Giorgia, ho cercato di fare più volte il tuo ragionamento di apertura della discussione per farmi un'idea dei vari stili.
Non tanto per ipotizzare la mia classifica dei vari sistemi e fare i confronti alla youtube o da ricreatorio tra teenager o bar dello sport su quale sia meglio nei confronti dell'altra, in un utopico stile x vs stile y.
Seppur in modo sbrigativo (giusto per uso mio personale) ho provato a cercare parametri di giudizio per le varie am/sdc/dp, facendolo giusto per capire le varie specializzazioni, i pregi e i difetti delle une rispetto alle altre, cercando empiricamente un minimo di oggettività, mettendo da parte il naturale campanilismo di cui siamo tutti vittime.
E' un bel casino riuscire a dare un giudizio di questo genere. Il primo punto da considerare è che il fine delle varie discipline e il modo in cui si cerca di raggiungerlo (vedo la disciplina come il mezzo) è fortemente influenzato dal contesto geografico, storico e culturale di origine ed evoluzione della disciplina presa in esame di volta in volta. Già il riuscire a fare una contestualizzazione accettabile è talvolta già da solo un bello scoglio da superare per un neofita o un esterno, anche solo per mera ignoranza di chi giudica.
Per esempio a prima occhiata vedendo un praticante che afferrava il forte della lama di una spada a me era sembrato una tremenda stupidaggine, ipotizzando che si sarebbe quasi amputato la mano da solo col gesto.
Dopo due minuti, spiegatomi che nel contesto di origine il forte della lama non era affilato a rasoio ma soprattutto il praticante avrebbe comunque indossato almeno guanti molto spessi e resistenti di cuoio se non guanti di maglia leggera metallica, quindi "antitaglio", la mia iniziale considerazione perdeva quasi del tutto la sua logica.
Chi si avvicina per la prima volta alle discipline combattive nella stragrande maggioranza dei casi non ha sufficienti mezzi per giudicare quanto ha di fronte. C'è chi si fa impressionare per esempio dalla fama del'”praticante che mena” (magari talvolta basata pure solo su leggende metropolitane), associandola magari alla "pulizia" tecnica, intesa addirittura in taluni casi come estetica

, chi dalla mera aggressività, chi dalla prestanza fisica di alcuni praticanti del corso, chi dalla notorietà e dalla presunta bravura dell'insegnante percepita dall'esterno, secondo la pubblicità e manco secondo gli addetti ai lavori.
Ci sono poi diverse variabili da mettere in conto per valutare la qualità dei corsi e dei praticanti medi ma onestamente mai se non molto raramente ne ho sentito o letto della loro oggettiva presa in esame dei corsi o delle palestre.
Per esempio guardiamo la storicità della pratica nell'area geografica. In Italia per esempio reputo che come qualità media attribuibile alla presenza storica sul territorio le migliori discipline siano pugilato e a macchia di leopardo scherma e lotta. Veramente la scherma sportiva credo che di media qualitativamente sia al top mondiale ma l'ho messa in second'ordine rispetto al pugilato per inferiore presenza sul territorio.
Nella scelta personale invece, per varie vicissitudini, solo in parte che mi riguardano, per esempio non pratico e non ho mai praticato uno stile di Silat che ho provato dal vivo e mi è apparso essere molto congeniale ai miei interessi. Gli unici praticanti considerabili tali e più “vicini”sono in Nord Europa, è morto qualche anno fa il caposcuola e la nuova “dirigenza” della scuola/stile sta impostando le cose in modo un po' diverso dal loro precedessore, etc.
In Italia se qualcuno parla di o fa riferimento (nel bene o nel male) a questo stile/scuola ne ha una conoscenza davvero limitatissima e indiretta (tenendosi larghi per le persone che hanno visto qualcosina di più, niente di particolarmente approfondito, rispetto a un paio seminari open e basici/introduttivi credo bastino le dita di una mano per contarle).
Per altri stili, in Italia vale un discorso analogo: se vuoi praticarli prenotati l'aereo, ti tocca fare il pioniere! I maestri sullo stivale non esistono e se ci sono già altri pionieri aspettati per i primi anni solo dei praticanti e forse futuri istruttori al momento ancora work in progress.
Anche in alcune discipline oggi abbastanza diffuse e note a volte ti scontri con incoerenze (una pratica nella realtà italiana molto differente dai Paesi di origine o semplicemente da altre realtà in cui l'esportazione è stata più coerente) secondo me dettate proprio dovute all'errore di aver scambiato pionieri praticanti per maestri, in commistione con l'italico “quello che non so, lo insegno”.
