Ar.Ma.
Meditazione, salute e pratiche di lunga vita => Meditazione / Spiritualità/ Medicina Alternativa/ Psicologia => Topic started by: dora on February 09, 2010, 12:27:58 pm
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Visto che frequento tanta gente e che nel mio ambiente di lavoro c'è un discreto ricambio di persone devo dire che spesso anche se non spessissimo trovo persone con cui l'interazione non solo sgradevole ma direi dannosa. A parte l'incompatibilità reciproca (che basta tenere a bada con una definizione del proopro territorio e il rispetto dell'altro) la sensazione diventa di asssoluta pesantezza dei rapporti. Mi riferisco a colleghi e colleghi non gli adolescenti con cui interagisco e con cui ho rapporti cordiali ma professionali. Ho solo la chiave di lettura della psicanalisi avendo affrontato otto anni di psicologia analitica junghianma come paziente e so fiutare le situazioni in cui non devo cacciarmi (perché riproducono realtà problematiche della mia adolescenza) ma la sensazione sgradevole re sta e inoltre questo genere di persone in alcuni casi tenta di appiccicarmisi (anche se ormai ho imparato a tenerle a bada). Mi piacerebbe sentire altre campane e chiavi di lettura, penso che ognuno di noi ha tipi umani che interagiscono in modo negativo.
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????????
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Avevo sbagliato thread, sorry!!! 8) ;D
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Ok cara. :)
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Ah allora come facciamo ad identificare quelli che ci fanno stare male, col pendolo?
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Mi pae poi signor Moderatore che potresti esprimere dei concetti con un po' più di cortesia, ho chiesto semplicemente altre chiavi di lettura.
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E' il tono che non mi piace tutto qua, comunque questa quella del tono è la prova di quanto ho detto nella sezione su problemi del Forum......
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Prima di discutere ulteriormente su un 3d, tra l'altro interessante, gradirei avere informazioni su quello che é successo ai post spariti e su cosa l'utente Dora si sta lamentando tramite PM visto che sono io il mod di sezione.
Se la discussione prende una piega polemica, o ancora peggio offensiva, oltre a bloccare il 3d, prenderó provvedimenti assieme all'amministrazione con certi utenti.
Ricordo che il forum é fatto per uno scambio di opinioni ed un confronto costruttivo, é un peccato rovinare un luogo dal quale puo venir fuori veramente qualcosa di buono, soprattutto questa seszione che io considero molto stimolante e utile per la crescita poersonale.
Grazie della collaborazione.
MGY
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A parte le tensioni generatesi è un thread molto interessante e anche a me piacerebbe sentire le altre campane.
Credo di capire cosa intende Ryudan quando dice che siamo noi "positivi" o "negativi", ma attenzione con questo ragionamento, altrimenti si può arrivare a pensare che, quando entriamo in conflitto con qualcuno, il problema siamo sempre e sistematicamente noi.
Io credo che nell'indole umana esista una sorta di "forza interiore" (scusate la definizione sciocca, a quest'ora non trovo di meglio) che ha permesso l'evoluzione della specie. L'aggressività, l'ambizione, il desiderio sono tutte cose utili in questo senso, solo che in certi individui queste sono doti poco controllate ed in altri sono, invece, meno presenti. Quando queste due tipologie si incontrano nasce il conflitto: l'aggressivo vuole soggiogare il debole. Un po' come la legge della giungla, dove vince il più forte. Così il debole se vuole sopravvivere (o vivere dignitosamente) dovrà acquisire forza o morirà.
Ho delirato? Boh... io ci credo abbastanza.
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intendevo il rapportarsi con gli altri.
Se sono inc@zz@to, per mille motivi, non avrò lo stesso comportamento di quando "sto bene" .Gli altri percepiranno questo e mi etichetteranno come "positivo" o "negativo".
Presumibilmente persone che mi hanno conosciuto in periodi diversi avranno opinioni diverse su di me...that's all.
Sulla seconda parte del discorso
;)
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Condivido il pensiero di Ryudan e aggiungo che non importa quanto lo mascheriamo ma comunque se abbiamo rabbia la proiettiamo sull'altro anche senza dire nulla.
A chi non é capitato mai di sentirsi a disagio con alcune persone senza capirne il motivo?
Visto e considerato che la rabbia non digerita ci viene sbattuta in faccia dal subconscio, chi piu chi meno, ne abbiamo parecchia dentro.
Chi ne é esonerato? Direi nessuno, solo una differenza di quantitá ci fa stare piu o meno bene con certe persone.
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Certo, ma esistono persone che sono per natura aggressive (non arrabbiate) e a fare le spese di tale aggressività sono i deboli. Il mio discorso si riduce semplicemente a questo. Ed è triste il fatto che molti debbano partire svantaggiati nella vita, nel senso che debbano imparare ad essere forti solo dopo essersi scontrati molte volte con i tipi aggressivi. Per questo parlavo di "legge della giungla"!
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non è una cosa giusta o ingiusta è semplicemente la natura
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Certo, ma esistono persone che sono per natura aggressive (non arrabbiate) e a fare le spese di tale aggressività sono i deboli. Il mio discorso si riduce semplicemente a questo. Ed è triste il fatto che molti debbano partire svantaggiati nella vita, nel senso che debbano imparare ad essere forti solo dopo essersi scontrati molte volte con i tipi aggressivi. Per questo parlavo di "legge della giungla"!
Partiamo con il definire aggressivitá e rabbia.
L'aggressivitá é il naturale impulso ad esternare i propri istinti, primo tra tutti l'istinto sessuale.
L'aggressivitá si trasforma in rabbia quando al bambino nei primi 7 anni di vita, non viene permesso di manifestare la sua naturale aggressivitá.
Ecco che diventa come una pentola a pressione (l'aggressivitá), che c'erca la valvola di sfogo (la rabbia).
Con l'andare degli anni e con il consolidarsi del subcosncio si impare a bloccare anche la valvola di sfogo naturale (é piu difficile vedere adulti piangere, o sclerare di brutto, mentre nei bambini é molto comune) ecco che attacchi di panico fungono ora da valvola di sfogo.
Quando si vanno a chiudere anche queste valvole, chiaro segnale di malessere, con terapie ed approcci sbagliati ecco che la rabbia viene riversata in modo organico su se stessi con una parola chiamata AUTODISTRUZIONE, dove le malattie terminali sono l'esempio piu estremo.
Ora premesso che sia chiaro il funzioonamento di tutto il meccanismo e premesso che la societá in cui siamo immersi ci impedisce di esprimere la naturale aggressivitá, possiamo dire che chi piu chi meno siamo tutti pieni di rabbia.
Il fatto di scaricarla sugli altri é dipeso da quanto il nostro subconscio sia piu o meno strutturato in maniera rigida.
Se si ha un giudice interiore pieno di sensio di colpa, ansie e paure, difficilmente si scaricherá sugli altri la propria rabbia.
Se il giudice interiore (superego) é piu debole dell'ego (bambino interiore) ecco che proietteremo la rabbia sugli altri.
Sia il primo caso che il secondo sono peró distruttivi:
il primo verso se stessi
il secondo verso l'esterno
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Grazie del contributo, veramente interessante. Mi pare di capire, quindi, che la situazione ideale equivale ad aver sviluppato un buon equilibrio tra ego e superego, in modo da riversare la rabbia in maniera "corretta".
Il problema sorge quando altri riversano la loro rabbia su di noi, e parlo di datori di lavoro, professori, persone con cui siamo spesso a contatto, ma anche individui che incontriamo casualmente nella vita.
Se siamo aggressivi quanto loro o più di loro gli teniamo testa, se no, soccombiamo e subiamo la loro aggressività.
Non è una giungla?
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Ho appena letto un bel passaggio dal libro "La danza della realtà" di Alejandro Jodorowsky, che riporto:
"Nel pugilato non vince soltanto chi picchia più forte, ma anche chi è più bravo a evitare le botte. Ho sempre rifuggito i contatti negativi per cercare amici che potessero essere miei maestri".
Credo che si inserisca bene a questo punto della discussione.
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Grazie del contributo, veramente interessante. Mi pare di capire, quindi, che la situazione ideale equivale ad aver sviluppato un buon equilibrio tra ego e superego, in modo da riversare la rabbia in maniera "corretta".
no la situazione vincente é riconoscere il super ego, capire come lavora, fare la stessa cosa con l'ego e distaccarsi da entrambi ovvero NON IDENTIFICARSI.
Il problema sorge quando altri riversano la loro rabbia su di noi, e parlo di datori di lavoro, professori, persone con cui siamo spesso a contatto, ma anche individui che incontriamo casualmente nella vita.
Se siamo aggressivi quanto loro o più di loro gli teniamo testa, se no, soccombiamo e subiamo la loro aggressività.
Non è una giungla?
No
quando gli altri proiettano la rabbia su di noi possiamo fare 2 cose:
1la vittima
2il gfiudice
Il primo tipo é il soggetto con l'ego molto duro, quindi oltre a punirsi da solo quando incontra persone cosí si autodistrugge ancor di piu per una sort di senso di colpa.
Il secondo gruppo cerca di sovrastare l'altra persona perché vivendo nell'ego esterna la rabbia allo stesso modo. Il conflitto é inevitabilmente di struttivo
Un'alternativa c'é.
Il soggetto che non si identifica ne nel primo, ne nel secondo tipo é un soggetto "ripulito", "alleggerito", "equilibrato", "armonico", "gaio", il quale capisce esattamente cosa sta succedendo all'altro e invece di assorbire la negativitá altrui o scaricare la propria trasforma il tutto a suo vantaggio perché ha una visione neutra e sa come muovere le pedine per pilotare la conversazione/combattimento a suo favore.
L'altro in preda alle emozioni e privo di razionalitá non potrá altro che essere guidato da chi detiene il vero potere intrinseco.
Questo sará costruttivo per entrambi i soggetti e se qualche volta vi é capitato di trovare persone in grado di fare questo credo che ora avete capito come mai sono successe certe cose.
Ogni volta che incontro soggetti piu eqilibrati me ne accorgo subito ora, e dopo la sfuriata che faccio capisco che mi hanno pilotato nella direzione giusta perché sono persone con un grande potere intrinseco.
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Assolutamente illuminante! :D
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Bella la citazione di Jodorowski!Comunque ci sono semplicemente anche delle interazioni negative non necessariamente aggressive. pensate a chi magari ha avuto una madre ipocondriaca e comunque tende a legare con persone ipocondriache che apparentemente non sono aggressive ma sono molto molto distruttive lo stesso....
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Bella la citazione di Jodorowski!Comunque ci sono semplicemente anche delle interazioni negative non necessariamente aggressive. pensate a chi magari ha avuto una madre ipocondriaca e comunque tende a legare con persone ipocondriache che apparentemente non sono aggressive ma sono molto molto distruttive lo stesso....
Pensa solo ai bambini occidentali che hanno avuto una "madre"!
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Pensa solo ai bambini occidentali che hanno avuto una "madre"!
Non l'ho capita!
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Ho appena letto un bel passaggio dal libro "La danza della realtà" di Alejandro Jodorowsky, che riporto:
Nel pugilato non vince soltanto chi picchia più forte, ma anche chi è più bravo a evitare le botte.
personalmente aggiungerei anche "chi sopporta meglio le botte"
ovvero, ci sono persone che hanno limiti molto piu alti di "sopportazione" e quindi riescono magari a non "subire" la negatività di altri , o meglio, la "recepiscono" in dose minore o in tempi più lunghi
mi scuso del modo in cui esprimo questa mia "impressione", ma non mi vengono le parole................................... :-\
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Pensa solo ai bambini occidentali che hanno avuto una "madre"!
Non l'ho capita!
chi pensa di essere esonerato dal conflitto ego superego, perché crede di aver avuto un infanzia perfetta, solitamente é piou schiavo degli altri.
Il fatto di puntare il dito su persone che hanno avuto problemi familiari (con frasi del tipo "pensate a chi ha avuto una madre ipocondriaca") denota il solito inganno di esteriorizzare le proprie insicurezze sugli altri.
Portare esempi personali, analizzarsi e farsi analizzare, scontrarsi con i giudici degli altri oltre che con il proprio, avere presenza e accorgersi di come lavora il giudice, di come siamo schiavi di pregiudizi e sensi di colpa....questi sono lavori che portano ad "alleggerirsi", non parlando di discgrazie altrui facendo finta che siamo esoneratí.
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Ma figurati caro io una madre ipocondriaca l'ho avuta, sai che zuppa poi anche per i rapporti interpersonali!
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Portare esempi personali, analizzarsi e farsi analizzare, scontrarsi con i giudici degli altri oltre che con il proprio, avere presenza e accorgersi di come lavora il giudice, di come siamo schiavi di pregiudizi e sensi di colpa....questi sono lavori che portano ad "alleggerirsi", non parlando di discgrazie altrui facendo finta che siamo esoneratí.
Ma vedi, il problema è che spesso, se parli delle tue disgrazie, vieni si capito in un primo momento, ma in seguito le persone (anche gli amici più stretti) tendono a guardarti con occhi diversi, in un certo senso, ad etichettarti. Non è mai facile analizzarsi profondamente, anche se sarebbe la prima cosa da fare di fronte ad un disagio "cronico".
Purtroppo gli analisti costano un botto e se ci vai rischi di etichettarti tu stesso - negativamente - come "quello che ha bisogno di parlare"...... poi dipende appunto dal tipo di giudice che uno si ritrova.
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Portare esempi personali, analizzarsi e farsi analizzare, scontrarsi con i giudici degli altri oltre che con il proprio, avere presenza e accorgersi di come lavora il giudice, di come siamo schiavi di pregiudizi e sensi di colpa....questi sono lavori che portano ad "alleggerirsi", non parlando di discgrazie altrui facendo finta che siamo esoneratí.
Ma vedi, il problema è che spesso, se parli delle tue disgrazie, vieni si capito in un primo momento, ma in seguito le persone (anche gli amici più stretti) tendono a guardarti con occhi diversi, in un certo senso, ad etichettarti. Non è mai facile analizzarsi profondamente, anche se sarebbe la prima cosa da fare di fronte ad un disagio "cronico".
Purtroppo gli analisti costano un botto e se ci vai rischi di etichettarti tu stesso - negativamente - come "quello che ha bisogno di parlare"...... poi dipende appunto dal tipo di giudice che uno si ritrova.
Tanto le persone ti giudicano qualunque cosa tu faccia o dica, io non mi pongo il problema perché chi giudica gli altri negativamente, giudica se stesso ancora peggio.
Il corretto principio IMHO é frgarsene degli altri e sperimentare.