L’Istituto Superiore di Sanità che da anni – tra le altre cose – controlla il fenomeno dei traumi sportivi nel nostro Paese ha decretato un record assolutamente negativo per quanto riguarda il calcio e ancora più il calcetto: pare infatti che quest’ultimo sia lo sport in assoluto più pericoloso di tutti (almeno in Italia).
Trecentomila fratture, lesioni, lussazioni ad arti superiori e inferiori ogni anno: questi sono i numeri degli infortuni che, secondo l’Istat, annualmente si procurano tutti quegli italiani che praticano attività sportiva, non a livello agonistico ma amatoriale. E i calciatori “improvvisati”, ossia quelli della partita un paio di volte alla settimana – soprattutto nel formato ridotto (quello del calcetto) – sono i più assidui frequentatori dei Pronto Soccorso. Questi ultimi magari non raggiungeranno mai il podio, né porteranno al collo medaglie di nessun genere, eppure ci rimettono legamenti, menischi e stiramenti muscolari vari … Non a caso, le riviste specializzate dedicano intere pagine proprio alle fratture più frequenti.
Ma torniamo all’analisi dei dati forniti dai sondaggi ufficiali: quasi un infortunio su due (il 46% dei casi) avviene tra i cosiddetti ‘calciatori della domenica’, cioè il 25% degli sportivi del nostro Paese. Le loro schede di Pronto Soccorso descrivono traumi a caviglia, ginocchia, piedi e testa.
Tuttavia, le distorsioni e le lesioni dei legamenti e del menisco sono le diagnosi più frequenti. “Sono tre le dinamiche che conducono all’infortunio sportivo – ha spiegato Marco Giustini, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità – Negli sport con contatto fisico preponderante, la prima è il contrasto tra atleti. Nel calcio succede nel 53% dei casi, nella lotta nel 42% e nel rugby nel 40%. La seconda dinamica riguarda le cadute, soprattutto in sport con uso di mezzi meccanici, come il motociclismo (73%) e il ciclismo (59%). Infine, la terza dinamica dipende dagli sforzi o dalle torsioni degli arti, frequenti nella pallavolo (46%) e nella ginnastica (37%)”.
Sempre secondo questa classifica degli sport più pericolosi, dopo il calcio si trovano gli sport invernali. E poi ancora: il ciclismo, lo jogging e l’atletica leggera (praticati da circa uno sportivo su dieci). Ma non assicurano l’incolumità fisica neppure le attività sportive che sembrerebbero meno rischiose, quali il tennis, la danza, il ballo e la pallavolo (praticati da circa uno sportivo su venti). Chiudono la lista “nera” la pallacanestro e le arti marziali (che attivano uno sportivo su trenta).
“Nello sci che rappresenta il 5,7% del totale degli accessi ai Pronto Soccorso – ha chiarito lo stesso Giustini – gli infortuni riguardano il ginocchio, l’articolazione scapolo/omerale e il distretto testa/viso/collo. Nel ciclismo particolarmente interessati sono la scapola, la testa e il polso. Nel jogging e nell’atletica i traumi si concentrano su caviglia e polpaccio e, nel 20% dei casi, nel ginocchio. Il basket può riservare fratture del piede; con la pallavolo sono in pericolo caviglie e polpacci. Con lo snowboard, infine, sono a rischio i polsi, perché si tende a cadere in avanti proteggendosi istintivamente con le mani”.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: non converrebbe forse preferire la sedentarietà?
Forse sì, ma anche in quel caso … al di là delle fratture, i rischi per la salute sarebbero comunque presenti e dannosi.
fonte:
http://www.quotidianogiovanionline.it/Notizie/Notizia.aspx?id=588