Cena di Beneficienza con Lama tibetano Alak Tsawa Rinpoche 26/4/2010

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Ass. no-profit JAMTSEI GYETSA

SAPORI E COLORI DAL TIBET

con

Lama tibetano Alak Tsawa Rinpoche

Membro del consiglio di  S.S. il DALAI LAMA

CENA  DI  BENEFICIENZA

LUNEDI 26 APRILE ..ore …  20.00

C/O il circolo democratico a Forli in via P. Maroncelli

 

Programma della serata:

registrazione dei partecipanti (ingresso)

Breve  incontro con Lama Alak Tsawa Rinpoche   e

Lama       Gheshe Lobsang Samten

Durante la cena verranno proiettati i seguenti dvd

sulla cultura      tibetana :

FIGLIE DEL  TIBET (film  vincitore di numerosi premi nel  2008)

DALAI LAMA ( IL SUO MESSAGGIO  AL MONDO)

Dopo la cena:

Esibizione  di una DANZA TRADIZIONALE TIBETANA

in  costume eseguita da Lobsang Choephel

Angolo  dedicato all’ acquisto  di oggetti ed incensi dal  TIBET

CENA TIBETANA

Menu

Chowmin ngo tse (spaghetti con verdure)

Masala lang sha te ma (piatto di carne con piselli e spezie)

Masala alu catza (piatto di patate con spezie )

Cia – sha ngoema (pollo con peperoni)

Dal (lenticchie)

Verdura cotta (ngo tse)

Dey Karpo (riso basmati bianco) Sostituto del pane

Chai (the indiano con latte) bevanda digestiva

Contributo 25€

Prenotazione obbligatoria:

al Matteo 3471747389  E / O CIRCOLO: 0543 25654

(Alessandro)   alerix.kelt@hotmail.it

L’INTERO INCASSO DELLA SERATA VERRA’  DEVOLUTO PER IL  SOSTENTAMENTO  DEI MONACI

Lama Alak Tsawa Rinpoche e

Lama Gheshe Lobsang Samten

Jamtsei Gyetsa è un associazione no-profit nata allo scopo

di supportare il popolo tibetano, in esilio in India, attraverso

progetti di solidarietà, adozioni a distanza e donazioni.

Ha inoltre l’obiettivo di preservarne la cultura attraverso

iniziative quali conferenze, insegnamenti di filosofia buddhista e

allo stesso tempo si pone l’obiettivo di trasmettere una cultura

di pace.

Il presidente fondatore dell’associazione è Alak Tsawa

Rinpoche, lama tibetano del monastero di Sera Jhe, nel sud

dell’India.

 

Lama Alak Tsawa Rinpoche è nato nel nord India, ai piedi dell’himalaya,

nel 1971 da una famiglia di profughi tibetani scappati dalla loro terra a

causa dell’invasione cinese, seguendo la fuga del Dalai Lama e dei più alti

lama tibetani dopo il 1959.

Fu riconosciuto nel 1978, da Trichang Dorje Chan Rinpoche, tutore del

Dalai Lama e in quel momento, massima autorità religiosa della scuola

Gelupa, come nona reincarnazione del precedente Alak Tsawa Rinpoche

del Monastero Chachung, nella regione di Amdo con attualmente circa

500 monaci.

Iniziò così, all’età di sette anni, la vita monastica buddhista basata sui Sutra presso l’Università

Filosofica di Sere Jhe nel sud dell’India.

Qui, con l’esame di dottorato (Geshe Larampa) nel 1999, ha concluso 25 anni di studio, di

interrotti insegnamenti e iniziazioni con i più alti lama tibetani, primo fra tutti Sua Santità  in XIV

Dalai Lama.

Un ulteriore studio di approfondimento sul tantra lo ha poi portato presso il Gyumend tantrik

college dove ha poi completato tutti gli studi della scuola

Gelupa. Insieme a Geshe Lobsang Sampten ha deciso di

accettare l'invito per costituire l'associazione Jamtsei

Gyetsa dove, oltre a dare insegnamenti, si occuperà dello

sviluppo di alcuni progetti finalizzati al supporto della

comunità tibetana in esilio in India e in Tibet, quali ad

esempio le adozioni a distanza di bambini, famiglie e

monaci che non hanno le possibilità  economiche sufficienti

per poter studiare.

Rinpoche ha come obiettivo principale quello di instaurare rapporti con associazioni, centri culturali

ed istituzioni che abbiano a cuore la situazione tibetana e spiegare attraverso incontri e conferenze

quanto ancora si potrebbe fare per salvaguardare la storia e la cultura di un popolo privato della

propria terra. Per chi cerca invece un incontro con uno stile di vita che porta l'attenzione sulla

responsabilità individuale, sulla logica degli eventi per migliorare il proprio destino, sulla tolleranza e

l'altruismo per avere una risposta alle tensioni della mente, vengono organizzati insegnamenti di

buddhismo mahayana, corsi di meditazione e seminari.

SAMLO KHANGTSEN Monastero di Sera Jhe

Con l'invasione Cinese in Tibet nel 1959 sono stati

distrutti la maggior parte dei circa 7000 monasteri presenti.

Fino al 1959, al monastero di Sera Jhe, studiavano

settemila monaci. In quella data la repubblica popolare

cinese ha occupato e si è annessa il Tibet; in seguito a ciò,

le attività del collegio di Sera Jhe furono proibite e tutte le

pratiche religiose di conseguenza furono interrotte.

Alcuni monaci riuscirono a fuggire, assieme a Sua Santità il Dalai Lama. Sotto la guida di Sua

Santità, i tibetani in esilio in India riuscirono a preservare la loro cultura e a fondare nuovamente le

università monastiche. Purtroppo la situazione dei tibetani in Tibet non è molto migliorata. Infatti,

oltre alle fondamentali difficoltà  di mera sopravvivenza, è impedito di studiare e preservare la

cultura e religione tibetana, per cui ogni anno continuano ad arrivare in India moltissimi rifugiati,

molti dei quali vengono accolti dai monasteri dove hanno possibilità di studiare.

Il Samlo Khangsten fu ricostruito nel 1985 all'interno del monastero di Sera Jhe.

Attualmente ospita 200 monaci e, nonostante sia recente, le condizioni dell'attuale struttura sono

fatiscenti: le fondamenta e le pareti sono state costruite con materie prime molto povere come il

fango e il tetto ha infiltrazioni che rende le fondamenta deboli e le pareti piene di crepe.

Samlo Khangsten non è soltanto un monastero come viene inteso in termini occidentali bensì è uno

dei pochi centri in cui, oltre ad accogliere monaci e dar loro gratuitamente la possibilità di istruzione,

viene preservata e tramandata la cultura tibetana che, nella sua unicità rappresenta un patrimonio

dell'umanità intera. E' quindi importante preservare anche il luogo fisico dove questi insegnamenti e

questa cultura possono essere tramandati. L'associazione Jamtsei Gyetsa ha tra i suoi progetti anche

la raccolta di fondi per consentire il restauro delle strutture all'interno delle quali i monaci vivono,

meditano e insegnano.

 
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***