Gli obiettivi della pratica

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Offline Takuanzen

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Gli obiettivi della pratica
« on: October 25, 2016, 23:58:15 pm »
0
Interessante articolo di Emmanuel Agletiner sull'aspetto energetico dell'Yiquan (Yang Shen) e sugli obiettivi della pratica:

http://quanxue.blogspot.it/2016/10/proteger-ou-nourrir-le-principe-vital_7.html

"Un des écrits qui fut signé de sa main, mais en réalité rédigé par Li jianyu (mon premier maître) et Sun wenqing (un autre des disciple de Wang xiangzhai) dans un style très caractéristique d'une époque maoïste dure, explique qu'il existe trois raisons majeures pouvant motiver la pratique d'une boxe chinoise (quan) :

- Vouloir entretenir sa santé
- Vouloir apprendre à se défendre
- Etre en recherche d'absolu"

Purtroppo in francese, ma esiste forse da qualche parte anche la versione inglese (a detta di un amico).
Buona lettura!  :thsit:
« Last Edit: October 26, 2016, 00:00:48 am by Takuanzen »

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Offline Bingo Bongo

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Re:Gli obiettivi della pratica
« Reply #1 on: October 26, 2016, 13:08:16 pm »
+1
Interessante articolo di Emmanuel Agletiner sull'aspetto energetico dell'Yiquan (Yang Shen) e sugli obiettivi della pratica:

http://quanxue.blogspot.it/2016/10/proteger-ou-nourrir-le-principe-vital_7.html

"Un des écrits qui fut signé de sa main, mais en réalité rédigé par Li jianyu (mon premier maître) et Sun wenqing (un autre des disciple de Wang xiangzhai) dans un style très caractéristique d'une époque maoïste dure, explique qu'il existe trois raisons majeures pouvant motiver la pratique d'une boxe chinoise (quan) :

- Vouloir entretenir sa santé
- Vouloir apprendre à se défendre
- Etre en recherche d'absolu"

Purtroppo in francese, ma esiste forse da qualche parte anche la versione inglese (a detta di un amico).
Buona lettura!  :thsit:

Interessante. Almeno da quello che ho capito da google traduttore. Personalmente sono d'accordo con l'autore che quando si diventa vecchi le discipline interne prendono una "deriva" più salutistica per quanto già nascano, dopo l'avvendo delle armi, con l'intento di preservare la salute oltre che come disciplina di autodifesa.
Un pò meno d'accordo, ma può essere che ho capito male io, il solito discorso sull'energia interna come qualcosa di non ben definito, ma che fa vivere meglio e a lungo se la si coltiva. Dato per assodato che fare ginnastica faccia vivere meglio sul fatto che faccia vivere più a lungo è tutto da vedere.
Ma al di là di questo sono molto più vicino all'idea di Qi descritta nei 13 saggi sul taiji di Cheng Man-ch'ing che paragona il Qi alla resistenza dei nuotatori e come i nuotatori il praticante accresce la propria resistenza "nuotando" nell'aria invece che nell'acqua.
Ma sempre di resistenza si tratta. Il Qi come resistenza mi piace molto di più.

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Offline Takuanzen

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Re:Gli obiettivi della pratica
« Reply #2 on: November 02, 2016, 23:04:12 pm »
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Interessante. Almeno da quello che ho capito da google traduttore. Personalmente sono d'accordo con l'autore che quando si diventa vecchi le discipline interne prendono una "deriva" più salutistica per quanto già nascano, dopo l'avvendo delle armi, con l'intento di preservare la salute oltre che come disciplina di autodifesa.
Un pò meno d'accordo, ma può essere che ho capito male io, il solito discorso sull'energia interna come qualcosa di non ben definito, ma che fa vivere meglio e a lungo se la si coltiva. Dato per assodato che fare ginnastica faccia vivere meglio sul fatto che faccia vivere più a lungo è tutto da vedere.
Ma al di là di questo sono molto più vicino all'idea di Qi descritta nei 13 saggi sul taiji di Cheng Man-ch'ing che paragona il Qi alla resistenza dei nuotatori e come i nuotatori il praticante accresce la propria resistenza "nuotando" nell'aria invece che nell'acqua.
Ma sempre di resistenza si tratta. Il Qi  come resistenza mi piace molto di più.

Ho letto anch'io i 13 Saggi di Chen Man Ch'ing e mi ricordo quella parte. Ti ringrazio per avermela evocata. Chen Man Ch'ing aggiungeva pure, se non erro, che praticare Taijiquan è come "nuotare nell'aria" e, quando si pratica la forma, bisognerebbe immaginare di muoversi dentro l'acqua.
Tutto molto giusto e aiuta, sono d'accordo con te che pensare il Qi come resistenza sia un'idea/interpretazione interessante.
Esiste anche per il zhang zhuan (le posture) nell'Yiquan e anche nel Taikiken, un esercizio di visualizzazione chiamato "Nanso" (vado a memoria), che consiste nell'immaginare di stare sotto una doccia calda, sentendo l'acqua che scorre nel corpo. Mi ha molto aiutato all'inizio e vedo che funziona bene con i principianti. Per lavori posturali più avanzati si concepisce tutto un sistema di elastici immaginari con cui collegare le varie parti del corpo.
Per gli spostamenti l'esercizio fondamentale è il Mocabu, in cui si immagina di camminare nel fango. Mi ricordo che in un suo articolo Tokitsu applicava questa immagine del fango anche durante la pratica della forma di Taijiquan, dicendo che mano a mano il liquido in cui ci si muoveva doveva diventare sempre più denso (cioè offrire sempre più resistenza) passando gradualmente dall'aria all'acqua e infine al fango. Lui parlava di "allenarsi con carichi immaginari". Certo, è sempre meglio un carico reale che uno immaginario a mio parere, ma mi sembra una più visione utilizzabile del Qi rispetto ad altre più metafisiche e vaghe.  ;)

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Offline Ale_ale

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Re:Gli obiettivi della pratica
« Reply #3 on: November 03, 2016, 11:57:37 am »
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Esiste anche per il zhang zhuan (le posture) nell'Yiquan e anche nel Taikiken, un esercizio di visualizzazione chiamato "Nanso" (vado a memoria), che consiste nell'immaginare di stare sotto una doccia calda, sentendo l'acqua che scorre nel corpo. Mi ha molto aiutato all'inizio e vedo che funziona bene con i principianti. Per lavori posturali più avanzati si concepisce tutto un sistema di elastici immaginari con cui collegare le varie parti del corpo.

Il "nanso" che conosco io è un esercizio meditativo per la salute, e più essenzialmente un metodo di auto osservazione credo.
Qui una buona descrizione: http://thoughtsonbudo.blogspot.it/2014/04/nanso-hakuyu-and-hakuins-healing-method.html, la parte evidenziata lo descrive bene anche praticamente (sono proprio più o meno le parole che usa chi ti guida in questa pratica, tipo immagina che... ). Serve? boh, mi è solo capitato di farlo qualche volta, ma essenzialmente queste cose tendono più che altro ad innervosirmi e quindi non l'ho mai praticato.   :)

Al di là delle modalità e l'uso di più o meno esercizi di immaginazione come ausili credo che sia sempre stata parte centrale della pratica l'attenzione prima di tutto su stessi. Posizione, come ci si muove, come si muove una parte piuttosto che un'altra, un lato rispetto all'altro, il peso, il respiro, l'attenzione, punti in cui ci si sente più bloccati, sensazioni particolari, di dolore, ecc...  probabilmente è anche per questo che spesso si dice che le AM sono prima di tutto autocontrollo e che spesso sono anche molto legate alla salute e ad un certo tipo di medicina e psicologia.

Forse ho un po' divagato dal topic, ma non ricordo nemmeno da che discorso è partito  :gh: