Tensegrità e Taijiquan

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Offline Takuanzen

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Tensegrità e Taijiquan
« on: January 17, 2014, 14:04:14 pm »
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Offline Ragnaz

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Re:Tensegrità e Taijiquan
« Reply #1 on: January 17, 2014, 14:37:21 pm »
0
Cosa ne pensate?

http://taijineigong.com/tensegrity-and-taijiquan/

 :)

Discorso interessante, anche se non saprei "quanto" interessante visto che capisco poco di fisiologia, ahimè...
Ragnaz - alias Luca


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Offline Dipper

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Re:Tensegrità e Taijiquan
« Reply #2 on: January 17, 2014, 17:34:02 pm »
+2
Ho letto l'articolo senza vedere i video.

Secondo la mia modesta opinione la visione dell'apparato locomotore come una struttura tensegra (?) può rappresentare una parte della realtà. Ma come tutti i paragoni allegorici che vengono fatti utilizzando le più disparate immagini (elastico, frusta, bastone, spada...), trattandosi per sua stessa natura di una semplificazione atta a rendere comprensibile un qualcosa di molto complesso, si perdono delle informazioni.
La muscolatura profonda, così cara ai maestri di stili interni, è di fatto costituita dai muscoli stabilizzatori. Come dice la parola stessa essi "stabilizzano".
La stabilità può essere vista in senso statico, ovvero posturale, e una migliore postura porta dei vantaggi nel quotidiano e nell'allenamento che penso sia inutile sottolineare.
La stabiltà è anche dinamica però, poichè impedisce alle articolazioni di effattuare movimenti dannosi e nel contempo ottimizza i movimenti.

I punti che non mi convincono:
1) La struttura tensegra si basa solo su un'elasticità passiva dei componenti in tensione, mentre i nostri muscoli, per quanto senz'altro dotati di una componente elastica, sono contrattili. Anche gli stabilizzatori. Una contrazione più forte, coordinata e controllata permette risultati molto maggiori che non basandosi semplicemente sulle proprietà elastiche. La prova è che è riscontrata e riscontrabile una minore incidenza di infortuni in chi allena attivamente la muscolatura profonda, rendendola più coordinata, reattiva e ipertrofica, ma pure in chi ha subito un infortunio e deve recuperare con la riabilitazione (se ben fatta ovviamente, perchè allenare gli stabilizzatori è diverso che allenare i volontari).
Il problema è che nel mondo marzialfilosofico c'è spesso una certa avversione per il termine "contrazione" (perchè mal compreso), e quindi si cerca spesso di trovare un ipotetico modo di "muoversi in decontrazione", che in realtà è un ossimoro, mavabbè...

2) La muscolatura profonda, in concerto con gli altri tessuti connettivi, non può esercitare una grande forza in assoluto. E' nella sua natura. Se potesse farlo, non sarebbe adatta al suo principale lavoro che è la stabilizzazione, la quale per definizione fa lavorare di concerto entrambi gli antagonisti.
Sono due concetti incompatibili a livello fisiologico. Ma basta anche pensare alle dimensioni di tali tessuti, che sebbene copra tutto il corpo, ha massa certamente limitata rispetto ai gruppi muscolari volontari.
Quindi esercitare la forza grazie ad essa è un'idea che è solo nella testa del praticante, mentre invece, e qui sta la sua vera importanza, come detto prima, la stabilizzazione delle articolazioni permette una migliore e più sicura espressione di forza dei muscoli volontari.
Allo stesso modo la "resistenza alle sollecitazioni", è data comunque dagli stessi muscoli volontari in contrazione isometrica o eccentrica e anche qui la muscolatura profonda fornisce il suo fondamentale apporto nella stabilzzazione, ma non nell'espressione di forza in se'.
Parlando poi degli altri tessuti connettivi, direi che esercitare esplosività e potenza con un tessuto non contrattile è davvero molto dura[1], a livello fisiologico.
Quindi
Quote
some sort of interconnected, springy & flexible,
OK, in una certa misura.

Quote
yet powerful & explosive system inside the body.
Powerful & explosive non direi proprio :nono:

Ovvio che se poi mi si mostra una miografia in cui uno fa uno squat con il quadricipite a riposo, sono sempre pronto a ricredermi.

Ultima cosa. Posta la loro importanza (sebbene diversa da quella attribuitagli in alcuni ambienti) non entro nel merito dei metodi di allenamento degli stabilizzatori, vista la sezione in cui ci troviamo, ma è molto importante il test oggettivo per verificarne il loro progresso nel tempo. Si sale su una swissball, si fa il test della cicogna (auguri...), si usa una tavoletta di Freeman... la "spinta" non rientra tra questi, sebbene possa essere un rudimentale test per l'equilibrio in generale (che non implica necessariamente un buon uso degli stabilizzatori, ma qui si aprirebbe un altro discorso).
 1. = Eufemismo per impossibile...
継続は力なり 空手の修業は一生である
UIPASC
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Offline Takuanzen

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Re:Tensegrità e Taijiquan
« Reply #3 on: January 18, 2014, 13:54:23 pm »
+1
Ho letto l'articolo senza vedere i video.

Secondo la mia modesta opinione la visione dell'apparato locomotore come una struttura tensegra (?) può rappresentare una parte della realtà. Ma come tutti i paragoni allegorici che vengono fatti utilizzando le più disparate immagini (elastico, frusta, bastone, spada...), trattandosi per sua stessa natura di una semplificazione atta a rendere comprensibile un qualcosa di molto complesso, si perdono delle informazioni.
La muscolatura profonda, così cara ai maestri di stili interni, è di fatto costituita dai muscoli stabilizzatori. Come dice la parola stessa essi "stabilizzano".
La stabilità può essere vista in senso statico, ovvero posturale, e una migliore postura porta dei vantaggi nel quotidiano e nell'allenamento che penso sia inutile sottolineare.
La stabiltà è anche dinamica però, poichè impedisce alle articolazioni di effattuare movimenti dannosi e nel contempo ottimizza i movimenti.
I punti che non mi convincono:
1) La struttura tensegra si basa solo su un'elasticità passiva dei componenti in tensione, mentre i nostri muscoli, per quanto senz'altro dotati di una componente elastica, sono contrattili. Anche gli stabilizzatori. Una contrazione più forte, coordinata e controllata permette risultati molto maggiori che non basandosi semplicemente sulle proprietà elastiche. La prova è che è riscontrata e riscontrabile una minore incidenza di infortuni in chi allena attivamente la muscolatura profonda, rendendola più coordinata, reattiva e ipertrofica, ma pure in chi ha subito un infortunio e deve recuperare con la riabilitazione (se ben fatta ovviamente, perchè allenare gli stabilizzatori è diverso che allenare i volontari).
Il problema è che nel mondo marzialfilosofico c'è spesso una certa avversione per il termine "contrazione" (perchè mal compreso), e quindi si cerca spesso di trovare un ipotetico modo di "muoversi in decontrazione", che in realtà è un ossimoro, mavabbè...

2) La muscolatura profonda, in concerto con gli altri tessuti connettivi, non può esercitare una grande forza in assoluto. E' nella sua natura. Se potesse farlo, non sarebbe adatta al suo principale lavoro che è la stabilizzazione, la quale per definizione fa lavorare di concerto entrambi gli antagonisti.
Sono due concetti incompatibili a livello fisiologico. Ma basta anche pensare alle dimensioni di tali tessuti, che sebbene copra tutto il corpo, ha massa certamente limitata rispetto ai gruppi muscolari volontari.
Quindi esercitare la forza grazie ad essa è un'idea che è solo nella testa del praticante, mentre invece, e qui sta la sua vera importanza, come detto prima, la stabilizzazione delle articolazioni permette una migliore e più sicura espressione di forza dei muscoli volontari.
Allo stesso modo la "resistenza alle sollecitazioni", è data comunque dagli stessi muscoli volontari in contrazione isometrica o eccentrica e anche qui la muscolatura profonda fornisce il suo fondamentale apporto nella stabilzzazione, ma non nell'espressione di forza in se'.
Parlando poi degli altri tessuti connettivi, direi che esercitare esplosività e potenza con un tessuto non contrattile è davvero molto dura[1], a livello fisiologico.
Quindi
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some sort of interconnected, springy & flexible,
OK, in una certa misura.

Quote
yet powerful & explosive system inside the body.
Powerful & explosive non direi proprio :nono:

Ovvio che se poi mi si mostra una miografia in cui uno fa uno squat con il quadricipite a riposo, sono sempre pronto a ricredermi.

Ultima cosa. Posta la loro importanza (sebbene diversa da quella attribuitagli in alcuni ambienti) non entro nel merito dei metodi di allenamento degli stabilizzatori, vista la sezione in cui ci troviamo, ma è molto importante il test oggettivo per verificarne il loro progresso nel tempo. Si sale su una swissball, si fa il test della cicogna (auguri...), si usa una tavoletta di Freeman... la "spinta" non rientra tra questi, sebbene possa essere un rudimentale test per l'equilibrio in generale (che non implica necessariamente un buon uso degli stabilizzatori, ma qui si aprirebbe un altro discorso).
 1. = Eufemismo per impossibile...
Io non conoscevo la Tensegrità (pensavo fosse qualcosa legato a Castaneda... XD), tuttavia sul fatto che nel Taijiquan vi sia una struttura corporea e l'utilizzo di forze contrapposte sono d'accordo, come anche sull'utilità dell'allenamento della muscolatura stabilizzatrice. Quello che mi lascia perplesso è, come giustamente rilevavi tu, la parzialità del discorso: come si può parlare solo di tessuto connettivo, senza considerare ossa e muscoli?  Oppure la muscolatura profonda senza considerare il resto dei muscoli volontari?

Com'è il test della cicogna? Io utilizzo molto la tavoletta priopercettiva e la trovo un attrezzo fantastico. Non so se sia la stessa cosa della tavoletta di Freeman.
A me sinceramente anche il discorso sull'allenamento degli stabilizzatori interessa, magari puoi aprirci un topic in preparazione atletica, oppure discuterne qui o in privato.
Grazie a tutti per i vostri interventi.   ;)