Jumbi taiso,o dell'importanza di solide fondamenta prima di innalzare grattaciel

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muteki

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ma, seriamente, junbi dovrebbe significare semplicemente preparativo...
adesso non mi va di fare quello che lo sa prendendo il dizionario ma nella vita di tutti i giorni si usa in questo senso. se poi i kanji abbiano altre accezioni piu` profonde cosi` su due piedi non saprei

junbi> preparazione

taiso> ginnastica

poi alle volte gli occidentali pensano che dietro a una paroal jap ci sia chissà quale significato. i jap ci guardano, sorridono e dicono "hai, hai!" e intanto pensano "nante baka darou naa..." (ma che idioti)  XD

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Offline carlo

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ma, seriamente, junbi dovrebbe significare semplicemente preparativo...
adesso non mi va di fare quello che lo sa prendendo il dizionario ma nella vita di tutti i giorni si usa in questo senso. se poi i kanji abbiano altre accezioni piu` profonde cosi` su due piedi non saprei

junbi> preparazione

taiso> ginnastica

poi alle volte gli occidentali pensano che dietro a una paroal jap ci sia chissà quale significato. i jap ci guardano, sorridono e dicono "hai, hai!" e intanto pensano "nante baka darou naa..." (ma che idioti)  XD

Grazie mille a beno e muteki!
Credo che da parte mia la confusione nasca dal fatto che nella serie di esercizi del "junbi taiso" sia compreso anche il "jun tsuki" che a me era stato tradotto come "pugno diretto, naturale, spontaneo" mentre vedo ora che la traduzione più corretta dovrebbe essere "pugno lungo".
La parziale omofonia dei due termini iniziali ha evidentemente confuso chi - a suo tempo - mi fornì la spiegazione.

carlo, naturista
Il fatto che il traguardo sia lontano, è un motivo in più per camminare con impegno

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muteki

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jun tsuki: 順突き

più che pugno lungo, in effetti, dovrebbe essere "colpo (tsuki) in ordine (jun, ovvero shitaga)", e quindi "colpo che segue", in quanto il pugno segue la medesima gamba che avanza. poi, ovviamente, si caratterizza come pugno in allungo.

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Offline carlo

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jun tsuki: 順突き

più che pugno lungo, in effetti, dovrebbe essere "colpo (tsuki) in ordine (jun, ovvero shitaga)", e quindi "colpo che segue", in quanto il pugno segue la medesima gamba che avanza. poi, ovviamente, si caratterizza come pugno in allungo.

il che mi conferma perchè Sensei insisteva per piazzare prima la gamba che avanzava e poi stendere il braccio per colpire di pugno.


carlo, che a questo punto anche "metti la cera togli la cera" avrà una spiegazione...
Il fatto che il traguardo sia lontano, è un motivo in più per camminare con impegno

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beno

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ad esempio agli albori della mia pratica aikidoistica il katate dori era proprio detto jun katate dori per indicare la posizione speculare tra i due praticanti e quindi per entrambi la mano  che effettuava/riceveva la presa  corrispondente alla gamba avanzata


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muteki

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jun tsuki: 順突き

più che pugno lungo, in effetti, dovrebbe essere "colpo (tsuki) in ordine (jun, ovvero shitaga)", e quindi "colpo che segue", in quanto il pugno segue la medesima gamba che avanza. poi, ovviamente, si caratterizza come pugno in allungo.

il che mi conferma perchè Sensei insisteva per piazzare prima la gamba che avanzava e poi stendere il braccio per colpire di pugno.


carlo, che a questo punto anche "metti la cera togli la cera" avrà una spiegazione...

ce l'ha: è nel kata tensho


qui in una bella esecuzione di higaonna morio

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Offline muk

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ho letto con grande interesse l'articolo in discussione, e lo reputo interessante: dice cose per alcuni versi ovvie, ma che quando si parla del mondo dell'aikido od in generale delle arti marziali giapponesi non sono mai scontate causa la grande chiusura mentale delle discipline cosiddette tradizionali. Oltre un secolo fa un Giapponese di nome Kano si pose delle domande, dalle sue risposte nasce il metodo judo kodokan, che parte proprio dall'idea che la pratica è un percorso che deve iniziare dagli elementi più semplici dal punto di vista motorio per poi arricchirsi via via (il go kyo è pensato in questa direzione nella sua forma originaria). L'aikido parte da considerazioni differenti, il voler essere "marziali" a tutti i costi (cosa significhi in realtà non lo sa nessuno), fa saltare alcuni passaggi che poi nel percorso di un praticante vengono a mancare, e ci si fa male.

Il taiso è uno strumento che consente al praticante di scaldare il proprio corpo (pratica sottovalutatissima nei dojo che frequento), ma serve anche per acquisire abilità motorie, per sviluppare le capacità coordinative, per fissare delle posizioni ed aumentare la propriocezione.
Se una persona conosce il modo in cui è posizionato il suo corpo legge meglio le tecniche, le apprende prima, e soprattutto è in grado di gestire e controllare l'avvicinamento al suolo quando subisce un'azione: tutte queste cose sono ovvie se parlo con un judoka, ma aliene al mondo dell'aikido. Per fortuna le nuove generazioni di insegnanti sono molto più aperte ed in questo senso mi sembra che ci si stia muovendo nella giusta direzione.

ciao a tutti
conosci te stesso

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Offline carlo

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Grazie muk.
Molto interessante!
Il fatto che il traguardo sia lontano, è un motivo in più per camminare con impegno

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marco

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.. L'aikido parte da considerazioni differenti, il voler essere "marziali" a tutti i costi (cosa significhi in realtà non lo sa nessuno), fa saltare alcuni passaggi che poi nel percorso di un praticante vengono a mancare, e ci si fa male.


Concordo con la tua analisi .
Ma più che dire: "L'aikido parte da considerazioni differenti" direi da per scontate/acquisite le precedenti.
Come hai detto ci sono insegnanti che non le danno per scontate e non fanno parte delle giovani leve.
A mio avviso l'aikido andrebbe approcciato dopo altre esperienze, o comunque chi decide d'insegnare dovrebbe averlo fatto.