Come ormai arcinoto a chi mi conosce, io sono sempre stato e sono tuttora, poco incline a cavillare di regolamenti e stili, perchè penso che si tratti di ipocrisia, non tanto degli atleti, almeno in fase iniziale, quanto dei fautori di tali frammentazioni.
Io ben ricordo le ragioni che venivano addotte allora, per l'adozione di nuove formule e regolamenti, ragioni sempre improntate all'aspetto commerciale, per attrarre di più, perchè c'è Brusli al cinema che piace ai ragazzini, perchè "Hagler vs Shugar Leonard", perchè il CIO e tutto quello che vi pare, ma anche perchè "quello si è quasi ammazzato, quindi via col tatami" o le attenzioni alle sensibilità delle mamme, lo sport per tutti, quello che anche in pensione, donne e bambini, abili o meno eccetera.
Ora io ben ricordo che, per esempio, il CIO ha sempre posto la questione di una impossibilità ad identificare l'attività in questione, proprio per le troppe sigle, i troppi regolamenti, i troppi campioni nazionali o mondiali, che rende impossibile rappresentare la disciplina in televisione a un pubblico non avvezzo, che non capirebbe, non potrebbe districarsi nella selva di nomi e regole.
In realtà, la volontà di recintare un orticello personale, è sempre stata alla base di ogni scissione, di ogni nuova formula, per guadagnare, appagare il proprio ego, rivalersi su questo e quello eccetera.
Il discorso sarebbe lunghissimo e molto articolato, ma è solo per dire che, io non sono amico di tutto sto casino, di tutti questi presidenti, capiscuola, ct e quant'altro, perchè nuocciono al Karate, quello di cui sono molto Amico, spaccandolo, ridicolizzandolo, riducendo il movimento a una massa di galline che litigano in cortile.
Questo schifo nasce, questioni di tradizione familiare a parte, con la famosa doppia diatriba, fra chi ben vedeva le idee di Gigo Funakoishi e chi la pensava più come il padre, ma ancora di più, quella fra Nisjiama e Nakayama.
Vediamo nascere la JKA, la JKF, la WKF eccetera, ognuna con la necessità di distinguersi dall'altra, di proporre qualcosa di diverso.
In Italia, ovviamente, abbiamo fatto le cose all'italiana, esagerando nella direzione meno onorevole.
In tutto questo, il Karate non è mai stato alla base delle scelte, piuttosto ne ha fatto le spese, perdendo pezzi, mostrandosi in forme e formule a dir poco ridicole, smarrendo bagaglio tecnico, confondendosi con altri sport più in voga eccetera.
Prendendo in esame JKA e WKF, hanno entrambe dei punti di fortissimo interesse, così come delle lacune, li dove a una manca ciò che troviamo nell'altra e viceversa.
Ecco io penso che la vittima sia il Karate, perchè i Karateka, dovrebbero avere a cuore la sua tutela e il suo sviluppo.
Se così fosse, si prenderebbero i punti di forza, si troverebbe la sintesi fra le molte posizioni e si percorrerebbe tutti la stessa strada.
Vero che poi, un esercito di mortali guerrieri che non tollerano l'idea di portare a casa un livido, passerebbe alla fit boxe, ma per me non sarebbe una perdita, proprio per nulla.
Non si imparano le botte evitando le botte.
Quindi non sopporto un certo tipo di saltelli, funzionali solo e soltanto a quel tal regolamento, ma privi di variazioni e strategia, perchè chi cresce in quella sola direzione, la prima volta che mette il muso in altri giardini, finisce per farsi male.
Ci fosse più onestà intellettuale, penso che avremmo un movimento e UNA attività Marziale/Sportiva che avrebbe pochi eguali al mondo.
P.S.
Scpere ke mio o avuto stato capito
P.P.S.
Se le cose fossero come le sogno io, Maniscalco, Benetello, campioni di quella caratura, non starebbero li a fare approcci più o meno timidi alle MMA, ma andrebbero nella gabbia da Karateka, spaccando il culo a molti passeri e, a me, dispiace un sacco per atleti di cotanto potenziale.