Riguardo a questo Kata, "la forma dell'adattabilità", Barioli nel suo libro sostiene che derivò dal fatto che Kano apprezzava i benefici di pratiche interne e morbide cinesi come il taiji quan, ma, visto che non poteva venir meno al principio di Amicizia e Mutua Prosperità e quindi non vi poteva essere una pratica solitaria che rafforza l'Ego, decise di creare un Kata a coppie per studiare questi principi assieme ad un compagno.
Ho scoperto da poco l'esistenza dei Kata del Judo, grazie al bel libro di
Yves Klein, pittore contemporaneo e uno dei primi Europei a studiare al Kodokan: li trovo, soprattutto quelli avanzati, molto diversi dalla pratica sportiva del Judo a cui siamo abituati. Li trovo "strani", da non Judoka non so dire di più. Klein sostiene che , dopo aver tentato per anni di sfondare la porta del Judo attraverso il randori, accettò da un vecchio maestro le "chiavi della serratura", che altro non erano che i Kata.