IL LAMA E IL CARPENTIERE

  • 0 Replies
  • 1267 Views
*

Offline Trepicchi

  • **
  • 876
  • Ricerca : Mente corpo e spirito in equilibrio
  • Respect: +19
    • Rma systema italy
  • Pratico: incontro sperimento e mi diverto
IL LAMA E IL CARPENTIERE
« on: January 24, 2010, 08:02:57 am »
0


Da: “La Danza del Vajra – l’Odissea del Mandala”
Richard Denner (traduzione dell'amico Roberto )

http://www.scribd.com/doc/13713977/Il-Lama-e-Il-Carpentiere?autodown=pdf

Intorno a mezzanotte mi chiamano per riparare il letto del Lama. In qualche
modo lo ha sfasciato, staccandolo dai suoi supporti. Adzom Paylo Rinpoche è
un uomo grande e grosso, ben più alto di sei piedi, ed evidentemente non ci va
piano con il mobilio.

Il sentiero è illuminato dal chiarore della luna, così lascio la mia tenda e mi
avvio verso il capanno vicino alla cucina dove sono riposti gli attrezzi. Metto
insieme qualche blocco di legno, un martello, alcuni chiodi e la mia livella e mi
dirigo attraverso la boscaglia di querce verso la tenda di Adzom.
Posso vedere la sua massa seduta sul letto. C’è una lampada a batteria nella
tenda che emette una flebile luce, ma posso chiaramente vedere che il letto è
tutto inclinato da una parte. Anne Klein è seduta a terra su un cuscino, farà da
traduttrice. Anne dice: “Il letto s’è abbassato dalla parte della testa e Rinpoche
non può dormire a testa in giù; non può neanche dormire dall’altra parte,
perché così avrebbe i piedi verso Tara”.

Mi tolgo le scarpe e mi inchino rispettosamente. Adzom mi fa gesto di sedere.
Sposto le coperte dal letto e ci appoggio la livella: è ovvio che la struttura è
sbilenca. Adzom si incuriosisce, scende giù dal letto e si siede accanto a me sul
pavimento. Mi chiede di fargli vedere la livella, così gliela passo e, mentre
comincia ad osservarla, faccio il giro del letto per controllare i supporti. Il letto
è semplicemente scivolato giù dai blocchi. Dopo averli risistemati al posto
giusto rialzo gli occhi e vedo Adzom che, con un gran sorriso stampato in
faccia, muove la livella avanti e indietro, su e giù. Gliela prendo e la rimetto a
piatto sulla struttura del letto, in modo che possa vedere che la bolla, essendo
al centro del tubo di vetro, indica che ora il letto è orizzontale. Adzom sembra
molto eccitato: “Capisco, capisco, sono molto intelligente”. Sembra un grosso
bambino con un giocattolo nuovo. Allora comincio a raccogliere le mie cose, ma
Anne mi chiede se voglio rimanere per parlare con il Lama. Non avevo previsto
una cosa del genere, anche perché non ero venuto per il suo ritiro, ma per
praticare il karma yoga. Ma, dal momento che ero lì, accettai.
Il profumo dell’incenso è pesante. La lampada getta l’ombra della statua di
Tara sulla parete della tenda. Mi trovo sulle Montagne Rocciose, seduto ai piedi
di un maestro. Potrebbe trattarsi del tibet di mille anni fa. Adzom ritorna a
sedere sul letto, mi guarda, rotea gli occhi e mi chiede: “Vuoi l’essenza della
mia mente?” Accidenti, fa sul serio! “Si” dico,”Si, certo, certo”.
Mi fa una domanda a cui, penso, si potrebbe rispondere in mille modi. Gli dico
che ho lavorato un sacco con la mia energia perché ho un cancro alla prostata,
e il cancro, si dice, è causato da un’interruzione del campo di energia, una
specie di rottura del sistema immunitario. Adzom mi dice che dovrei meditare
di più sulla questione e di tornare dopo due giorni. Mi alzo, raccolgo i miei
attrezzi e faccio per andarmene, quando Adzom dice: “Potrei doverti rubare la
livella”.

   
Qualche giorno dopo, mi fermo al negozio di ferramenta del paese per cercare
una livella piccola, che Adzom possa facilmente portarsi via. Ne trovo una da
carpentiere fatta da Stanley, non così classica quanto la mia, brevettata nel
1896, ma decisamente più comoda da portare. Vicino alle livelle ci sono delle
squadre di metallo di varia grandezza, e vicino a queste ci sono i fili a piombo.
Mi viene un’idea: io sono un Maestro dell’Ordine Massonico, e i segreti della
Massoneria sono trasmessi attraverso segni e simboli, proprio come nello
Dzogchen. E, come nel Buddhismo ci sono i tre gioielli del Guru, del Dharma e
del Sangha, in una Loggia Massonica ci sono tre oggetti che sono chiamati i
gioielli mobili: il Piombo, la Squadra e la Livella. Questi sono gli attrezzi di
lavoro di un Secondo Grado Massone. Così, compro i tre oggetti per donarli a
Adzom Rinpoche. Sono consapevole del rischio che corro nel rivelare dei
segreti massonici, soprattutto dovendo farlo attraverso la traduzione di una
donna, ma, dannazione, mi sento frustrato da queste limitazioni. E’ tradizione
mantenere la segretezza nelle questioni esoteriche, e non rivelerò come aprire
ed entrare in una loggia; mostrerò ad Adzom solo il parallelismo fra due set di
simboli nelle due tradizioni. E’ importante costruire dei ponti fra menti di
diverse culture. Sento che Adzom è un grande maestro che può portarmi
all’illuminazione, e sto avendo la rara opportunità di condividere con lui la mia
esperienza e di entrare nel campo della sua saggezza.

Il giorno dopo è il compleanno di Guru Padmasambhava ed è anche luna piena.
Questo è un giorno specialmente favorevole per la pratica: i benefici e i meriti
sono moltiplicati, quindi ci sarà una Puja, un banchetto rituale.
Rinpoche arriva. Il suo assistente, Lama Tsering, filmerà l’evento. Gli faccio
subito una foto, un classico incrocio culturale: un lama nella veste tradizionale
con una videocamera in mano. Il sole adesso picchia, sarà dura resistere. Non
c’è alcuna protezione dal sole e Adzom, che è una vera e propria macchina del
Dharma, reciterà l’intero testo. Prevedo che per la dedica della pratica saremo
già arrosto. Quando Adzom inizia a descrivere la sua visione della costruzione
di un tempio proprio qui, siamo sull’orlo del collasso cardiocircolatorio.
Comunque avevo ragione, Adzom è un costruttore di templi, e so che ha
bisogno di un filo a piombo, di una squadra e di una livella.

Tsultrim Allione vuole che io trasferisca l’intera pratica di Tara Verde in un libriccino portatile.
Erik Drew e Anne stanno già preparando la trascrizione. Metterli tutti d’accordo
sarà una questione interessante e finire il libriccino prima del termine del ritiro
una vera impresa. Inoltre, Adzom vuole imparare a fare le pesche sciroppate.
Tsultrim gli sta insegnando come fare, passo dopo passo. Erik traduce e Adzom
annota. Nello stesso tempo sta trasmettendo a Tsultrim la versione breve della
pratica di Tara, per includerla alla fine del testo base. Adzom pronuncia una
parola alla volta, Tsultrim le trascrive nella fonetica tibetana e Erik le traduce in
inglese. Poi Tsultrim dà ancora altre indicazioni sulle pesche, Erik traduce per
Adzom e lui scrive. A sua volta dà altre istruzioni sulla pratica breve di Tara,
Tsultrim scrive e Erik traduce.



   
OM CHAG TSAL JETSUN TARE
OM Omaggio alla divina Jetsun TARE
Lavare bene i barattoli, risciacquarli. Metterli a bagno maria.
TU TA RA E YI DUNG WA KUNCHOB
TU TA RA E
Libera da tutte le sofferenze
Mettere le pesche a spicchi nei barattoli caldi.
TUGJE TOGMED TURE PALMO
Compassione senza impedimenti TURE la gloriosa
Lasciare un dito di spazio prima dell’orlo.
DAK LA DRUPCHOK TSOL CHIK SWA HA
Concedimi la suprema siddhi SWA HA
Coprire con lo sciroppo di zucchero bollente.
Questa è la trasmissione di Tara-Pesca.

Sono seduto fuori della tenda, ridacchiando con me stesso, aspettando che il
testo completo emerga.
Lama Tsering ha i crampi allo stomaco. E’ già stato alla clinica locale, ma non
gli hanno trovato niente. I crampi continuano, così mi chiedono di portarlo al
Mercy Hospital di Durango, assieme ad Harvey che farà da traduttore. Seduto
nella sala d’aspetto del pronto soccorso, aspetto che Lama Tsering esca. Una
signora obesa alla mia destra, in shorts e T-shirt, si sta dipingendo gli alluci
color rame. Un indiamo alto, in abito formale, con i capelli legati a treccia, un
pendente di osso e turchese, occhiali da sole e stivali da cowboy, passeggia
nella sala. Seduto davanti a me, un tipo duro con l’occhio destro distrutto e un
drago tatuato sul polpaccio fa rimbalzare il figlio sulle ginocchia. Alla TV c’è
Alien 3. Ma che razza di reame è questo? Su che pianeta sono?
Tulku Gyurmey Tsering sembra a posto. Nel viaggio di ritorno, passando
attraverso il piccolo villaggio di Gem, vediamo una pila di corna d’alce alta
venti piedi davanti ad un negozio, probabilmente una tintoria, con l’insegna “Il
maschio adulto si ferma qui”. Lama Tsering spalanca gli occhi e la sua
macchina automatica spara-mantra va subito fuori giri. Dopo un miglio, un
arcobaleno compare davanti a noi. “Caspita Tsering” dico io, “hai liberato
un’intera mandria di alci defunte”.
Il giorno dopo mi chiamanom per riparare di nuovo il letto di Adzom. Questa
volta ha sfasciato le assi. Prendo i miei attrezzi personali e quelli che voglio
regalare a Adzom. Il lama sta facendo colazione sotto un tendone, così ne
approfitto per entrare nella sua tenda e dare un’occhiata al letto. Nel tentativo
di metterlo su un fianco urto l’altare e faccio uscire un po’ d’acqua dalle ciotole
delle offerte, bagnando un taccuino. La prima pagina si inzuppa, cerco di
asciugarla prima che l’inchiostro se ne vada, ma faccio ancora peggio. Spero
che si tratti di note insignificanti, e non una trasmissione sacra proveniente da
Jigme Lingpa. Finisco il mio lavoro sul letto proprio quando Adzom rientra nella
tenda. Gli indico il casino che ho combinato, ma non sembra dargli importanza


   
Piuttosto si siede subito sul letto e ci rimbalza sopra un paio di volte,
sorridendo. Anne è lì vicino, e le chiedo se vuole tradurre per me. Dico al Lama
che ho degli strumenti per lui, e che avevo pensato che potesse interessargli il
loro significato esoterico. Ovviamente gli dico anche che non ho la presunzione
di insegnargli qualcosa, ma che mi piacerebbe condividere con lui le mie
informazioni. Adzom sorride e mi chiede di sedere.
Allora gli dò, nell’ordine, la piccola livella di plastica, la squadra metallica e il
filo a piombo. Gli spiego che la Livella è il simbolo dell’eguaglianza, la Squadra
della moralità e il Filo a Piombo della retta condotta. Gli spiego l’uso degli
utensili nella Massoneria Operativa, poi, a memoria, gli dico che nella
Massoneria Speculativa il Piombo ci ammonisce di camminare sulla retta via
nella vita, la Squadra ci ricorda di quadrare le nostre azioni secondo virtù e la
Livella che tutti stiamo viaggiando nel tempo verso quel Tempio del Cielo che
non è stato costruito da mani umane. Anne fa del suo meglio per tradurre.
Adzom annuisce entusiasticamente e dice che è molto strano per lui ricevere
degli insegnamenti di carpenteria mentre dà la trasmissione della mente.
Quando ho finito con la spiegazione, Adzom mi chiede se ho meditato sulla
questione che mi aveva dato. Gli dico che finalmente avevo compreso, e gli dò
una nuova risposta. Allora mi dà ulteriori istruzioni private e mi congeda.
Andandomene, mi rendo conto che ancora una volta il Lama mi aveva rivoltato.
Mentre salgo verso lo stupa, qualcosa mi colpisce. Sono del tutto consapevole,
ma non sto pensando. Sono semplicemente lì, sul sentiero dello stupa,
nell’universo, dappertutto.

quella presenza
che è tutto
che è data con ogni respiro

Comincio a piangere, non ci posso fare niente. Ho una tale gratitudine per ciò
che mi è stato rivelato. Appoggio la testa contro lo stupa. Una dakini arriva e
mi chiede qual è il problema. “Mi sento incredibilmente fortunato”, le dico. “Si”,
risponde lei, “lo stupa è un’entità vivente molto potente che ci benedice. E’ un
posto meraviglioso per piangere”
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***