La mia risposta è in 2 punti che poi alla conta dei fatti è uno solo: il primo, ed è il motivo per cui non mi interessa il modello come supporto alla spiegazione, è che ci sono bisogni e problemi nelle AM e nella vita la cui soluzione non non potrà essere in nessun caso il frutto del "nostro miglior ragionamento" e prima lo si capisce e prima si incomincia a vivere e combattere senza pippe mentali.Ero rimasto che il processo cognitivo cioè quello che sta in mezzo, la scatola nera, fra l'input e la risposta era ben lontano dall'essere evaso nella sua totalità tanto da preferire il comportamentismo per decidere quale input fosse il migliore per avvicinarsi alla garanzia di una determinata risposta.
Per il resto anche se da "diversamente orientale" preferisco approcciarmi a concetti come quello di "vuoto mentale" piuttosto che modelli e loop. Insomma non mi interessa né spiegare il processo attraverso un modello né velocizzare il processo. Non credo ci sia niente di più veloce che non avere né un modello né un processo.
Allora apri un 3D su vuoto mentale e difesa personale, cosi' possiamo far polemica sul perche' e' pieno di polli che considerano l'awareness fondamentale nella dp XD
-a parte tutto credo che il problema di un atteggiamento no-mente sia anche solo quello di possibilita' di trasmissione del sapere.
inoltre e' un concetto un po' troppo fumoso, e' molto probabile che il no-mente si identifichi con un flow e quindi un insieme di azioni focalizzate,nel caso marziale ad alta automatizzazione.
Ma e' ,semmai,un punto d'arrivo,non di partenza ne' un modello utile a qualsivoglia spiegazione o insegnameno.
entrare in uno stato di flow durante una aggressione realistica.. mah! o sei fatto od ubriaco od incoscente di tuo (in generale non e' riferito a nessuno in particolare), forse! XDA me è successo :)
Spoiler: show
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e' una cosa cosi' rara che non si puo' parlare di metodo o scuola, succede anche nello sport si conosce il fenomeno e si cerca di riprodurlo ma non si conoscono ancora le dinamiche.Ci sono momenti nella pratica sportiva in cui si può vivere uno stato di grazia. Mi è capitato nelle AM, mi è capitato nel calcio balilla dove in alcuni tornei ci sono stati giorni dove non ce n'era per nessuno. Mi è capitato nel formulare alcuni concetti e ragionamenti.
sono casi rarissimi rispetto al numero di persone che non lo ha mai provato Ryu, o e' una predisposizione personale o sono "lampi di illuminazione" od e' uno stato di satori perenne come ipotizza Bingo.Propendo per i "lampi". Ma penso che la predisposizione non sia un fatto dovuto solo a genetica o casualità. Il mushin / flow per me può essere stimolato.
entrare in uno stato di flow durante una aggressione realistica.. mah! o sei fatto od ubriaco od incoscente di tuo (in generale non e' riferito a nessuno in particolare), forse! XDA me è successo :)
intendi stimolato da cose affini alle danze sacre tipo quelle Thai oppure dalle situazioni di pericolo? se le prime possono essere riprodotte a piacimento (ma non e' detto che ottengano l'effetto voluto sempre e comunque) nel secondo caso dipende molto anche dallo stato psico-fisico del soggetto (ed il suo addestramento ma non e' sempre cosi') e quindi piu' difficilmente riproducibili.Danze sacre e rituali servono a entrare nel mood ma sono una premessa. Le situazioni di pericolo sono utilissime invece... se sopravvivi nel frattempo. Le simulazioni sono come lo sparring: formative e adatte a testare ma c'è dell'altro. Il punto è proprio lo stato psicofisico. Esso si può allenare, non necessariamente è una costante. Non era sicuro che potessi ottenere il mushin in quel momento, ma se è successo do al 100% il merito a chi mi ha insegnato e a me stesso che da tempo mi preparavo mentalmente ad una situazione spiacevole.
Come sempre un post "proporzionato" che condivido :)intendi stimolato da cose affini alle danze sacre tipo quelle Thai oppure dalle situazioni di pericolo? se le prime possono essere riprodotte a piacimento (ma non e' detto che ottengano l'effetto voluto sempre e comunque) nel secondo caso dipende molto anche dallo stato psico-fisico del soggetto (ed il suo addestramento ma non e' sempre cosi') e quindi piu' difficilmente riproducibili.Danze sacre e rituali servono a entrare nel mood ma sono una premessa. Le situazioni di pericolo sono utilissime invece... se sopravvivi nel frattempo. Le simulazioni sono come lo sparring: formative e adatte a testare ma c'è dell'altro. Il punto è proprio lo stato psicofisico. Esso si può allenare, non necessariamente è una costante. Non era sicuro che potessi ottenere il mushin in quel momento, ma se è successo do al 100% il merito a chi mi ha insegnato e a me stesso che da tempo mi preparavo mentalmente ad una situazione spiacevole.
Gli schemi cognitivi d'altra parte sono al pari dei fondamentali il necessario passaggio per la forma prima di trascenderla.
Dunque devono prima essere assimilati ma poi diventare una seconda natura. Se uno mi guarda male e io inizio a pensare a diagrammi di flusso sono sicuro che mi arriva il grattone senza poter fare nulla. Non di meno sono un'ottima base di partenza.
Come sempre un post "proporzionato" che condivido :)Dunque secondo te è possibile essere perennemente nel flow? Tu permani in maniera duratura in questo stato?
Sono anche d'accordo che il flow può essere stimolato e penso anche alle tonnellate di letteratura ed esercizi pratici per raggiungere il "vuoto mentale".
Il punto è che il "vuoto mentale" è l'annullamento del processo cognitivo stesso, ma non vuol dire che il processo cognitivo non vada velocizzato attraverso l'allenamento, ma significa che è necessario liberare la mente dallo stesso processo cognitivo in modo che il processo cognitivo possa fluire liberamente con il fluire di un problema. L'acutizzarsi dei sensi che ci permettono di superare un imprevisto in maniera del tutto nuova sono spesso spiegabili attraverso i processi fisiologici (in primis col rilascio di adrenalina), ma qui parliamo di uno stato che perdura nel tempo e nello spazio.
Parliamo, con vuoto mentale, di un atteggiamento costante della mente nel rapporto con l'esterno esteso nello spazio e nel tempo. Non uso il termine "stato mentale alterato" perché non è corretto.
Quante azioni svolgiamo senza che avvenga un processo cognitivo a livello cosciente durante la giornata?Meriti pure tu un :+1: per questo concetto.
Sicuramente molte e spesso dopo averle fatte non ci ricordiamo di averle svolte (ha ragione pure crux su questo...) tant'è che ripercorriamo, questa volta attraverso un processo cognitivo cosciente, la stessa strada per sincerarci di aver svolto quella determinata mansione. Questi sono casi che la psicologia spiega, ma il "vuoto mentale" ancora non è questo stato. E' prima di questo stato, è prima del flow, è prima dell'eccellenza o della zona.
Ora, cosa rimane se elimino il processo cognitivo cosciente nell'elaborazione delle sensazioni esterne e interne? Cosa sono o cosa divento se smetto di elaborare gli stimoli esterni e interni annullando il processo cognitivo? Ma come faccio ad annullare un processo cognitivo se invece di annullarlo lo sostituisco con un altro processo cognitivo? E' molto semplice: la partenza e l'arrivo sono la stessa cosa. Ecco perché il percorso, cioè quella tonnellata di letteratura ed esercizi, sono solo un tentativo di rendere intellegibile qualcosa che intellegibile non può essere perché nel momento in cui lo diventa è ancora esso stesso un altro processo cognitivo. E' solo attuazione. E' "vuoto mentale" in questo instante. Non dopo 1 anno di allenamento. Può essere attuato solo in questo istante.:thsit:
la mia posizione e' la seguente: non tutti i pensieri che facciamo sono coscienti la maggior parte degli input che arrivano al cervello vengono filtrati dal talamo che poi invia quelli con maggior significato alle aree corticali superiori dove si articola il pensiero cosciente, nei casi che stiamo discutendo credo che la risposta all'impulso sia gestita in modo per ora da considerarsi "strano" od isolito od una "scorciatoia" od un pensiero non cosciente ha gia' eleborato una risposta senza che ne accorgiamo nell'intervallo di tempo dello stimolo semplice cosciente 200 millisecondi, bho, counque anche siamo andati ben oltre OT la questione rimane interessantissima! :)Da un punto di vista scientifico, trovarsi nella zona so che corrisponde a un'insolita emissione da parte del cervello di onde alfa, normalmente prodotte negli stati di introspezione o meditazione.
Dunque secondo te è possibile essere perennemente nel flow? Tu permani in maniera duratura in questo stato?Allora parto da qui, ma cercherò di toccare i vari temi e in particolare quelli emersi da chi ha analizzato sia i problemi legati alla terminologia in odore di misticismo sia al "vuoto mentale" come pratica ascetica tale da finire per perdere, nella nostra società, i connotati positvi che aveva in passato fino a divenire quasi uno stato vegetativo della mente e di passitivà rispetto l'ambiente esterno (e anche interno). Purtroppo questi sono temi di un'ampiezza e di una discutibilità tale che anche solo il cercare di approcciarli risulterebbe davvero onoreso in quanto si dovrebbe discutere sia un lato della medaglia che il suo opposto, per esempio nella nostra società: qualcuno potrebbe vedere una scelta infelice e controproducente il decididere di essere "asceti" qualcun altro potrebbe vedere nel non esserlo in nessun modo la strada verso l'apatia causata dai troppi stimoli che la società moderna ci offre. Questo perché il troppo, in qualunque senso lo si prenda, semplicemente stroppia.
Per come lo sento io, è uno stato di grazia che si raggiunge (o meglio, si può raggiungere) in determinati momenti di estrema necessità, di grande divertimento o anche in situazioni di placida calma.
Ma la vita di tutti i giorni, con la sua monotonia e le preoccupazioni logoranti e persistenti, con le sue routine tutt'altro che piacevoli non mi aiuta a trovarlo e a rimanerci.
la grande differenza e' che anche le pratiche ascetiche e meditative "storiche" riconducibili ad una tradizione non sono in grado di spiegarne le dinamiche, al massimo descrivono il fenomeno :)Vero. Però, visto che siamo super OT, cerco di fare la sintesi di un ragionamento che se esploso richiederebbe molto tempo e magari ne parleremo di persona anche con gli altri che hanno partecipato al topic con grande interesse e ne sono felice. Anche quando le neuroscienze spiegheranno il "cervello" e i processi mentali attraverso sinapsi, legami neurali, chimica e biologia e quant'altro si troveranno, nel spiegarne la dinamica, a descrivere a loro volta solo un fenomeno. Quindi riporto un concetto che fu espresso da Kant con la nascita del razionalismo: per porre fine al "continuo temporale" (continuum temporale) della causa e dell'effetto siamo costretti a porre, da un punto di vista logico, che ci sia un "inizio" che sia "causa di se stesso". Cioè se per esempio dovessimo anche scoprire la particella di dio comunque saremmo costretti a pensare che causa di quella particella sia un qualcos'altro a meno che non poniamo quella particella come causa di se stessa cioè come "incausata". Da qui si arriva facilmente alla teologia quindi per ora mi fermo qui :)
le stesse "senzazioni" le prova anche chi pratica la cerimonia del the per esempio ma e' molto piu' difficile sentirsi "distaccati" durante un'aggressione fisica od anche nella fase pre-aggressione (se c'e').Il distacco è sicuramente legato col tema sia del "vuoto mentale" che il flow. Nel caso delle meditazione, come da esempio del mio post precedente, certamente il discacco è tale dalle sensazioni esterne, perché è ciò che vogliamo per non essere distratti, che non sarebbe lo stato mentale ideale per affrontare un combattimento.
le stesse "senzazioni" le prova anche chi pratica la cerimonia del the per esempio ma e' molto piu' difficile sentirsi "distaccati" durante un'aggressione fisica od anche nella fase pre-aggressione (se c'e').Infatti a quanto si dice la cerimonia come ogni altra via è il mezzo e non il fine.
la penso anche io come te Ryu, essendo anche un'esperienza piacevole, una volta provata, il cervello e' piu' portato a ripeterla come in un feedback positivo, tutte queste pratiche cosi' diverse tra loro sono solo dei metodi per mettersi nelle migliori condizioniQuesto è molto Zen :-*
ma non e' matematico che scatti la "scintilla" :thsit:Sai una cosa? Secondo me questa indeterminatezza, questo sfuggire alla logica chimica, fisica e meccanica di causa - effetto che invece, con buona pace dei marzialisti santissimi, regola inderogabilmente il nostro corpo, è la cosa più bella.
......mi piacerebbe vedere anche se nel cervello di altri mammiferi si presentano le stesse situazioni oppure se e' propio dato dalla nostra architettura anatomo-neurale ecc.
Scusa BB di quali tabù stai parlando?Era una siml-battuta nel senso che per me l'"imitazione degli animali" così come insegnamento tramandato negli stili tradizionali cinesi (quelli che conosco) non è un tabù.
Dell'essere qui ed ora?
Non penso si possa definire un tabù.
1. | anche se adesso si rischia di perdere l'auto |
Alcune delle cose dell'elenco sono reazioni psicofisiologiche legate alla secrezione di adrenalina...
La cosa più simile al flow descritto dagli sportivi è proprio la sensazione di avere tutto sotto controllo agevolmente.
Secondom me su alcune cose state facendo confusione....Io non mi sento confuso, però non vuol dire che sia automaticamente dalla parte del giusto.