Se si vuole rimanere in ambito sportivo, troviamo comunque risposte, basta guardare nella giusta direzione.
Ovviamente un incontro fra due atleti, con tutte le caratteristiche usuali, a partire dalla categoria di peso, renderà più facile vedere il confronto frontale, anche perchè non ci sono "eventualità esterne" da considerare, quindi ci si può permettere il lusso di "reggere i colpi", finendo magari devastati ma vincenti.
Quando però vediamo incontri, dove ci sono evidenti differenze di peso e altezza, quei match open che fanno spettacolo, con il Davide e il Golia, allora tutto torna naturalmente ad una dimensione più reale, dove Golia carica e Davide elude, gira, lo fa stancare, si preoccupa di non essere colpito e di colpire bene, così come dovrebbe accadere in una situazione reale.
Del resto, se sei Golia, non hai bisogno dell'AM, ci ha già pensato madre natura a fornirti gli strumenti e le armi, magari dai libero sfogo ai tuoi istinti in un SDC, ma di certo non cerchi un metodo, degli strumenti, per non soccombere.
Forse sta proprio qui una delle differenze che tanto si vanno cercando fra SDC e AM, nelle ragioni della pratica e, conseguentemente, nello sviluppo della sua applicazione.
"Ho voglia di menare, confrontarmi, mettermi alla prova" è una ragione valida che comporta un certo tipo di approccio, mentre "non ho più voglia di prendere calci in culo da tutti e di avere paura" comporta un approccio diametralmente opposto che, nel corso della pratica, può anche portare sullo stesso ring, ma non nasce dalla stessa sorgente.
La non considerazione di questo aspetto fondamentale, spesso genera i malintesi, le interpretazioni errate, le convinzioni fantasiose, che poi generano le infinite diatribe su cosa sia meglio di cos'altro.
Io ho notato, ad esempio, che nelle MMA, quando gli atleti sono nella gabbia, manca spessissimo la componente che sta alle radici della pratica di una AM, cioè il non prenderle e il colpire bene, vedo spessissimo dei faccia a faccia, scontri frontali e penso che, se pinco pallo uscisse di lato, in diagonale, cercando di governare lo spazio, provando a finire alle spalle dell'avversario eccetera, farebbe durare il match pochi minuti, poi capita quello che lo fa, che è uno su mille, trasformando le mie convinzioni in certezze.
Ma in questo non esiste ne un meglio ne un peggio, esiste solo un contesto di un tipo o di un altro, da cui nascono esigenze e strategie differenti.