Ar.Ma.
Allenamento, recupero e cultura fisica => Performance/Preparazione atletica/Recupero => Topic started by: Giannizzero Wolf on February 08, 2011, 15:54:20 pm
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Ecco ci tenevo a sottolineare questo: i lavori e gli esercizi che avete/abbiamo elencato devono essere compresi in una programmazione della sessione allenante, che preveda di aver modulato il carico, aver scelto il tipo di sforzo e aver deciso il tempo di recupero (importantissimo).
Fare un esercizio allo sfinimento e basta potrà anche, come detto, sfinirti, ma se è sfinimento fine a se stesso, in realtà è facile che non dia stimolo allenante, se non sia addirittura controproducente.
QFT
Ho letto qualche ricetta del minestrone della nonna in questo topic.
Teniamo presente che se vogliamo far fatica lo vogliam fare per qualcosa che serva a migliorarci e che lo faccia per qualcosa di utile.
Possiamo tutti ucciderci di fatica con un bel piano di allenamento per la maratona..ma ce ne faremmo proprio ben poco.
partendo qua questo intervento, il risultato che volete ottenere con la preparazione a lezione qual'è?
(ovviamente, solo a lezione, i miracoli non si fanno)
al momento punto poco sulla capacità aerobica/cardio/quello_che_è, l'attenzione è focalizzata sulla mobilità articolare e sulla "compattezza" del busto
una posizione corretta della schiena ed una adeguata tonicità del busto garantiscono un miglioramento sostanziale della pratica
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Tendenzialmente, l'obiettivo del mio Maestro si può riassumere in: "elasticità, reattività, esplosività". :)
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Più forti e più reattivi.
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Se l'obiettivo è più forza e più reattività, così come la mobilità articolare, allora i lavori in anaerobiosi lattacida li potreste anche evitare, e quindi la sessione allenante potrebbe GENERALMENTE prevedere cicli di esercizi (ovviamente da calibrare) con recuperi tra gli esercizi quasi completi.
Questo però dilata i tempi.
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Se l'obiettivo è più forza e più reattività, così come la mobilità articolare, allora i lavori in anaerobiosi lattacida li potreste anche evitare, e quindi la sessione allenante potrebbe GENERALMENTE prevedere cicli di esercizi (ovviamente da calibrare) con recuperi tra gli esercizi quasi completi.
Questo però dilata i tempi.
faccio finta di aver capito quello che hai scritto :whistle:
ma "tempi dilatati" durante la lezione ... non ci stanno proprio
io la fase di preparazione la vedo come un input per l'allievo ... se vuole allenarsi deve farlo non a lezione
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Se l'obiettivo è più forza e più reattività, così come la mobilità articolare, allora i lavori in anaerobiosi lattacida li potreste anche evitare, e quindi la sessione allenante potrebbe GENERALMENTE prevedere cicli di esercizi (ovviamente da calibrare) con recuperi tra gli esercizi quasi completi.
Questo però dilata i tempi.
faccio finta di aver capito quello che hai scritto :whistle:
Hai ragione. Intendevo dire che se vuoi lavorare sulla mobilità articolare, sulla forza e sulla reattività, non è necessario impostare gli esercizi che abbiamo visto in modo tale da fare dell'anaerobico lattacido (in soldoni, serie ad alta intensità e recupero parziale, sia tra i diversi esercizi che tra le serie). Quindi in genere numero di ripetizioni non elevato (commisurato alla tipologia di esercizio, dato che 7 ripetizioni per gli addominali sono niente, mentre sono tante per le trazioni), recupero quasi totale tra le serie.
ma "tempi dilatati" durante la lezione ... non ci stanno proprio
Lo so, come te ho lo stesso problema. Si può ovviare evitando di fare "full body" a ogni sessione. Esempio: il martedì lavori su piegamenti e gambe, il giovedì sulle trazioni e gli addominali.
io la fase di preparazione la vedo come un input per l'allievo ... se vuole allenarsi deve farlo non a lezione
Questo è quello che mi sgolo da anni a ripetere: in un corso per non agonisti la preparazione atletica va curata a parte, non si può pretendere di farla per 2 volte a settimana, mezz'ora ogni volta. Però come dici tu, gli input si devono dare eccome.
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io la fase di preparazione la vedo come un input per l'allievo ... se vuole allenarsi deve farlo non a lezione
Questo è quello che mi sgolo da anni a ripetere: in un corso per non agonisti la preparazione atletica va curata a parte, non si può pretendere di farla per 2 volte a settimana, mezz'ora ogni volta. Però come dici tu, gli input si devono dare eccome.
per un mucchio di tempo ho considerato la preparazione cosa marginale :'( ... per fortuna ho cambiato idea :spruzz:
quando input viene recepito da grandissime soddisfazioni ... mio cugino è dimagrito e si è messo in forma strepitosa XD
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Cmq sempre meglio di niente.... ;)
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puoi prenderti 5-10 minuti extra e andarci giù con flessioni e addominali
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Se l'obiettivo è più forza e più reattività, così come la mobilità articolare, allora i lavori in anaerobiosi lattacida li potreste anche evitare, e quindi la sessione allenante potrebbe GENERALMENTE prevedere cicli di esercizi (ovviamente da calibrare) con recuperi tra gli esercizi quasi completi.
Questo però dilata i tempi.
Per quanto io segua il metodo del minestrone della nonna / degli esercizi dell'oratorio, con questo tipo di approccio ho indubbiamente ottenuto dei miglioramenti :thsit:
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Se l'obiettivo è più forza e più reattività, così come la mobilità articolare, allora i lavori in anaerobiosi lattacida li potreste anche evitare, e quindi la sessione allenante potrebbe GENERALMENTE prevedere cicli di esercizi (ovviamente da calibrare) con recuperi tra gli esercizi quasi completi.
Questo però dilata i tempi.
Parlando di Sdc, gli atleti devono abituarsi a lavori in anaerobiosi latticida, cercare esplosività e reattività in queste condizioni è allenante, sia psicologicamente che fisicamente?
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Parlando di Sdc,
Stai parlando di atleti che si allenano per competere, e quindi il discorso cambia.
gli atleti devono abituarsi a lavori in anaerobiosi latticida
Eccome!
cercare esplosività e reattività in queste condizioni è allenante, sia psicologicamente che fisicamente?
Domanda complessa. Per fare in fretta ti posso dire che un programma di allenamento per un atleta prevede differenti tipi di stimoli in differenti condizioni e carichi proprio per ottenere, tra le altre cose, esplosività e reattività anche in condizioni di produzione di lattato, anaerobiosi lattacida, etc.
Per risponderti: è allenante psicologicamente e fisicamente il seguire un programma complesso e ben strutturato che tocchi diversi aspetti, e che una volta ottenuta una buona base nelle singole capacità (lavoro aerobico, anaerobico alattacido, lattacido, forza pura, resistenza) ti dia anche stimoli per poter cercare l'esplosività anche durante uno sforzo anaerobico lattacido.
La questione psicologica è più complessa, ma in parte questo programma dovrebbe portarsi dietro il miglioramento anche a livello psicologico.
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rispondendo - tu, Nicola - al post di Aliena credevo si desse per scontato si parlasse di atleti in formazione per fini agonistici. In effetti però maggior parte dei post è rivolto a non agonisti, per quello mi sorprendeva la tua obiezione sul lavoro in anaerobiosi
Domanda complessa. Per fare in fretta ti posso dire che un programma di allenamento per un atleta prevede differenti tipi di stimoli in differenti condizioni e carichi proprio per ottenere, tra le altre cose, esplosività e reattività anche in condizioni di produzione di lattato, anaerobiosi lattacida, etc.
Per risponderti: è allenante psicologicamente e fisicamente il seguire un programma complesso e ben strutturato che tocchi diversi aspetti, e che una volta ottenuta una buona base nelle singole capacità (lavoro aerobico, anaerobico alattacido, lattacido, forza pura, resistenza) ti dia anche stimoli per poter cercare l'esplosività anche durante uno sforzo anaerobico lattacido.
Dunque se ho capito bene lavorare sulle singole capacità può migliorare in modo considerevole
le proprietà a cui si mira maggiormente?
La domanda che pongo allora: allenare le singole proprietà è piu vantaggioso di allenare
"tutte insieme" le capacità per avere un ottimizzazione degli esercizio?
credo di avere già la risposta in mente, però mi piacerebbe averne una vostra per comprendere
se il ragionamento che ho fatto è corretto :)
La questione psicologica è più complessa, ma in parte questo programma dovrebbe portarsi dietro il miglioramento anche a livello psicologico.
per psicologica non intendevo un aspetto-troppo- ampio come approccio alle gare e motivazione durante l'allenamento, ma semplicemente, la lucidità mentale in fase di stress fisico
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rispondendo - tu, Nicola - al post di Aliena credevo si desse per scontato si parlasse di atleti in formazione per fini agonistici. In effetti però maggior parte dei post è rivolto a non agonisti, per quello mi sorprendeva la tua obiezione sul lavoro in anaerobiosi
Infatti parlavo in termini non agonistici ora. E comunque sia, piccolissimo OT, tanta gente, me compreso, pur non avendo gare, imposta allenamenti quasi come un agonista.
La domanda che pongo allora: allenare le singole proprietà è piu vantaggioso di allenare
"tutte insieme" le capacità per avere un ottimizzazione degli esercizio?
dunque, quello che intendo io è che in una programmazione seria per un atleta che compete di solito, e ripeto DI SOLITO, si allenano sia le singole proprietà, facendo allenamenti selettivi, in modo tale da avere un incremento della performance su ognuna delle proprietà, sia facendo sessioni diciamo più complesse, che coniugano magari più tipologie, o addirittura, ma qui io mi fermo perché è il campo dei prepratori atletici, fare sessioni in cui le varie tipologie interferiscono tra loro di proposito o si susseguono secondo uno schema preciso, studiato a tavolino in base agli obiettivi e alle caratteristiche specifiche dell'atleta.
per psicologica non intendevo un aspetto-troppo- ampio come approccio alle gare e motivazione durante l'allenamento, ma semplicemente, la lucidità mentale in fase di stress fisico
Beh questa dovrebbe andare di pari passo con il progredire della preparazione, per questo è di solito molto poco produttivo mettere una sessione allenante complessa e ad alto stress a inizio preparazione. Inoltre quando si impostano sessioni per esempio di forza-resistenza con esercizi ad alta difficoltà motoria e che richiedono alta concentrazione, un allenatore dovrebbe concentrarsi molto su alcuni indicatori del livello di stress psicologico e/o psicomotorio.