[Report] Stage di Keysi con il fondatore, Cinisello Balsamo 18/06/2012

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Offline Fabio Spencer

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Eccomi a provare a fare un report della serata di ieri, purtroppo essendo una persona che non è solita fare foto non potrò aggiungere supporti audiovisivi.
Lo stage si è svolto a Cinisello Beach, nel palazzetto di fianco al comune.
Arrivo nel parcheggio dopo aver litigato un po’ con il mio navigatore e con un po’ di ansia per un eventuale ritardo, ma sono in perfetto orario.
Peccato solo il caldo e l’afa asfissiante.
Nell’andare a cambiarmi noto che a fianco degli spogliatoi c’è una sala dedicata al judo, leggo il nome della scuola e mi viene il forte sospetto che sia quella dove pratica Xjej, provo a dare una guardata visto che la porta è leggermente aperta, ma non riesco a vedere nulla ed un gentile signore viene a chiedermi  se può essermi utile.
Io ringrazio imbarazzato, spiego che ho solo buttato un occhio perché curioso e chiedo scusa del disturbo, si fa una risata e mi manda cordialmente a “dà via el cu”.
Nello spogliatoio incrocio Takuan, facciamo due chiacchiere cambiandoci e siamo pronti per darci sotto.
Va detto che spogliatoi e sala judo sono ad un piano sotterraneo e la temperatura se non buona era sicuramente non male, salito al piano terra, avremmo praticato sul campo da basket…. Ci saranno stati almeno 7°-8° in più…
Un po’ di convenevoli e si parte con un po’ di riscaldamento (come se ci fosse bisogno) tramite dei lavori sulle diverse posizioni: in piedi, in ginocchio (rodilla), seduto (sentado), e sdraiati (tumbado).
Mentre si è a due ci si muove, uno dei due da i comandi e l’altro si mette al livello richiesto, continuando a studiare il movimento, l’equilibro e come cambiano gli appoggi nelle 4 situazioni e nelle relative transizioni.
Esempio :da “sentado” a “en rodilla” se il compagno era abbastanza vicino Justo due volte ha buttato  il proprio peso sulla sua gamba avanzata, come preparasse un DL.
Successivamente si cominciano ad aggiungere le spinte, chi spinge comanda la posizione e chi subisce cade e cerca di raggiungere subito la posizione richiesta e gestire il compagno da lì.
Come ultima variazione si aggiunge la risalita, risalita che si effettua afferrando il compagno (agarro) e usandolo un po’ come i pioli della scala.
Da considerare che: ovviamente è un esercizio, per afferrare il compagno ed usarlo per salire è necessario che si crei l’occasione, vicinanza del compagno, e che si abbia l’abilità di sfruttarla il timing tra il coprirsi dai colpi ed usare le mani per afferrare/fare male/squilibrare, insomma interrompere e salire.
Ovviamente se dovessi buttare giù il compagno e non seguirlo subito lui avrebbe tutto il tempo di alzarsi da solo prima che mi avvicini per colpirlo, soluzione sicuramente meno rischiosa.
Altra cosa da considerare: io mi sono sempre allenato in situazioni in cui mi veniva detto “ok, qui potete anche afferrare, non solo il bavero o il gi del compagno, ma anche la pelle, non lo facciamo per evitare incidenti ma sappiate che è una soluzione”.
Quando invece mi è stato fatto fare proprio così, da sotto afferrare la pelle del compagno per tirarmi su, o afferrare bene la “carne” della schiena per dirigergli il movimento tramite il dolore (e poi ovviamente subirlo amia volta) mi è scattato qualcosa dentro.
Mi sono reso conto che in una sciocchezza come questa quanta differenza passa tra l’immaginare o il conoscere qualcosa con la testa e il farlo e provarlo per davvero.
Quindi nel “preordinamento” del lavoro fatto trovo anche questa finalità, creare l’occasione di sperimentare queste piccole “bastardate”.
Non ho tenuto conto dei tempi, ma alla fine di questo continuo sù e giù ero abbastanza stanco.

Successivamente sono stati proposti dei giochi a tre, due contro uno.
Prima solo gestire la posizione,mentre i due cercano di fare in modo che uno sia alle spalle di chi sta in mezzo, chi sta in mezzo cerca di gestire la posizione ed i movimenti.
Poi si introducono le spinte per tirare giù chi sta in mezzo, secondo le stesse modalità dei giochi precedenti, e aggiungendo dei colpetti.
Il lavoro di chi sta sotto è quello di prendere l’occasione e rialzarsi con la salita descritta poco sopra (il “mono escala”, la salita della scimmia se il mio scarsissimo spagnolo non mi inganna).
Naturalmente più difficile cercare di agguantare e salire mentre due cercano di toccarti e scappare subito, inoltre è interessante studiare come spostarsi e spostare il compagno nella salita per coprirsi dall’altro.

Successivamente è stata studiata a blocchi una piccola sequenza di provocazione che induce un cazzotto, copertura con pensador, lavoro con l’altro gomito per tirae giù il suo braccio, colpire di gomito , afferrare per rompere e controllare girando (l’idea è sempre che non ci sia per forza solo un opponente).
Con eventuali variazioni a seconda di dove possa essere il braccio da afferrare o di dove si noti il problema.
Poi ulteriore lavoro su questa sequenza con presa al collo.

I concetti basilari, a mio personale modo di vedere, sono stati questi all’interno dei vari lavori:
controllo a 360° comunque, il movimento serve a quello.
Indagare quello che il corpo fa.
La tecnica non è “tassativa” ma una conseguenza dell’occasione, se penso a voler fare una certa cosa perderò la capacità di sfuttare un momento che mi si può presentare.
Ogni movimento di rottura è anche una copertura su un eventuale altro opponente.

Sarei curioso di sapere invece cosa ne ha tratto Takuan, come dicevo questo è sostanzialmente quello che è rimasto a me, il mio personale punto di vista.

In fine un po’ di tempo usato per fare un lavoro su uno scenario, tutti fuori e partendo da una essere afferrati e spinti come usare il muro dietro.
Poi una variazione per studiare il movimento usando due persona che mi spingono.
Al dilà della tecnica anche in questo caso le idee che mi rimangono sono:
osservare l’ambiente in cui sono, non solo le persone.
Considerare che se una certa cosa può essere per me un pericolo (un muretto, una maniglia di una porta, ecc) molto probabilmente lo è anche per il mio avversario e posso cercare di dirigerlo in una condizione in cui potrò sfruttare tale cosa.

Ulteriore cosa di valenza generale.
Tutta la serata è stata comunque incentrata sul “pensador”, come è normale che sia nel KFM.
Eviterò di allungare ulteriormente il report pontificando sul “pensador”, credo di averlo già fatto in aletre occasioni, anche se naturalmente proverò a rispondere a ogni domanda.
Ma l’allenamento è stato diverso da quello cui ero abituato vedere ai primi livelli.
Sicuramente essendo quasi tutti allievi praticanti è stato deciso, credo giustamente, di farci fare qualcosa un po’ diverso da quello che facciamo di solito.
Quindi un pensador usato in maniera meno contundente ma puù dedicato ad una lavoro categorizzabile come “trapping”.
Ad una certa ora mentre eravamo fuori a vedere lo scenario parte un urlo orrendo in lontananza.
Un attimo di fermo e poi, ostentando indifferenza, tra me ed i compagni di corso cominciano agirare delle voci incontrollate sul risultato della partita ed esito del girone.
Dhe hi hi… credo di aver sentito pure qualcuno che affermava che avesse segnato pure Buffon di testa su calcio d’angolo….
Finito il tempo, saluti di rito, bevuta esagerata (meno male che avevo portato la mia borraccetta di polase, credo di aver impedito lo svenimento a due persone durante la lezione) e tutti a nanna.
Se riesco a recuperare qualche foto provvederò a postarla.

[EDIT] dimenticavo di dire che la fidanzata di Takuan, Erica, ha lavorato molto bene.
Specialmente sulla parte in cui afferrava e poi strappava/rompeva, mi ha fatto volare proprio bene.
E dopo, durante lo scenario il Tak si è fatto così prende che le ha sparato una gomitata in testa a manetta, poverina.
Ma subito dopo si è vendicata schiacciandolo alla parete e reimpiendolo di ginocchiate nelle bolas  XD
« Last Edit: June 19, 2012, 15:21:22 pm by fabry.pook »
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Offline Takuanzen

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Ciao a tutti,
come promesso, ecco il resoconto dello stage di Justo che si è tenuto ieri a Cinisello, organizzato da DogRob.
Anche la mia ragazza, Erica, ha partecipato allo stage, con grande curiosità ed entusiasmo.

Sono entrato negli spogliatoi già leggermente indolenzito e contratto dalle Mazzate di ieri e becco subito Fabry, che mi conferma essere anche lui nelle medesime condizioni, il che mi conforta, non mi fa sentire l'unica schiappa.
All'inizio dello stage Justo ci ha presentato brevemente il Keysi Fighting Method, sottolineando che era nato per colmare un'esigenza di realtà che non trovava nelle arti marziali in cui si era allenato. Altro aspetto che ha voluto sottolineare è che la vera differenza in strada la fa prima di tutto l'aspetto mentale, l'istinto, e solo dopo quello fisico, e cioè la tecnica. Il tutto in una maniera davvero pacata e tranquilla, colloquiale direi.
Lo stage vero e proprio è iniziato con un esercizio a coppia, basato sull'imitare gli spostamenti dell'altro, tanto in piedi, quanto in ginocchio che al suolo. Non bisognava mai perdere l'attenzione ai movimenti dell'altro.
Poi lo stesso esercizio è stato eseguito con uno dei due che metteva pressione all'altro in piedi e dava i comandi sulla posizione da mantenere. Justo sottolineava fin da subito che chi era in piedi doveva far sentire la pressione all'altro, come se attaccasse.
Poi sono arrivate le spinte, e quindi il poggiare il ginocchio a terra per poi girarsi verso l'avversario e muoversi, risalendo quando lui si avvicinava, aggrappandosi al suo corpo e tirandosi su grazie a lui. Mai stare frontali, appoggiare la mano a terra quando ci si muove e con l'altra in protezione. Da terra mi veniva naturale protendermi verso il mio compagno per andare a prenderlo, invece che aspettarlo, il che mi rendeva parecchio impaziente. La stessa cosa si è ripetuta quando abbiamo eseguito lo stesso esercizio in tre persone, assieme a Fabry e ad Erica. Comportarsi da predatori esige pazienza, soprattutto mentre gli altri ti disturbano con le mani da più direzioni e non si fanno prendere. Davvero destabilizzante.
Così si è conclusa la prima parte, con pausa acqua per reidratarsi, perché faceva davvero caldissimo.

Impressioni: quel mantenere l'intenzione puntata sull'avversario, che nell'Yiquan si realizza prima attraverso le posture e i movimenti, grazie alla visualizzazione, qui viene direttamente applicato in coppia col compagno fin da subito. Belle anche le posizioni a terra e in ginocchio: è importante prendere contatto con il suolo, avere un atteggiamento mobile e adattabile alle differenti situazioni ambientali. Bisogna anche stare attenti agli altri e a dove ci si muove. Faticoso, ma il fatto che non mi sono sentito troppo esausto, lo considero un risultato positivo dei miei allenamenti personali, un mio piccolo miglioramento in quanto a condizione fisica...
« Last Edit: June 19, 2012, 15:52:22 pm by TakuanZen »

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Offline The Spartan

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Ho provveduto a razionalizzare i vostri report.
Per i quali vi ringrazio.
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Offline Takuanzen

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Grazie John per il pronto intervento.

Ora devo scappare. Il resto del mio report lo posto il prima possibile. ;)

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Offline Fabio Spencer

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Ho provveduto a razionalizzare i vostri report.
Per i quali vi ringrazio.
grazie a te.
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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Poi sono arrivate le spinte, e quindi il poggiare il ginocchio a terra per poi girarsi verso l'avversario e muoversi, risalendo quando lui si avvicinava, aggrappandosi al suo corpo e tirandosi su grazie a lui. Mai stare frontali, appoggiare la mano a terra quando ci si muove e con l'altra in protezione. Da terra mi veniva naturale protendermi verso il mio compagno per andare a prenderlo, invece che aspettarlo, il che mi rendeva parecchio impaziente. La stessa cosa si è ripetuta quando abbiamo eseguito lo stesso esercizio in tre persone, assieme a Fabry e ad Erica. Comportarsi da predatori esige pazienza, soprattutto mentre gli altri ti disturbano con le mani da più direzioni e non si fanno prendere. Davvero destabilizzante.
Il "comportarsi da predatori esige pazienza" lo interpreto come trovare il momento adatto per attaccare.. è questo che intendevi?
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Il "comportarsi da predatori esige pazienza" lo interpreto come trovare il momento adatto per attaccare.. è questo che intendevi?

Esattamente.  Ho usato quell'espressione perché mi sembrava chiarire meglio proprio quell'aspetto psicologico, di atteggiamento, istinto e intenzione, di cui parlava in apertura Justo. L'ho trovato personalmente non facile da gestire, da controllare, soprattutto in situazione di stress. Io volevo alzarmi e andare a prenderli, mentre invece dovevo aspettare che si avvicinassero e aggrapparmi a loro per tirarmi su. Spero di averti chiarito quello che cercavo di intendere, altrimenti chiedi pure. :)

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Chiarito!  :thsit:  Grazie!   
Spoiler: show
"Mentre invece"   :'(  :'(
:zan:
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Offline Takuanzen

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Ah, mi ero dimenticato che il Palazzetto dello Sport di Cinisello è un ambiente dai contorni piuttosto nostalgici per me, visto che vi svolgevo le garette di Karate da bambino. Non so cosa c'entra, ma l'ho inserito lo stesso.
Finito quello che era appena il riscaldamento, siamo passati alla seconda parte, specifica dello Stage, incentrata sul "Trapping".
Non sto qui a sindacare su cosa mi sia venuto in mente dalle mie passate esperienze, quando Justo ha pronunciato quel termine...

Ha subito insistito sul fatto che noi non possiamo sapere cosa vi è nella mente dell'altro, ma possiamo indurlo ad attaccare, attraverso i nostri atteggiamenti corporei e posturali, come l'apertura delle gambe o lo sporgere il mento.
Esercizio a coppie di simulazione su attacco di pugno. Mi sono ritrovato con il mio compagno di prima, un ragazzo magro, ma i suoi gomiti impattavano con forza sulle mie braccia e sul mio petto , tanto che qualche delizioso livido oggi è qui a ricordarmelo.
Bella e semplice la presa per le tecniche di leva o meglio rottura: un istruttore quando me l'ha corretta, mi ha anche spiegato come la mano diventa un arma e quindi è tutt'altro che una semplice leva o manipolazione articolare, bensì una vera e propria rottura, eseguita semplicemente abbassando il proprio baricentro. E funziona bene, molto più di tante tecniche di Qinna a cui potrebbe assomigliare. Mi è piaciuta la struttura dell'esercizio, che è stata proposta non come "la soluzione" (su questo Justo è stato chiarissimo), ma come una delle tante possibilità e sviluppi logici da quella situazione. "Questa non è la realtà": continuava a ripetere. Una modalità di approccio sincera e seria, dal mio punto di vista.
Sempre attenzione a tutto quello che succede, che può essere rappresentato da un altro braccio o da un altro avversario.
La variazione con presa al collo si inseriva in questa metodica occasionale, non la si andava a cercare, ma eventualmente la si    provocava (in maniera piuttosto dolorosa), e si inseriva nel girarsi fuggendo e controllando l'ambiente attorno. Mi è stata mostrata molto bene da un istruttore, di cui ho apprezzato la grande fluidità di movimento nell'eseguire le tecniche e spostarsi...


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Offline Takuanzen

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Infine, come terza parte, siamo usciti fuori dal Palazzetto per uno scenario. Justo ha evidenziato ancora di più l'importanza del controllo dell'ambiente circostante, rappresentato da eventuali muri, porte, cassonetti, automobili ecc... che a seconda della situazione, possono trasformarsi in pericoli o in occasioni. Quel controllo continuo dell'ambiente e dell'altra persona, quell'attenzione che ti permette di sfruttare i minimi varchi o vantaggi creati dalla disposizione casuale di due o più corpi in lotta.
Sempre partendo da una spinta contro la ringhiera di metallo, dovevamo ribaltare la situazione, per poi aderire all'avversario e colpirlo con gomitate o calci, per poi darsi alla fuga.
Io ero in coppia con Fabry. Le sensazioni all'aperto cambiavano completamente. Innanzitutto eravamo tutti molto più vicini, perché lo spazio era minore e poi sentirsi la ringhiera di metallo schiacciata sulla faccia e il muretto sulle gambe, non è la stessa cosa che stare in palestra. Mi sono sentito molto più aggressivo e mi è sembrato di andare decisamente più forte, come anche le altre persone intorno a me, nonostante Justo ci avesse detto di stare attenti e di fare piano. Anche qui avevo fretta di uscire dalla situazione, il che mi impediva di valutare tutte le possibilità che mi si presentavano.
Poi siamo passati ad eseguire lo stesso esercizio in tre (sempre io, Fabry ed Erica) e qui bisognava sentire il movimento, la forza e il controllo di entrambi gli opponenti durante il medesimo movimento di uscita di prima. Operazione tutt'altro che semplice, che si chiudeva con uso a dir poco assassino di spalle (vedendo Justo, ho compreso davvero come la spalla possa essere usata non per una semplice spinta, ma proprio come un'arma, indipendentemente dalla distanza dall'avversario) e ginocchia, per colpire gambe e genitali. Preso dall'adrenalina che saliva a fiumi e volendo imitare una serie di colpi di gomito aggiunti da Fabry in uscita, ho persino colpito la mia ragazza con una gomitata in testa. La vendetta è arrivata fatale subito dopo con una spallata che mi ha piallato alla ringhiera e una valanga di ginocchiate da brivido (:-X). Effettivamente me lo sono meritato!! XD

In chiusura Justo ha voluto ribadire come lo sport e la strada siano davvero due "mondi" differenti, due strade divergenti e che, se uno vuole allenarsi per la strada, deve "convertirsi alla strada" (espressione letterariamente bellissima a mio parere) e come il Keysi non si focalizzi su bersagli piccoli, ma sia più simile ad una chiave per aprire quella porta che è l'avversario in differenti modi, a seconda della situazione e non preordinati.

La caratteristica più straordinaria di Justo, quella che mi ha veramente colpito di più, è stata la rapidità del suo cambiamento da persona tranquillissima, sorridente e gentile a "predatore", che si attiva immediatamente in situazioni di scontro. Non saprei trovare una descrizione migliore del termine "istintivo" che non sia il suo modo bestiale di muoversi e soprattutto il suo sguardo. E poi quando entra è incredibilmente compatto, ben piantato: usa davvero tutto il corpo come un insieme.

Un'ultima parola la voglio dedicare a quello che è il nucleo fondamentale del Keysi, attorno a cui si organizza tutto il metodo, e cioè il Pensador. Tutti dicono "ma c'è anche da noi", oppure "non è nulla di nuovo". Il problema è che non si tratta di una semplice tecnica in cui si portano le mani alla testa, ma si ritrova davvero dappertutto, in qualsiasi movimento, dalle difese alle "distruzioni", ai colpi, e infine alle leve/rotture (l'immagine è proprio quella dello "strappare" e avviene spessissimo proprio nel ritorno al Pensador). Ho avuto proprio l'idea che il Pensador sia una vera e propria "struttura", la creazione di un'arma che poi emerge continuamente in qualsiasi movimento, come una cifra stilistica tipica, onnipresente in tutte le soluzioni.

Ringrazio davvero Fabry per avermi dato questa opportunità e tutto lo staff per l'organizzazione dello stage. La lontananza non mi permette una frequenza continua, ma mi sono divertito davvero tantissimo: è stato un bellissimo stage, arrivato per me in un momento in cui avevo proprio bisogno di fare nuove esperienze.
Ho visto l'applicabilità pratica, tradotta in giochi situazionali, di tanti concetti quali istinto, intenzione, che sono abituato a sentire e ad allenare nel mio lavoro a solo, ma quasi mai applicati e allenati con gli altri in lavori mirati e specifici. Era quello che desideravo verificare con la mia presenza.
Spero che in futuro possa ripetersi questa piacevole e istruttiva occasione. :thsit:

P.S: Erica, a cui è piaciuto moltissimo lo stage ed era davvero contenta, mi ha detto ieri, che vuole più tardi commentare la sua esperienza anche lei dal mio account... :)
« Last Edit: June 19, 2012, 17:01:55 pm by TakuanZen »


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Offline Barvo Iommi

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Re:[Report] Stage di Keysi con il fondatore, Cinisello Balsamo 18/06/2012
« Reply #10 on: June 19, 2012, 17:00:40 pm »
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intanto le facciamo i complimenti per averti preso a ginocchiate  :D

gran bei report ragazzi  :thsit:

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Offline Fabio Spencer

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Re:[Report] Stage di Keysi con il fondatore, Cinisello Balsamo 18/06/2012
« Reply #11 on: June 19, 2012, 17:35:01 pm »
0
intanto le facciamo i complimenti per averti preso a ginocchiate  :D

gran bei report ragazzi  :thsit:
soprattutto quelli di Takuan.
E ieri mi ha pure detto "no, scrivi tu che io non sono capace, semmai aggiungo qualcosa"...
Sono inoltre convinto che i report sono più interessanti se scritti da persone che non praticano la disciplina vista perchè hanno un punto di vista più aperto e libero.
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Offline Diego

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Re:[Report] Stage di Keysi con il fondatore, Cinisello Balsamo 18/06/2012
« Reply #12 on: June 19, 2012, 19:29:21 pm »
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Come mio solito vado OT e consiglio pure a chi non vuole l'orchite di sospendere la lettura qui.
 
Dopo una notte praticamente insonne, domenica mattina torno in una delle città che reputo tra le più tristi e deprimenti d'Italia, Alessandria.
La quiete cittadina del giorno festivo compensa l'alzata domenicale e pur conoscendo pochissimo la zona, trovo subito parcheggio e quasi per caso mi imbatto subito nel nome della via che avevo memorizzato come indirizzo.

Seguendo i civici mi dirigo verso destinazione e quando presumo di essere quasi arrivato ne prendo atto vedendo un paio di persone con un non so che di familiare, apprestandomi nei successivi minuti a cogliere le due cose che aldilà dell'aspetto marziale ricorderò più della giornata.
Mentre una persona, già incrociata dal vivo anni prima (Maurizio), con la maglietta KFM sta entrando attraverso una porta a vetri vicino a un poster Keysi, saluto con un “buon giorno” un tipo moro e dall'espressione tranquilla e cordiale che mi sta guardando sopraggiungere. Mentre l'uomo, vedendo il borsone sulla mia spalla, risponde con cortesia al saluto, nella mia mente balza un pensiero “sapevo che non era un gigante ma dai video facevo Justo ben più alto e più grosso” (primo ricordo gossipparo della giornata).

Entrato in palestra mi accoglie l'istruttore locale che mi chiede con che nome ho prenotato; “ciao, non ho prenotato. Per il pagamento mi posso rivolgere a te?”. Il ragazzo con la barbetta mi indirizza verso una scrivania a un paio di metri di distanza a cui siede una ragazza alla quale mi possa rivolgere. Mi aspetto di pagare 35 € pensando a un'uniformità dei prezzi delle tappe e avendo vista la richiesta per gli esterni indicata da Dog Rob per la tappa di Cinisello. Chiedo comunque per sicurezza e pago i 50 € richiestimi (secondo ricordo gossipparo della giornata), pensando che sarà la politica per chi non prenota mai come me agli stage open, per evitare di tirare “pacchi” per imprevisto dell'ultimo minuto.

Dallo spogliatoio ritorno nella saletta in cui sono entrato e nell'attesa dell'inizio della lezione tiro le somme sulla palestra, accogliente ma per i miei standard di ambiente di allenamento davvero bella e ristrutturata da pochissimi anni.

Si inizia con 5 minuti di cappello introduttivo sul keysi come metodo non solo fisico ma anche di accrescimento personale, nel senso che nell'allenamento per aumentare le probabilità di uscire alla meno peggio  da episodi ostili per la “caie”, l'aspetto fisico deve essere supportato da quello mentale ed emotivo.

Viene introdotto un primo esercizio di familiarità con posizioni diversamente erette che sarà il leitmotiv di gran parte della mattinata. E' un drill abbastanza libero, in solitaria per familiarizzare in modo personalizzato, a misura di singolo individuo per imparare a conoscere e migliorare il proprio movimento.
Lo stesso introduce anche un altro elemento costante dell'intera lezione, vista periferica e dell'ambiente intorno perchè per via del numero dei partecipanti ,in relazione alla metratura, della sala ci saranno quasi sempre ostacoli in movimento attorno a noi e da evitare, altri compagni di allenamento in piede o a terra.

Con progressione didattica si passa quindi esercizio ciclico in coppia con spinta da parte del compagno, caduta, protezione, movimento a terra rialzo e si reinizia a parti invertite. Poi stessa cosa aggrappandosi al compagno (come descritto prima con l'idea della scimmia) e andando a “prendergli la schiena” una volta rialzati. Nel mio caso ostacoli umani che “infastidivano” l'avvicinamento del compagno non mi facevano venire troppo bene la cosa, se distante mi veniva quasi spontaneo rialzarmi.

Con il compagno che indossa i guanti da passata introduzione al pensador per coprirsi dai “colpi” con variabile della copertura destra, centro, sinistra secondo il colpo in arrivo.
Come step successivo bisognava alternare su comando del compagno posizioni In piedi, in ginocchio, seduti e sdraiati usando il pensador di protezione sugli schiaffi coi focus “avversari”.

Pausa acqua, visto il caldo e soprattutto l'umidità, in sostanza prima giornata davvero estiva, le finestre aperte, classiche e vasistas, faticavano a garantirci il conforto di venticello refrigerante.

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Offline Diego

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Re:[Report] Stage di Keysi con il fondatore, Cinisello Balsamo 18/06/2012
« Reply #13 on: June 19, 2012, 19:31:43 pm »
+1
Dopo la pausa ci aspetta il gioco più divertente della giornata, a turno due con i focus contro uno che deve solo coprirsi e limitare i danni dalla grandinata di colpi simulata dagli altri due e cambiare posizione secondo gli ordini ricevuti dagli attaccanti. Peccato che si sia fatto un giro solo, molto divertente!

Si prosegue introducendo l'idea delle tempistiche delle reazioni. Visto che in precedenza si è provato il pensador in ottica fortemente difensiva. Si introduce il botta e risposta: su colpo col guanto da passata ti copri e incroci con un pugno  sull'altro focus. Da quanto ho capito, dovrebbe esser stato un diretto a incrociare, anche se in effetti ho notato una modalità/linea d'offesa “loro” di portarlo da parte di Justo e Maurizio, non so se è una personalizzazione dell'“abito cucito addosso su misura” o della didattica del keysi .
Poi stesso esercizio a tre tempi: pensador su attacco col focus, incrocio col “diretto”, pensador a copertura del secondo colpo avversario.

Versione un po' più aggressiva, pensador di copertura offensiva (più che a coprire gomito a intercettare il braccio focus avverso) e taglio della distanza impattando col gomito (non mi sono soffermato su alcun termine ma non escludo fosse un pensattack).

Avanti con offensiva diretta (non più aspetti o botta e risposta). Finta/calcio basso, linea alta  con “diretto” (come scrivevo non proprio classico pugilistico, nel senso che se scivola sulla protezione avversaria diventa volontariamente quasi una botta d'avambraccio, una linea da “mezzo gancio-cavatappi” che non so come si chiama), impatto col pensador durante l'avanzata accorciando in corpo a corpo.
   
Aggiunta del “trapping” descritto da altri in precedenza, ossia nel caso di barriera avversaria, gomito che con movimento mandritto la toglie per creare l'apertura.

Esercizio ciclico che collega la prima parte della lezione con la seconda. Spinta/sbilanciamento ricevuto, caduta, “arrampicata della scimmia”, allontanamento, calcio basso, “diretto”, pensattack (?), sbilanciamento del compagno e si ricomincia  a ruoli invertiti.

Pausa acqua e nel tempo di “sforatura” vengono mostrate e fatte provare con lo stesso ingaggio precedente un paio di varianti diverse per sbilanciare e direzionare l'avversario.

Qualche minuto di chiusura discorsiva della lezione, risposta a un paio di domande, rituale foto di gruppo e saluti.   

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Offline Diego

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Re:[Report] Stage di Keysi con il fondatore, Cinisello Balsamo 18/06/2012
« Reply #14 on: June 19, 2012, 19:32:54 pm »
+1
Come mie considerazioni, mi sono divertito.
Diciamo che in tutta la mattinata per il rincoglionimento mio, maggiore del solito per il sonno perso la notte/mattina, per il caldo e  per il fatto che comunque era una lezione open, quindi con finalità piuttosto introduttive e non di “rifinitura” tecnica, non mi son impegnato più di tanto a fare il caxxxxxzi sui particolari tecnici, sui “diretti” o dal mio punto di vista anche più interessante sulle posizioni basse e le transizioni.

Impressione positiva, coi miei occhi forse fuorviati da esperienze precedenti ho visto uno stile del sudest asiatico codificato con giuste e legittime personalizzazioni da un occidentale.
Ho avuto diversi dejavu durante la lezione, notando moltissimi aspetti che avevo visto fare altrove. Avevo visto fare i movimenti liberi eseguiti da Justo nelle posizioni basse e transizioni nel Silat, anche se poi non ho mai allenato in pratica questi aspetti. Per quel poco che ne capisco di Silat erano pure perfette le posizioni e le esecuzioni delle transizioni, mostrando le in modo meno formale e non coperto dal velo di vedo non vedo.
La didattica  e la transizione mi hanno ricordato molto il kali o alcuni concetti o esercizi del jkd, ricodificati in maniera diversa e mi va benissimo la cosa.

Nonostante fosse la prima lezione e prova del sistema, l'ambiente  nuovo come location e compagni mai visti prima, nonostante non possa definire neppure la mia forma atletica  sufficiente o discreta, mi son trovato benissimo e a casa.
Come già scritto, ho raggiunto il mio obiettivo perchè mi son divertito parecchio.