
- una mentalità orientata a cercare di imporre un gioco di 'guerriglia' e caos 'controllato', con una buona consuetudine all''ambush', con l'idea di essere noi gli assalitori per comprendere in ottica difensiva i rischi che si corrono e le difficoltà che incontreremo per la nostra controffensiva, senza sottovalutare i 'professionisti', ma nemmeno gli 'apprendisti' del 'lavoro' di aggressori: non sono più coglioni di quanto lo saremmo noi al loro posto, anzi al massimo potrebbero giusto essere più esperti in materia per pratica reale.
- è consueto cambiare le direzioni di forza dei movimenti e quindi pure alternare azioni di spinta e trazioni a seconda dell'opportunità del momento/avversario. Dovrebbe corrispondere in qualche modo al concetto di ju japponese di judo e jujutsu deprivato di qualsiasi eventuale connotazione filosofica o pseudotale.
Come corollario dell'ultima considerazione, spinte e trazioni possono essere bellamente sostituite da colpi: per esempio a corta distanza un'avambracciata con il mio radio alla nuca dell'avversario di fronte a me (con linea simile al ritorno in guardia di un gancio circolare largo, un 'lazo americano' al contrario) concettualmente è una trazione, la testata o la gomitata che segue in direzione diametralmente opposta diventa un movimento di spinta: ci sarà più esplosività e contundenza all'impatto rispetto a come comunemente intese ma come catalogazione duale sono associabili a movimenti che portano qualcosa più vicino (trazioni) o più lontano (spinte) a me.
Dalla banale contrapposizione di spinte e trazioni, colpi compresi, nasce l'immagine caposaldo del sud-est asiatico di 'incudine e martello' con molteplici esempi applicativi: dai colpi con movimento a forbice (gunting) delle braccia alle ginocchiate al viso dal clinch 'thai', dalle gomitate dimezzando il clinch al cinematografico stomp kick di Norton in American history X.
Bella analisi.
Concordo.
Io personalmente, rispondendo alla domanda iniziale del topic, alleno questi due aspetti con il dumog.
Io vengo salla scuola Vunak, lo anticipo ;)
Per spinte e trazioni mi focalizzo sul loro continuo alternarsi. Il dumog per me è focalizzato al solo scopo di trovare una situazione e un posizionamento di vantaggio rispetto al mio avversario, per limitare lui e facilitare a me l'uso del mio arsenale (gomito e ginocchio).
Le tre forze che utilizzo sono spinta trazione e rotazione.
La gestione del corpo in questo modo non è ovviamente fine a se stessa: mentre traziono spingo o ruoto colpisco sempre, pena la minore efficacia dell'azione (a volte, come dicevano prima, la spinta stessa per esempio è fatta tramite un colpo, vedi gomiti a contatto con il petto).
Proprio su questo dibattevo altrove: se traziono la testa di qualcuno verso il basso mentre lottiamo forza vs forza è una cosa. Se traziono allo stesso modo dopo averlo fiaccato con una ginocchiata al diaframma l'effetto è molto diverso.
Dalla scuola vunakkiana ho appreso a fare questo tipo di lavori sul collo e sulle braccia principalmente.
Io personalmente poi ho sviluppato tutta una serie di lavori partendo dagli incroci delle braccia ma sempre rimanendo ancorato a queste tre forze. Il concetto di incudine e martello è un caposaldo della mia visione.
Per quanto riguarda il "rompere il dente al serpente" è un concetto che fa riferimento al rompere le armi dell'avversario (nel caso delle armi, colpire la mano armata per esempio)
Qui si vede qualcosa di quel che faccio io sul tema dumog spinte e trazioni :)
http://youtu.be/iEI3a3l5jNQ (http://youtu.be/iEI3a3l5jNQ)
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La "logica motoria" istintiva ("killer istinct"?) di cui parli e l'utilizzo della forza avversaria contro l'avversario sono ottimi concetti generali e ispirazioni dal punto di vista euristico. Come allenarli per renderli operativi, soprattutto dal punto di vista emotivo e psicologico, oltre che naturalmente fisico?
Il killer instinct è un ingrediente mentale diverso nel mindset del praticante rispetto alla 'logica motoria'. Per quanto fosse stato frainteso parecchio come significato (a partire anche dalla mia prima scuola di jkd concepts in cui ero circa 20 anni fa) dovuta alla traduzione maccheronica e scorrettamente letterale, l'espressione anglofona indica una forte determinazione al risultato, nell'ambito della psicologia dello sport.
Per quanto ci si provi ad allenare e implementare questa attitudine alla così 'brutale' focalizzazione alla vittoria/obiettivo non è semplice determinare quanto questa sia innata e/o sia legata al carattere dell'individuo.
Per quel che ne so riguardo alla selezioni mi sembrerebbe infatti che questo genere di toughness mentale sia un requisito imprescindibile e tra i più importanti per accettare le candidature ai reparti speciali delle forze armate.
La 'logica motoria' non è secondo me nulla di speciale in ambito sportivo e motorio. Indica che il 'software di scelte operative' sia installato e fatto 'girare' nella parte cervello più primitiva (talvolta è catalogato come 'rettile'/reptilian). Come scelte operative e motorie personalmente intendo proprio la scelta d'impiego delle meccaniche, quindi pure delle applicazioni/tecniche che ne scaturiranno.
A scriverla così sembra 'roba' astrusa e complessa e un'obiettivo raggiungibile solo dai fenomeni della tecnica. Infatti negli ultimi anni si è sbandierato spesso il discorso dei fine motors skills e delle condizioni di stress per limitare le opportunità di scelta tecnica del praticante e repertori all'apparenza ridotti.
La 'logica motoria e istintiva' e l'adattamento in corsa al contesto dinamico sono stati quasi certamente sperimentati in prima persona da tutti noi senza neppure riconoscerla o pensarci, al di fuori dell'ambito marziale combattivo e in altri contesti motori. Basta aver giocato a pallone o a basket o aver fatto altri sports o giochi. Quando prima ancora di entrare per la prima volta in un 'dojo' giocavo con i ragazzini della mia età durante la partita non stavo a pensare razionalmente a quale tecnica fare ma cercavo di 'leggere' la situazione e prevedere gli sviluppi dell'attimo successivo per adattarsi, improvvisare, superare il contrasto degli avversari e trovare il modo per il raggiungimento dell'obiettivo.
Nulla di alieno eh, ma applicabili da gente normalissima senza aver il talento né di Maradona, né di Micheal Jordan, con risultati proporzionali alle proprie capacità.
Come si allena? Progressione scolastica per avere i mezzi per comprendere le linee guida tecnici e pratica per avere sufficienti esperienze, seppur diverse nella specificità per imparare ad applicare le conoscenze che la struttura tecnica didattica mira a trasmettere.
Dal punto di vista dell'insegnamento secondo me non è così troppo diverso dall'insegnare a giocare a pallone o altro sport o attività motoria che si applica in contesto dinamico.
Per applicare in contesto non collaborativo uno sbilanciamento attraverso foot trap come accennato da altri non si parte dalla ricerca di mettere il piede sopra il suo ma dal leggerne l'opportunità che corrispondere al 'leggere la situazione' giocando a pallone che menzionavo prima.
Da come viene spiegato e allenato il footwork di base nel mio genere di scuola/stile capita di ritrovarsi il foot trap automaticamente senza cercarlo facendo altro, ci sono poi vari modi di applicare lo sbilanciamento ottemperando alle geometrie biomeccaniche e la scelta di una modalità rispetto a un altro dipende (per efficienza) da come è messo il peso dell'avversario. L'opzione che applicheremo non è razionale come l'elaborazione di un pensiero mentre lo scriviamo sul forum. E' un automatismo istintivo dettato dall'esperienza e dall'affilamento degli istinti per il genere di contesti, autoimpostoci dall'apprendimento tecnico.
Questa impostazione di mirare a una libertà tecnica istintiva è in forte contrasto con l'idea di selezione tecnica a monte di alcuni sistemi di dp come quelli israeliani o comunque di matrice classica militare ma parte dal presupposto che nei vari scenari c'è un fattore d'influenza determinante e prevedibile solo in modo grossolano per la scelta delle azioni ottimali, il fattore umano impersonato dall'avversario.
Sembra assurdo ma possono risultare 'strane' e meno prevedibili le reazioni di chi non ha alcuna formazione in palestra rispetto alla relativa uniformità reattività di migliaia di praticanti di una disciplina. E in ottica di dp devo cercare di abituarmi all'adattarsi in corsa a questo genere di imprevisti, 'qualsiasi cosa succeda' o come si evolverà un eventuale ingaggio.
Ricordo considerazioni in merito di xjej dettate dalla sua esperienza in sicurezza e alle stranezze di reazioni dei disabili motori agli stimoli. Senza avere sulle spalle le migliaia di ore di esperienza lottatoria in materassina di xjej (la 'logica motoria' istintiva seppur con percorso formativo diverso per specializzazione di pratica e l'adattabilità gli è stata sicuramente installata nel suo 'hardware'), sono generi di imprevisti a cui dobbiamo cercare di abituarci a mettere una pezza.
Questa 'pezza per rattoppi' può essere anche solo costituita da aggressività e prestanza fisica ma non tutti possiamo permetterci di affidarci sempre e in prevalenza a questi due aspetti. Quando prevediamo di poter essere costretti a difenderci anche oltre ai 30-40 anni di età e constatiamo che in condizioni ottimali di preparazione fisica non ci avvicineremo o oltrepasseremo il quintale sulla bilancia, ci tocca rassegnarci a dover sgambettare parecchio per coniugare alle nostre disponibilità anche un po' di sostanza per il fattore tecnico.
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piu che di bkb parlavo di combatives...mi ricordo Lee Morrison usava spesso arm drags , sopratutto dalla fence bassa, li usava per trovarsi in posizione laterale di vantaggio , contro piu avversari,contro possibile estrazione di armi ,per aprirsi vie di fuga ecc ecc....
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Qualche altro video per continuare la discussione.
Per il Krav maga, sulla difesa da spinte, ho trovato questo:
https://www.youtube.com/watch?v=ss2uNzEc9_Q (https://www.youtube.com/watch?v=ss2uNzEc9_Q)
Sulla difesa da spinta a due mani, ho trovato questo Micheal Preite (non so cosa faccia, ma mi è apparso subito dopo il primo):
https://www.youtube.com/watch?v=NxhDafWw1JQ (https://www.youtube.com/watch?v=NxhDafWw1JQ)
Sui "pushing drills" nel Systema, ho trovato invece questi[1]:
https://www.youtube.com/watch?v=WccJ6zZelWU (https://www.youtube.com/watch?v=WccJ6zZelWU)
https://www.youtube.com/watch?v=-M4_YMAI15k (https://www.youtube.com/watch?v=-M4_YMAI15k)
Ho omesso quelli di dumog, JKD e Kali, perché erano già emersi grazie ai competenti Diego e Olonese (che ringrazio per il suo bel video, sempre un ottimo lavoro di qualità! :sur:).
Attendo i vostri commenti. Li ho scelti quasi a caso, per capirci di più.
Buone visioni e buona domenica! :)
P.S.: sugli arm drag del mitico Morrison non ho trovato nulla! :'(
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Riguardo i primi due video, poco da dire, sono due tecniche che mi paiono applicabili, ma nulla di particolare.
Mi piace soprattutto la seconda, fa molto taiji :)
Sui video di systema, quegli esercizi servono (credo risulti palese) per abituare il corpo ad assorbire&deviare le spinte (e successivamente i colpi) sfruttando la mobilità e la sensibilità del corpo.
Il tutto per rimanere a distanza e non farsi spingere (ovviamente) e successivamente anche usare il movimento causato dalla spinta come motore per il contrattacco.
E' anche un allenamento per chi spinge/colpisce, ovviamente per allenare la spingere ma soprattutto il colpire.
Alla fine funge anche proprio come una sorta di "ammorbidimento" meccanico (quasi tipo massaggio) del corpo di chi riceve.
Parlando invece dell'uso degli arti inferiori, ricerca rapida ho trovato questi due video... nulla di trascendentale ma qualcosina esce:
https://www.youtube.com/watch?v=N30iVRTyW_s (https://www.youtube.com/watch?v=N30iVRTyW_s)
https://www.youtube.com/watch?v=GeS8GAjc8XA (https://www.youtube.com/watch?v=GeS8GAjc8XA)
Soprattutto nel secondo, anche se da terra, si vede l'idea di come usare le gambe (di entrambi) per togliere stabilità.
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Ti ringrazio, molto interessante come lavoro per risvegliare questo tipo di abilità nelle gambe. Saranno anche divertenti da provare questi giochi... :-* :-*
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Ti ringrazio, molto interessante come lavoro per risvegliare questo tipo di abilità nelle gambe. Saranno anche divertenti da provare questi giochi... :-* :-*
Eh si si son molto divertenti :)
SI cerca sempre di "giocare" ;)
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Mi sono appena imbattuto in questo video di 30 anni fa che dovrebbe ritrarre Tim Tackett a mostrare alcune azioni di braccia per non farsi legare tratte da jkd-kali (mi posso sbagliare ma secondo me non è repertorio di jkd-Bruce Lee) ai Dallas Cowboys.
https://www.facebook.com/TimTackettJKD/videos/630990720376369/ (https://www.facebook.com/TimTackettJKD/videos/630990720376369/)
Nel suo commento al filmato Marc Denny puntualizza che il tipo di collaborazione nasce dall'amicizia a partire dai tempi del college di Inosanto (anche il filippino giocava a football da giovane) con Paul Ward, che sarebbe poi diventato conditioning e strenght coach della squadra di NFL.
Da ignorante non sapevo che nel football avessero questo genere di drills così simili ai repertori di am.
https://www.youtube.com/watch?v=hKmpiP6Gk1k (https://www.youtube.com/watch?v=hKmpiP6Gk1k)
Nel kali non sono propriamente repertorio di dumog/trangkada/buno ma kadena de mano, palosut, gunting quindi dipingono l'attimo ancor prima che uno dei due abbia guadagnato un contatto buon per tirare o spingere.
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Mi sono appena imbattuto in questo video di 30 anni fa che dovrebbe ritrarre Tim Tackett a mostrare alcune azioni di braccia per non farsi legare tratte da jkd-kali (mi posso sbagliare ma secondo me non è repertorio di jkd-Bruce Lee) ai Dallas Cowboys.
https://www.facebook.com/TimTackettJKD/videos/630990720376369/ (https://www.facebook.com/TimTackettJKD/videos/630990720376369/)
Nel suo commento al filmato Marc Denny puntualizza che il tipo di collaborazione nasce dall'amicizia a partire dai tempi del college di Inosanto (anche il filippino giocava a football da giovane) con Paul Ward, che sarebbe poi diventato conditioning e strenght coach della squadra di NFL.
Da ignorante non sapevo che nel football avessero questo genere di drills così simili ai repertori di am.
https://www.youtube.com/watch?v=hKmpiP6Gk1k (https://www.youtube.com/watch?v=hKmpiP6Gk1k)
Nel kali non sono propriamente repertorio di dumog/trangkada/buno ma kadena de mano, palosut, gunting quindi dipingono l'attimo ancor prima che uno dei due abbia guadagnato un contatto buon per tirare o spingere.
Ti ringrazio per l'apporto e i contributi, molto curiosi.
Questi video dimostrano come spinte e trazionamenti possano essere una piattaforma comune per diverse arti marziali, ma anche diversi sport. Come per lo stretching bisogna guardare chi fa yoga o danza.
Non lo sapevo nemmeno io che nel football americano ci fossero questi tipi di esercizi, veramente utili e interessanti come convergenze marziali. Mi piacerebbe sapere cosa possono dirci a riguardo Spartan e Sillich. Quanto e come vengono allenati ad esempio.
Anche per il Rugby potrebbe valere: un mio compagno di allenamento era un ex pilone ed è veramente difficile da spostare negli esercizi di spinta.
Una piccola annotazione che desidero rilevare. Se non mi sbaglio però Tim Tackett, prima di incontrare Bruce Lee, si era formato negli stili cinesi:
https://en.wikipedia.org/wiki/Tim_Tackett (https://en.wikipedia.org/wiki/Tim_Tackett)
"During his 3 years in Taiwan he learned two types of Hsing-i, T'ai chi, Northern and Southern Shaolin, White Crane, and Monkey style kung fu."
Anche questa sua applicazione al football è citata:
"He is also known for applying martial arts principles to football; he has worked with the Dallas Cowboys and San Francisco 49ers in this regard.[1][/1]"
Che qualcosa di questi esercizi gli derivi anche dalle sue esperienze nel Tuishou? Non per portare acqua al mio mulino, ma che ne pensate? ;)
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Argomento noto e affrontato spesso, non sui forum, in maniera capziosa...
Anni fa segnalai questo sito dal nome inequivocabile:
http://www.martialartsforfootball.com/ (http://www.martialartsforfootball.com/)
Non so quanto sia ancora attivo.
Per quanto riguarda il video quelli sono esercizi fatti specificamente per le linee di difesa e occasionalmente per i linebackers; in molti casi esercizi simili vengono usati come lavoro di sensibilità ma alla prova del campo, specialmente oggi, molti di questi non hanno una concreta applicazione anche per lo sviluppo fisico e atletico dei giocatori e per il fatto che sul posto è una cosa, in movimento tutt'altro.
Le soluzioni adoperate (alcune io le ho mostrate ai miei allievi) tendono a fondarsi su movimenti più che altro di rottura e potenza.
Ma a livello di umani e non giocatori possono avere il loro perchè.
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Ti ringrazio John per la risposta! :sur:
Immagino che si sia sviluppata molto negli anni la preparazione atletica anche nel Football americano, assumendo un ruolo preponderante rispetto al passato, dove contava maggiormente l'aspetto tecnico. Come è successo anche in molti altri sport, da combattimento e non.
Cosa intendi con "Argomento noto e affrontato spesso, non sui forum, in maniera capziosa..."? Non bazzico l'ambiente e non ne avevo sentito parlare spesso infatti da queste parti.
Forse perché i riferimenti marziali di quel sito fanno Wing Chun? XD
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Capzioso nel senso di voler dare un sovravalore a esercizi che magari fanno parte del proprio corpus tecnico o che vengono ipervalutati quando invece il loro uso è limitato e ridotto.
Io che bado alla sostanza posso solo dire che con certi movimenti si finisce a culo all'aria un metro e mezzo dietro prima ancora di provare a farli...
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Scusate il necroposting, ma stamattina mi sono imbattuto nella segnalazione di questo filmato[1]di una trentina d'anni fa.
https://www.youtube.com/watch?v=3DXvNJnaWzE (https://www.youtube.com/watch?v=3DXvNJnaWzE)
La scorsa settimana, invece ascoltavo un podcast d'altro genere che fa cenno anche alle collaborazioni negli anni '80 dei Dallas Cowbys. Sosteneva che appunto oggi non servisse più alcuna consulenza proveniente dalle arti marziali perché, senza ricordarne neppure più l'origine, i drills e la loro schematizzazione scolastica concettuale, trasmessi negli '80s ai campioni NFL, facciano ormai parte integrante della formazione delle nuove leve delle linee difensive già all'high school.
Da profano del football, non ho ovviamente metro di giudizio adeguato per pesare l'affermazione né tanto meno vedendo le attinenze marziali in tutorials sullo sport americano sul tubo[2], perché non ho la più pallida idea di come si spiegassero e allenassero prima i medesimi aspetti.
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Quanto sia stato realmente trasmesso negli anni 80 non è un dato che credo sia rintracciabile ma è assodato che, al netto delle evoluzioni regolamentari e fisiche (con queste che influenzano sempre tanto...), molte tecniche siano ormai patrimonio comune dei regimi di allenamento delle varie posizioni.
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Alla fine e' tutto jj XD
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Ca va sans dire.... XD