mi collego ai post di bingo bongo per raccontare un aneddoto: proprio ieri spiegavo a un allievo la questione del peso, e di come occorrerebbe avere due baricentri: quello reale e quello, chiamiamolo, "immaginario". quest'ultimo si sposta di continuo in direzione della tecninca, non trascinato da essa ma anzi contribuendo alla proiezione della tecnica stessa. concetti simili li ho trovati anche in diversi libri in giapponese, l'ultimo dei quali un testo dell'84 scritto da terumoto yamazaki. anche lui dice che esistono un "chuushin" (centro del corpo) e un "jushin" (baricentro), che nel corso dell'azione vanno ben distinti.
sulla base di questo, lavoravamo in azioni di osotogari: prima in modo scolastico, poi in modalità "rissa" (tu attacchi come vuoi, io schivo o controllo e parto di osotogari). l'osotogari è una tecnica che ben si pone per lo studio dello spostamento dei pesi rispettivi. idem su un diverso movimento, tratto da un kata (gekisai dai ichi... il primo del goju!): su afferramento tipo presa dell'orso o abbraccio da pugile, discesa del peso in shikodachi con proiezione dell'avversario: mantenendo il peso al 50% su entrambe le gambe si è in equilibrio, ma per rompere l'equilibrio tale percentuale va spostata, aggiungendo un vettore verso il basso che consente di sconvolgere anche l'equilibrio dell'avversario. è, come si diceva con fanchinna, una fase ulteriore della pratica, nella quale si ha il confronto diretto con qualcuno, in termini in questo caso sia di movimento che di peso, direzione, tecnica.