Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.

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Offline Saburo Sakai

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #30 on: March 26, 2012, 17:39:29 pm »
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Forse, se si vuole adottare, dovrebbe essere introdotto gradualmente...
Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline beppegg

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #31 on: March 26, 2012, 17:49:45 pm »
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bhè..ma di certo non sono state inventate per quello e in nessuna scuola sentirai dire che servono al coollquellacosalì..
Che TU personalmente le possa trovare utili per defaticare sta bene, ma mi sembra un metterci una pezza  ;) del tipo"dai che un modo per dire che sono utili al giorno d'oggi lo dobbiamo trovare..dai dai...:P

Absolutely.... Di certo non è la loro motivazione originaria ed altrettanto certamente è una cosa che mi sono "inventato" io :-)

Quote
Sono certo che sai bene quanto sia di gran lunga più utile fare cooling down con gli esercizi dedicati tipo stretching

Lo stretching però pensiamolo (magari, anche) come un vero e proprio allenamento in sé per sé...

Per defaticare va benissimo anche la shadow boxing, una corsetta estremamente blanda... Qualsiasi cosa agevoli lo smaltimento dell'acido lattico, insomma :P
Dio c'è, ma non sei tu: Rilassati!!!!

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Offline Luca Bagnoli

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #32 on: March 26, 2012, 17:52:21 pm »
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Nel Byakuren Kempo Karate i Kata ci sono ma sono " da combattimento " , ovvero riproducono esattamente le tecniche che si utilizzano in kumite. Inoltre pur chiamandosi kata in traslitterazione , i kanji sono diversi e il termine ha un altro significato che non sto ad approfondire qui. Fatto sta che anche così non le apprezzo particolarmente... comunque tra tutte le forme che ho visto le più funzionali e sensate sono quelle dello uechi e quelle dello shotokan , per ragioni diverse. anche più sensate di quelle dell'ashihara o dell'enshin. IMHO

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Offline nameganai

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #33 on: March 26, 2012, 18:25:55 pm »
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le forme,da noi,sono una raccolta di CONCETTI e non di tecniche.

le tecniche usate nelle forme servono ad esprimere un concetto.

prima di passare alla forma che contiene i concetti X ed Y si studiano X ed Y da soli,mediante allenamenti a coppie.
il ricordare una forma completa,da noi,non è considerata cosa grave,neppure ad alti livelli,proprio per rimarcare il fatto che l'importante è conoscere i concetti (o principi che dir si voglia) che vi stanno contenuti.
non gli attribuiamo facoltà allenanti se non quella del "...il kata lo fai per te stesso,se ti fa stare bene,fallo..."
un vincente trova sempre una Via,
un perdente trova sempre una scusa....

www.nameganaidojo.135.it

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Offline happosai lucifero

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #34 on: March 26, 2012, 18:42:40 pm »
0
le forme, nel karate definite KATA, sono i "volumi enciclopedici" del proprio stile di karate, studiando quelle, si studia il karate.
Ovviamente, il libero è teoria, poi serve la pratica.

A ben vedere è normale, dovendo scegliere vi fareste operare da un dottorino neolaureato, 110 lode e menzione d'onore, che però non ha mai nemmeno preso in mano un bisturi?
Ecco il senso del kata è quello.

Poi ci sono i praticoni, che non hanno mai aperto un libro, ed hanno imparato con i corsi di chirurgia pratica, "dottori" in un anno, perchè tanto i libri di teoria non servono per operare.

alla prima occasione mi farebbe tanto piacere se volessi darmi un po' di ripetizioni.. così, giusto perché io sono un praticone, ed anche uno dei più scarsi (in palestra a me mi menano tutti.. TUTTI!!), e mi farebbe tanto piacere vedere qual è il modo accademico di tenere in mano un bisturi, anche se sono un gretto e probabilmente non riuscirò mai ad apprezzarlo appieno. però almeno, quando si parla di cose così superiori a me e alle mie passioni, potrò dire 'almeno una volta l'ho visto' e raccontare che effetto m'ha fatto
There are more things in heaven and earth, Horatio,
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In quanto a educazione vado in culo a tanti


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Offline The Doctor Sherlockit

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #35 on: March 26, 2012, 19:09:51 pm »
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Per me le hanno inventate affinchè anni dopo la loro creazione i praticanti potessero aprire topic sui forum di arti marziali  ;D ;D ;D

Cmq io non so a cosa servano io so solo che a me non interessano infatti rispondendo alle varie teorie che ho sentito:

1) qualcuno dice che servono a tramandare le tecniche del karate

1.1) le tecniche che tramandano sono tecniche da difesa personale a me la difesa personale a mani nude non interessa ( visto che ho sopratutto paura delle armi ) ma non escludo che in paesi come il giappone in cui, a quanto ne sapevo, c'è una bassa diffusione delle armi possano in qualche modo ( che io non conosco) essere utili, come qualsiasi metodo che insegni a menare la mani ( krav maga e systema si dice che vadano in questo periodo)

1.2) Non me la sentirei di tramandare cose di cui non ho la certezza che funzionano in combattimento, figurarsi in difesa personale

1.3) Non mi interessa insegnare e tra l'altro non credo che avrei pazienza per farlo, almeno adesso

2)L'altra teoria è che servono ad allenare il corpo, io preferisco allenare il corpo con tecniche più moderne, anche ricordando come gli stessi karateka allenassero il corpo con pesi et similia e non con i kata

P.S.  a me piace sudare  ;D


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muteki

Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #36 on: March 26, 2012, 19:18:41 pm »
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aggiungo una cosa, seriamente. le forme sono anche un modo di meditare.

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Joker

Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #37 on: March 26, 2012, 19:47:05 pm »
0
Servono a quello per cui si utilizzano, nel senso che si prestano a tanti scopi.

  • identità della scuola e prosecuzione di una tradizione
  • apprendimento del modello "manualistico" della tecnica
  • approfondimento delle transizioni e degli spostamenti
  • nonché delle partenze da fermo e dell'interruzione immediata dell'azione e conseguente ripartenza
  • studio di determinati appoggi e di utilizzo del corpo in situazioni innaturali
  • sviluppo della propriocezione attraverso la tendenza ad un modello idealizzato
  • massima attenzione mentale durante l'esecuzione dell'esercizio a causa della sua complessità di esecuzione ad alti ritmi

Si può dire che queste cose (magari ne vengono fuori pure altre, ho scritto le prime che avevo in mente), si possono allenare nello specifico con esercizi appositi.

Ma per chi le fa sono un metodo per fare tutti ciò in un singolo esercizio. Il ché complica un bel po' il quadro.


:+1: È ciò che anch'io penso, più o meno, al momento. Soprattutto per le forme shotokan/shito. Per quelle Uechi-Ryu invece è un pochino diverso, alcuni dei punti non sono più validi ma (forse) ne hanno di nuovi. Ma io di Uechi so pochissimo, quindi taccio  :=)

Io non credo affatto che sia esaustivo della pratica, né che assolutamente insegni minimamente a confrontarsi contro un avversario, ma servano a gettare solide basi motorie, mentali e stilistiche nel praticante.

Concordo, per quello che ho riscontrato su me stesso  :)

PS: questo topic mi sa di deja-vu....

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Offline Andy

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #38 on: March 26, 2012, 21:09:04 pm »
0
aggiungo una cosa, seriamente. le forme sono anche un modo di meditare.

Dipende da cosa si intende per meditazione...e qui dichiaro la mia ignoranza.  :)
Andrea, che aveva deciso svariati mesi fa di non partecipare più a questi topic, ed ha appena infranto un giuramento.

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Offline Darth Dorgius

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #39 on: March 26, 2012, 21:13:28 pm »
+1
aggiungo una cosa, seriamente. le forme sono anche un modo di meditare.

Dipende da cosa si intende per meditazione...e qui dichiaro la mia ignoranza.  :)
Andrea, che aveva deciso svariati mesi fa di non partecipare più a questi topic, ed ha appena infranto un giuramento.
Meditazione in questo senso significa mantenere il focus su un "oggetto mentale", evitando di dare attenzione a qualsiasi altro pensiero.

Si, è possibile farlo con qualsiasi attività umana (come dice Kit), però evidentemente c'è chi preferisce facendo forme che non lavando i piatti. :gh:

Non è sicuramente il modo migliore per farlo, ma ricordando ciò che ha detto prima saburo:

"identità della scuola e prosecuzione di una tradizione"

Ha uno scopo preciso e insostituibile. ;)

Cittadino del Territorio Libero di Trieste.


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Offline Andy

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #40 on: March 26, 2012, 21:23:57 pm »
0
Dipende da cosa si intende per meditazione...e qui dichiaro la mia ignoranza.  :)
Andrea, che aveva deciso svariati mesi fa di non partecipare più a questi topic, ed ha appena infranto un giuramento.
Meditazione in questo senso significa mantenere il focus su un "oggetto mentale", evitando di dare attenzione a qualsiasi altro pensiero.

Si, è possibile farlo con qualsiasi attività umana (come dice Kit), però evidentemente c'è chi preferisce facendo forme che non lavando i piatti. :gh:

Non è sicuramente il modo migliore per farlo, ma ricordando ciò che ha detto prima saburo:

"identità della scuola e prosecuzione di una tradizione"

Ha uno scopo preciso e insostituibile. ;)

Da questo punto di vista allora sì, concordo pienamente.
« Last Edit: March 27, 2012, 08:51:19 am by Sølvugle »

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Offline Paguro49

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #41 on: March 27, 2012, 09:13:32 am »
+1
Ridico la mia anche qui.
Se ho tre allievi, posso permettermi di lavorare solo sui singoli Kihon, correggendoli con una attenzione massima ai dettagli, onde evitare l'insorgere di difetti che poi si radicano, ripetendoli con sufficiente continuità da farli memorizzare tutti.
Se però gli allievi diventano 100, la mia capacità di attenzione ai dettagli si riduce di conseguenza, la lezione diventa più dispersiva, probabilmente dovrò assecondare le esigenze di tutti rinunciando alla "quotidianità" dell'allenamento, così che i singoli Kihon diventano troppi per essere tutti studiati e memorizzati a dovere, troppo frammentaria la didattica.
Esattamente come si insegnano i giorni del mese ai bambini con le filastrocche "30 giorni a novembre con april giugno e...." perchè è più facile memorizzare la filastrocca che i singoli mesi senza fare confusione, anche con l'enorme numero di Kihon di base, da trasmettere a troppi allievi per essere seguiti singolarmente con la dovuta attenzione, la creazione di "filastrocche" ad hoc può essere un metodo per l'insegnamento "di massa" di un programma vasto che necessita univocità e uniformità di apprendimento.
Ecco che, la creazione di 15/20 Kata, in luogo dei 3/5 esistenti, quelli cioè con funzioni specifiche (vedi il Sanchin) può essere la via per insegnare una enormità di Kihon, suddivisi in un certo numero di "filastrocche" in modo tale che tutti li apprendano ala stessa maniera, poichè la danza è uguale per tutti.
Quindi un escamotage didattico più che altro, volto a conferire possibilità di espansione e insegnamento di massa.
Poi viene tutto il resto, le modifiche e le rettifiche di natura stilistico/estetica ai fini dello scopo promozionale nelle esibizioni, le competizioni con tutto il corollario di necessità legate ai regolamenti, ai criteri valutativi, alla fruibilità e alla godibilità del pubblico eccetera.
Ovvio che questa strada porta ad avere delle "coreografie" con un senso assai relativo in termini marziali, da qui la necessità di "giustificare" fornendo un'aura marziale e un pò mistica, creando applicazioni "bunkai" anche dove proprio non ci stanno, contribuendo a nutrire i dubbi di chi, ragionando con la propria testa, si pone domande di utilità pratica dei Kata.
Io la penso così.
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Darth Dorgius

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #42 on: March 27, 2012, 09:35:45 am »
0
Ridico la mia anche qui.
Se ho tre allievi, posso permettermi di lavorare solo sui singoli Kihon, correggendoli con una attenzione massima ai dettagli, onde evitare l'insorgere di difetti che poi si radicano, ripetendoli con sufficiente continuità da farli memorizzare tutti.
Se però gli allievi diventano 100, la mia capacità di attenzione ai dettagli si riduce di conseguenza, la lezione diventa più dispersiva, probabilmente dovrò assecondare le esigenze di tutti rinunciando alla "quotidianità" dell'allenamento, così che i singoli Kihon diventano troppi per essere tutti studiati e memorizzati a dovere, troppo frammentaria la didattica.
Esattamente come si insegnano i giorni del mese ai bambini con le filastrocche "30 giorni a novembre con april giugno e...." perchè è più facile memorizzare la filastrocca che i singoli mesi senza fare confusione, anche con l'enorme numero di Kihon di base, da trasmettere a troppi allievi per essere seguiti singolarmente con la dovuta attenzione, la creazione di "filastrocche" ad hoc può essere un metodo per l'insegnamento "di massa" di un programma vasto che necessita univocità e uniformità di apprendimento.
Ecco che, la creazione di 15/20 Kata, in luogo dei 3/5 esistenti, quelli cioè con funzioni specifiche (vedi il Sanchin) può essere la via per insegnare una enormità di Kihon, suddivisi in un certo numero di "filastrocche" in modo tale che tutti li apprendano ala stessa maniera, poichè la danza è uguale per tutti.
Quindi un escamotage didattico più che altro, volto a conferire possibilità di espansione e insegnamento di massa.
Poi viene tutto il resto, le modifiche e le rettifiche di natura stilistico/estetica ai fini dello scopo promozionale nelle esibizioni, le competizioni con tutto il corollario di necessità legate ai regolamenti, ai criteri valutativi, alla fruibilità e alla godibilità del pubblico eccetera.
Ovvio che questa strada porta ad avere delle "coreografie" con un senso assai relativo in termini marziali, da qui la necessità di "giustificare" fornendo un'aura marziale e un pò mistica, creando applicazioni "bunkai" anche dove proprio non ci stanno, contribuendo a nutrire i dubbi di chi, ragionando con la propria testa, si pone domande di utilità pratica dei Kata.
Io la penso così.

Sintesi PaguRonin, sintesi! :gh:

Mi pare di capire che in pratica condividi il discorso mio e di Gibi, giusto? :)
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Offline Takuanzen

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #43 on: March 27, 2012, 09:44:40 am »
0
chi cerca di sostenere - poniamo - l'utilità delle forme si ritrova senza argomenti, o comunque senza munizioni

Sabato dicevo, io credo che le forme siano ottime per il "cooling down"[1] a fine allenamento.

Le trovo anche utili come "bigino" delle tecniche e delle strategie di uno stile, a cui eventualmente attingere o fare riferimento per vari motivi.

Insomma, io non le butto via "tout court"!

FINE OT
 1. Gibi, il contrario del "warm up"...
:sur:

Ti rivelo un segreto...

Quando ho iniziato a praticare col mio attuale insegnante, praticavamo un paio di sezioni della forma di Taijiquan o per riscaldarsi all'inizio prima di praticare Yiquan, oppure alla fine, proprio come defaticamento dopo il combattimento (questo secondo modo è davvero bello, io l'ho provato anche dopo una sessione di Swing & burpees).
Io la forma di Taijiquan della nostra scuola l'ho imparata così.
Poi ha diviso i due lavori e io ora mi alleno con lui solo nell'Yiquan (il corso di Taijiquan non fa per me...) e la forma Taiji me la studio da solo a casa quando ho voglia di ripassare il bigino. Mi trovate quindi molto d'accordo con le vostre considerazioni. ;)

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Offline Dipper

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Re:Kata, forme: origini, evoluzioni, scopi.
« Reply #44 on: March 27, 2012, 11:05:56 am »
0
Ridico la mia anche qui.
Se ho tre allievi, posso permettermi di lavorare solo sui singoli Kihon, correggendoli con una attenzione massima ai dettagli, onde evitare l'insorgere di difetti che poi si radicano, ripetendoli con sufficiente continuità da farli memorizzare tutti.
Se però gli allievi diventano 100, la mia capacità di attenzione ai dettagli si riduce di conseguenza, la lezione diventa più dispersiva, probabilmente dovrò assecondare le esigenze di tutti rinunciando alla "quotidianità" dell'allenamento, così che i singoli Kihon diventano troppi per essere tutti studiati e memorizzati a dovere, troppo frammentaria la didattica.
Esattamente come si insegnano i giorni del mese ai bambini con le filastrocche "30 giorni a novembre con april giugno e...." perchè è più facile memorizzare la filastrocca che i singoli mesi senza fare confusione, anche con l'enorme numero di Kihon di base, da trasmettere a troppi allievi per essere seguiti singolarmente con la dovuta attenzione, la creazione di "filastrocche" ad hoc può essere un metodo per l'insegnamento "di massa" di un programma vasto che necessita univocità e uniformità di apprendimento.
Ecco che, la creazione di 15/20 Kata, in luogo dei 3/5 esistenti, quelli cioè con funzioni specifiche (vedi il Sanchin) può essere la via per insegnare una enormità di Kihon, suddivisi in un certo numero di "filastrocche" in modo tale che tutti li apprendano ala stessa maniera, poichè la danza è uguale per tutti.
Quindi un escamotage didattico più che altro, volto a conferire possibilità di espansione e insegnamento di massa.
Poi viene tutto il resto, le modifiche e le rettifiche di natura stilistico/estetica ai fini dello scopo promozionale nelle esibizioni, le competizioni con tutto il corollario di necessità legate ai regolamenti, ai criteri valutativi, alla fruibilità e alla godibilità del pubblico eccetera.
Ovvio che questa strada porta ad avere delle "coreografie" con un senso assai relativo in termini marziali, da qui la necessità di "giustificare" fornendo un'aura marziale e un pò mistica, creando applicazioni "bunkai" anche dove proprio non ci stanno, contribuendo a nutrire i dubbi di chi, ragionando con la propria testa, si pone domande di utilità pratica dei Kata.
Io la penso così.
Tutto sommato questo pensiero è corretto.
Ma ne deduco che se la forma diventa uno strumento di appiattimento didattico verso il basso me la rende ancora meno appetibile.
Se io ho lo scopo di tramandare una disciplina che sia più efficace possibile nei modi più efficienti possibili, preferisco avere pochi allievi selezionati a cui dare il massimo (e da portare in giro per fare esperienze con altre persone per evitare l'endogamia) piuttosto che molti allievi da curare pressapoco.
Piuttosto se fossi così figo da far sciamare i potenziali allievi verso di me (ma non succederà comunque XD), allora farei come Clode e dividerei i corsi in modo da poter dare ad ogni tipologia di allievo la giusta ricetta.
Far seguire ad un cavallo di razza allenamenti adatti ad uno poco prestante per esigenze di omologazione, tarpa le ali a un potenziale atleta / campione / ammazzacristiani.
継続は力なり 空手の修業は一生である
UIPASC
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