Buddha e Bodhisattva femminili

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Buddha e Bodhisattva femminili
« on: January 23, 2010, 02:54:53 am »
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Le donne illuminate, cioè le figure femminili sotto descritte, vengono tutte dal "Vajrayana", la scuola di Buddismo Tibetano del Mahayana che ha avuto origine in India e che in seguito si trasferì in Tibet e negli altri paesi himalayani. Quindi, molte di queste figure sono indicate con il loro nome in Sanscrito e poi con la alternativa forma Tibetana che appare tra parentesi (quando non è il contrario, come con Achi Chkyi Drolma, Ma gCig Labdron e Palden Lhamo, in quanto che le  loro pratiche si svilupparono, o furono praticate principalmente in Tibet).
Ho anche indicato quale tipo di divinità ognuna di esse è, e cioè:

* Un ‘yidam’ – un’illuminata divinità di meditazione che incarna l'unione di saggezza e compassione, e però non è separata dal meditante.

* Una figura di guru - di solito il fondatore di un lignaggio, un essere pienamente realizzato che uno identifica totalmente con la propria guida spirituale.

* Un protettore del Dharma - di solito raffigurato come un essere illuminato in forma adirata, la cui funzione primaria è quella di eliminare gli ostacoli spirituali che ostacolano il praticante.

* Una figura storica – qualcuno che visse su questa terra come essere umano di sesso femminile e può essere storicamente collocato, secondo la tradizione.

Ed inoltre, diremo anche cos’è un thangka… Un thangka (si pronuncia ‘tonka’) è una pittura tibetana su tela, che si conserva arrotolata quando si viaggia. Per coloro che desiderano saperne di più su queste thangka e come vengono create, si può visitare il sito del Dharmapala Centre di Brema, in Germania, che ha un pagina in lingua inglese che spiega il processo.

 

ELENCO delle Divinità Femminili

   1. Achi Chkyi Drolma - protettore del Dharma

   2. Dorje Yudronma - protettore del Dharma

   3. Ekajati (Ralchigma) - protettore del Dharma

   4. Ekajati - yidam

   5. Kurukulla - yidam

   6. Lamanteri - yidam irato

   7. Machig Labdron - yidam e figura storica

   8. Mahamaya – yidam

   9. Mandarava - yidam e figura storica

  10. Marici - yidam

  11. Mayadevi - figura storica

  12. Nairatmya - yidam

  13. Niguma - guru e yidam

  14. Palden Lhamo (Sri Devi) - protettrice del Dharma

  15. Prajnaparamita (Yum Chenmo) - Figura guru e yidam

  16. Samantabhadri (Kuntuzangmo) - Figura guru e yidam

  17. Sarasvati - yidam

  18. Simhamukha (Sengdongma) - yidam

  19. Sukkhasiddhi - figura guru e yidam

  20. Tara Verde (Drolma) - yidam

  21. Tara Rossa - yidam

  22. Tara Bianca (Drolkar) - yidam

  23. Tseringma - protettrice del Dharma

  24. Ushnisha-sitatapatra - yidam

  25. Ushnisha-Vijaya - yidam

  26. Vajrayogini / Vajravarahi (Dorje Naljorma / Dorje Phagmo) - yidam

  27. Yeshe Tsogyal (Dechen Gyalmo) - yidam, guru e figura storica

 

Nota: Questa pagina verrà continuamente aggiornata, poichè ho scoperto molti link (e trovato il tempo di estendere le descrizioni delle divinità). Mi scuso per le eventuali imprecisioni che potrebbero derivare dalla mia ignoranza o fretta, le vostre correzioni saranno benvenute. Sono anche lieto di aggiungere immagini di Buddha e bodhisattva femminili, sperando che così facendo io non violi alcun copyright - di qui la scarsità di immagini.

 

Achi Chkyi Drolma: protettrice del Dharma della tradizione Drikung Kagyu

    Achi Chkyi Drolma (tib. A-chi Chos-kyi sGrol-MA) è una protettrice del Dharma la cui pratica è stata introdotta da Drikung ('Bri-gung) Achi, la matriarca ereditaria del lignaggio Drikung. Essa è di colore bianco e viene rappresentata a cavallo di un leone della neve, il leggendario bianco animale del Tibet. Insolitamente, per un protettore del Dharma, l’aspetto di Achi Chkyi Drolma è tranquillo, non adirato.

 
Dorje Yudronma: protettrice del Dharma

    Si dice che Dorje Yudronma sia una dei protettori principali del Tibet. Essa tiene nella mano destra una freccia con cinque colori e nella mano sinistra uno specchio di argento bianco. Nel Longchen Nyingthig, vi è la storia dello yogi Jigme Gyalwai Nyugu (del lignaggio Dzogchen di Nyoshul Khenpo) che riferisce che l'emanazione di questa divinità apparve e gli offrì il cibo, quando una volta egli stava soffrendo di privazioni e povertà. Dorje Yudronma è associata ad una pratica di divinazione che utilizza uno specchio.

Ekajati: Protettrice del Dharma - protettrice dei mantra

    Ekajati è una protettrice–donna del Dharma particolarmente popolare nel Nyingma, dove è anche considerata protettrice dello Dzog Chen, similmente a Palden Lhamo. La forma Nyingma di Ekajati (il cui nome significa letteralmente 'Una Treccia') ha un bel ciuffo di capelli, un occhio, una bocca, una mammella - e talvolta una sola gamba! – al fine di dimostrare la sua unidirezionata devozione al Dharma.


Ekajati o Tara Nera: Yidam irata -   

     Ekajati è anche il nome di una forma irata di Tara Verde, nota come Black Tara. Lei è raffigurata in posizione seduta con un coltello ricurvo e un teschio nelle mani. Questa forma è spesso mostrata in un triumvirato con Avalokiteshvara e Tara Verde. Credo che sia proprio questa la figura rappresentata in una thangka anche nel sito web di Andrew Stinson.

 
Kurukulla - Yidam - divinità di potere

    Kurukulla è un’energica danzatrice rossa nell’aspetto, con un viso e quattro braccia - due di queste tengono un arco e una freccia fatti di fiori. La sua propria pratica aiuta a produrre energia e potenza. JBL Statues vende una statuetta di Kurukulla, anche se la descrizione che l’accompagna è, francamente, piuttosto dubbia. Il centro FPMT che c’è a Boston ha il suo nome (Kurukulla Center for Tibetan Buddhist Studies) e comprende un bel disegno del lignaggio della divinità.


Lamanteri - Yidam irata

    L'Asian Art Museum di San Francisco dice in sintesi: "Lamanteri è il nome mongolo di questa forma adirata della dea Tara, raffigurata con il terzo occhio e quattro paia di mani".

Machig Labdron - Yidam e figura storica – Colei che fondò il ‘Chod’

    La fondatrice Tibetana dell'XI secolo della pratica del CHOD (tagliare), Ma-gCig è di solito rappresentata in forma divinizzata come una pacifica e bianca figura danzante con tre occhi, mentre con la mano destra suona un damaru (tamburello a due lati) ed ha una campanella nella sinistra. (Sul sito Dharma Publishing’s Sacred Art è comunque rappresentata in forma seduta). Appare anche in forma adirata blu scuro, come yidam Trma Nagmo, esposta in una thangka sulla pagina web del Padmasambhava Buddhist Center. Il nome Machig è spesso tradotto come Unica-Madre, Luce di Lab – essendo Lab il nome del suo distretto natale - o Unica-Madre, Salvatrice di Lab.

(Vedi: ‘Machig Labdron and the Foundations of Chod’ di Jerome Edou (Ithaca, NY: Snow Lion Publications, 1995); ‘A Study of the Profound Path of gChod: The Mahayana Buddhist Meditation, Tradition of Tibetís Great Woman Saint Machig Labdron’ – che è una tesi del Dott. Carol D. Savvas (University of Wisconsin - Madison, 1990); “Women of Wisdom” (Donne di saggezza) di Tsultrim Allione (London: Arkana, 1984/ New York: Arkana, 1986 – vers. Ital. Ubaldini, Roma) – che comprende la storia della vita di Machig Labdrn


Mahamaya - Yidam di Anuttara-Yoga-Tantra

    Ho trovato pochissime informazioni su questa divinità. Il suo nome è simile a quello della madre dello storico Buddha Shakyamuni, quando era Siddharta Gautama – ed esso significa 'Grande Illusione'. Questa era una delle pratiche principali della scuola Shangpa Kagyu.


Mandarava - Yidam e figura storica - divinità di lunga vita

    Una principessa nata in India che divenne la consorte spirituale di Padmasambhava, il fondatore del Buddismo in Tibet (la sua seconda moglie fu la tibetana Yeshe Tsogyel - vedi sotto). Appare in forma divinizzata come yidam di lunga vita.


Marici Marici - Yidam - dea del sole

    Marici è un yidam femminile di colore rosso associata con il sole e con l'alba. Ha tre facce (tra cui una faccia da scrofa), con le sue otto braccia che tengono vari attrezzi, ed è seduta su un un carro/trono trainato da nove maiali. Il suo mantra è usato tradizionalmente come forma di protezione dai viaggiatori.


Mayadevi - Figura storica - madre del Buddha Sakyamuni

    La Regina Mayadevi (anche Maya, o Mahamaya) era la madre storica del Buddha Sakyamuni. Morì non molto tempo dopo la sua nascita, ma si ritiene che sia rinata in uno dei Cieli, dove in seguito lei si manifestò e insegnò il Dharma, così che anche lei è diventata illuminata. E’ tradizionalmente raffigurata proprio come si trovava quando stava per partorire (in modo indolore), in piedi e tenendosi al ramo di un albero con la mano destra.


Nairatmya - Yidam

    Questa figura blu scura appare sia come singola yidam e anche in unione con il suo consorte, il più alto yidam maschile del Tantra Yoga Hevajra. Il nome significa 'Non Sé' in Sanscrito, che era anche il nome della moglie di Marpa, fondatore del lignaggio Kagyu del Buddhismo Tibetano.


Niguma - Guru e yidam - Dakini del lignaggio

    Questa donna era una formidabile mahasiddha, variamente descritta come la sorella o consorte di Naropa. Ha fondato la pratica nota come ‘I Sei Yoga di Niguma’ (si veda il testo di Glenn Mullin “I Sei Yoga della Monaca Niguma’, che comprende un vigoroso disegno lineare di Niguma).


Palden Lhamo (Shri Devi) - Protettrice del Dharma - Irata protettrice del Tibet

    Palden Lhamo (il cui nome si traduce come "Gloriosa Dea") è l'unico ‘protettore’ di sesso femminile del Dharma, comune a tutte le quattro scuole del Buddismo Tibetano. È raffigurata in modo molto irato, e cavalca il suo mulo attraverso un mare di sangue, circondata dal fuoco della saggezza. Lei è di color blu-scuro ed ha una faccia con tre occhi, ha un sole sull’ombelico e la luna sulla corona della testa, e al di sopra di lei vi è un ombrello-pavone (tradizionale simbolo di protezione). In Tibet, vi è anche un modo di divinazione con i dadi associato con lei. A volte, viene considerata affine a Sarasvati o Tara. Vedi: * Una thangka con una breve descrizione (dalla mostra sulla Mongolia, dell'Asian Art Museum di San Francisco); * Una thangka "nera" di Lhamo, in versione sia piccola che di grande formato (Dharmapala Center); * Thangka di Palden Lhamo in versione a quattro braccia, con una descrizione dettagliata della divinità (Koelz Thangka Collection); * Bella statua e thangka di offerta alla protettrice (nella mostra sulla Mongolia).

 

Prajnaparamita - Figura Guru e yidam - Madre di tutti i Buddha

    Prajnaparamita incarna la vacuità/beatitudine che dà origine a tutti i fenomeni – e da qui il suo titolo di Madre di tutti i Buddha. Di solito, Prajnaparamita appare come una tranquilla figura seduta, vestita di seta, con il corpo di colore dorato, con un viso e quattro braccia. Le sue due prime braccia sono tenute nella posizione di meditazione in grembo, mentre l'altra mano destra tiene un Vajra (fulmine, o scettro che simboleggia la compassione/beatitudine) e nell’altra mano sinistra, ha il testo del Sutra del Cuore, che è il testo essenziale della saggezza sul vuoto dei fenomeni. (Vi sono altre forme di questa dea, con le prime due mani a destra in mudra di preghiera sul cuore, e con la seconda mano destra con una mala [rosario] e la seconda mano sinistra con un testo). Il suo nome significa 'Perfezione della Sagegzza'; in Tibet lei è anche conosciuta come Yum Chenmo, o 'Grande Madre', ed è strettamente associata con la pratica del CHOD (vedi Machig Labdron).


Samantabhadri - Figura Guru e yidam - Madre Primordiale di tutti i Buddha

    Samantabhadri (Kuntuzangmo, in tibetano) è la consorte e controparte femminile di Samantabhadra/Kuntuzangpo, il Buddha primordiale delle antiche scuole del Buddismo Tibetano. Essi sono, di solito, mostrati in unione sessuale (yab/yum, in tibetano), con la figura maschile blu e la figura femminile bianca, mentre si abbracciano tra di loro in posizione del loto. Samantabhadri a volte è raffigurata da sola, nel qual caso è seduta con le mani in grembo, nella posizione di meditazione del loto. Samantabhadri è sempre mostrata nuda (come il suo consorte), per dimostrare la natura disadorna della Verità Assoluta, il vuoto (Vacuità) di tutti i fenomeni. E in un certo senso lei è analoga alla Prajnàpàràmità. Un’equivalente vicina alle scuole della Nuova Traduzione è la blu-scura immagine di Vajradhatu-Ishvarì, mostrato in unione con la consorte Vajradhara come Yab-Yum Vajradhara/Vajradhatu-Ishvarì.

 

Sarasvati - Yidam - Dea dell’Istruzione

    Come Dea dell’Istruzione e delle Arti, Sarasvati (scritto anche Saraswati) è per molti versi una controparte di Manjushri, il Bodhisattva maschile della Prajna (la Saggezza discriminante). Sarasvati è una yidam pacifica che tiene una vina (un tipo di sitar) sulle ginocchia, anche se a volte ha un testo. Lei è di colore bianco, con una sola faccia, due occhi, e due braccia. La riproduzione di una sua thangka può essere vista sul sito di arte sacra ‘Dharma Publishing’. Vi è anche una divinità indù di nome Sarasvati, quasi con le stesse caratteristiche. Talvolta, essa è collegata a Palden Lhamo che può essere considerata come Sarasvati in forma adirata.


Simhamukha - Yidam - Dakini con testa di leone

    Simhamukha (tib. Seng-gdong-ma) è una figura irata di color blu-scuro che danza, simile a Vajravarahi nell’aspetto e negli ornamenti, con un coltello ricurvo nella mano destra e un teschio nella sinistra, con la sola differenza che essa ha anche il volto di un leone - da qui il suo nome in tibetano e sanscrito (che significa "faccia di leone"). La sua pratica fu ideata da una donna, Jetsun-[ma] Lochen; Simhamukha è considerata come la forma-Dakini di Padmasambhava, colui che portò il Buddismo in Tibet (vedi anche Mandarava e Yeshe Tsogyal). Esempi sul Web, della sua iconografia, sono: una statua sul sito ‘Dharmaware’, e un thangka dipinto nella gallery del “Padmasambhava Buddhist Center”, sia in miniatura che come file a piena pagina di 500 Kb.


Sukkhasiddhi - Figura Guru e yidam - lignaggio delle Dakini

    Questa donna ‘mahasiddha’ appartiene al lignaggio del ‘chod’. Il suo nome significa 'Siddhi (poteri) buoni e gioiosi' (parola sanscrita che indica un risultato miracoloso, che può essere mondano, come ad es. una guarigione, il volare, ecc., o ultra-mondano, cioè il siddhi della completa Illuminazione).

   

Tara, Tara Verde - Yidam – Adorata Sapiente

     Nota anche come Drolma (in tibetano), Tara incarna la compassionevole attività di tutti i Buddha (il suo nome significa "Salvatrice" o "Colei che salva"). E’ raffigurata con un volto, due braccia e il corpo di colore verde. La sua mano destra è tesa nel mudra (gesto sacro) della generosità, e la sinistra tiene lo stelo di un loto blu che fiorisce al suo orecchio sinistro. (Vedere la: * Supplica a Tara * Pagina di Tara * Pagina della Beata Arya Tara * Thangka di Tara Verde (Andrew's Stinson thangka) * Numerose Thangka di varie forme di Tara (Dharma Publishing) * Immagine Parlante di Tara (Comunità Dzogchen) * Statua d'argento di Tara (Comunità Dzogchen). Vedi anche le statue di: * Tara pacifica con vaso e Loto * Tara pacifica con Loto * Tara Irata, e * Tara Irata con ascia e teschio (vedi sopra, Ekajati)... tutte dalle sculture delle 21 Tare, da ‘Zanabazar’, ora in mostra al ‘Mongolian SFAsian’. I libri dedicati a Tara includono: * In Praise of Tara: Songs to the Saviouress by Martin Willson (London: Wisdom Publications, 1986) - The Cult of Tara: Magic and Ritual in Tibet by Stephan Beyer (Berkeley: University of California Press, 1973) - a study of Tibetan beliefs and practices concerning Tara - Longing for Darkness: Tara and the Black Madonna by China Galland (New York: Viking, 1990) - Bodhisattva of Compassion: The Mystical Tradition of Kuan Yin by John Blofeld (Boulder: Shambhala, 1978) - a study of Avalokiteshvara, the Bodhisattva of Compassion, in the female forms of Kuan Yin (Chinese) and Tara (Tibetan). Questa forma di Tara, Tara Verde, è la più comune, ma Tara appare anche in altre forme, come Tara Rossa, Tara Bianca, e le 21 Tare. Nella ‘Anuttara-Yoga-Tantra’ della scuola Gelukpa c'è anche una forma di Tara, nota come ‘Tara Cittamani’.


Tara Rossa – Yidam

    Vedi Kurukulla. Credo che questo sia un suo nome alternativo comunemente usato nella scuola Nyingma.


Tara Bianca - Yidam - Colei che concede lunga vita e saggezza

    Nota anche come Drolkar (in Tibet) o Sitatara (sanscrito), questa Tara è quella che più incarna l'attività compassionevole di tutti i Buddha (il nome significa "Liberatrice" o "Colei che salva"). Tara Bianca è particolarmente associata alla saggezza ed alla lunga vita. A differenza della forma ‘verde’ di questa divinità, Tara Bianca ha sette occhi - uno in ogni mano e piede, e un terzo occhio sulla sua faccia – che stanno a dimostrare che lei vede e risponde al dolore di tutto l'universo, ed è in posizione del loto pieno. (Si veda: * Statua di Sitatara (Asian Art Museum di San Francisco); * Statuetta di piccole dimensioni (JBL); * Una thangka on-line (di 500 KB come anteprima (Padmasambhava Buddhist Center); * Tre diverse immagini di Tara Bianca in formato piccolo e grande (Dharmapala Center).


Tseringma - Protettrice del Dharma - Dea delle montagne

    Tseringma è la più importante delle Cinque Divinità di Lunga Vita – in precedenza: ‘spiriti guardiani delle montagne’ - che hanno afflitto il grande yogi tibetano Milarepa durante i suoi ritiri nella grotta. Essi furono convertiti al Buddismo, così che Tseringma stessa divenne sua consorte. Viene raffigurata come una figura bianca a cavallo di un leone delle nevi e porta nella mano destra un vaso con l’elisir di lunga vita.


Ushnisha-sitatapatra - Yidam - Dea del glorioso ombrello bianco

    Questa divinità di colore bianco, una forma di Tara, è la controparte femminile della forma di Avalokiteshvara-dalle-mille-braccia. Infatti, lei ha mille volti, braccia e gambe; ogni faccia ha tre occhi, e ha un occhio in ogni palmo della mano e in ciascuna pianta dei piedi, per mostrare che guarda e protegge gli esseri senzienti. Il suo volto centrale è di color bianco (come il suo corpo), i suoi volti a destra sono gialli, quelli nella parte posteriore del corpo sono rossi, e quelli a sinistra sono verdi; c'è anche un’altra ‘fila’ di facce blu nella parte superiore della sua testa. Le sue mani di destra tengono le Ruote del Dharma (Dharmachakra) e quelle di sinistra tengono le frecce, una delle sue altre mani di sinistra sostiene anche un ombrellino bianco che simboleggia la sua capacità di protezione. Vi è un thangka senza-titolo di questa figura sul sito-web della Comunità Dzogchen, e vi è un’altro thangka con descrizione, in una web-page di due collezionisti Belgi di thangke.


Ushnisha-Vijaya - Yidam - Divinità di lunga vita

    Ushnisha-Vijaya è una divinità pacifica di color bianco ed è considerata ‘emanazione’ di Buddha Vairochana. Ha tre facce, dieci occhi ed otto mani. Nelle sue mani di destra vi sono un laccio, un arco e il vaso con il nettare dell'immortalità, nel palmo della sua quarta mano destra c’è un occhio, e lei siede nel mudra (posizione) della generosità. Nelle mani di sinistra vi sono un immagine in miniatura del Buddha, un doppio Vajra (incrociato) e una freccia; la quarta mano di sinistra è tenuta in grembo in posizione di meditazione. Spesso, Ushnisha-Vijaya è raffigurata in un triumvirato con le altre due principali divinità di Lunga Vita, Amitayus Rosso (maschio) e Tara Bianca (vedi sopra). Ci sono anche due thangke di lei (chiamiamole uno e due), sulle web-page di Dharma Publishing.

Vajrayogini/Vajravarahi - Yidam - la Regina delle Dakini

    Vajrayogini (tib. Dorje Naljorma, Meditante Adamantina), principale yidam di sesso femminile dell’Anuttara-Yoga-Tantra delle scuole della Nuova Traduzione del Buddismo Tibetano. E’ una figura alquanto irata di colore rosso, raffigurata con un coltello ricurvo nella mano destra, un teschio nella sinistra e un khatvanga (bastone a tre punte), sul gomito sinistro. La forma Naro di Vajrayogini, più comunemente vista nelle tradizioni Sakya e Geluk, è mostrata in piedi con il viso rivolto in alto verso sinistra, con in bocca una coppa fatta con un cranio e il coltello ricurvo che punta verso terra. Vajrayogini, nella forma di Vajravarahi, generalmente più frequente nei Kagyu, è raffigurata in una posa danzante con la gamba destra piegata; questa raffigurazione ha il coltello ricurvo in aria e il cranio sul cuore. Vajravarahi, il cui nome significa ‘Scrofa Adamantina’, è di solito raffigurata con la testa di piccola scrofa, che rappresenta il trionfo sull’ignoranza, che spunta dal suo orecchio destro. Nel sito-web di Lama Surya Das vi sono due brevi racconti di insegnamento su di lei: * Naropa incontra la Regina delle Dakinì, e * Andare sull’Altra Sponda. -  Sul Web vi sono anche delle buone immagini: * Moderna Thangka di Vajrayogini (Andy Weber, Tharpa), * Thangka di Naro Vajrayogini, della tradizione Nyingma, di piccolo e grande formato (Padmasambhava Buddhist Center), * Statuetta di Naro Vajrayogini ("Dakini") (JBL), * Statua di Vajrayogini Naro Khacho (Dharmaware), * Statua di Vajravarahi (Vajradakini) (Comunità Dzogchen), * Thangka di Vajravarahi (Comunità Dzogchen), * Il mandala di Vajrayogini (Comunità Dzogchen) e * Disegno Iconometrico di Vajravarahi (Asian Art Museum di San Francisco).

 
Yeshe Tsogyal - Yidam, guru e figura storica - la madre del Buddismo Tibetano

    Questa notevole eremita-santa, consorte Tibetana di Padmasambhava, è mostrata a volte nella forma Nirmanakaya - il 'corpo di emanazione' che un Buddha prende, così da essere visibile agli esseri ordinari - come donna in abiti tibetani quotidiani, seduta e con nelle mani un coltello ricurvo e un cranio. E’ mostrata anche in forma divinizzata come la Regina della Grande Beatitudine (tib., Dechen Gyalmo), figura di color rosso in piedi, con un damaru (piccolo tamburello) nella mano destra e un coltello ricurvo verso terra tenuto con la sinistra. Una thangka di Yeshe Tsogyal, come Regina della Grande Beatitudine può essere vista sul sito del Padmasambhava Buddhist Center, in piccolo formato o come immagine a pagina intera di 500 KB. La sua biografia sacra può essere letta in ‘Sky Dancer’: the secret life and songs of the Lady Yeshe Tsogyel’ di Kevin Dowman (London: Arkana, 1989), e ‘Mother of Knowledge: The Enlightenment of Ye-shes mTsho-rgyal ‘ di Tarthang Tulku (Berkeley: Dharma Publishing, 1983). La pratica di meditazione di Dechen Gyalmo, Regina della Grande Beatitudine, è discussa nel libro: ‘Meeting the Great Bliss Queen: Buddhists, Feminists, and the Art of the Self’ di Anne C. Klein, che in copertina ha una bella illustrazione della divinità.


Articolo di Julia Milton, elaborato da Brian Wagner, bwagner1@san.rr.com e tradotto in Italiano da Aliberth Meng.-  (Qui sotto alcune immagini delle divinità sopra citate)

http://www.centronirvana.it/articolichanzen75.htm
 
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***