Ar.Ma.
Martial Sharing => Interstile - discussioni in comune => Topic started by: Giorgia Moralizzatrice on June 15, 2011, 09:11:47 am
-
Sto riflettendo su alcune mie azioni passate e volevo il vostro parere in merito alla questione sulla responsabilità di quanto viene detto da un'allievo.
La mia è l'ottica dell'allievo per cui quello che mi piacerebbe avere qui è il punto di vista di un maestro/istruttore/insegnante. Provo a spiegarmi: vi ritenete responsabili delle idee dei vostri allievi? Secondo me il mio maestro è responsabile (in parte) della mia preparazione ma non delle mie idee nei confronti dell'AM da lui trasmessa. Insomma rivendico il diritto di dire cazzate e di essere completamente responsabile di queste senza che qualcuno debba essere chiamato a giustificarmi o peggio ancora sia richiesto a lui spiegare il motivo per cui un suo allievo ha compiuto una determinata azione.. voi che ne pensate?
-
dipende molto dall'azione e dal pensiero espresso...dovresti essere più specifica...
-
infatti, forse dipende anche dalla situazione in cui viene espresso il persiero o eseguita l'azione
-
io di solito ho visto che:
"a maestri coglioni corrispondono allievi coglioni
a maestri non coglioni non sempre corrispondono allievi non coglioni"
quindi diciamo che non penso ci sia tutta questa responsabilità
-
L'allievo impara ciò che il Maestro insegna.
L'allievo entra in un dojo con una sua idea delle AM, che di solito è un mix di preconcetti e televisione, poi incontra la realtà del dojo, con le sue regole, la sua etichetta, le sue motivazioni alla pratica, se le accetta, si adegua a queste, se non le accetta, non prosegue lo studio.
Il Sensei, è Colui che conosce la Via, quindi mostra ai suoi allievi come percorrerla, qual'è la strada giusta e qual'è la strada sbagliata.
A me è capitato che un genitore sui 50 anni, sia venuto con il bambino perchè voleva che insegnassi al piccolo a picchiare gli altri, così lo avrebbero rispettato, io gli ho risposto che se non lo rispettano è colpa del piccolo, che non è rispettabile, nonché del genitore, che non gli ha insegnato ad esserlo.
Già questa, è una trasmissione di pensiero, di valori, di etica, di codice morale e comportamentale.
Io e solo io, sono responsabile della lezione che ho dato ad entrambi, ed io e solo io ne devo portare il peso, questo è uno degli aspetti dell'essere Maestro, se non lo vuoi, non insegnare.
Oppure insegna semplicemente a fare le gare, sicché ti limiti a dire questo ti da un punto, questo tre punti, questo una sanzione, poi fuori tu fai quello che vuoi, io ti insegno uno sport, nulla più.
-
dipende molto dall'azione e dal pensiero espresso...dovresti essere più specifica...
Beh in verità non vorrei essere molto specifica ma generalizzare il discorso,
Nel mio caso ho mosso una critica/perplessità relativamente a decisioni prese da una commissione nazionale e l'ho fatto in un posto sbagliato, solo dopo ho pensato che avrebbe potuto essere interpretato come qualcosa di irrispettoso e quindi che il mio (ex)maestro avrebbe potuto essere chiamato in causa a "dare conto" delle mie azioni. Insomma un discreto puttanaio, che mi è davvero dispiaciuto aver tirato in piedi e di cui non avevo valutato le ripercussioni. Diciamo che vorrei essere considerata l'unica responsabile delle mie idee.
Spero che così sia più chiaro...
-
infatti, forse dipende anche dalla situazione in cui viene espresso il persiero o eseguita l'azione
Al di fuori della palestra
-
Sei abbastanza grandicella da prenderti le tue responsabilità e pagare il prezzo dei tuoi errori, dunque fallo e basta.
-
@steno: quale parte di
Diciamo che vorrei essere considerata l'unica responsabile delle mie idee.
non è chiara?
-
Secondo me... quando si tratta di politica e AM, il discorso che sollvei si fa molto complesso - e "poco generalizzabile", imho.
In generale io penso comunque che se io dico "fai questo e quello e diverrai invincibile", allora sarei moralmente responsabile di aver detto questa cazzata. E in questo caso la mia responsabilità verso chi l'ho detta è molto grande.
-
Un buon maestro dovrebbe avere buon senso e sensibilità, in modo da distinguere ciò che insegna perchè è da insegnare rispetto alle proprie convinzioni, idee e conclusioni, tutte interessanti ma certamente parziali, quindi dovrebbe avere l'accortezza di evidenziare ciò che è programma da ciò che è personale.
Sulla sua resoponsabilità penso ci sia molto rischio ma poca possibilità di quantificare, perchè dipende dal grado di indipendenza e maturità dell'allievo, da quanto è suggestionabile e influenzabile o meno.
Le Arti Marziali hanno un ottimo vantaggio, ossia il fatto che si tratta di attività fisiche con una componente (quando sono ben fatte) inevitabile di dolore, quindi gran parte delle questioni trova risposta in quello, sono risposte incontrovertibili, la leva fa male, i colpi fanno male, per quello è meglio imparare bene a non prenderli eccetera.
Certo che poi c'è sempre il carisma e l'ascendente che il maestro ha sugli allievi, li si può insinuare la voglia di fare il santone, l'appagamento dell'ego che può certamente far danni.
Ma alla fine, siamo sempre tutti responsabili delle nostre scelte e convinzioni, così come delle nostre ignoranze.
-
@steno: quale parte di
Diciamo che vorrei essere considerata l'unica responsabile delle mie idee.
non è chiara?
Intendevo dire, che l'intenzione non è sufficente, deve seguire l'azione concreta.
Quoto anche dorje e ronin45, che esprimono il mio pensiero, con punti di vista differenti ma veritieri entrambi.
-
:'( Non mi sono spiegata...
Allora se io da allieva faccio una cazzata a livello di opinioni eretiche sul modo di intendere l'AM,ad esempio se dicessi che il fondatore era un noto bastardo figlio di buona donna, (non ho detto questo sia chiaro ma era per far capire il concetto) sarebbe giusto secondo voi chiamare a rapporto il mio maestro per capire la situazione? Per me no, ovvero la responsabilità delle mie idee deve essere unicamente mia.
-
Essere maestro/istruttore/insegnante/allenatore o quant'altro è difficile, quasi quanto è fare il genitore.
Tralasciando la parte tecnico-pratica (dove ognuno insegna quello che vuole), il maestro è una figura da imitare e seguire per molti allievi.
Personalmente tendo a non inserirmi mai nella vita privata dei miei allievi, almeno che loro non si confidino. In genere uso la filosofia "La vita è vostra e siete liberi di decidere: ma siate pronti a pagarne le conseguenze".
Però, quando sono in palestra, mi comporto esattamente come quando sono all'esterno, cercando di essere me stesso ed essere quello che chiamano "una brava persona ligia al dovere".
Credo che l'esempio, più che le parole, possa trasmettere cosa significhi "essere una brava persona ed un buon praticante di AM"
-
Secondo me in casi come questo se anche il Maestro non è responsabile del fatto è normalme che venga preso in causa da chi ascolta l'allievo.
Se tu hai detto a 4 altri maestri che Ueschiba era un ubriacone è certo che una delle domande che si pongono tali maestri è se queste parole vengono da te o dal tuo Maestro. Quindi io trovo corretto che la tua premessa dovrebbe sempre essere "Sto per dire una MIA opinione non quella del mio Maestro".
Ancora è diverso se tu poi hai offeso qualcuno entrando nel personale o in fatti legati strettamente ad una persona. In questo caso certamente il tuo Maestro non centra ma se non richiama il comportamento è un accettare implicitamente che il tale comportamento è lecito.
Di base però non è che riguarda per forza le AM...se un membro del gruppo di cui sono responsabile o di cui sono in ogni caso parte compie delle azioni riprovevoli...significa che un personaggio del genere è tollerato.
Se un mio Atleta è maleducato, violento o semplicemente uno stronzo gli faccio notare subito che la cosa non mi va bene perchè non amo passare ore del mio tempo libero con gente che non mi piace. Ora io non voglio correggere nessuno ne fare ilmaestor di vita ma credo che persone che non sonoin sintonia è meglio che tale sintonia o la trovino oppure che le strade si dividano.
-
:'( Non mi sono spiegata...
Allora se io da allieva faccio una cazzata a livello di opinioni eretiche sul modo di intendere l'AM,ad esempio se dicessi che il fondatore era un noto bastardo figlio di buona donna, (non ho detto questo sia chiaro ma era per far capire il concetto) sarebbe giusto secondo voi chiamare a rapporto il mio maestro per capire la situazione? Per me no, ovvero la responsabilità delle mie idee deve essere unicamente mia.
La responsabilità delle tue idee non può che essere tua.
Allo stesso modo, visto che le idee in questione sono specifiche, il tuo maestro dovrebbe essere almeno sentito, giusto per capire se e quanto possa aver contribuito nella loro formazione.
MA detto questo, al limite lui sarebbe un mediocre, ma sempre tua rimane la responsabilità, esattamente come se dicessi che gli asini volano o che fermi le pallottole con i denti, a prescindere da chi te lo abbia detto, tu e solo tu hai scelto di crederci facendo tue quelle idee.
-
Dunque, premesso che concordo con Clode e con la prima parte del msg di Dorje, i casi sono riassumibili come segue:
A) Il maestro è un pirla, l'allievo può:
1) essere già pirla, e in questo caso si troverà bene con tale maestro, anzi viene il sospetto che "si siano trovati"
2) essere persona in gamba, ma influenzabile (perché giovane, inesperiente, etc.) e diventare, per colpa/merito del suo maestro, a sua volta pirla
3) essere già pirla, e scoprire che c'è uno più pirla di lui (il suo maestro): ciò potrà portarlo a rendersi conto che non vuole più esserlo e cercare di migliorare, restare quello che è, peggiorare
B) Il maestro è in gamba, l'allievo può:
1) essere già in gamba, e in questo caso si troverà bene con tale maestro, anzi viene il sospetto che "si siano trovati"
2) essere in gamba ma trova uno più in gamba di lui, alché le strade sono: o migliora adeguandosi in meglio, o rimane tale, o sentendo la sproporzione come negativa peggiora un po'
3) essere pirla, in questo caso può capitare: o di essere raddrizzato dal maestro e messo sulla buona strada, o di finire per andarsene, in quanto non in linea col pensiero del maestro.
Per ora mi fermo...ma c'è anche il punto di vista del maestro nei confronti dell'allievo... XD
In questo si conclude che se si ha di fronte una persona con cervello, probabilmente si sarà posto le seguenti questioni, per cui di sicuro non sarà automatico addossare la colpa di certe affermazioni dell'allievo esclusivamente al maestro, o viceversa.
-
Dunque, premesso che concordo con Clode e con la prima parte del msg di Dorje, i casi sono riassumibili come segue:
A) Il maestro è un pirla, l'allievo può:
1) essere già pirla, e in questo caso si troverà bene con tale maestro, anzi viene il sospetto che "si siano trovati"
2) essere persona in gamba, ma influenzabile (perché giovane, inesperiente, etc.) e diventare, per colpa/merito del suo maestro, a sua volta pirla
3) essere già pirla, e scoprire che c'è uno più pirla di lui (il suo maestro): ciò potrà portarlo a rendersi conto che non vuole più esserlo e cercare di migliorare, restare quello che è, peggiorare
B) Il maestro è in gamba, l'allievo può:
1) essere già in gamba, e in questo caso si troverà bene con tale maestro, anzi viene il sospetto che "si siano trovati"
2) essere in gamba ma trova uno più in gamba di lui, alché le strade sono: o migliora adeguandosi in meglio, o rimane tale, o sentendo la sproporzione come negativa peggiora un po'
3) essere pirla, in questo caso può capitare: o di essere raddrizzato dal maestro e messo sulla buona strada, o di finire per andarsene, in quanto non in linea col pensiero del maestro.
Per ora mi fermo...ma c'è anche il punto di vista del maestro nei confronti dell'allievo... XD
In questo si conclude che se si ha di fronte una persona con cervello, probabilmente si sarà posto le seguenti questioni, per cui di sicuro non sarà automatico addossare la colpa di certe affermazioni dell'allievo esclusivamente al maestro, o viceversa.
Mi permetti la domanda del ciufolo:
Ma se il maestro è dritto e pesta il giovincello pirla... Questultimo rinsavisce o si impirlisce ancora di più?
-
Dunque, premesso che concordo con Clode e con la prima parte del msg di Dorje, i casi sono riassumibili come segue:
A) Il maestro è un pirla, l'allievo può:
1) essere già pirla, e in questo caso si troverà bene con tale maestro, anzi viene il sospetto che "si siano trovati"
2) essere persona in gamba, ma influenzabile (perché giovane, inesperiente, etc.) e diventare, per colpa/merito del suo maestro, a sua volta pirla
3) essere già pirla, e scoprire che c'è uno più pirla di lui (il suo maestro): ciò potrà portarlo a rendersi conto che non vuole più esserlo e cercare di migliorare, restare quello che è, peggiorare
B) Il maestro è in gamba, l'allievo può:
1) essere già in gamba, e in questo caso si troverà bene con tale maestro, anzi viene il sospetto che "si siano trovati"
2) essere in gamba ma trova uno più in gamba di lui, alché le strade sono: o migliora adeguandosi in meglio, o rimane tale, o sentendo la sproporzione come negativa peggiora un po'
3) essere pirla, in questo caso può capitare: o di essere raddrizzato dal maestro e messo sulla buona strada, o di finire per andarsene, in quanto non in linea col pensiero del maestro.
Per ora mi fermo...ma c'è anche il punto di vista del maestro nei confronti dell'allievo... XD
In questo si conclude che se si ha di fronte una persona con cervello, probabilmente si sarà posto le seguenti questioni, per cui di sicuro non sarà automatico addossare la colpa di certe affermazioni dell'allievo esclusivamente al maestro, o viceversa.
Mi permetti la domanda del ciufolo:
Ma se il maestro è dritto e pesta il giovincello pirla... Questultimo rinsavisce o si impirlisce ancora di più?
Penserà che, siccome le ha prese ed è gonfio come una zampogna, quella AM "non funziona" e cercherà quella più di moda :gh: :gh: :gh: 8) 8) 8) 8) :whistle: :whistle:
-
Try again, fail again fail better...
Allora se dico una cosa da molti considerata eretica (non offensiva sia chiaro) sono solo io la responsabile delle supposta eresia o pure il maestro dovrebbe rispondere del fatto? E soprattutto deve rispondere per spiegare il mio comportamento o pure lui potrebbe avere una responsabilità di rimbalzo?
Sostanzialmente tiene il parallelo: se il figlio è fuori dalle "regole" un po' colpa è dei genitori..
-
ora aggiungo le altre casistiche XD
-
Vorrei precisare che so di cosa Giorgia sta parlando..ma vorrei cmq dare una risposta cercando di non entrare direttamente in merito al suo esempio preciso, ma al discorso in generale.
Io credo che l'insegnante sia in parte responsabile di ciò che un proprio allievo fa anche al di fuori della Palestra..solo in minima parte per ciò che è legato alla vita privata..che aumenta se l'allievo è giovane, perchè tenderà molto di più ad imitarci, e diminuisce più è adulto, quindi responsabile e meno influenzabile dal suo insegnante..per quanto riguarda solo vita privata staccata dalle AM..in ogni caso se un mio allievo va in giro a bruciare le macchine non posso esserne responsabile, a meno che io non insegni qs..
Parlando di AM, argomenti legati alla pratica di altri, all'operato di altri che siano nella ns disciplina o in un altra, beh, li credo che un po' si debba fare attenzione...
Se scoprissi di avere un allievo che su internet scrive qlcs contro un altro CLUB, che si mette a criticare,a dare giudizi su maestri, insegnanti o semplicemente allievi di altri, o anche li stessi compagni..beh, diciamo che non mi farebbe piacere e accetterei assolutamente che un altro me lo venga a dire..perchè quello che sta facendo è molto legato alla pratica, ad alcuni principi che dovrebbero essere insegnati in Palestra.
Io insegno una certa disciplina che chi la riceve da quando è giovane sa portarla con se anche nella vita PVT, a chi è adulto insegno grande rispetto per tutti, coloro che sono nella mia ASS/FED e chi nn ne fa parte..ecc ecc, nn parlo mai e non critico mai l'operato degli altri, al massimo do delle valutazioni..le critiche le posso fare direttamente all'interessato, o in un gruppo di persone con la quale posso parlare di certe cose..
Mi è capitato di sentire un "mio genitore" lamentarsi perchè nel campionato junior c'erano bambini che erano figli di insegnanti e arbitri..una cosa che non sopporto..che colpa avranno mai ad essere nati figli di un insegnante di VVN..
Allora in palestra, dato che i bambini hanno ripetuto qs cosa mi sono molto arrabbiato dicendo che se sento ancora girare qs voce, soprattutto alle gare, impedirò di gareggiare a chi parla di qs cose...perchè se frasi del genere escono durante una gara e le sentono gli altri e si arriva al fatto che sono del mio Club, beh, qlcn mi verrà a dire "come mai girano qs voci nel tuo club?" e lo riterrei giusto..
Io spesso credo di avere qs problema..e quindi mi trattengo un po...
Chi sa chi sono e chi rappresento, ogni tanto, dipende da ciò che dico e come gira, decide di interpretare ciò che scrivo come pensiero di una ASSOCIAZIONE intera solo perchè ne sono il Segretario..quando scrivo riguardo qlcs che è strettamente di VOVINAM spesso mi vedo rispondere al PLURALE quindi conivolgendo TUTTI come se io in quel momento, nonostante utilizzi il mio nome o nick..ma facilmente riconoscibile nell'ambito delle AM Viet, stia per forza rappresentato un intera Arte Marziale..allora, rendendomi conto che è così che vanno le cose, cerco di dosare le cose e nn affrontare certi discorsi, non sempre ce la faccio...ho fatto molti errori a riguardo...
Da un lato nn è giusto..ma forse, nel momento in cui rivesti una carica devi anche essere maggiormente resposnabile..effettivamente l'allievo nn riveste nulla..
In ogni caso credo che sia troppo facile fare l'insegnante di AM e poi fregarsene e non volere alcuna responsabilità di quello che un proprio allievo fa al di fuori, anche se adulto..se si parla di Ex-Allievi la cosa ovviamente cambia.
Per terminare..esprire idee credo sia più che corretto..denigrare, critcare, dire cosa nn va e cosa va nei confronti di cmq ha svolto un lavoro, o cmq di nei confronti di chi in modo evidente ne sa più di te..beh, credo sia una cosa da dosare e magari non da Web, ma magari in privato.
Non è riferito a Giorgia in particolare...ma prendendo spunto da quello che era accaduto, dopo di lei qlcn ha esagerato un po (poi ha chiesto pubblicamente scusa), dando delle MOZZARELLE a gli altri praticanti..insomma, se un mio allievo si permettesse di andare a scrivere che gli atleti degli altri CLUB sono mozzarelle io lo spedisco in quel Club e glielo faccio dire da vivo ad alta voce..e accetterei che mi vengano a riprendere perchè ho un allievo che insulta gli altri sul WEB..la pratica delle AM è anche rispetto per il lavoro degli altri, e devo insegnarlo IO..nn deve semplicemente impararlo lui/lei..abbiamo 10 principi per il praticante da seguire..
N° 3:
Essere sempre uniti, rispettare i Maestri, gli anziani ed amare i condiscepoli
Dare delle mozzarelle ai condiscepoli nn UNIONE ne RISPETTO..a meno nn le dia materialmente ;D scusate, erax sdrammatizzare
Il n° 10:
Essere maestro di sè stesso, modesto, rispettoso, tollerante e progredire giudicando sè stesso
Prima di giudicare gli altri dedicarsi al giudizio di se stessi..ma nn vale dire sempre, ah, io sono un merda e lo ammetto..soprattutto se si deve giudicare qlcn che in modo evidente ne sa più di noi..
-
Try again, fail again fail better...
Allora se dico una cosa da molti considerata eretica (non offensiva sia chiaro) sono solo io la responsabile delle supposta eresia o pure il maestro dovrebbe rispondere del fatto?
Un eresia potrebbe essere solo una diversa opinione e modo di vedere le cose..credo sia solo tu responsabile..se però a qs si attaccano eventuali critiche, giudizi nel dettaglio, fino ad eventuali insulti o denigrazioni..beh, la cosa cambia, credopiù che altro che l'insegnante debba intervenire, se però sei adulto nn lo vedo così responsabile..boh, è difficile!
-
Sostanzialmente tiene il parallelo: se il figlio è fuori dalle "regole" un po' colpa è dei genitori..
mah, vero a metà...non si sta parlando di un bimbo di 3 anni, ma perlomeno di un adolescente.
Per l'esperienza che ho avuto io, gli allievi "fuori dalle regole" che avevano maestri in realtà in gamba se ne sono perlopiù andati da un'altra parte. Il maestro non c'ha perso in reputazione, c'ha perso l'allievo che è riumasto il pirla che era, pur avendo davanti l'occasione per migliorare.
-
Zia se tu dici una cosa su di una questione le opzioni sono 3:
1) E' un tuo pensiero.
2) Il pensiero lo riferisci, ma l'hai sentito altrove.
3) Parli per lavaggio di cervello.
In qualsiasi caso:
Tu l'hai detto, il culo messo in gioco è il tuo!
E' un pò come la barzelletta dell'Avvocato
Proietti Avvocato (https://www.youtube.com/watch?v=bt7bPS5gYEg#)
-
Vorrei precisare che so di cosa Giorgia sta parlando..ma vorrei cmq dare una risposta cercando di non entrare direttamente in merito al suo esempio preciso, ma al discorso in generale.
...
Prima di giudicare gli altri dedicarsi al giudizio di se stessi..ma nn vale dire sempre, ah, io sono un merda e lo ammetto..soprattutto se si deve giudicare qlcn che in modo evidente ne sa più di noi..
Scusami Vintò, è un bell'intervento, ma non sono riuscito a capirne il senso.
-
N° 3:
Essere sempre uniti, rispettare i Maestri, gli anziani ed amare i condiscepoli
Dare delle mozzarelle ai condiscepoli nn UNIONE ne RISPETTO..a meno nn le dia materialmente ;D scusate, erax sdrammatizzare
Non divaghiamo pero'... il post a cui ti riferisci (quello della persona che ha dato ad altri delle mozzarelle) non ha nulla a che vedere con quello di cui si parla in questo thread. Qui parliamo di una generica domanda (l'eresia), posta tra l'altro in tono educato.
-
Scusami Vintò, è un bell'intervento, ma non sono riuscito a capirne il senso.
Ops..in che senso? Ti è piaciuto (GRAZIE) ma nn lo hai capito?
Mhmh.. ??? forse perchè conosco l'argomento di cui Giorgia sta parlando..e non voglio entrarne troppo in merito..e forse sembra sia andato OT..boh, provo a spiegarti meglio se mi dici cosa nn hai capito..ciao! ;)
-
Non divaghiamo pero'... il post a cui ti riferisci (quello della persona che ha dato ad altri delle mozzarelle) non ha nulla a che vedere con quello di cui si parla in questo thread. Qui parliamo di una generica domanda (l'eresia), posta tra l'altro in tono educato.
Assolutamente, infatti l'ho scritto...però di "eresia" si parla ora, il 3D iniziale parlava di responsabilità di un maestro di ciò che un allievo scrive..
Riguardo all'eventuale "eresia" mi sono espresso diversamente infatti..
-
Scusami Vintò, è un bell'intervento, ma non sono riuscito a capirne il senso.
Ops..in che senso? Ti è piaciuto (GRAZIE) ma nn lo hai capito?
Mhmh.. ??? forse perchè conosco l'argomento di cui Giorgia sta parlando..e non voglio entrarne troppo in merito..e forse sembra sia andato OT..boh, provo a spiegarti meglio se mi dici cosa nn hai capito..ciao! ;)
No spetta, l'ho trovato un po' dispersivo e mi sono perso la conclusione.
-
certo.. se non ci fosse eresia nessuno si farebbe il problema di attribuire responsabilita' a qualcuno no?
Se scrivo "siamo tutti belli e bravi, e non ho dubbi sulla Correttezza di cio' che si fa" non credo che ci metteremo a parlare di responsabilita', perche' nessuno la leggera' come un affronto.
-
In ogni caso credo che sia troppo facile fare l'insegnante di AM e poi fregarsene e non volere alcuna responsabilità di quello che un proprio allievo fa al di fuori, anche se adulto..se si parla di Ex-Allievi la cosa ovviamente cambia.
Per terminare..esprire idee credo sia più che corretto..denigrare, critcare, dire cosa nn va e cosa va nei confronti di cmq ha svolto un lavoro, o cmq di nei confronti di chi in modo evidente ne sa più di te..beh, credo sia una cosa da dosare e magari non da Web, ma magari in privato.
Grazie del tuo punto di vista Vinh To.
Io penso sia difficilissimo fare l'insegnante e non credo che si debba accollare anche questa ulteriore responsabilità. Si può insegnare il rispetto e i principi ma non farsi carico del fatto che vengano recepiti.
Sulle critiche: io credo che tutti abbiano il diritto di farle (tenendo fermi il rispetto ovvio) anche se si è ad un livello di pratica o tecnico minore. Che sia una cosa da dosare è verissimo ma purtroppo la misura devo ancora impararla :-[
-
No spetta, l'ho trovato un po' dispersivo e mi sono perso la conclusione.
Azz..è vero, ho scritto una cosa pensando ad un discorso che nn ho fatto...
Allora..il finale nello specifico era riferito a portare critiche nei confronti di chi svolge un'attività che noi dall'esterno non siamo ancora in grado di giudicare...credo che anche il solo esprimere un parere su un argomento sul quale a tutti gli effetti non sono preparato vado contro quel principio...ecco, credo che un insegnate sia responsabile anche dell'insegnamento di qs principio..
-
No spetta, l'ho trovato un po' dispersivo e mi sono perso la conclusione.
Azz..è vero, ho scritto una cosa pensando ad un discorso che nn ho fatto...
Allora..il finale nello specifico era riferito a portare critiche nei confronti di chi svolge un'attività che noi dall'esterno non siamo ancora in grado di giudicare...credo che anche il solo esprimere un parere su un argomento sul quale a tutti gli effetti non sono preparato vado contro quel principio...ecco, credo che un insegnate sia responsabile anche dell'insegnamento di qs principio..
In questo frangente, dipende solo ed esclusivamente dal punto di vista, ma non puoi pretendere che uso un metro altrui per esprimere le mie perplessità.
Va dà sè che come un diamante, la verità ha più facce, quindi ognuno ne ammira una.
-
Grazie del tuo punto di vista Vinh To.
Io penso sia difficilissimo fare l'insegnante e non credo che si debba accollare anche questa ulteriore responsabilità. Si può insegnare il rispetto e i principi ma non farsi carico del fatto che vengano recepiti.
Sulle critiche: io credo che tutti abbiano il diritto di farle (tenendo fermi il rispetto ovvio) anche se si è ad un livello di pratica o tecnico minore. Che sia una cosa da dosare è verissimo ma purtroppo la misura devo ancora impararla :-[
Prego...
Sostengo tu abbia AMPIAMENTE capito il punto.
Certo, non posso caricarmi di troppe responsabilità, posso però poi dirti, nel caso fossi il tuo insegnante, che secondo me quello che hai fatto andava bene..e che magari mi ha messo in imbarazzo nei confronti di colleghi..
Riguardo alle critiche, che ovviamente considero solo quelle senza l'insulto, credo tu abbia capito anche li..il DOSATORE ;)
Non credo di essere permaloso..ma ammetto che non accetto molto il fatto che un allievo mi venga a dire che non ho fatto la cosa corretta, oppure non l'ho fatta bene quando si tratta del mio lavoro sul quale ho una netta esperienza in più del mio allievo, nn so se mi spiego..soprattutto se la critica nn mi viene posta a 4occhi..ma sul WEB...perchè se mi fosse posta dal vivo ne accetterei la franchezza e potrei parlarne e capire cosa c'è che non va, il web per prima cosa mette all'occhio di tutti prima la critica..poi l'eventuale replica non assume l'importanza che dovrebbe..infatti era intervenuto un esterno, che poi è un utente del Forum, che GIUSTAMENTE aveva detto che non stavamo dando un una buona impressione..capisci?
Cmq io sto rispondendo con molta chiarezza e considero la cosa molto superata..forse è anche giusto avvengano certe cose per imparare a capirsi meglio...forse bisognerebbe però confrontarsi di più dal vivo!
-
Sto riflettendo su alcune mie azioni passate e volevo il vostro parere in merito alla questione sulla responsabilità di quanto viene detto da un'allievo.
La mia è l'ottica dell'allievo per cui quello che mi piacerebbe avere qui è il punto di vista di un maestro/istruttore/insegnante. Provo a spiegarmi: vi ritenete responsabili delle idee dei vostri allievi? Secondo me il mio maestro è responsabile (in parte) della mia preparazione ma non delle mie idee nei confronti dell'AM da lui trasmessa. Insomma rivendico il diritto di dire cazzate e di essere completamente responsabile di queste senza che qualcuno debba essere chiamato a giustificarmi o peggio ancora sia richiesto a lui spiegare il motivo per cui un suo allievo ha compiuto una determinata azione.. voi che ne pensate?
Un individuo fragile attira altri individui fragili.
Un individuo diversamente fragile lavora anche per migliorare la predisposizione dei suoi allievi.
Ci si lamenta che il mondo marziale sia pieno di esaltati,ma si dimentica che tutto nasce da una fragilità di base.
Sta all'allievo cercare un insegnante di arti marziali (o quel che sia) e non un maestro di vita,ma capita troppo spesso il contrario
Degli insegnanti che ho conosciuto,quelli che parlavano troppo erano quelli che avevano meno da offrire..
Un insegnante può dire quello che vuole,se non condivido o alzo i tacchi e me ne vado o prendo solo quello che marzialmente m'interessa.
La colpa però non è dell'insegnante che può blaterale quello che vuole,ma dell'allievo che molto spesso completa o deforma quello che gli viene detto e lo porta nel suo personalissimo universo di seghe mentali.
In fin dei conti la verà responsabilità del maestro è di circondarsi di individui non all'altezza e ...capita anche ai migliori
-
In fin dei conti la verà responsabilità del maestro è di circondarsi di individui non all'altezza e ...capita anche ai migliori
Quotone pre-pranzo per il concetto..!
-
Allora..il finale nello specifico era riferito a portare critiche nei confronti di chi svolge un'attività che noi dall'esterno non siamo ancora in grado di giudicare...credo che anche il solo esprimere un parere su un argomento sul quale a tutti gli effetti non sono preparato vado contro quel principio...ecco, credo che un insegnate sia responsabile anche dell'insegnamento di qs principio..
Non credo di essere permaloso..ma ammetto che non accetto molto il fatto che un allievo mi venga a dire che non ho fatto la cosa corretta, oppure non l'ho fatta bene quando si tratta del mio lavoro sul quale ho una netta esperienza in più del mio allievo, nn so se mi spiego
Ti spieghi.
A parte che quanto dici non puo' riferirsci al fatto a cui alludi, dato che non c'erano critiche, ma solo una domanda...
il problema di fondo in questo discorso e' rifiutare a priori la possibilita' di un confronto, in funzione del fatto che un esterno non ha diritto di esprimere opinioni perche' non e' in grado di capire. Se non si vuole che il resto del mondo possa dire la sua lo si lascia fuori, si fa tutto a porte chiuse e si risolve il problema, no?
infatti era intervenuto un esterno, che poi è un utente del Forum, che GIUSTAMENTE aveva detto che non stavamo dando un una buona impressione..capisci?
Invece non capisco il riferimento a questa cosa, dato che l'esterno che era intervenuto e che citi, non avanzava critiche alla domanda posta ma criticava i toni e i metodi con cui erano state date le risposte, quindi non vedo il nesso con quanto si discute qui.
-
Dunque, premesso che concordo con Clode e con la prima parte del msg di Dorje, i casi sono riassumibili come segue:
A) Il maestro è un pirla, l'allievo può:
1) essere già pirla, e in questo caso si troverà bene con tale maestro, anzi viene il sospetto che "si siano trovati"
2) essere persona in gamba, ma influenzabile (perché giovane, inesperiente, etc.) e diventare, per colpa/merito del suo maestro, a sua volta pirla
3) essere già pirla, e scoprire che c'è uno più pirla di lui (il suo maestro): ciò potrà portarlo a rendersi conto che non vuole più esserlo e cercare di migliorare, restare quello che è, peggiorare
B) Il maestro è in gamba, l'allievo può:
1) essere già in gamba, e in questo caso si troverà bene con tale maestro, anzi viene il sospetto che "si siano trovati"
2) essere in gamba ma trova uno più in gamba di lui, alché le strade sono: o migliora adeguandosi in meglio, o rimane tale, o sentendo la sproporzione come negativa peggiora un po'
3) essere pirla, in questo caso può capitare: o di essere raddrizzato dal maestro e messo sulla buona strada, o di finire per andarsene, in quanto non in linea col pensiero del maestro.
Per ora mi fermo...ma c'è anche il punto di vista del maestro nei confronti dell'allievo... XD
In questo si conclude che se si ha di fronte una persona con cervello, probabilmente si sarà posto le seguenti questioni, per cui di sicuro non sarà automatico addossare la colpa di certe affermazioni dell'allievo esclusivamente al maestro, o viceversa.
Amen
-
Comunque il mio 3d parte da un certo episodio ma vorrei che le considerazioni fossero generali.
@Vinh To: sul parlarne a voce è sacrosanto ma non sempre se ne ha la possibilità e quindi utilizzo (a volte in modo impulsivo) gli strumenti a mia disposizione (sono una testa dura ma poi capisco e ammetto quando sbaglio)
-
A parte che quanto dici non puo' riferirsci al fatto a cui alludi, dato che non c'erano critiche, ma solo una domanda...
Mh, nn proprio delle domande, erano delle critiche riferite ai riultati ottenuti da alcuni atleti..ma lascerei perdere perchè come ho detto per me è chiusissima la cosa e sorattutto dimenticata, nn mi porto dietro qs cose. Non era d'accordo come Giorgia si fosse espressa, l'ho detto..ma chiuso, come vedi discuto con Giorgia senza problema acluno e soprattutto nn pensado a quella cosa, che se nn l'avesse tirata fuori di nuovo con il 3D per me era rimossa totalmente!
Citazione da: Vinh Tô [Việt Võ Sì] - Oggi alle 12:57:25
infatti era intervenuto un esterno, che poi è un utente del Forum, che GIUSTAMENTE aveva detto che non stavamo dando un una buona impressione..capisci?
Invece non capisco il riferimento a questa cosa, dato che l'esterno che era intervenuto e che citi, non avanzava critiche alla domanda posta ma criticava i toni e i metodi con cui erano state date le risposte, quindi non vedo il nesso con quanto si discute qui.
era riferito al fatto che quando si vuole discutere di alcuni argomenti che sono molto "interni" magari prima sarebbe corretto farlo con le persone direttamente interessate e non con tutti in un post pubblico..perchè poi spesso accade che da quello che si scrive ci si interpreta male, molto male, e non si da una bella immagine all'esterno...qs nn vuol dire tenere le cose all'oscuro, ma se ho un "problema" in casa mia prima ne parlo con chi in casa mia ci sta e non vado prima a dirlo a portinaio (in qs caso facebook)...qs è il sapersi rapportare con le persone, parlare faccia a faccia e sempre e solo ed esclusivamente dietro ad uno schermo!
@Vinh To: sul parlarne a voce è sacrosanto ma non sempre se ne ha la possibilità e quindi utilizzo (a volte in modo impulsivo) gli strumenti a mia disposizione (sono una testa dura ma poi capisco e ammetto quando sbaglio)
Ripeto..sei stata molto onesta...ho criticato il tuo intervento, te l'ho detto..ma hai anche saputo fare marcia indietro..credo che sia un ottimo passo..ma ripeto, sicuramente era più sbagliato il luogo che quello che hai scritto..diciamo che chiunque avrebbe preferito parlare di una cosa del genere magari dal vivo..oppure più privatamente..perchè tu che cmq sei stata garbata, ma hai dato adito ad altri, che lo sono stati meno, di dire quello che volevano innescando un qlcs che sicuramente nn avresti voluto fare...e ovviamente facendo anche un po' irritare coloro che erano stati tirati in mezzo, in modo ingiusto a mio modo di vedere...ma STOP..credo si impari anche da qs cose!
-
credo si impari anche da qs cose!
Quoto!!
Una domanda generale ma sempre rimanendo in tema... se un vostro allievo non ha recepito la "marzialità" (includo in questo l'umiltà, il rispetto, l'atteggiamento verso la pratica) che voi cercate di trasmettere vi sentiti "delusi" dall'allievo e "falliti" nel ruolo di insegnante?
-
Mh, nn proprio delle domande, erano delle critiche riferite ai riultati ottenuti da alcuni atleti..
No :). Se non ti ricordi bene la faccenda ti mando la discussione in pvt e continuiamo li, altrimenti buona cosi'. (vale anche per l'altro commento sotto)
-
credo si impari anche da qs cose!
Quoto!!
Una domanda generale ma sempre rimanendo in tema... se un vostro allievo non ha recepito la "marzialità" (includo in questo l'umiltà, il rispetto, l'atteggiamento verso la pratica) che voi cercate di trasmettere vi sentiti "delusi" dall'allievo e "falliti" nel ruolo di insegnante?
Mi dispiace, mi interrogo su cosa posso fare di più, ma non mi sento fallito come insegnante.
Io sono un sostenitore della responsabilità individuale, mi provoca fastidio la ricerca esterna delle responsabilità (la società, lo stato, la sfiga, il mondo cattivo ecc) perchè trovo che sia troppo spesso l'alibi più comodo.
Non ho facoltà di intervenire nella natura di una persona, posso aiutare, esporre il mio pensiero e provare a convincere, ma la natura delle persone non si cambia, quindi non credo si possa inculcare il senso di responsabilità, il rispetto o il senso civico, si può dare buon esempio, fare tutto il possibile per guadagnare rispetto, ma alcune caratteristiche delle persone superano la possibilità di essere modificate.
Ma penso anche che, se mantengo retta la mia condotta, l'allievo inadatto si allontanerà, non si sentirà "a casa sua" e smetterà o cercherà altrove una situazione e un ambiente più congeniali, credo molto nella selezione naturale.
-
Una domanda generale.. se un vostro allievo non ha recepito la "marzialità" (includo in questo l'umiltà, il rispetto, l'atteggiamento verso la pratica) che voi cercate di trasmettere vi sentiti "delusi" dall'allievo e "falliti" nel ruolo di insegnante?
Credo di si, entrambe le cose..ovviamente in quel frangente, perchè poi di sicuro ci sono tutte le altre situazioni positive che bilanciano ampiamente, ma sta di fatto che cmq cerco di fare in modo che qs nn avvenga..perchè fa parte del percorso di insegnamento.
In quanto tempo si vuole che qs cosa venga recepita? E' come una tecnica, nn è che mi sento deluso se un mio allievo nn sa una tecnica dopo poco che l'ha imparata, lo sono se nn la sa fare dopo anni che l'ha imparata, quindi è rapportato agli anni di pratica.
Purtroppo ho "fallito" con tanti ragazzi giovani che avrebbero avuto bisogno di qs, ma perchè hanno smesso prima di poter maturare, quindi sono deluso ma nn mi sento fallito..nn c'è stato il tempo materiale per poter sistemare le cose..diverso è se dovessi scoprire che un mio "vecchio" allievo non ha ancora capito qs cose..li c'è delusione e fallimento..ma riparabile..quindi si può recuperare..però in alcuni casi qs recupero è un fallimento perchè potrebbe volere dire risolverlo non avendolo più come atleta...che spesso è la cosa migliore, però resta un piccolo fallimento.
Mh, nn proprio delle domande, erano delle critiche riferite ai riultati ottenuti da alcuni atleti..
No :). Se non ti ricordi bene la faccenda ti mando la discussione in pvt e continuiamo li, altrimenti buona cosi'. (vale anche per l'altro commento sotto)
No, non ho la copia di quella discussione, non la voglio riaprire e potrei anche ricordarla male in qs momento, nn per nulla all'inizio ho voluto specificare di non volere essere influenzato dal fatto di conoscere l'argomento..non capisco perchè tu ti voglia ostinare su un qlcs che è passato e dove non hai neppure partecipato, se non solo in modo visivo ovviamente..
Io quello che dovevo dire a Giorgia l'ho detto e l'ho detto su quel post, in quel momento lo avevo letto bene e ho risposto in base a quello che c'era scritto..ora è inutile cercare di farmi rispondere su una cosa che non mi frega nulla di voler riportare alla luce.
Non capisco cosa sia l'altro "commento sotto" al quale ti riferisci..
Ricordo quale era stato l'intervento dell'utente del Forum e mi rircordo bene cose gli ho risposto..
-
Concordo sul tuo punto di vista Ronin..
Provo ad estendere ulteriormente il discorso se per marzialità includiamo anche la parte "filosofica" ovvero di AM come via da seguire e insieme di valori/principi il non riuscire a trasmetterla ha qualche ricaduta nel rapporto allievo/maestro?
-
Provo ad estendere ulteriormente il discorso se per marzialità includiamo anche la parte "filosofica" ovvero di AM come via da seguire e insieme di valori/principi il non riuscire a trasmetterla ha qualche ricaduta nel rapporto allievo/maestro?
NO! Sono percorsi molto personali qs.
-
Per parte mia può avere solo ricadute positive.
Se ragiona da coglione, non si troverà bene con me e se ne andrà, col risultato che me ne sarò liberato.
Se ha un modo differente di pensare, se si è formato una filosofia propria, sarà stimolante il confronto, mi offrirà nuovi spunti di riflessione e nuove prospettive da cui guardare le cose, quindi mi arricchisce.
Se si beve tutto quello che penso e credo, se mi diventa copia carbone, sarà una noia mortale, come parlar da soli. ;)
-
Una domanda generale.. se un vostro allievo non ha recepito la "marzialità" (includo in questo l'umiltà, il rispetto, l'atteggiamento verso la pratica) che voi cercate di trasmettere vi sentiti "delusi" dall'allievo e "falliti" nel ruolo di insegnante?
Credo di si, entrambe le cose..ovviamente in quel frangente, perchè poi di sicuro ci sono tutte le altre situazioni positive che bilanciano ampiamente, ma sta di fatto che cmq cerco di fare in modo che qs nn avvenga..perchè fa parte del percorso di insegnamento.
In quanto tempo si vuole che qs cosa venga recepita? E' come una tecnica, nn è che mi sento deluso se un mio allievo nn sa una tecnica dopo poco che l'ha imparata, lo sono se nn la sa fare dopo anni che l'ha imparata, quindi è rapportato agli anni di pratica.
Purtroppo ho "fallito" con tanti ragazzi giovani che avrebbero avuto bisogno di qs, ma perchè hanno smesso prima di poter maturare, quindi sono deluso ma nn mi sento fallito..nn c'è stato il tempo materiale per poter sistemare le cose..diverso è se dovessi scoprire che un mio "vecchio" allievo non ha ancora capito qs cose..li c'è delusione e fallimento..ma riparabile..quindi si può recuperare..però in alcuni casi qs recupero è un fallimento perchè potrebbe volere dire risolverlo non avendolo più come atleta...che spesso è la cosa migliore, però resta un piccolo fallimento.
Delusione da aspettative mancate o dalla persona/allievo?
-
Se si beve tutto quello che penso e credo, se mi diventa copia carbone, sarà una noia mortale, come parlar da soli. ;)
:D esatto...
Delusione da aspettative mancate o dalla persona/allievo?
Credo dipenda dalle situazioni. In alcune potrebbe essere entrambe, però devodire che alla fine non l'ho mai davvero provata qs situazione, perchè gli eventi riconducibile a qs argomento sono stati pochi e cmq con persone con la quale non avevo formato nulla.
Credo che il "problema" sia con allievi di vecchia data...e li fortunatamente non mi è mai successo.
-
Se vogliamo, il fallimento lo proverei qualora non ci avessi nemmeno provato, in quel caso si, sarebbe un fallimento come insegnante e, ancor più, come persona.
In generale, mi irritano i confronti che giustificano i rancori, il tipo che prende la multa e si incazza col vigile perchè l'ha data a lui e non agli altri cinque in doppia fila come lui, per me è un ipocrita e mi fa più rabbia del vigile.
Per quanto ne sò io (e lui) può essere che lui sia li ogni giorno e il vigile non ne possa più, così come gli altri può essere che sia la prima volta che lo fanno, ma anche solo un fatto di simpatia, non me ne preoccupo, perchè il punto è l'infrazione, che non è meno grave perchè l'hanno fatta in tanti.
Il piagnone, farebbe bene a parcheggiare come si deve, altro che balle, altro che guardare a cosa fanno gli altri.
Per la stessa ragione, con uno le cose vanno bene, ma nessuno dice che debbano andare bene sempre e con tutti, siamo individui e come tali ci comportiamo, se così non fosse, oggi sarei sposato con la mia prima fidanzatina, mentre ne sono passate più di una prima di incontrare mia moglie, e non erano tutte stronze le altre, semplicemente non erano "quella giusta".
Quello che voglio dire è che, mi preoccupo delle "mie" azioni e intenzioni, cerco di essere a posto con la "mia" coscienza, non con quella degli altri.
Per cui, non considero fallimento il "non essere riuscito a..." ma considero fallimento il "non averci nemmeno provato".
-
Se vogliamo, il fallimento lo proverei qualora non ci avessi nemmeno provato, in quel caso si, sarebbe un fallimento come insegnante e, ancor più, come persona.
In generale, mi irritano i confronti che giustificano i rancori, il tipo che prende la multa e si incazza col vigile perchè l'ha data a lui e non agli altri cinque in doppia fila come lui, per me è un ipocrita e mi fa più rabbia del vigile.
Per quanto ne sò io (e lui) può essere che lui sia li ogni giorno e il vigile non ne possa più, così come gli altri può essere che sia la prima volta che lo fanno, ma anche solo un fatto di simpatia, non me ne preoccupo, perchè il punto è l'infrazione, che non è meno grave perchè l'hanno fatta in tanti.
Il piagnone, farebbe bene a parcheggiare come si deve, altro che balle, altro che guardare a cosa fanno gli altri.
Per la stessa ragione, con uno le cose vanno bene, ma nessuno dice che debbano andare bene sempre e con tutti, siamo individui e come tali ci comportiamo, se così non fosse, oggi sarei sposato con la mia prima fidanzatina, mentre ne sono passate più di una prima di incontrare mia moglie, e non erano tutte stronze le altre, semplicemente non erano "quella giusta".
Quello che voglio dire è che, mi preoccupo delle "mie" azioni e intenzioni, cerco di essere a posto con la "mia" coscienza, non con quella degli altri.
Per cui, non considero fallimento il "non essere riuscito a..." ma considero fallimento il "non averci nemmeno provato".
Sì, pure io credo che il vero fallimento è non provarci.
Concordo sul tuo punto di vista Ronin..
Provo ad estendere ulteriormente il discorso se per marzialità includiamo anche la parte "filosofica" ovvero di AM come via da seguire e insieme di valori/principi il non riuscire a trasmetterla ha qualche ricaduta nel rapporto allievo/maestro?
Quì, per me, entriamo nel campo del saper essere una figura di riferimento: non tutti possono essere un riferimento, altrimenti saremmo tutti individui alfa (tralasciamo la questione preparazione).
Io credo che il fallimento dei principi nasca quando non sei riuscito a renderli tuoi, ma è anche ovvio che io non posso interiorizzarli come il meccanico o come te Zia.
-
Il confronto è un modo di crescere, si vede quello che ci circonda, lo si giudica e da questo si impara. Secondo me è impossibile guardare solo la propria pratica perchè la crescita dipende dal contesto in cui sei inserito... poi certo questo non significa adottare un atteggiamento da piagnone...
@Gelo: non sto parlando di essere una figura di riferimento ma del fatto di insegnare anche la "via dell'arte marziale" (qualsiasi cosa voglia dire :=) )
-
Per fare un esempio, io sono cresciuto in un contesto difficile e pericoloso, convivendo con figli di mafiosi , balordi e malavitosi, vedendo amici finire in malavita, nella droga, qualcuno anche peggio.
Ciò nonostante ho fatto delle scelte, senza farmi schiacciare ma senza entrare in alcun giro, sono addirittura finito nella Polizia da militare, studiando e scegliendo i miei percorsi, tortuosi, incasinati, ma mai fuorilegge.
Il contesto suggerisce possibilità, buone o cattive, mostra percorsi più o meno facili, ma poi occorre sempre scegliere, utilizzare il proprio raziocinio e il proprio arbitrio.
Anche la curiosità di sapere, di studiare, di informarsi, è una scelta che si fa, decidendo se fare o no quella fatica, oppure nessuno scrittore uscirebbe da contesti degradati.
Io credo che, se la si smettesse di cercare altrove i colpevoli di ciò che ci accade, se facessimo a noi stessi il processo, prima che a chiunque altro, forse daremmo a noi stessi la possibilità di intervenire nell'unica area di intervento possibile, noi stessi appunto, perchè se tizio è uno stronzo, io non ho gli strumenti per cambiarlo, nemmeno se passo anni a raccontare al mondo quanto sia stronzo e quanto mi abbia fregato, anni che non avrò impiegato a capire quanto sono stato pirla io a farmi fregare, così che ci sarà sempre un nuovo stronzo nella mia vita, perchè continuerò ad essere pirla non avendo affrontato e risolto il problema.
Il guaio è che, piuttosto che condannare noi stessi, siamo pronti a prendercela con chiunque, con qualsiasi cosa, istituzione o struttura, persino con la sfiga.
Beh, io da anni ho iniziato a prendermela con me, per ogni cosa, vivendo molto meglio, senza rancori inutili e senza sprecare energie inutili nella ricerca delle cause di ciò che mi accade, se sono idiota o ingenuo e ne pago il prezzo, provo a essere meno idiota e meno ingenuo, non perdo più tempo a trasformare la merda in cioccolato.
Se aiuto qualcuno lo faccio per me stesso, per non essere a disagio con me stesso, in modo da non aspettarmi nulla in cambio, se non da me stesso appunto.
Non sò se sia la via più giusta, ma da quando vivo così, vivo molto meglio.
-
Concordo sul tuo punto di vista Ronin..
Provo ad estendere ulteriormente il discorso se per marzialità includiamo anche la parte "filosofica" ovvero di AM come via da seguire e insieme di valori/principi il non riuscire a trasmetterla ha qualche ricaduta nel rapporto allievo/maestro?
Allora, per capire il mio punto di vista, credo sia necessario ricordare quello che disse il compianto M° Santino Marcotulli: "ogni allievo ha il maestro che si merita", ma anche la frase:"la più grande virtù di un allievo, è sapersi scegliere il Maestro".
Se andiamo un po a logica, prendendo spunto da questo grande Aikidoka, possiamo dire che un esaltato che si crede rambo e commando e lui è il meglio dei corpi speciali messi assieme, non andrà mai a fare aikido o tai-ci, ne andrà mai dove la parte di combattimento è solo di tipo sportivo, di sicuro non a pieno contatto.
Mentre uno tipo Luca Bagnoli, se non sei un Maestro votato allo sportivo, non ritiene ci sia nulla per cui valga la pena di sudare.
Arriviamo infine ad altri, che se non c'è una nettissima connotazione tradizionalista, cioè una Via Marziale, con principi, etica e valori, non la ritiene una cosa seria, poi che si facciano anche alcune gare, può essere ininfluente, tanto se non ha voglia non le fa e basta.
Inequivocabile quindi, che già la linea imposta al dojo dal Maestro, attira un certo tipo di allievi e ne allontana altri, proprio in virtù di quanto sopra.
Evidente quindi, che la trasmissione del DO è contestuale a quella tecnica, il fatto che il maestro non riesca a trasmetterla vuol dire secondo me solo due cose...
Il maestro non sa trasmettere, quindi non sa insegnare, oppure l'allievo non sa recepire, quindi potrebbe non essere allievo adatto al dojo, io ne ho avuto uno, che pretendeva di venirmi ad insegnare lui, perchè secondo lui è necessario così e non colà.
Dopo avergli ripetuto più volte, che la Via è una, non modificabile, ed aver anche avuto a che ridire sull'esecuzione di un kata, perchè a lui piace di più una diversa di sua invenzione, gli ho detto che, essendo quella l'ultima lezione del mese, era pregato di non presentarsi più, visto che lui non aveva nulla da imparare da me.
Cosa triste, che capitò un paio di volte anche al mio maestro, quindi come vedi, la ricaduta nel rapporto allievo\maestro c'è, e si risolve con l'abbandono dell'avvievo, che cerca una cosa più adatta a se. :)
-
Concordo sul tuo punto di vista Ronin..
Provo ad estendere ulteriormente il discorso se per marzialità includiamo anche la parte "filosofica" ovvero di AM come via da seguire e insieme di valori/principi il non riuscire a trasmetterla ha qualche ricaduta nel rapporto allievo/maestro?
Allora, per capire il mio punto di vista, credo sia necessario ricordare quello che disse il compianto M° Santino Marcotulli: "ogni allievo ha il maestro che si merita", ma anche la frase:"la più grande virtù di un allievo, è sapersi scegliere il Maestro".
Se andiamo un po a logica, prendendo spunto da questo grande Aikidoka, possiamo dire che un esaltato che si crede rambo e commando e lui è il meglio dei corpi speciali messi assieme, non andrà mai a fare aikido o tai-ci, ne andrà mai dove la parte di combattimento è solo di tipo sportivo, di sicuro non a pieno contatto.
Mentre uno tipo Luca Bagnoli, se non sei un Maestro votato allo sportivo, non ritiene ci sia nulla per cui valga la pena di sudare.
Arriviamo infine ad altri, che se non c'è una nettissima connotazione tradizionalista, cioè una Via Marziale, con principi, etica e valori, non la ritiene una cosa seria, poi che si facciano anche alcune gare, può essere ininfluente, tanto se non ha voglia non le fa e basta.
Inequivocabile quindi, che già la linea imposta al dojo dal Maestro, attira un certo tipo di allievi e ne allontana altri, proprio in virtù di quanto sopra.
Evidente quindi, che la trasmissione del DO è contestuale a quella tecnica, il fatto che il maestro non riesca a trasmetterla vuol dire secondo me solo due cose...
Il maestro non sa trasmettere, quindi non sa insegnare, oppure l'allievo non sa recepire, quindi potrebbe non essere allievo adatto al dojo, io ne ho avuto uno, che pretendeva di venirmi ad insegnare lui, perchè secondo lui è necessario così e non colà.
Dopo avergli ripetuto più volte, che la Via è una, non modificabile, ed aver anche avuto a che ridire sull'esecuzione di un kata, perchè a lui piace di più una diversa di sua invenzione, gli ho detto che, essendo quella l'ultima lezione del mese, era pregato di non presentarsi più, visto che lui non aveva nulla da imparare da me.
Cosa triste, che capitò un paio di volte anche al mio maestro, quindi come vedi, la ricaduta nel rapporto allievo\maestro c'è, e si risolve con l'abbandono dell'avvievo, che cerca una cosa più adatta a se. :)
L'unica cosa su cui concordo è che i simili lavorano insieme.
-
Sto riflettendo su alcune mie azioni passate e volevo il vostro parere in merito alla questione sulla responsabilità di quanto viene detto da un'allievo.
La mia è l'ottica dell'allievo per cui quello che mi piacerebbe avere qui è il punto di vista di un maestro/istruttore/insegnante. Provo a spiegarmi: vi ritenete responsabili delle idee dei vostri allievi? Secondo me il mio maestro è responsabile (in parte) della mia preparazione ma non delle mie idee nei confronti dell'AM da lui trasmessa. Insomma rivendico il diritto di dire cazzate e di essere completamente responsabile di queste senza che qualcuno debba essere chiamato a giustificarmi o peggio ancora sia richiesto a lui spiegare il motivo per cui un suo allievo ha compiuto una determinata azione.. voi che ne pensate?
Per quel che mi riguarda ..hai ragione.
Come insegnante faccio di tutto per offrire il massimo, in termini professionali e di ricerca riguardo all'attività "fisica" che insegno.
Tutto il resto non mi riguarda(non significa che me ne freghi).