Ar.Ma.
Martial Sharing => Interstile - discussioni in comune => Topic started by: Samurai77 on April 21, 2011, 00:14:32 am
-
È osservazione corrente, rilevare come, ai giorni nostri, vi sia una larghissima parte di uomini che affermano di aver compiuto atti, ricerche o esperienze ad essi, nella realtà, del tutto sconosciuti. Si comportano così perché, impressionando con le parole, nascondono la loro sostanziale povertà spirituale di cui potremmo anche dolerci se non dovessimo constatare che la generalizzata mancanza di senso critico, la scarsa volontà di approfondire le apparenze ed un crescente disimpegno culturale consentono loro di affermarsi progressivamente raggiungendo risultati che assolutamente non meriterebbero.
È a questo tipo di uomo che dobbiamo cercare di contrapporre una personalità che, pur cosciente dei propri limiti e pur pienamente convinta di non poter attingere la perfezione, si sforza ogni giorno di correggere i propri errori con pazienza e con umiltà.
Questo tipo di uomo deve costituire il nostro modello comportamentale e non solo per una forma di nostro, personale, arricchimento ma per dare un contributo concreto a modificare dal di dentro una società che sembra privilegiare sempre di più chi non merita. E necessario, in altri termini, essere uomini che sappiano dimostrare con i fatti le proprie capacità mettendo a frutto gli sforzi compiuti per acquisire conoscenze utili a sé stessi ed agli altri.
Importante, ed addirittura pregiudiziale, è avere la convinzione che la ricerca della perfezione nella coscienza della propria perfettibilità è possibile solamente quando il proprio livello culturale, inteso nel senso spirituale e non certo nozionistico del termine, è mantenuto alto.
Mantenere alto il proprio livello significa, soprattutto, ripercorrere continuamente il cammino intrapreso rivivendo sempre i vari momenti, i diversi gradi, le necessarie esperienze progressivamente vissute.
La ricerca di un vertice sempre più alto non farà diminuire, in questo modo, l'estensione della base di quella piramide con cui si può configurare la vita e la solidità della base è premessa di analoga forza della sommità: un punto estremo di cui si conosce l'esistenza ma che non si sa quanto in alto possa essere.
Sono queste le fondamenta ideologiche con cui affronto l'allenamento pienamente convinto, come sono, che esso rappresenti la visualizzazione di concetti interiori dai quali tutte le tecniche traggono un valore infinitamente più alto. Io spero che chi seguirà il mio manuale non perda mai di vista questa introduzione: in caso contrario farà solo dell'ottima ginnastica.
M° Hiroshi Shirai
cosa ne pensate?
-
L'ho letto molto velocemente, ma è un argomento interessante.
Concordo sul fatto che molte volte, praticanti e non, si fermano alle belle parole ma non vanno oltre queste.
La ricerca spirituale, in genere, dovrebbe essere un obiettivo che dovremmo porci tutti per migliorare.
-
secondo voi si può far coesistere, o addirittura è meglio, cercare di migliorarsi oltre che fisicamente, anche spiritualmente? per spiritualmente intendo una ricerca costante del miglioramente del se, del migliorarsi come persona, della ricerca di una stabilità nella pratica. ad esempio in molte palestre di sdc, questo aspetto sembra non preso in considerazione, ma io ho esempi concreti che ad un certo livello, questo tipo di ricerca, anche inconsciamente si fa, perchè la pratica dura, pesante, stancante, che ti porta ad essere madido di sudore e quasi in una sorta di trance, porta a quel migloramento non solo fisico ma anche mentale. Ho scritto velocemente e non so se sono riuscito a farmi capire, ma voi cosa ne pensate?
-
Io ho capito perfettamente[1]!
In fondo, anche se non si tratta nello specifico, negli SDC vengono da sè la disciplina, il rispetto per il maestro, i compagni e l'avversario, la voglia di migliorare e crescere insieme, la voglia di mettersi alla prova e superare i propri limiti[2]...
Queste cose poi si riflettono anche sul resto della propria vitsa, credo, tradotte in un maggior rispetto per gli altri, maggiore pazienza e fiducia in se stessi e determinazione[3].
-
Ho sempre notato che i più coglioni nella vita sono anche i più coglioni sulla materassina.
Qualcuno mi ha spesso ripetuto che il tatami tira fuori il peggio di noi. Per me non è vero: lì ci mostriamo semplicemente per quello che siamo davvero.
In tatami veritas...
-
Pure Shirai è divantato filosofo?
-
secondo voi si può far coesistere, o addirittura è meglio, cercare di migliorarsi oltre che fisicamente, anche spiritualmente? per spiritualmente intendo una ricerca costante del miglioramente del se, del migliorarsi come persona, della ricerca di una stabilità nella pratica. ad esempio in molte palestre di sdc, questo aspetto sembra non preso in considerazione, ma io ho esempi concreti che ad un certo livello, questo tipo di ricerca, anche inconsciamente si fa, perchè la pratica dura, pesante, stancante, che ti porta ad essere madido di sudore e quasi in una sorta di trance, porta a quel migloramento non solo fisico ma anche mentale. Ho scritto velocemente e non so se sono riuscito a farmi capire, ma voi cosa ne pensate?
Beh, in effetti non puoi migliorare la tua pratica se non migliori te stesso.
Se uno riesce ad essere più incisivo durante anche un semplice sparring, vorrà dire che è diventato più risoluto ed incisivo anche al di fuori della palestra, perchè (e concordo con chi l'ha già scritto) il tatami &/o ring è dove si trova la vera natura della persona (per le bottiglie di birra e vino c'è il pub, ma è un'altra storia).
-
Cmq la mente e il nostro io si rafforzano solo passando attraverso esperienze probanti...che sia una malattia, 5 piegamenti in più, un lutto, imho, nn c'è miglioramento possibile senza un muro di mattoni da attraversare e la voglia di attraversarlo.
-
credo di non aver capito bene l'argomento che intendete con "miglioramento spirituale"?
-
Per me è miglioramento "personale"...del modo di essere.
-
esempi?
-
Diventare meno lamentoso?
Dare il giusto peso alle cose?
???
-
:pla: capì