Ar.Ma.
Difesa personale => Difesa Personale => Topic started by: Dieselnoi on May 18, 2010, 10:02:01 am
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...sulla quale sarebbe fondamentale il parere di Cooks o altri esperti di armi.
Io vado a caccia con l'arco. Becco poco. Ho ucciso un piccolo alce nel Quebec, due caprioli e due cinghiali. Tutti colpiti mentre stavano pascolando e dunque con l'adrenalina a zero. Freccia piazzata bene, colpo passante. Quello che ha fatto più strada è stato uno dei cinghiali, avrà corso un'ottantina di metri.
Essendo la freccia un'arma a potere d'arresto zero il crollo dell'animale è sempre avvenuto per emorragia e doppio pneumotorace. Non ho colpito il cuore neppure una volta. Solo in un caso (un capriolo) la freccia ha leso uno dei ventricoli ma quasi di striscio.
Ma poi ho parlato con un cliente che da anni fa caccia grossa. Ha ucciso un elefante e nonosquanti bufali cafri. E mi ha raccontato una cosa che già sapevo ma che non avevo mai collegato ale mi esperienze: quando si caccian i bufali o gli elefanti si usano grossi calibri (diciamo proiettili che pesano 25 grammi con 11 mm di diametro) con ogive solide. Ovvero Full Metal Jacket, quelle che NON si espandono nel corpo del selvatico.
La pelle del bufalo è durissima e spessa talvolta 2-3 cm. Il proiettile perde tantissima velocità nell'uto, spesso la pelle risuona come un tamburo e si leva una nuvoletta di polvere. Poi prosegue, magari becca le costole e trapassa i polmoni o qualche vaso sanguigno del cuore. Come una freccia: l'urto contro pelle e costole ha completamente annullato ogni effetto di cavitazione. E' come se uno avesse bucato il bufalo con il trapano, non ci sono effetti esplosivi. Bene la maggioranza dei bufali, che sono animali con una resistenza al piombo molto elevata, questo punto scappa per non più di cento metri, talvolta molto meno. Quando uno di essi, colpito male, carica, in genere viene fermato da un secondo colpo che lo becca all'addome, non in pieno cervello.
E qui la domanda. Se ci beccassero all'addome con un coltello da combattimento, un bel colpo in pieno, quaanto potremmo durare? Non è che alla fine crolleremmo in pochi secondi?
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ot
che arco usi?
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E qui la domanda. Se ci beccassero all'addome con un coltello da combattimento, un bel colpo in pieno, quaanto potremmo durare? Non è che alla fine crolleremmo in pochi secondi?
tenendo conto che la lama è almeno 20cm direi che la possibilità di crollare in fretta è alta ... ma dovrei documentarmi in merito
un colpo pieno con un'arma del genere ha una discreta possibilità di ledere organi importanti
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Conta molto anche il culo...la casistica di pronto soccorso riporta spesso di gente attraversata da punte di acciaio/ferro anche di 2/3 cm di diametro e arrivata cosciente in ospedale... :-\
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non ricordo bene, ma c'era stato anche il caso di quel ragazzo pugnalato al cervello...
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Ho un Archery Research da 60 libbre con semicamme superveloci. Ma ho avuto anche un G-Force da 70 libbre. Le frecce da caccia faranno 260 km/h.
La quaestio vulneris ac culi è importante per rivedere al contrari la problematica dello stupro e dell'aggressione: attacchiamo qualcuno e gli saltiamo addosso ma quello ci pianta due coltellate belle pesanti addosso alla 'ndo cojo cojo. Diciamo un fendente all'avambraccio che arriva quasi all'osso e un colpo di punta (facciamo che lo affondi solo 10 cm) nella pancia.
Secondo me l'emorragia e il dolore ci mettono a terra rapidamente anche con un coltello più piccolo, però poi non ho grosse certezze. Dopo aver sentito quanto presto crolla un bufalo, però, m'è venuto il sospetto che l'effficacia della lama sia maggiore di quello che noi spesso si pensa.
Se abbiamo anche noi un coltello o peggio un'arma da fuoco sicuramente abbiamo ancora modo di ucciderlo prima di crollare, ma se siamo stupratori o aggressori da strada disarmati?
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A questo punto io aprirei un corso per insegnare ai poveri aggressori come portare a casa la pelle. :halo:
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ma in italia si può cacciare con l'arco? ???
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In Emilia-Romagna (dove sto io) no, ma in Toscana e in altri posti sì. A me è toccato andare sempre all'estero anche se ho i cinghiali praticamente nell'orrto.
Secondo me è molto utile vedere certe cose dal punto di vista di un aggressore. Mettersi nei panni del nemico è il miglio modo per vincere!
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In Emilia-Romagna (dove sto io) no, ma in Toscana e in altri posti sì. A me è toccato andare sempre all'estero anche se ho i cinghiali praticamente nell'orrto.
ok grazie, non lo sapevo... ma la balestra è vietatissima, vero?
Secondo me è molto utile vedere certe cose dal punto di vista di un aggressore. Mettersi nei panni del nemico è il miglio modo per vincere!
un nostro istruttore ha sempre sostenuto che prima bisognerebbe fare un corso "per aggressori" per poter poi fare bene un corso di DP ;)
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La balestra è supervietata dappertutto. Per ragioni un pò logiche e un pò illlogiche. Concordo col corso per aggressori. Anche perchè, altrimenti, si finisce spesso con pensare che...
Tanto è inutile, tanto ti mena, tanto ti prende il coltello.
Invece sono coglioni come qualsiasi altro, anzi di più!
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Non sono un esperto di lame,in compenso ho un passato in Pronto Soccorso e attualmente lavoro al 118;di ferite da lame ne ho viste.
E pure da arma da fuoco.
Un colpo di lama può essere letale.
Ma anche no.
Dolore?
può fermare,ma anche no;dipende dalla situazione.
Ho visto un uomo con la faccia aperta(orecchio-zigomo con tessuti cascanti per intendersi)che ha sostenuto uno scontro fisico dopo aver ricevuto la coltellata che gli ha aperto la faccia.
Non ha parlato di dolore,ma di "freddo"....e qualcosa lo ha spinto ad agire.
Abbiamo racattato uno psicolabile che si è conficcato un coltello da collezione nel petto per diversi centimetri.Litigava con il babbo ottantenne che voleva portargli via la collezione(di coltelli)e lui ha protestato autopunendosi così.
Era vivo,vivissimo,e più preoccupato per i suoi coltelli che del manico di pugnale che gli usciva dal petto....
Mio fratello,tattuatore,riceve da un ragazzo tunisino una richiesta usuale per chi fa stò lavoro:copertura di cicatrice con un bel tattoo....peccato che la cicatrice non c'era;era una ferita di una settimana prima da rissa di coltello:un bel buco profondo vicino alla nuca;mio fratello,impressionato,gli suggerisce di andare in ospedale;il tunisino basito gli dice"ma davvero?Mai andato in ospedale per queste cose..."e gli mostra un altro bel numero di cicatrici da taglio e punta di vecchie risse con lame.
Tutto è relativo,molto relativo.Perchè poi basta il temperino svizzero del fidanzatino pirla per sgozzare la ragazzina che vuole mollarlo.
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quotone per Cortobraccio
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Allora...
Il potere d'arresto di un'arma è materia dibattuta da esatamente un secolo, e gli studi si basano quasi esclusivamente sulle armi da fuoco.
Un'arma "manuale" con potere di taglio e punta basa i suoi principi di potere d'arresto su concetti quasi diamteralmente opposto della balistica terminale di un protiettile.
Una lama separa i tessuti, un proiettile li spappola-
Una lama deve vincere la resistenza passiva dei tessuti, un proiettile (a seconda del tipo di unizione) affida lo spappolamento dei tessuti con lo strato d'aria compressa che lo precede di qualche micrometro, quando rallenta, sulla sua massa.
In ogni caso, la morte avviene per emorragia. O meglio. Trovarsi in una condizione vascolare per cui il cuore smette di pompare.
Queste condizioni avvengono se il muscolo cardiaco viene danneggiato direttamente dall'arma (punto o lacerato dalla lama), oppure perchè si ferma spontaneamente a causa di perdita di pressione arteriosa (emorragia estese periferiche), o perchè la zona del pericardio è riempita di sangue e il cuore non può più espandersi correttamente, e si ferma.
La zona addominale è "relativamente" poco vascolarizzata. Quindi con una singola coltellata, avere un'emorragia disastrosa e bloccante nel giro di pochi minuti, è "difficle". Ma la sfiga è sfiga: ricordatevelo sempre.
Il problema sono gli spasmi dei muscoli addominali, che se la lama rimane in sede, dicono che siano lancinanti, e questo di fatto blocca una persona. Oppure se il danno è esteso al diaframma, potrebbe non avere più la possibilità di espandere correttamente i polmoni.
Anche qui dipende.
Ma fino a prova contraria, si, una lama ha un pessimo potere d'arresto istantaneo, se non danneggia i soliti "punti noti" del corpo umano.
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Su questo superdaccordo. Non pensavo di "fermare" uno come se gli avessimo sparato in fronte. Pensavo a quanta autonomia di combatttimento potrebbe restargli.
Tralasciamo individui particolarmente grossi e motivati, o gente che ha appena assunto dosi massicce di droga eccitante. Facciamo che siamo balordi qualunque di dimensioni e condizione fisica normale.
Immaginiamo un paio di colpi di punta in un qualunque punto dell'addome, diciamo così "tipici" se attacchiamo uno disarmati (magari perchè è una donna o è piccolino) e non ci siamo accorti che aveva un coltello. O ci attacca lui di sorrpresa, perchè no.
Mi chiedo quanto dolore e quanta impressione la cosa possa fare: il sangue che zampilla, probabilmente gli spasmi muscolari e la sensazione che forse stai per morire. Forse l'emorragia, anche se non immeediatamente letale, ti indebolisce. Forse l'adrenalina, più che in furia, ti volge al panico.
Ricordo dal liceo che i greci e i romani cercavano sempre di tirare alla pancia, tra l'ombelico e le palle. Dicevano che era un colpo molto doloroso.
E' un pò che noi (correttamente in senso stretto) diciamo che le lame non hanno potere d'arresto. In senso classico. Però, operativamente, io sto cominciando a pensare che forse non è proprio così. Che, salvo condizioni particolari, un paio di colpi a segno possano ridurre drasticamente l'iniziativa di un aggressore.
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La risposta individuale allo shock di essere stati colpiti non è quantificabile.
Poi dipende sempre con cosa buchiamo.
Un cacciavite sottile o una lancia Masai?
Diciamo che dando un'occhiata alla Storia, si evince che le armi da battaglia erano grosse, pesanti e progettate per bucare in profondità. Parlo delle armi da fanteria, quelli che davvero si scontravano. Non delle belle lame da "autodifesa" dei nobili o dei comandanti sul campo.
Quindi lama piccola, poco potere d'arresto, lama gorssa e pesante, maggiore potere d'arresto. Ma è acqua calda.
...Anche se ultimamente tanta gente piace fare la doccia con l'acqua fredda... ;)
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Diciamo un coltello sui 10 cm, le dimensioni di un coltello da bistecca. Io, personalmente, credo che avrei uno shock anche con meno! Ma perchè fa male solo se la lama resta dentro? Il Buo Vecchio Ulisse diceva che faceva un male terribie anche se la lama usciva. O meglio, non specificava.
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Dolore c'è quando i muscoli entrano in spasmo.
Dolore c'è quando si prendono le ossa.
Ma i tagli di per se stessi e e le perforazioni muscolari non fanno male, immediatamente.
Poi intervengono meccanismi, in primis psicologici, e ossigeno che va in zone dove non dovrebe esserci, che generano dolore.
Ma in primis c'è il dolore da spasmo muscolare.
Fa sicuramente più dolore un'arma da botta, comunque. Un osso fratturato fa inifinatemente più male sull'istantaneo.
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poco tempo fa nella mia città un poliziotto fuori servizio è inervenuto per difendere la sua ragazza, cameriera in un bar, infastidita da clienti particolarmente sgradevoli.
iniziano a "discutere" poi vengono alle mani
in una di queste mani, quella del delinquente, appare un coltellino svizzero e colpisce una sola volta
dopo i primi colpi, i tizi vengono divisi. i due delinquenti vanno nel bar di fronte gridando "la prossima volta ti ammazzo!"
il poliziotto rientra nel bar per parlare con la ragazza. e subito si lamenta che gli brucia la gola
nessuno, né chi aveva colpito, né chi aveva subito, si era accorto del colpo andato a segno.
per la cronaca l'agente di polizia è deceduto pochi minuti dopo l'arrivo dei primi soccorsi per una ferita alla gola
non era una baionetta da guerra, era un ridicolo coltellino svizzero
sfiga? si, tantissima
ma come ben sappiamo le variabili che entrano in scena per queste cose sono una moltitudine spropositata, tanto che è difficile stabilire anche solo statisticamente una cosa piuttosto che un'altra
un coltello può uccidere sul colpo se colpisce il punto "giusto"
o spegnere lentamente senza magari che ci si accorga di essere feriti
soggetti diversi hanno una resistenza diversa, magari anche allo stesso tipo di ferita
credo che le variabili del caso siano decisamente troppe per essere prese in considerazione
tuttavia da quello che ho visto e sentito, credo che difficilmente basti un colpo solo per “spegnere” un bersaglio con una coltellata. Anche se il colpo è fatale non credo che l’effetto sia immediato.
“In genere” infatti si usa una raffica di colpi, normalmente di punta, anche quando si è consapevoli che già i primi 3 sono andati a segno. L’accumularsi di questi colpi riduce il tempo, se pur breve, per invalidare un soggetto.
Per assurdo credo che valga il discorso opposto per un bastone: se prendiamo una bastonata, anche se non sufficiente a romperci un osso, il dolore è subito ben avvertito, immediato e intenso, sia che ci causi danni strutturali sia che si tratti “solo” di una botta.
E comunque è ben più probabile “spegnere un aggressore con un singolo colpo di bastone che con un coltello.
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Questa l'ho letta sul Libro "On Killing".
C'era un soldato inglese di istanza a Belfast che era ossessionato dal venir ferito da un colpo di arma da fuoco. (che diamine faceva il soldato a fare, vabbeh...).
Quindi, appena un suo collega veniva ferito lui andava a parlarci per capire cosa "si provava" quando si veniva colpiti.
Uno di questi feriti disse: "Non senti dolore. Senti una "pacca" e poi senti bagnato".
Un giorno il soldato va in pattuglia e cadono in un'imboscata dell'IRA. Ad un certo punto sente una "pacca" e sente bagnato. Senza nemmeno pensarci sopra o controllare si butta a terra ed urla di essere stato colpito.
I suoi colleghi lo trascinano al riparo, rischiando a loro volta sotto il fuoco avversario, per poi capire che... era stato colpita la sua borraccia che aveva sul cinturone.
Questo per dire che la componente psicologica fa 90.
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Poi intervengono meccanismi, in primis psicologici, e ossigeno che va in zone dove non dovrebe esserci, che generano dolore.
per coincidenza ho sentito parlare, giusto stamattina, di "shock da ferro freddo", voi ne sapete qualcosa?
nel senso che si diceva, che in scenari bellici, nello specifico in caso di ferite da baionetta, ci sono stati morti anche per ferite non gravi, dovute al già citato shock da ferro freddo, perchè una lama non ha la velocità e le dimensioni di un proiettile: la vedi e la senti penetrare nelle tue carni. in effetti forse, dolore a parte, dev'essere un'esperienza davvero scioccante...
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Poi intervengono meccanismi, in primis psicologici, e ossigeno che va in zone dove non dovrebe esserci, che generano dolore.
per coincidenza ho sentito parlare, giusto stamattina, di "shock da ferro freddo", voi ne sapete qualcosa?
nel senso che si diceva, che in scenari bellici, nello specifico in caso di ferite da baionetta, ci sono stati morti anche per ferite non gravi, dovute al già citato shock da ferro freddo, perchè una lama non ha la velocità e le dimensioni di un proiettile: la vedi e la senti penetrare nelle tue carni. in effetti forse, dolore a parte, dev'essere un'esperienza davvero scioccante...
Se una lama entra piano, e non nel cuore e non recide una grossa arteria, mi viene in mente solo la questione infezione. Il tetano ammazza in relativo poco tempo. Ma si parla sempre di ore, nei casi più eccezionali.
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penso si riferisse più che altro allo shock psicologico del vedersi e sapersi feriti...
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penso si riferisse più che altro allo shock psicologico del vedersi e sapersi feriti...
Qui entriamo nella riposta individuale allo stress esterno.
In certi casi gli infarti indotti dagli ormoni dello stress esistono in soggetti predisposti.
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capito
comunque non hai mai sentito parlare di qualcosa del genere?
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Nelson, in gioventù, perse un braccio in una battaglia. Allora lo operarono secondo lo stile dell'epoca, praticamente senza anestesia. Lui rimase impressionato dal senso di freddo del bisturi e ordinò che da lì in poi si scaldassero le lame prima di operare. Visto che si scaldavano col fuoco probabilmente (e involontariamente) salvò molti uomini dalle infezioni.
Nei vecchi brani di greco e latino le battaglie sanguinose descritte nei dettagli si sprecano. Erano lame grosse come dice giustamente Cooks, ma dall'altra parte quasi tutti i guerrieri avevano poi qualche tipo di corazza, foss'anche solo una specie di "giubbotto antilama" in cuoio o lino pressato. E si parla moto chiaramente di battaglie con decine di migliaia di morti. A Canne credo circa 60.000.
Mi vien quasi da pensare quindi che, se ben colpiti, l'inefficienza bellica si raggiunga in un tempo relativamente breve. Gli Arditi uccidevano spesso a coltellate durante i loro attacchi frontali. Un pò è mito ma un pò è anche realtà. Anche in questo caso mi vien da pensare che chi veniva colpito "per bene" non potesse continuare a battersi per molto tempo. Gli arditi (almeno secondo i racconti di mio padre, sentiti da mio nonno) colpivano soprattuto di punta ai vasi sotto il collo o proprio al collo. In molte stampe dell'epoca si vedono gli arditi (con gran facce da criminali) che impugnano a spaccaghiaccio. Ritengo che lo schema sia realistico, a quell'epoca c'era molta gente che certe cose le aveva viste dal veero. Se veniamo beccati tra collo e clavicole secondo me siam messi moto male...
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Taglia un bicipite e invalidi un braccio ( fatto salvo per arterie eccetera ) .
Taglia un quadricipite e invalidi una gamba in molti movimenti-limiti la mobilità di parecchio .
Taglia la fascia addominale centrale o i lombari ed invalidi un guerriero del tutto ( a maggior ragione per chi utilizzava un elmo, poca visione periferica e necessità di fare torsioni.. buona fortuna ).
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Sulla questione armi bianche vi consiglio di leggere il thread, ma soprattuto i documenti allegati, da me aperto nella sezione scherma "duelli mortali del XIX sec." in cui vi sono 300+ cronache di scontri mortali con spade, sciabole, pistole e coltelli.
Da un punto di vista schermistico un arma pesante e' meno efficente di una leggera in quanto necessita di caricamenti ampi ed una inerzia che sfavorisce i cambi di direzione rendendo il colpo piu' facilmente prevedibile.
Un buon schermitore approfitta del caricamento (preparazione d'attacco) per tirare un colpo d'arresto nel braccio armato del propio avversario, piu' il caricamento e' ampio piu' facile e' andare a bersaglio, e' il modo piu' sicuro per colpire senza essere colpiti perche' si sfrutta il momento in cui l'arma avversaria e' in un certo senso "scarica".
In una situazione di mischia collettiva pero' queste "finezze" non sono sfruttabili e quindi piu' efficente un'arma pesante che possa fare danni definitivi ed invalidanti con 1-2 colpi.
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La grande rivoluzione della scherma che e' avvenuta intorno al XVII sec. e' stata propio la constatazione che il colpo di punta, oltre ad avere maggior allungo, necessita di minimi caricamenti per essere portato (basta distendere il braccio senza dover usare l'articolazione del gomito) e' quindi si e' sempre pronti a colpire senza tempi morti tra una azione e la sucessiva.
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Forse l'unico autore che non rispecchia questa svolta della scherma "moderna" ma che predilige i colpi di taglio con armi pesanti e' George Silver, allego il trattato completo in inglese "Paradoxes of defence" http://www.pbm.com/~lindahl/paradoxes.html
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Tread interessante...
Un certo "pasta", mio concittadino, fu accoltellato per questioni "d'onore" connesse ad una donna (un cesso orrendo, tra l'altro), e dopo lite, venne colpito con due fendenti al fegato, che però non toccarono l'organo.
Rimasero coinvolti però due vasi, e l'emoraggia era, mi dissero, copiosa.
Ebbene, il pasta, andò a cercare per tutto il quartiere l'accoltellatore, dopo esseresi munito di acetta, lasciandosi dietro numerose tracce di sangue, spaventati, gli abitanti chiamarono la polizia, che intervenne con 2 pattuglie ed una ambulanza.
Durarono fatica a disarmarlo e legarlo alla barella, nonostante avesse perso parecchio sangue, probabile quindi che l'adrenalina abbia contribuito al tenerlo in piedi.
Un operaio edile, è stato colpito da un tondino da getto al torace, il colpo si è fermato vicino ad una costola, senza romperla, lo stesso è stramazzato subito al suolo privo di conoscenza, i compagni lo credettero morto.
Gli arditi... caso particolare....
Erano in molti casi galeotti in carcere per omicidio o altri reati violenti, la linea era ceduta fin quasi al Piuave, ogni uomo che potesse uccidere era sfruttabile... l'arruolamento volontario per l'amnistia, tolse dalla pena capitale molti volontari.
Comunque, costoro, generalmente costruivano da se i coltelli che avrebbero usato, quasi sempre partendo dai coltelli della loro regione, si trattava generalmente di pugnali a doppio filo, impugnati a rompighiaccio.
Il bersaglio prediletto era tra collo e spalle, di punta, anche poerchè il colletto abbastanza rigido della divisa nemica, non permetteva di tagliare efficacemente la gola, cioè in rapidità, meglio perforare, dunque, sgozzando poi.
Inoltre, spesso e volentieri, essi facevano precedere il balzo nella postazione, da un paio di granate assordanti (definite petardi), che potrebbero essere paragonate alle odierne flashbang, il nemico, già stordito, veniva poi colpito al basso ventre o al collo, poi finito "con comodo", a resistenza sedata.
So questo perchè ho letto un libro, che purtroppo non mi ricordo il titolo, il quale sarebbe da avere nella biblioteca marziale.
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Gli ufficiali degli arditi si addestravano alla scherma di sciabola e bastone, piu' come "arte marziale" che come strumento funzionale sul campo.
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Puntualizzo sugli arditi, un plotone dei quali mio nonno (classe '99) comandò sul Col Della Berretta.
1) La storia di quelli che venivano tolti dalla galera per servire è una leggenda: le amnistie per entrare negli arditi venivano concesse per reati militari, non per quelli che rientravano nella fedina penale (fedina criminale si chiamava). In sostanza te la potevi cavare se eri ritornato in servizio con due giorni di ritardo o se avevi detto al capitano che poteva andarsene affanculo. Non oltre. Un pò la leggenda è contemporanea agli arditi, un pò si è ridiffusa sull'onda dei libri di Sven Hassel. Per gli altri c'erano anni e annni di carcere (poi condonati nel '20 con l'amnistia per i disertori ma all'epoca nessuno lo sapeva) o i battaglini di disciplina di cui parla anche Paolo Caccia Dominioni. Bella canzone dell'epoca: "Ormai in tutta Italia non c'è più un lazzarone, li ha requisiti tutti il colonnel Pavone..."
2) Sul coltello confermo: impugnavano soprattutto a spaccaghiaccio (non tutti, i meridionali avevano le loro scuole locali e tenevano invece il coltello in "sabre grip") e tiravano preferibilmete al collo.
3) I coltellli non se li costruivano da soli ma usavano, quando potevano i coltelli "Fokò" presi agli ungheresi. Quello di mio nonno, che probabilmente da ufficale cercava di avere un certo bon ton, era invece quello originale cioà la bajonetta del fucile Vetterli accorciata. Non è tanto bello ma sarà, secondo me, almeno 20 cm di lama. Forse anche di più.
4) Il Petardo Thevenot non era un flashbang ma una vera e propria bomba d'attacco Uccideva ma dovev cascarti vicino perchè produceva pochissime schegge. Per non ferire quello che le lanciava.
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3) I coltellli non se li costruivano da soli ma usavano, quando potevano i coltelli "Fokò" presi agli ungheresi. Quello di mio nonno, che probabilmente da ufficale cercava di avere un certo bon ton, era invece quello originale cioà la bajonetta del fucile Vetterli accorciata. Non è tanto bello ma sarà, secondo me, almeno 20 cm di lama. Forse anche di più.
primo modello - lunghezza totale 280 mm, lama 180 mm ;)
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se qualcuno conoscesse il libro che intende steno, sarebbe molto interessante conoscere il titolo
o anche se ne avete altri da consigliare sugli arditi / guerra mondiale sarei molto interessato.
in materia sono davvero una gran capra ignorante... :-[ :sbav:
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Non avevo sbagliato neanche molto! Consiglio il libro di Giorgio Rochat, "gli arditi." Sicuramente fuori commerciio ma dovreste trovarlo in biblioteca!
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Non avevo sbagliato neanche molto!
l'intervento era volto a contribuire non a correggere :)
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Nessun dubbio: hai qualche cosa sugli arditi? E' argomento su cui, in realtà, non c'è tantissimo. Probabilmente perchè i reparti vennero sciolti del 1919 e perchè anche il fascismo, che pure li sfruttò nel dopoguerra, alla fine cominciò ad averne paura e preferì seppellirli sotto la propaganda.
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Nessun dubbio: hai qualche cosa sugli arditi? E' argomento su cui, in realtà, non c'è tantissimo. Probabilmente perchè i reparti vennero sciolti del 1919 e perchè anche il fascismo, che pure li sfruttò nel dopoguerra, alla fine cominciò ad averne paura e preferì seppellirli sotto la propaganda.
a dire il vero non ho nulla al riguardo salvo alcune immagini tratte da un libro che ho consigliato ... non posso essere di maggior aiuto al momento
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Probabilmente la vera storia degli arditi rimarrà per sempre nell'oblio. Ormai son morti tutti da lunghissimo tempo. Mio nonno nella Seconda Guerra Mondiale. Un altro del nostro paese (dal curioso nome di Genzio) era stato decorato per aver catturato un ufficiale durante la battaglia del Piave. Ebbe in premio della terra extra al Fucino e si trasferì nel Lazio. Divenne un pezzo grosso e morì nel 1980.
Probabilmente un "vero" libro sugli arditi senza propaganda non è mai stato scritto. A quell'epoca era un genere letterario poco fortunato. E non sarà scritto mai. Peccato. Lì sì che c'era da imparare sui coltelli e il combattimento corpo a corpo: gli Arditi lo praticavano infatto su grandissima scala e non in modo furtivo (tipo tagliare a gola a una sentinella). Forse è stata l'ultima volta nella storia.
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C'era da imparare che l'attggiamento mentale è il 90% della questione.
Infondere paura all'avversario, balzarci addosso di peso ed accoltellarlo. Tecnica poca, essenziale, grande motivazione.
Il Libro "Arditi In Guerra" di "Tenente Anonimo" nessuno lo ha letto?
Ha un buon punto di vista sull'atteggiamento mentale degli Arditi.
Se sei un austriaco 19enne (esperienza di combattimento ravvicinato zero) infreddolito nella trincea e ti vedi arrivare addosso della gente urlante (quando andava bene l'Inno di Mameli), non propriamente sobri, e che mai facevano prigionieri... Come pensi di reagire? Gli Arditi erano l'incubo degli austriaci.
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Secondo me l'ho letto devo averlo trovato in biblio. Ma anch'esso, secondo me, risente un pò della mentalità "squadrata" dell'epoca. Che poi avevano anche gli arditi, in verità.
Su quanto dici (e dicono anche i vari libri) non posso che concordare: il coltello non è un fioretto da gara, è un'arma brutale che va usata in modo brutale. Quando si parla di disarmi a mani nude contro coltello io cerco di immaginarmi un ardito che mi salta addosso e penso: funzionerebbe?
Solitamente la risposta è no.
Lo dicevo in altro e antico post: pare che la tecnica fondamentale fosse andare fisicamente addosso all'avversario, scontrarsi e subito riempirlo di buchi alla base del collo. Probabilmente il movimento era cortissimo e non si potevan certo fare quelle contromosse stile vecchio jiu-jitsu.
Un avversario che "ignora" le tue tecniche difensive e ti si butta addosso è sempre una brutta bestia. Anche a cazzotti. O hai tecniche davvero in grado di fermarlo o ti arriva...