sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività

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sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« on: October 11, 2012, 17:32:50 pm »
+10
riporto qui un thread che ho aperto sull' "altro forum". copio e incollo e lancio anche qui la palla...

"sarò breve..."

vorrei iniziare così, giusto per avvertirvi che sto mentendo: mi dilungherò, provando finalmente a mettere per iscritto le mie idee su alcuni temi scottanti inerenti il karate. data la complessità della cosa scriverò più post, anche per rendere la lettura meno tediosa.
attendo via via commenti, critiche, idee...

1) sulla fluidità e sull'esplosività

comincio da qui. cosa si intende per tecnica fluida e per tecnica esplosiva?
le due cose non si escludono, secondo me, a vicenda. il problema nasce da una serie di interpretazioni errate trasmessesi nel tempo. la prima riguarda il concetto di KIME

KIME, che non c'entra nulla con KI ma viene dal verbo KIMERU (decidere, stabilire, fissare in modo definitivo) indica il carattere di "decisione" di una tecnica o di un movimento, di un pensiero o di un gesto qualunque.
quando siamo esortati a mettere kime in una tecnica, o in qualsiasi altra movenza, dobbiamo pensare che quella  tecnica (uso ora solo questo termine, per comodo) sia definitiva, assoluta. ciò non vuol dire, tyuttavia, estendere l'arto, per esempio, al massimo, o allungare le gambe per un'apertura delle anche ai nostri limiti. affinché ci sia vero kime, è importante conservare l'energia (e qui converrebbe una parentesi, visto che si tratta di temi collegati. rimando tuttavia a un altro capitoletto).

idem per l'aria, per il KIAI, per la contrazione muscolare ecc.

estendere un gesto al limite significa "scaricare" quel gesto. il KIME, in questo modo, va a farsi benedire. ce se ne accorge facilmente colpendo un sacco, o un makiwara (non di quelli al muro, magari) o uno scudo retto da un amico. se proviamo a eseguire un pugno estendendo il braccio al 100%, non andremo oltre quell'estensione. ma se invece lasciamo che l'arto formi una "s" sia co gomito che col polso, allora basterà aprire un po' di più le anche, ruotare appena i talloni e le spalle, e terminare un po' l'estensione del braccio, per imprimere maggior "spinta". il pugno che deve mirare 20 cm oltre!

non è solo un concetto ma un modo di eseguire il colpo.

dunque una tecnica ben fatta non è quella scarica, ma quella ancora in parte carica, capace di esprimersi ancora e di farlo con KIME, risolutezza.

la tecnica scarica è un errore di esecuzione in quanto in essa si consuma tutta l'enegia (cinetica non metafisica)

idem per i movimenti. lo zenkutsudachi lunghissimo di certe scuole, è SBAGLIATO in quanto costringe a un'apertura eccessiva delle gambe, costringendo a uno sforzo enorme per proseguire il movimento.

veniamo ora alla fluidità. se la tecnica non è scarica, l'energia in  essa ancora presente ci permette di realizzare subito un'altra (o altre) tecniche senza alcuna fatica. ma se blocchiamo la tecnica per scaricarla, siamo solo immobili, non fluidi. la tecnica muore lì.

pensiamo adesso all'esplosività. quella viene PRIMA delle fluidità e ne è una possibile componente. la tecnica è esplosiva all'inizio. fluida nel mentre e alla fine. l'esplosività nasce dal "tamburello" (GAMAKU), la fludità dalla contrazione morbida dei muscoli che partecipano alla tecnica (MUCHIMI).

quindi, se uso l'anca in modo corretto, il tallone (che se rimane bloccato al suolo scarica il peso indietro, mentre esso andrebbe in direzione della tecnica) in modo attivo e le spalle con morbidezza (contrazione "a zone" degli , arti) il colpo potrà essere esplosivo e fluido al tempo stesso. quindi esploasività e fluidità si completano a vicenda. è il principio del JU e del GO che si fondono tra loro.

una tecnica allora pyuò essere esplosiva o "lenta", ma sempre fluida. se non è fluida, è morta (vedi i kata da gara, specie nello shotokan e nel wado, meno nello shito).

il principio del pugno a contatto (vedi bruce lee) si può collegare a questo uso della "catena cinetica" (rabbrividisco all'idea di averlo detto) che comprende nel suo ciclo la spirale di tallone, anca, spalla, testa. il tutto mentre si porta il baricentro in direzione della tecnica, e mai solo in basso o, peggio, in direzione opposta.

questo si vede bene nello shorin ryu tradizionale, ma anche nel kyokushin e nel "derivato" ibrido noto come kudo.

quindi, dire per esempio che un kata è esplosivo o fluido, non ha senso, visto che dovrebbe essere (ma in gara non lo è!!!) entrambe le cose al tempo stesso.
si va sempre avanti...

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #1 on: October 11, 2012, 17:33:12 pm »
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2) sui kata

i kata. servono a tutto e a nulla. se ne è detto tanto, e ora dico io la mia.

il kata, per cominciare, NON E':

 a) non è un combattimento immaginario contro 1, 2 3 o 1000mila nemici
 b) non è un esercizio "allenante" (meglio la corsa...)
 c) non è un sistema completo di autodifesa
 d) non è un balletto marziale, con o senza musica.

vediamo allora che cosa è

per cominciare, un kata è una stilizzazione di tecniche, molte delle quali richiedono delle chiavi di lettura non sempre chiare. soprattutto, però, il kata è un insieme di "suggerimenti", ordinati spesso in sequenze tematiche.
per capire le chiavi, purtroppo, è utile conoscere discipline diverse (tipo il jujutsu), visto che molti dei significati si sono, ahinoi, perduti, e sfortunatamnte è necessario oggi ritrovarli, andando a naso. questo è al tempo stesso un limite e un pregio, visto che consente uno studio via via più allargato nella riscoperta di cosa potesse essere il karate in origine o nelle intenzioni dei "padri fondatori". facciamocene una ragione: il karate è un sistema divenuto incompleto per numerose ragioni storiche, e va ricostruito perché sia completo.

faccio ora un esempio pratico, ricorrendo a pinan nidan

Pinan Nidan Shito Ryu

uso la versione shito perché conosco questa

vediamo la prima sequenza. ci dicono spesso che è una parata in tettsui con conseguente pugno. poi ci si gira in gedan barai e si fa un altro attacco in tettsui.

CAXXATA

proviamo ora a ragionare in un modo diverso

prima tecnica: ok, uso tettsui (?!) per parare qualcosa. magari un montante, che paro come capita col braccio o la mano, per poi afferrare il polso (quindi il pugno chiuso non è tettsui ma una presa, per esempio). poi uso l'altro braccio, mentre tiro suddetto polso, per mollare un qualunque cartone, sbilanciando al contempo l'avversario in avanti (con lo hikite, che non vuole dire "pugno ritirato" ma ""mano che tira")

a questo punto... mi giro e paro in gedanbarai?! E CHE COSA CAXXO PARO, manco fossi remo williams???

diciamo che la mano che ha tirato il cartone va dietro il collo dell'avversario, che è già sbilanciato, come visto poco fa. mi giro e uso la discesa del peso e la rotazione dell'anca per farlo cadere (magari cade proprio, o comunque viene squilibrato ancora di più. provate e vedrete che funziona). il secondo tettsui SUGGERISCE che l'avversario è ora in basso rispetto alla mia linea mediana. lo colpisco con un cartone SCENDENDO col peso. e magari gli monto pure sopra...

ovviamente è una mia personale idea, ma penso che alle volte il kata, nell'incompletrezza e nella vaghezza del sistema, diventi un ottimo strumento anche mentale e uno stimolo a vedute più ampie.


e come la mettiamo col kata e l'energia?

lo vedremo poi...
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Offline muteki

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #2 on: October 11, 2012, 17:34:36 pm »
0
continuo sul kata come insieme di suggerimenti.

perché ci sono tanti mawatte? semplice: spesso il kata mi suggerisce che, se percepisco un attacco, in genere di fronte o di lato, meglio levarsi dai coxxxoni.
TAISABAKI. levarsi, a volte indietreggiare (sapevate che i nekoashi con parata andrebbero scivolati, tipo in molte scuole di okinawa?), o calare col peso per schivare in basso. le parate non sempre sono parate. uno shuto uke può essere un ottimo "osae" (controllo), concetto chiaro se si pratica il kakie o il chisao.

il kata mi offre tre parate alte in sequenza? magari sono ganci... chissà. o, come suggerisce un mio amico, sono ottimi sistemi per contrastare un attacco di arma magari con dei tonfa o dei sai, sempre sul principio dell'osae.

non è detto che un kata non possa essere fatto con delle armi in mano, se lo riportiamo a 150 anni fa, in giappone. non tutto può essere sempre attuale.

fatto sta che se un kata mi dice di fare qualcosa, non devo farla così come è, ma cogliere il suggerimento. direzione, angolo, tipo di tecnica, ma non tecnica in sé. altrimenti stiamo frescvhi: NESSUNA TECNICA di nessun kata funziona così come appare.

quindi il kata non è un manuale di tecniche, quanto piuttosto un manuale di principi sui quali montare le tecniche, con suggerimenti formali utili unicamente alla trasmissione di chiavi che, però, in molti casi sono perdute e vanno per questo ricostruite, anche a costo di inventare qualcosa da appiccicare sul kata, basta che funzioni. triste realtà, ma è così.

di qui lo stimolo allo studio di altre discipline, per (orrore e raccapriccio!) migliorare questo imperfetto e incompleto karate. che ha tutto, ma non lo sa nessuno... che paradosso!

spendo due parole sul KI

coza ezzere qvezto KI?

partiamo dall'ideogramma: 氣

questo ideogramma si legge KI (QI in cinese). indica semplicemente del riso che bolle.

i cinesi avevano realizzato che se del riso bolle si genera vapore. il vapore genera energia.

ergo avevano intuito il concetto di caloria.

KI

non c'è altro da dire. non è un'energia mistica, sebbene alcuni studiosi cinesi, ma non solo, abbiano elaborato complesse teorie "teosofiche" sul concetto di KI in relazione soprattutto alle reinterpretazioni del tao.
il concetto di KI è vicino anche a quello di PNEUMA in greco, o di SPIRITO inteso come "soffio vitale". senza addentrarmi in accademici ripassi di studi che partono dal PRANA e giungono all'idea di KI, mi limiterò a dire che il KI esiste, ma non è un superpotere.

ho mai sentito il ki scorrere? forse.
lo posso generare? no, in quanto esso non si genera.
posso sparare l'hadoken? no. magari

ma allora, che è 'sto ki?

è, in breve, l'energia vitale che ci anima, e che è quel "quid" che la scienza mai riuscirà a spiegare del tutto. è anche la capacità che abbiamo di regolare tale energia vitale al fine di ottenere risultati normalmente considerati "sorprendenti".
quando eseguiamo lo shime di sanchin, se il ki non scorre in modo adeguato, sentiamo dolore. ma se regoliamo il flusso del respiro, e lo accordiamo alla contrazione corporea, aiutiamo la mente a crearsi uno spazio tutto speciale grazie al quale ridurremo il dolore, innalzandone la soglia.

in breve, la concentrazione aiuta a gestire il ki, che non è nient'altro che una manifestazione fisica, concreta, dell'energia vitale. il toate esiste? boh. mai visto. penso che egami fosse un visionario. ma il ki c'è, comunque lo si voglia chiamare. e si può imparare a gestirlo anche per mezzo di certi esercizi formali... come i kata.

non aspettatevi lucine e colpi di energia. possiamo sentire il ki a mo' di formicolio lungo il corpo, quello sì. ma niente di eclatante, niente di visibile, niente di super.

4) sui kata come forma di meditazione

il kata è... abbiamo detto, poco fa, che è un insieme di principi.

allora, se il kata contiene principi teorici e pratici (levati dalle balls se ti attaccano, scendi col peso, attacca qua o là...), allora esso richiede concentrazione. concentrarsi equivale a una forma blanda di meditazione. ripetere il kata a lungo, fino a "fondersi nella tecnica" (o perdersi in essa) è un processo meditativo e contemplativo. il kata NON SERVE a meditare di per sé, ma al tempo stesso diventa una forma di meditazione (zen, per dirla in giapponese) in movimento.

esso non andrebbe praticato solo nella forma di base. si può eseguire come waza-kata (immobili, anche in seiza, usando solo le braccia e le gambe se si è in piedi, ma senza enbusen), come tachi-kata (solo spostamenti senza tecniche), come "souzo-kata" (kata immaginato, a mo di mokuso), lento, veloce, tutto duro o tutto morbido. ma anche come "gyaku-kata", ossia con le tecniche a specchio... insomma, il kata può essere studiato, smembrato, analizzato, diventando proprio una forma di meditazione.

è un effetto "collaterale"? o è stato pensato così? (non dai cinesi, ma dagli okinawensi, visto che in cina non vi  è traccia di forme identiche ai kata del karate!) chi lo sa? comunque esiste ANCHE questa componente, che in ogni caso è utile come è utile fare training autogeno prima di un incontro di un qualunque SDC. inoltre il ritmo del kata è scandito non solo dal movimento, ma anche dal respiro diaframmatico, che si connette direttamente al concetto di apertura e chiusura del tanden. principio base della meditazione zen... utile a chiunque, anche a un cattolico o a un ateo (essendo lo zen una para-religione, e non una religione vera e propria, applicabile a tutto).
si va sempre avanti...

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Fanchinna

Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #3 on: October 11, 2012, 17:35:32 pm »
+1
domani ti leggo bene e cerco di scrivere qualcosa
comunque il lubrificante, tra tecnica e tecnica, che cerchi
è un altro

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Offline muteki

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #4 on: October 11, 2012, 17:39:35 pm »
0
domani ti leggo bene e cerco di scrivere qualcosa
comunque il lubrificante, tra tecnica e tecnica, che cerchi
è un altro

per me è la morbidezza, anche se forse dalla spiegazione di sopra non emerge del tutto.
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Offline Bingo Bongo

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #5 on: October 11, 2012, 18:08:48 pm »
0
+1 per il topic perché tocca tutti temi di mio interesse.
Appena ho tempo comincio col primo post.

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Offline Dipper

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #6 on: October 11, 2012, 18:26:10 pm »
0
:+1: anche da me a prescindere dai singoli argomenti per l'impegno che ci hai messo a scrivere :ohiohi:
継続は力なり 空手の修業は一生である
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Offline Rev. Madhatter

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #7 on: October 11, 2012, 21:00:46 pm »
0
:+1: anche da me a prescindere dai singoli argomenti per l'impegno che ci hai messo a scrivere :ohiohi:


idem, approvo sempre i post scritti con impegno e con l'intenzione di presentare un pensiero.
ovviamente non l'ho ancora letto  XD
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

il test d'ingresso funziona così
"ISCRIVITI GRATIS
va bene
SONO CENTO €
ma avevate detto gratis
SONO PER LE SPESE DI SEGRETERIA ..."

se ti lamenti, non sei adatto ad essere munto, altrimenti cerimonia del the in arrivo e tutti col collo gonfio ad accoglierti

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Fanchinna

Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #8 on: October 12, 2012, 09:15:10 am »
0
domani ti leggo bene e cerco di scrivere qualcosa
comunque il lubrificante, tra tecnica e tecnica, che cerchi
è un altro

per me è la morbidezza, anche se forse dalla spiegazione di sopra non emerge del tutto.

è dura cercare la morbidezza in una linea retta

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Offline muteki

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #9 on: October 12, 2012, 11:14:51 am »
0
È dura se non sai come. E poi il karate mica ha linee solo rette ;-)
si va sempre avanti...


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Offline Bingo Bongo

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #10 on: October 12, 2012, 11:55:35 am »
+3

Sono sono assolutamente a favore che questi temi vengano affrontati da un punto di vista concettuale e più "orientale" invece che sempre dal solo punto di vista biomeccanico, anatomico, fisiologico, ecc...Così ogni tanto invece di fare i "medici dello sport" facciamo finalmente i praticanti di Arti Marziali.


1) sulla fluidità e sull'esplosività

comincio da qui. cosa si intende per tecnica fluida e per tecnica esplosiva?
le due cose non si escludono, secondo me, a vicenda. il problema nasce da una serie di interpretazioni errate trasmessesi nel tempo. la prima riguarda il concetto di KIME

KIME, che non c'entra nulla con KI ma viene dal verbo KIMERU (decidere, stabilire, fissare in modo definitivo) indica il carattere di "decisione" di una tecnica o di un movimento, di un pensiero o di un gesto qualunque.
quando siamo esortati a mettere kime in una tecnica, o in qualsiasi altra movenza, dobbiamo pensare che quella  tecnica (uso ora solo questo termine, per comodo) sia definitiva, assoluta. ciò non vuol dire, tyuttavia, estendere l'arto, per esempio, al massimo, o allungare le gambe per un'apertura delle anche ai nostri limiti. affinché ci sia vero kime, è importante conservare l'energia (e qui converrebbe una parentesi, visto che si tratta di temi collegati. rimando tuttavia a un altro capitoletto).

idem per l'aria, per il KIAI, per la contrazione muscolare ecc.

Del KIME non posso dire nulla, ma la tua spiegazione mi sembra chiara e ne prendo atto.


veniamo ora alla fluidità. se la tecnica non è scarica, l'energia in  essa ancora presente ci permette di realizzare subito un'altra (o altre) tecniche senza alcuna fatica. ma se blocchiamo la tecnica per scaricarla, siamo solo immobili, non fluidi. la tecnica muore lì.

pensiamo adesso all'esplosività. quella viene PRIMA delle fluidità e ne è una possibile componente. la tecnica è esplosiva all'inizio. fluida nel mentre e alla fine. l'esplosività nasce dal "tamburello" (GAMAKU), la fludità dalla contrazione morbida dei muscoli che partecipano alla tecnica (MUCHIMI).

quindi, se uso l'anca in modo corretto, il tallone (che se rimane bloccato al suolo scarica il peso indietro, mentre esso andrebbe in direzione della tecnica) in modo attivo e le spalle con morbidezza (contrazione "a zone" degli , arti) il colpo potrà essere esplosivo e fluido al tempo stesso. quindi esploasività e fluidità si completano a vicenda. è il principio del JU e del GO che si fondono tra loro.

una tecnica allora pyuò essere esplosiva o "lenta", ma sempre fluida. se non è fluida, è morta (vedi i kata da gara, specie nello shotokan e nel wado, meno nello shito).

il principio del pugno a contatto (vedi bruce lee) si può collegare a questo uso della "catena cinetica" (rabbrividisco all'idea di averlo detto) che comprende nel suo ciclo la spirale di tallone, anca, spalla, testa. il tutto mentre si porta il baricentro in direzione della tecnica, e mai solo in basso o, peggio, in direzione opposta.

questo si vede bene nello shorin ryu tradizionale, ma anche nel kyokushin e nel "derivato" ibrido noto come kudo.

quindi, dire per esempio che un kata è esplosivo o fluido, non ha senso, visto che dovrebbe essere (ma in gara non lo è!!!) entrambe le cose al tempo stesso.
Su rapporto fluidità ed esplosività sono solo in parte d'accordo.
Sono d'accordo che se scarichiamo completamente l'energia fino a perdere la tensione strutturale ci troveremo nella condizione di non poter proseguire immediatamente ed efficacemente con altre tecniche. Questo perché perdendo la tensione strutturale, che è assolutamente necessaria alla fluidità per le AM, saremmo "mosci". Moscio e fluido sono due condizioni differenti.
Ma anche "sciolto" e "fluido" sono due condizioni differenti. Si può eseguire una tecnica in modo sciolto, ma alla fine di quella tecnica saremo scarichi e quindi strutturalmente "mosci". Se non lo siamo allora non siamo stati sciolti, ma fluidi. E' solo questione di definire col giusto termine la condizione in cui ci troviamo.
Ora, perché dobbiamo essere fluidi? Perché la fluidità permette la continuità. Ma allora perché è necessario che questo avvenga in uno stato di tensione strutturale? Perché la tensione strutturale fa si che il corpo diventi un'unità. E un'unità può essere totalmente, comodamente, economicamente controllata. La parola "tensione" è fuorviante. E' la corretta postura che crea la tensione che crea l'unità.
Quindi abbiamo un'unità che attraverso la fluidità e in grado di produrre continuità del movimento. Ci si muove, si colpisce e si continua senza interruzione nel movimento. Non si è né "mosci" (che non ricorda niente di buono) né "sciolti" (che ricorda un gelato che si squaglia al sole), ma si è "fluidi" (che ricorda l'"acqua" che è proprio l'elemento tanto amato nel Kung Fu perché l'acqua può essere calma e piatta o può diventare uno tsunami).
Ora, per me, ciò che viene prima della fluidità non è l'esplosività, ma l'Intenzione (forse il KIME nel Karate?). L'Intenzione si allena allenando la mente ed è il motivo per cui molti topic fa dissi che le AM sono per il 99% testa.
L'intenzione, all'interno di uno stato posturale che permette fluidità che permette a sua volta continuità, è in grado di eseguire il proprio compito principale che è il controllo. Questa è la condizione in cui controllo il corpo totalmente in modo continuo e fluido. Col massimo dell'efficienza e dell'efficacia perché nel controllare il corpo controllo anche la fluidità. Decido io quando essere fluido o quando esserlo meno. Decido io quando essere leggero come una foglia o pesante come una montagna. Decido io quando essere esplosivo e quando no. L'esplosività ubbidisce alla mia intenzione e può essere massimamente espressa solo nella fluidità perché la fluidità permette di eseguire la traiettoria più efficiente nella miglior distribuzione cinetica possibile.
Se in qualunque momento fermassimo il movimento l'immobilità derivata non sarebbe scomposta, ma sarebbe ancora un'unità. Cioè il ZZ.
Questo è l'ideale. Non riguarda solo il kung fu. Al motto del Systema: "lento è fluido, fluido è veloce" aggiungiamo "veloce è esplosivo".
Nel reale si mirerà a questo ideale, ma nel reale, dove le variabili non possono essere tutte controllate e gestite a meno di essere super sayan, la nostra unicità verrà scomposta dall'avversario è saranno necessari forza, fiato, sudore per poter ogni volta rimettere il corpo e la mente nelle condizioni di poter ricominciare.

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Offline muteki

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #11 on: October 12, 2012, 12:06:40 pm »
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Ammanidm con quanto scrivi sul concetto di fluido e sciolto. Anche in uno stato di scioltezza gg suo sbagliare e iper estendere il movimento, creando immobilità. Come l'acqua scosse, così si dovrebbe pensare e poi agire in modo fluido. Un karate fatto solo di colpi diretti fatich a raggiungere tale obiettivo. Ma ganci, montanti, rasate circolari sono secondo me il vero cuore della pratica e del karate stesso, chene è di fatto pieno
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Offline Shurei-Kan

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #12 on: October 12, 2012, 12:18:47 pm »
0

Sono sono assolutamente a favore che questi temi vengano affrontati da un punto di vista concettuale e più "orientale" invece che sempre dal solo punto di vista biomeccanico, anatomico, fisiologico, ecc...Così ogni tanto invece di fare i "medici dello sport" ("medici della mutua" direi io) facciamo finalmente i praticanti di Arti Marziali.



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Offline metal storm

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #13 on: October 12, 2012, 12:45:51 pm »
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seguo con interesse  :)

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Offline Fabio Spencer

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Re: sui kata, sull'energia, la fluidità e l'esplosività
« Reply #14 on: October 12, 2012, 14:19:29 pm »
0
Sono sono assolutamente a favore che questi temi vengano affrontati da un punto di vista concettuale e più "orientale" invece che sempre dal solo punto di vista biomeccanico, anatomico, fisiologico, ecc...Così ogni tanto invece di fare i "medici dello sport" facciamo finalmente i praticanti di Arti Marziali.
Sono d'accordo nel tenere separati gli ambiti.
indipendentemente dal fatto che il punto di vista orientale non lo conosco abbastanza per parlarne con cognizione di causa e che per mia formazione preferisco un punto di vista più vicino alla mia cultura, trovo che mischiare le due cose (per esempio spiegare concetto che hanno senso da un punto di vista orientale tramite la fisica e la scienza moderna) estremamente fastidioso e fonte di confusione.
Pertanto seguo e comunque  :+1: a Bingo e a Muteki (mi riprometto di rileggere comunque tutto).
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."