Ar.Ma.
Difesa personale => Difesa Personale => Topic started by: The Spartan on April 20, 2011, 13:49:38 pm
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...o dell'approccio mentale.
L'espressione "muro di mattoni" (brickswall) va attribuita al defunto professor Randy Pausch, autore del bellissimo libro "L'ultima lezione".
Sostanzialmente il muro di mattoni è qualsiasi cosa (persona, oggetto, condizione) che si ponga sul nostro cammino, fra noi e un nostro obiettivo.
Ma qual'è il vero senso di questo muro di mattoni...beh, è semplice, i muri di mattoni, perchè probabilmente ne incontreremo diversi nella vita, servono a determinare quanto davvero vogliamo una cosa.
E questo concetto, pur se riprodotto in termini diversi, è quello che sta alla base del credo di molti maestri o istruttori.
Per convenienza e in parte attinenza mi limiterò alla realtà degli istruttori militari che, pur nn avendo l'esclusiva della cosa, rappresentano sicuramente il luogo dove l'idea è portata alla sua esasperazione nel senso migliore del termine.
Chi è appassionato di cose militari, dando un'occhiata proprio alla fresca serie di Discovery Channel sull'addestramento dei reparti militari più presenti nell'immaginario collettivo (https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=6663.0 (https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=6663.0)) potrà averne un'ulteriore prova.
In particolare, ripensando soprattutto a polemiche che si sono ripetute (e si ripeteranno... :'() spesso nei forum, mi ha colpito sentire in due occasioni distinte espressi i seguenti concetti, tenendo bene a mente che è gente preparata per andare dove volano pallottole vere:
"Vogliamo portarli ogni oltre limite immaginabile, perchè se saranno in grado di accettare questo, saranno pronti per tutto"
"Nn troveranno mai nella realtà (il senso è positivo) le stesse condizioni che noi gli riproduciamo in allenamento"
Ovviamente sapete che nn è nelle mie corde fare spot nè che impazzisca alla stretta connessione con l'universo militare (più per problemi di marketing che altro.... 8)), ma in questo caso nn posso che segnalare questo come l'esempio giusto da seguire.
Insomma, l'allenamento deve essere un lungo soggiorno in una zona di sconforto e a chi dice che bisogna divertirsi, ammesso che per qualcuno nn lo sia, direi che in questo caso il divertimento nn sta nel viaggio ma nella destinazione. :whistle:
A voi.
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quoto JS e mi quoto da altro 3d
Per il divertimento è un discorso spinoso, sicuramente la dp non deve essere divertente, dovrebbe comunque rappresentare un grosso momento di disagio, se voglio divertirmi cerco lo sport
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il discorso non fa una piega :thsit:
ma io faccio (o vorrei fare) sport :gh:
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Ma anche lì....io partite tornato a casa col mal di testa pochissime, allenamenti...... :-X
Idem quando mi alleno da solo a casa...ritrovarsi a quattro zampe ansimante nn è divertentissimo, ma io adoro quella zona...
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Ma anche lì....io partite tornato a casa col mal di testa pochissime, allenamenti...... :-X
Idem quando mi alleno da solo a casa...ritrovarsi a quattro zampe ansimante nn è divertentissimo, ma io adoro quella zona...
capisco perfettamente ... mi riferivo all'impegno legato alla DP
quindi una "diversa" destinazione :)
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l'allenamento alla dp dovrebbe proprio essere stressante per essere di crescita
il problema è che non ci si può stressare sempre, si rischia di implodere e di mollare tutto
per chi insegna e anche per chi si allena bisognerebbe lavorare a fasi[1]
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Più sudore in allenamento ....
... meno sangue in strada ....
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tutto sta nel cosa si vuole ottenere
per tanta gente, anche la DP è uno sport, un passatempo
chi la vive così non è certo disposta a sputare sengue in allenamento
per altri, è un'esigenza diversa
poi è anche vero che è dura dare il 110% in tutti tutti gli allenamenti...
a me spiegarono che per costruire una persona per un particolare scopo, prima bisogna smontarla, farla a pezzi. da li poi si ricostruisce come serve per lo scopo
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per seguire
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poi forse, se non si ha una buona motivazione, qualsiasi allenamento è troppo
anche il più blando a lungo andare stancherebbe
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Sul divertirsi:
Non ricordo piu' quale pugile disse (parafraso perche' non ricordo le parole esatte):
La boxe non e' sacrificio, perche' se la concepisci come sacrificio non arriverai mai lontano.
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beh ci si può anche divertire lavorando molto seriamente e sacrificandosi un po'
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Sul divertirsi:
Non ricordo piu' quale pugile disse (parafraso perche' non ricordo le parole esatte):
La boxe non e' sacrificio, perche' se la concepisci come sacrificio non arriverai mai lontano.
Quoto Mad.
I combattanti più pericolosi in assoluto sono quelli che adorano le botte, che si divertono a darle e prenderle.
Capisco che è strano da concepire, siamo abituati a vedere facce tese (e ci credo) e nervi altrettanto tirati da parte di atleti che vanno a cambattere su di un ring (si, lo sò che è diverso dalla DP, ma le mazzate sono vere anche lì), ma se riesco a ritrovare il nome di quel pugile che prima di salire nel quadrato sorrideva come un matto in preda ad un vero "delirio di divertimento" lo posto ..
Anche in quella serie tv "fino all'ultimo round" un pugile dice"ad un agonista non pesa alzarsi la mattina presto per allenarsi, lo fa con divertimento, non vede l'ora che suoni la sveglia, perchè se già l'idea di svegliarti presto ti pesa , non vai lontano"
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sì, ma pe la dp l'idea dovrebbe essee di mettere a disagio più di quanto ci si potrebbe trovare a disagio nella realtà
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L'allenamento è allenamento, pesa se ci si è costretti se lo si sceglie diventa una passione.
L'unico problema per me è la qualità dell'allenamento.
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sì, ma pe la dp l'idea dovrebbe essee di mettere a disagio più di quanto ci si potrebbe trovare a disagio nella realtà
mah...
l'apprendimento della tecnica vera e propria, preferisco farla in un clima piacevole
quindo si inizia a capirla e ad avere confidenza con la stessa si complicano un po' le cose in allenamento
poi per perfezionarla, collaudarla ed addestrarsi a usarla e a farla funzionare si, le peggiori condizioni possibili, anche psicologicamente
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sì, ma pe la dp l'idea dovrebbe essee di mettere a disagio più di quanto ci si potrebbe trovare a disagio nella realtà
mah...
l'apprendimento della tecnica vera e propria, preferisco farla in un clima piacevole
quindo si inizia a capirla e ad avere confidenza con la stessa si complicano un po' le cose in allenamento
poi per perfezionarla, collaudarla ed addestrarsi a usarla e a farla funzionare si, le peggiori condizioni possibili, anche psicologicamente
penso fosse sottinteso ... l'attenzione nella fase di apprendimento deve essere rivolta allo svilupparsi dell'azione, superare il muro viene dopo
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E' ovvio.
:thsit:
Per il resto Toney, per citare un pugile, ha sempre detto che lui odiava il suo allenamento e che ogni volta che si preparava per un match gli veniva un tale rodimento di culo da essere ai limiti della sociopatia...
Ma lo chiamavano Lights out.... 8)
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sì, ma pe la dp l'idea dovrebbe essee di mettere a disagio più di quanto ci si potrebbe trovare a disagio nella realtà
mah...
l'apprendimento della tecnica vera e propria, preferisco farla in un clima piacevole
quindo si inizia a capirla e ad avere confidenza con la stessa si complicano un po' le cose in allenamento
poi per perfezionarla, collaudarla ed addestrarsi a usarla e a farla funzionare si, le peggiori condizioni possibili, anche psicologicamente
penso fosse sottinteso ... l'attenzione nella fase di apprendimento deve essere rivolta allo svilupparsi dell'azione, superare il muro viene dopo
yes sir :thsit:
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E' ovvio.
:thsit:
Per il resto Toney, per citare un pugile, ha sempre detto che lui odiava il suo allenamento e che ogni volta che si preparava per un match gli veniva un tale rodimento di culo da essere ai limiti della sociopatia...
Ma lo chiamavano Lights out.... 8)
probabilmente chi lo allenava aveva notato la sua reazione stressata all'allenamento e lo faceva apposta... in quel caso, Toney sfogava rabbia e frustrazione sul ring.
ma per la dp, questo avrebbe un senso?
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ops... :-[
non ho sottointeso il sottendimento
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ops... :-[
non ho sottointeso il sottendimento
peccato che non conosci il barese... per me sarebbe più facile XD
dunque, io creo uno stato di frustrazione e rabbia in una persona, lo alleno a menare e lo mando sul ring.
in questo caso ho una macchina da pugni che reagisce sempre in egual modo allo stesso stimolo... ma siamo in un contesto sempre uguale.
nella dp, io creo uno stato di stress in una persona perchè questa possa (e parlo anche di ambito militare) adeguarsi a determinate sollecitazioni in più ambiti... qui non siamo su un ring, uno contro uno e con regole precise, ma in un contesto che deve farti ragionare in maniera veloce su una molteplicità di fattori.
giusto, no? ;D
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Da me vengono già sociopatici.... XD
Io li devo solo canalizzare.... 8)
Scherzi a parte, lo step obbligatorio è andare oltre quelli che credono essere i loro limiti....per fare questo la testa deve controllare il corpo e il primo modo per farlo è attraverso un allenamento fisicamente duro.
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Da me vengono già sociopatici....
Io li devo solo canalizzare....
mi troverei proprio bene da te :)
primo modo per farlo è attraverso un allenamento fisicamente duro
...ecco, lo sapevo che c'era la fregatura :dis:
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In particolare, ripensando soprattutto a polemiche che si sono ripetute (e si ripeteranno... :'() spesso nei forum, mi ha colpito sentire in due occasioni distinte espressi i seguenti concetti, tenendo bene a mente che è gente preparata per andare dove volano pallottole vere:
"Vogliamo portarli ogni oltre limite immaginabile, perchè se saranno in grado di accettare questo, saranno pronti per tutto"
"Nn troveranno mai nella realtà (il senso è positivo) le stesse condizioni che noi gli riproduciamo in allenamento"
Cito a memoria, da "On Combat" Grossman, che racconta di due marines (?) che si trovarono in una situazione moltomoltomolto di melma in Vietnam (?) ed uno disse all'altro"Oh, per fortuna che non siamo a Camp? (caserma dove si erano addestrati)"
carlo, se vi lamentate della cognata, aspettate a conoscere la suocera